Orange & Purple

Parlare dei Broncos o parlare dei Lakers? Insomma la scelta non dovrebbe essere difficile.

I primi stanno avendo una stagione come non si vedeva da decenni. 8 vittorie consecutive, titolo di Division conquistato per il secondo anno consecutivo e stavolta dominando, senza i miracoli dell’anno passato (la parola “miracoli” nel caso in cui non crediate che l’Altissimo si interessi di football e abbia favorito il suo prediletto si può tradurre con “colpi di culo”).

I secondi invece faticano a vincere nonostante nella offseason abbiano acquistato il miglior centro della lega, quello che è stato per anni il miglior playmaker della lega e un paio di buoni panchinari. Silurato un allenatore per cambiare rotta, se ne è assunto un altro di nome. Nulla però è cambiato dato che dopo un paio di vittorie, la situazione rimane ampiamente negativa. Si continua a perdere in trasferta con squadre che hanno un decimo del talento dei Lakers a roster.

A conti fatti come si potrebbe non parlare dei vincenti e tralasciare i secondi in attesa di tempi migliori? E, invece, noi, da bravi bastian contrario, vogliamo parlare proprio dei gialloviola.

I Broncos stanno preparando la partita più importante della stagione. Domenica si gioca contro i Ravens in un match che potrebbe significare saltare la prima dei playoff. Non devono essere disturbati dalle mie sciocchezze, mentre, diciamolo, i secondi non meritano nessun rispetto.

I Lakers avevano iniziato questa stagione con grandi aspettative. L’acquisizione di Howard e Nash avevano promesso grandi soddisfazioni. Anche la panchina era stata aiutata con l’arrivo di Jamison e Duhon. L’unico dubbio era se il manico fosse all’altezza. Mike Brown non è famoso per essere un grande allenatore. È famoso per essere l’allenatore che non ha vinto né con James né con Kobe. Eppure noi l’abbiamo tenuto dopo una stagione con più ombre che luci. Incomprensibile, come ancora più incomprensibile è stato assumerlo per sostituire Phil Jackson, quando la logica pretendeva una continuità di schemi e qualche giovane da promuovere per continuare il discorso da dove era stato interrotto. Invece si è scelto Mike Brown: un uomo che ha scritto in fronte secondo. E allora perché prenderlo? Non lo so. Nessuno è riuscito a trovare una risposta decente a questa domanda, se non una: Jim Buss, vicepresidente dei Lakers, figlio di Jerry Buss proprietario dei Lakers, che come il padre di basket non capisce niente, ma al contrario del padre non ha il buon senso di lasciar lavorare gli altri in pace e si immischia in affari che non lo riguardano.

Comunque alla fine ha capito la cazzata e ha licenziato Brown dopo 4 partite. Sorvoliamo sulla tempistica, non proprio felice, perché l’importante era licenziare. A questo punto tutti hanno tirato un sospiro di sollievo. Quando poi si è sentito che il grande vecchio, l’allenatore più vincente della storia, era pronto a tornare e gestire tanti caratteri così eterogenei, tutti a esultare: “Se c’è qualcuno che può farcela è lui”. Le indiscrezioni parlavano di trattative ben avviate. Si attendeva solo il sì definitivo, quando Jim Buss dichiara tra lo stupore generale di aver assunto Mike D’Antoni. Aspetta. Ferma un attimo. Dai qualche giorno per pensare a Phil Jackson, che ha più anelli che dita, e poi assumi qualcuno che non solo non ha mai vinto un titolo come allenatore in NBA, ma la cui ultima esperienza a New York si può definire al quanto disastrosa. Il grande vecchio non l’ha presa bene, ma si è comportato come se sapesse che da Jim Buss non potesse aspettarsi niente di meglio. In effetti, tutta la vicenda sembra essere solo uno sgarbo all’allenatore degli ultimi 5 titoli dei losangelini. Jim Buss non ha mai legato con Maestro Zen, forse perché il merito della presenza di Jackson non va a lui, ma alla sorella che sacrifica il suo corpo per il bene della squadra.

Image

La famosa sorella…

Per placare gli animi dei tifosi si è detto che Mike D’Antoni, noto per avere schemi che non prevedono il capitolo difesa, era il più adatto a questo roster. Aspetta. Fermiamoci un’altra volta. Ok. Ha allenato Steve Nash e con lui, senza la furbata di Robertino Horry, avrebbe pure vinto. Fin qui tutti d’accordo. Ma come si fa a dire che è adatto a Gasol, Kobe, Metta, e Howard? Questi non li ha mai allenati e non sono, Kobe a parte, giocatori adatti allo stile di gioco di D’Antoni. L’età media del quintetto è di quasi 33 anni. Metta è lento e Gasol, come si è visto non può stare, sulla linea del tiro libero o dietro la linea da tre per lasciare spazio ad Howard e quest’ultimo, a spremerlo come un centometrista, ottieni il risultato che in difesa non sembra più lui e i liberi li tira persino peggio del solito.

Tirando le somme, dopo una ventina di partite con il coach più adatto a questo roster, i Lakers sono in striscia negativa con un record perdente, al momento fuori dai PO, una difesa inesistente e un’atmosfera negli spogliatoi degna del Padrino. Cosa si fa allora? Detto che D’Antoni non può essere colpevole di nulla – se no, si metterebbe in dubbio la sagacia del Buss figlio – si va in cerca di scuse: Gasol ancora non è entrato negli schemi (strano) e, soprattutto manca Nash, perché lui si che farà girare l’attacco.

Può essere vero, probabilmente con lui in campo le w aumenteranno, ma qui si parla dei Lakers. Non vincere è sinonimo di fallimento. E la vittoria, o anche la finale, con questa squadra e questi schemi non arriva, perché Nash metterà pure a posto l’attacco, ma finché non gira la difesa sai che ti frega di far girare l’attacco? Poi, riflettiamoci. Nash. Ok, è fantastico. È un sicuro Hall of famer due volte MVP della lega. Tanto di cappello. Però ecco ha 38 anni. Non tantissimi paragonati alla vita media umana; in termini sportivi, invece, sono un’enormità. Equivalgono ad essere un pensionato che guarda Sanremo. E dovrebbe guidare un attacco a doppia velocità per tutti i PO?

Passiamo a Gasol. Non si trova bene con i nuovi schemi. Il ginocchio soffre e, soprattutto, Kobe ha detto che lo spagnolo per lui è come un fratello. Avete presente Michael Corleone che parla di Fredo? Ecco ci siamo chiariti: il suo destino è segnato. Già l’anno scorso volevano tradarlo adesso, potrebbero svenderlo. Gasol ha ancora frecce al suo arco secondo me, ma è sprecato da tiratore sugli scarichi. Lui il meglio di sé lo fornisce quando scarica. Certo se arrivasse qualcuno in grado di difendere e non occupare la zona di Howard tutto di guadagnato. Se si risparmiasse anche il suo stipendio ancora meglio in ottica bilancio, ma siamo realisti tra contrattone e il fatto che tutta la lega sa che vogliamo tradarlo, secondo voi ci porteremo a casa qualcuno di decente oppure Bargnani?

E allora? E allora si aspetta e si spera che Nash sia ancora Nash, che Howard inizi a mettere dentro qualche tiro libero, che qualcosa in difesa vada al suo posto, che Kobe non decida di vincerle tutte da solo, che Gasol si trasformi nel Gasol di Spagna e non nella versione losangelina o che in una possibile trade NON arrivi Bargnani. Un miracolino piccolo, piccolo. Non chiediamo tanto, dopotutto. E se non arriva non preoccupiamoci ci penserà Buss figlio…

alvise

Mi piace lo sport, ma soprattutto mi piacciono le storie.

Potrebbero interessarti anche...

6 risposte

  1. polpaol ha detto:

    direi che Alvise ha centrato il punto.
    aggiungo solo che anche con il rientro di nash non credo si risolva un bel niente… con chi lo gioca il canadese il pick and roll che vale il 75% del suo essere stato MVP della lega? Con superman?
    forse giusto lo spagnolo se si convincere a tirare di più dalla media ma mi sa che da questo orecchio proprio non vuole sentirci.

    ps: dio ce ne scambi dal mago ma a conti fatti mi sa che è meglio lui da 4 che questo Gasol.. anche solo per l’abitudine a giocare più distante da canestro… tanto per i rimbalzi c’è Howard.

  2. azazelli ha detto:

    Visti contro i Knicks: brutti, brutti, brutti. E ne esci con Bargnani (o chicchessia?) ti allarga il campo offensivamente, ma in difesa?? Che si può fare per questa difesa?!

  3. alvise ha detto:

    Credo che non correre come ragazzini quando non lo si è più aiuterebbe molto. Con D’Antoni è sempre stato così. Si corre troppo per avere la freschezza necessaria dietro. ma lui è il più adatto per questo roster. Nessun problema. Andiamo avanti così…

  4. polpaol ha detto:

    dopo il commento di aza mi sa che cancello la registrazione :paper:
    se la difesa è quella che nel primo quarto fa mettere agli avversari 41 punti non ne esci nemmeno se tradi gasol con gesù cristo….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *