I Cincinnati Bengals e quella vittoria che manca da 23 anni

Andiamo a scoprire se c'è qualcosa di nuovo

Andiamo a scoprire se c’è qualcosa di nuovo

C’erano una volta i Cincinnati Bengals che sceglievano Ki-Jana Carter (1assoluta 1995), Akili Smith e Peter Warrick, ora ci sono i Cincinnati Bengals che scelgono Andy Dalton, AJ Green, Tyler Eifert e non solo…nominandoli alla rinfusa, dal 2009 ad oggi, oltre ai già citati, sono arrivati via draft: Andre Smith, Kevin Zeitler, Michael Johnson, Carlos Dunlap, Geno Atkins, Rey Maualuga, Mohamed Sanu, Jermaine Gresham, Dre Kirkpatrick a cui va aggiunto anche Vontaze Burfict, scivolato undrafted, più i giovani arrivati quest’anno che lasciano ben sperare di cui Eifert è solo uno dei possibili protagonisti sin da subito. 

Che questo possa bastare per avere una franchigia vincente non è ancora detto, ma la situazione è ancora più grottesca considerando quanto si diceva sul controverso padre padrone Mike Brown fino a poco tempo fa. Il talento di questa squadra è ben descritto dai giocatori già nominati, ma se parliamo di una squadra che non vince una partita di playoff dal 1990, contro gli Houston Oilers e che negli ultimi due anni è uscita nel wild card game (proprio contro gli Houston, questa volta, Texans) forse c’è qualcosa che ancora manca: in molti puntano il dito contro Marvin Lewis, capo allenatore dal 2003 che forse ha fatto il suo tempo e che ha mostrato qualche lacuna di troppo nella gestione della squadra ai massimi livelli. Di contro però parliamo di un HC che ha preso una franchigia che mancava i playoff da 12 anni e che ha portato i Bengals a giocare la postseason 4 volte, vincendo l’agguerrita AFC North division per ben 2 volte.

Marvin Lewis, Jay Gruden (OC) e Mike Zimmer (DC) sono un trio talmente ben assortito e capace che proprio pescando tra i due maggiori assistenti dovrebbe arrivare il nuovo HC. Ma il 2013 sarà l’ultima (?) occasione per Marvin per dimostrare di essere la persona giusta in grado di far fare lo step successivo a Cincinnati.

Sul campo questa sarà anche quest’anno, per il terzo anno, la squadra del Dalton to Green: un asse talmente produttivo da iniziare ad essere prevedibile, aspetto (la prevedibilità) che è l’anello debole quando il gioco si fa duro. L’offseason, offensivamente parlando, è stata indirizzata proprio nell’ottica di diversificare maggiormente il gioco. Il recupero fisico di Sanu e Gresham è solo uno degli aspetti che sono stati curati, è arrivato Tyler Eifert, miglior TE ricevitore di questo draft, soprattutto sono arrivate nuove gambe fresche per il running game, che, dall’addio di Corey Dillon e in parte dopo l’abbandono di Rudi Johnson, non è mai riuscito ad essere efficace.

Ben Jarvus Green-Ellis e Bernard Scott rappresentano la continuità rispetto all’ultimo anno, Giovani Bernard e Rex Burkhead sono il nuovo che deve avanzare se i Bengals vogliono essere più efficaci offensivamente e non solo spettacolari via aerea. Ci sono dubbi che tutti e 4 possano conquistare il posto a roster a fine preseason: la sensazione è che Burkhead e Scott si giochino l’ultimo spot, mentre Bernard, forte anche di una campagna collegiale in cui ha mostrato la sua efficacia e la possibilità di essere un feature back, sta già facendo sognare i tifosi. Lui, come gli altri RB, avrà 2 aiuti esterni: il primo dalla sideline, con la promozione di Hue Jackson, come coach per i runningback, che dovrà far impennare le yard corse (citofonare Darren McFadden stagione 2010 e 2011 per info), il secondo sul campo, dove la riconferma del seppur controverso tackle Andre Smith potrà incidere non poco sul running game (se solo decidesse di allenarsi).

E' ancora presto per darsi solo alla caccia

Cervi o QB non fa differenza

In difesa è arrivata l’unica acquisizione di “grido” della FA: James Harrison  (foto a lato) ha percorso poche miglia per raggiungere Cincinnati, da Pittsburgh. Si troverà a giocare in una difesa nuova, dubitiamo che a 35 anni possa cambiare di molto il suo modo di giocare, restiamo curiosi di vedere come si inserirà quindi nella difesa di Zimmer, piuttosto diversa rispetto a quella che gli ha consentito di collezionare 61 sack nelle ultime 6 stagioni.

Per il resto si attende l’evolversi dell’ennesima “marachella” di Pacman Jones e la crescita di Kirkpatrick, CB su cui le aspettative sono molto alte e che ha visto la sua stagione da rookie essere frenata dall’adattamento ai pro (dopo aver dominato ad Alabama) e da diversi infortuni. Le secondarie sono forse il reparto che desta più preoccupazioni perché piene di quesiti, considerando che il reparto ha un non più giovane Newman come titolare e un mix di safety dal rendimento ondivago come Taylor Mays, Reggie Nelson, George Iloka e il rookie da terzo giro Shawn Williams da Georgia. Il seppur ottimo Leon Hall non potrà arrivare dappertutto e l’organizzazione (anch’essa ottima) di Mike Zimmer coprirà qualche svista, anche sfruttando una pass rush di altissimo livello, ma i successi difensivi saranno il barometro della stagione dei Bengals.

Alcune pillole sui giocatori:

Dane Sanzenbacher: figlio dell’Ohio che non ha la fisicità necessaria per restare tra i pro, ma che fa bene tutte le piccole cose per essere un buonissimo giocatore di football. Lotta impari con i vari Marvin Jones e Brandon Tate (che sono un po’ la sua nemesi) per fare la squadra. Ce la farà?

Gresham/Eifert: scelta curiosa quella dell’ex Notre Dame, proprio considerando la presenza a roster di Gresham, l’unico target solido complementare ad AJ Green. Curioso di vedere come e quanto verranno usati.

Vontaze Burfict: giocatore di qualità atletiche impressionanti, aveva deluso nel suo ultimo anno di college ad Arizona State, aveva deluso pre draft, era andato non-scelto, penalizzato da un carattere da red flag e da alcuni problemi fuori dal campo e finito (non a caso, direbbero i maligni) proprio ai Bengals, sinistramente attratti da questo tipo di prospetti, poi dal nulla è tornato il Burfict che aveva fatto innamorare molti scout un paio d’anni fa.

Rey Maualuga: nonostante sia un giocatore di nome è sostanzialmente l’anello debole della difesa. Perché? Basta guardarsi il playoff dell’anno scorso.

Aaron Maybin: lo spauracchio di tutte le tifoserie…ora aleggia sopra Cincinnati.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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Una risposta

  1. 26 Luglio 2013

    […] Continua a leggere su “Quel che passa il convento” […]

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