MAGGIO 2012: playoff e tappe

++ CALCIO: DELIO ROSSI AGGREDISCE LJAJIC IN PANCHINA ++

Adesso te le do…

A maggio iniziamo con il calcio, è una scelta forte, ma andava fatta: si concludono i campionati, si concludono le coppe e si scaldano i motori per gli Europei. Tanta roba insomma ma cerchiamo di essere i più sintetici possibili: gli schiaffi di Delio Rossi a Ljalic e la papera di Buffon contro il Lecce restano sullo sfondo, mentre il centro del palcoscenico se lo prendono i coach vincenti. Di Matteo probabilmente non lo sa nemmeno lui come ha fatto, ma sull’albo d’oro della Champions compare il nome del Chelsea dopo anni di assalti falliti più per sfortuna che per demerito, la squadra del magnate russo Abramovich conquista il trofeo quasi da outsider, con le barricate e i gol del leone Drogba, portando per la prima a volta a Londra il massimo trofeo calcistico europeo. Probabilmente anche Mancini non sa come sia successo, d’altronde era sotto 2-1 al 90esimo e virtualmente secondo, poi i continui assalti nel finale hanno trovato doppia soddisfazione e con la vittoria sul QPR per 3-2 è arrivato anche il terzo titolo nazionale per i Citizens.

La fine di stagione italiana merita un paragrafo a sé, con il Napoli che finalmente dopo anni a medio alto livello sotto la guida di Mazzarri aggiornava la bacheca portando a casa una Coppa italia e con la Juve che chiudeva da imbattuta un campionato e festeggiava il suo 28esimo scudetto. A proposito tutta la baraonda nata attorno alla terza stella la lasciamo fuori da queste righe, d’altronde credo d’essere l’unico juventino che a malincuore accetta cioè che è stato deciso, pur ritenendolo non del tutto giusto. Da tifoso l’obiettivo è festeggiare il 30esimo magari tra 2 anni. Prima di lasciare il calcio, parliamo di tre che in realtà hanno lasciato l’Italia del calcio giocato: Alessandro Nesta (Canada), Filippo Inzaghi (panchina) e Alex Del Piero (Australia) prendono altre vie e al di là della fede che uno ha, lasciano un vuoto dentro di noi, restano le loro gesta che tra 20 30 anni racconteremo ai bambini, come a noi ci raccontavano di Platini, Rivera, Scirea, Riva, ecc…ecc….

Nel pezzo dedicato al mese di aprile ci eravamo lasciati con l’inizio del secondo turno dei playoff NHL, dopo un lungo e divertentissimo primo turno. Maggio ci accompagna fino alla Stanley Cup, che si concluderà poi a Giugno. Ad est sembrava potesse essere l’anno dei Capitals, che invece vengono ancora una volta respinti, come accade ad i Flyers: sono quindi i New Jersey Devils e i New York Rangers a contendersi il posto per la finale, con i secondi favoriti, ma sconfitti in 6 gare e con Brodeur, portiere al di là del tempo, che a 40 anni appena compiuti (il 6 maggio) è alla ricerca della sua quarta Stanley Cup. Ad ovest non c’è storia, i Kings dominano, lasciano le briciole ai Blues, sweepati in 4 partite, e poi concedono solo gara 3 a Phoenix, che a sua volta si era sbarazzata in 5 partite dei Predators. Los Angeles – New Jersey è quindi la finale per la conquista della coppa che cambia ogni cosa, il giovane Quick contro il mostro sacro Brodeur, a giugno!

Eran rose, ma non son fioriite

Eran rose, ma non son fiorite

Perché a maggio dobbiamo ancora parlare di altri playoff, quelli della NBA ed i loro primi due turni: la copertina, dolorosa, se la prende Derrick Rose, faro offensivo dei Bulls, co-proprietari del miglior record della lega assieme agli Spurs, che nei secondi finali di una gara1 dominata vede frantumarsi il suo ginocchio (che tutt’ora lo tiene lontano dai campi) e i suoi sogni di titolo. Chicago vincerà solo un’altra gara senza di lui e Philadelphia si infilerà in quella parte del tabellone facendo anche tremare i vecchietti dei Celtics sino a gara7. Nella parte di sotto il nome che fa notizia è quello dei Miami Heat dei tres amigos, al secondo e, a sentire anche alcuni addetti ai lavori, ultimo tentativo per la vittoria del titolo: o lo vincono quest’anno o salta tutto, dicono. Dopo un facile primo turno arriva il (primo) momento critico, sotto 2-1 nella serie contro dei spumeggianti Pacers e gara4 in trasferta con il pubblico dell’Indiana che non aspetta che queste partite per esplodere tutta la sua passione. Vengono messi a tacere da una doppia prestazione assurda, da una parte un Lebron da 40+18+9 abbinati ai 30+9+6 di Wade. Da lì altre 2 vittorie in scioltezza con la sensazione che l’interrutore giusto è stato attivato.

Ad ovest celebriamo i Memphis Grizzlies, ancora una volta protagonisti, seppur da perdenti di una delle serie più belle ed intense dei playoff, l’anno scorso era toccato ai Thunder vincere alla settima, questa volta i beneficiari sono i Clippers, poi però spazzati via dagli Spurs. Sotto è dominio Oklahoma City, che non incontra nessun ostacolo, relegando a sparring partner anche i blasonati Lakers che già avevano faticato non poco ad avere la meglio dei nuovi Nuggets di Gallinari e McGee….

Il mondo dei motori vive due scossoni: per le due ruote non ci pensa Rossi, ancora in una crisi di risultati che non vede migliorìe all’orizzonte, bensì è Stoner in crisi più nel paddock che con il casco in testa, stanco di un mondo che l’ha reso ricco ma per cui probabilmente il gioco non vale più la candela. Fa scalpore, a dire il vero, personalmente non c’ho mai creduto, ma pare che sia proprio così. Su diversi piani è difficile da credere leggere che Maldonado possa aver vinto un GP in F1, ma è il nuovo che avanza con una prima parte del mondiale che continua a presentare vincentori di “tappa” sempre personaggi diversi. E mentre a Montecarlo sarà Webber a trionfare, il mese si chiude con un continuo Alonso in vetta alla classifica mondiale, nonostante la Ferrari sembra mancare nei picchi dei risultati.

Come per l’atletica, anche il nuoto vive una doppia stagione, con l’eterno dubbio di non entrare troppo presto in forma ed arrivare scarichi ai giochi olimpici: gli europei in realtà ci vedono ben protagonisti i nostri Scozzoli, Pellegrini, Magnini, Paltrinieri, ecc..ecc…tornano dall’Ungheria con 18 medaglie (dietro solo alle 26 dei padroni di casa), 6 delle quali d’oro.

Campione a sorpresa

Campione a sorpresa

L’aver parlato di tappe per quel che riguarda la F1 è un lapsus che a maggio ci aiuta a parlare dell’evento sportivo nazional popolare per eccellenza: il Giro d’Italia. Dopo la prima settimana sembra già un discorso a due tra Hesejdal (nuovo a questi livelli) e Joaquim “Purito” Rodriguez (molto più scalatore e meno completo del canadese). Nonostante ben 2 vittorie di tappa, lo spagnolo arriva alla cronometro decisiva di Milano con troppi pochi secondi di vantaggio: 31 non bastano ne sarebbero serviti altri 16 e così Ryder Hesejdal diventa il primo canadese a vincere un grande giro. Noi, italiani, purtroppo restiamo fuori dal podio, Nibali, la nostra punta di diamante per le corse da 3 settimane, non c’è, Basso (al rientro) e Scarponi non riescono a fare la differenza sulle montagne, pur provandoci e chiudono al quarto e quinto posto, mentre sesto è un ritrovato Damiano Cunego.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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