Abbiamo salvato il soldato Ryan

….almeno fino a Domenica prossima, ma l’abbiamo salvato. Ovviamente ha contribuito anche lui alla sua salvezza, con un paio di lanci in 18 secondi che hanno riscritto per l’ennesima volta la storia di una delle partite più belle a cui abbia assistito. Nota a margine: il fatto che potrei dire la stessa cosa della partita giocatasi circa 24 ore prima di questa, lascia aperto a 3 interpretazioni: a) chi scrive ha pessima memoria b) chi scrive si esalta manco fosse un 14enne c) sono state davvero belle. A voi la scelta.

"Non chiedetemi come o perché ma abbiamo vinto noi!!"

“Non chiedetemi come o perché ma abbiamo vinto noi!!”

Ma non distraiamoci: l’analisi del psicodramma a lieto fine inizia quando mancano gli ultimi 13 minuti di Falcons-Seahawks, Atlanta dopo un ottimo primo tempo sembra decisamente in controllo del match, +13 e palla in mano, Matt Ryan non ha mai vinto nessuna partita di playoff delle 3 già disputate, peraltro perdendo sempre contro chi poi sarebbe andato a rappresentare l’NFC al Super Bowl (Arizona, Green Bay e Giants). In America ci mettono molto meno di quanto fatto da lui per appiccicarti un’etichetta di perdente addosso, ma “caspita”, l’appassionato neutrale pensa “non stavolta, Matt”, che poi questa partita è stata talmente facile, sul velluto, che finiranno per dire che non contava, la stai vincendo, ma non sarà merito tuo, non basterà questo per iniziare a staccare un po’ quell’etichetta e alla prossima contro San Francisco troverai una difesa che ha annullato per lunghi tratti Rodgers e li ti schianterai e tornerai ad essere un perdente. Altra nota a margine: Rodgers che mai nessuno si è sognato (giustamente) di definire un perdente, benché il suo record, tolto l’anno dell’anello, reciti 1 vinta e 3 perse, tu invece sarai sotterrato dagli Smiths della baia…e resterai un choker.

Mentre uno fa tutti questi discorsi, forte anche del fatto che la seppur ottima difesa di Seattle non è mai riuscita a fermarlo in maniera importante (FG, INT, TD, FG, TD, TD, questa la sequenza dei drive di Atlanta nei primi 3 quarti), arriva l’intercetto, il secondo di giornata, ma questo ha un sapore davvero diverso. Palla sparata maldestramente troppo profonda, tanto che è un gioco da ragazzi per Earl Thomas andare a raccoglierla prima di uscire dal campo. Wilson, entrato già in ritmo nel terzo periodo, non si lascia scappare l’opportunità e guida i suoi al TD del 27-21. Ancora 9 minuti da giocare: calma Matt, hai fatto la cazzata, va bene, ma basta un drive che porti punti che questa partita resta in ghiaccio e voi dalla sideline, aiutatelo!! Primo down? Lancio, incompleto. Secondo down? Screen pass per Julio Jones, -3 yard, era meglio incompleto. Terzo e lungo? Lancio sulla flat, completato ma con nessuna chance di chiudere il down, c’è confusione in quella testa.

Seattle non azzanna subito la preda, restituice il pallone a Ryan confidando che la confusione nel frattempo sia aumentata. Finalmente, però, arrivano le corse e producono qualcosa, Turner prende subito 12 yard e il cronometro corre, ma inesorabile arriva sempre il momento in cui un QB si sente solo, con i suoi occhi cerca di leggere quelli dei difensori o semplicemente spera che la palla che lancerà cadrà nelle mani di qualche suo compagno, quel momento che altresì sinteticamente chiamano “il terzo down”, la speranza è vana per Matty Ice, quella palla è lanciata troppo bassa e anche troppo corta dal primo down per scacciare i demoni che ormai siamo sicuri abitano la sua testa. È ancora punt, un punt che prelude l’ineluttabile, lo sappiamo noi, lo sanno i tifosi di Atlanta e quelli di Seattle, lo sa anche lui: i Seahawks faranno TD, andranno in vantaggio.

Carroll “porca miseria” (cit. direttamente da Sportitalia) sembra dimenticarsi dei timeout (che se li avesse usati tutti, magari era anche meglio…scopriremo poi), lui vuole la botte piena (il sorpasso…) e la moglie ubriaca (…00:00 sul cronometro della partita), qualcosa però in questo piano va storto, arriva il TD del +1, ma restano 31 secondi da giocare. Inquadrano il soldato Ryan sulla sideline, formalmente ancora vivo, il destino gli ha concesso altri secondi per peggiorare il suo quadro mentale: dopo un buon ritorno ecco che arrivano i 18 secondi con cui abbiamo iniziato: lancio sulla sinistra completato su Douglas (22 yard), che rimane in campo, timeout, ne resta ancora uno. La grafica americana mette una linea rossa di eventuale punto di partenza dello snap dal quale Matt Bryant la può mettere, non si fa nemmeno in tempo a pensare che sembra una previsione un po’ ottimistica, che baaaang, l’altro Matt la spara nel mezzo del campo per l’MVP della partita, ovvero Tony Gonzalez, altre 19 yard. Primo down sulle 31, cronometro che corre: in un mondo ideale chi sta sulla sideline sa di avere un solo timeout ancora a disposizione, sa che ha raggiunto una distanza in cui al chiuso ce la si può giocare, specie con un kicker piuttosto affidabile benché stagionato come Bryant e quindi fa scorrere il tempo sino a 3 4 secondi e la finisce così. Ma benvenuti nel mondo di Mike Smith, l’HC dei Falcons avrà pensato “ma ci stiamo divertendo così tanto con i ragazzi, perché non farla durare un po’ di più?!” e sulle note di “Give SEATTLE a chance” decide di chiamare il timeout frettolosamente con ancora 13 secondi sul cronometro.

"Adesso faccio la furbata"

“Adesso faccio la furbata”

Carroll è quasi commosso che, sempre restando sullo stesso motivo canoro, vuole ricambiare il favore e dalla sideline urla: “diamo un’altra chance anche a Matt Bryant”. Il veterano, 37 anni e mezzo, viene fermato poco prima il momento di calciare, lo chiamano “ice the kicker”, dono “grazioso” di Mike Shannahan alla NFL e moda degli ultimi anni, che oltre che essere abbastanza antipatica (ma questo conta il giusto) non ha poi tutta questa efficenza. Fatto sta che Carroll chiama timeout prima che parta lo snap, Matt Bryant comunque calcia e finisce fuori sulla sua destra. Vorrebbero farlo raffreddare, vorrebbero farlo pensare troppo e fargli salire la tensione, in realtà in questo modo non fanno altro che fargli sistemare la mira, gli concedono una prova, non mi pare l’idea del secolo. Infatti Carroll va su tutte le furie, in realtà lui non si era commosso (l’ex HC di USC raramente prova sentimenti compassionevoli) e, benché sia una volpe, nemmeno voleva convincere l’arbitro di non aver chiamato timeout, semplicemente era arrabbiato perché lui aveva chiamato la sospensione ben prima che lo special team di Atlanta si preparasse per il calcio, riteneva scorretto che comunque questi abbiano continuato. Insomma non ci sta!! Ci sta invece Bryant che in questa sequenza di avvenimenti “inutili”, diventa protagonista positivo dell’unica cosa che conta, ovvero mettere punti sul tabellone. Il secondo calcio si infila perfettamente tra i pali ed Atlanta compie il sorpasso ma…

…lasciamo il magico mondo di Carroll, per tornare a quello di Smith, lui la chance agli avversari gliela vuole dare sul serio e il suo kicker appena issatosi ad eroe decide di calciare uno squib kick che è quasi onside. Russell Wilson entra in campo a metà campo circa, dopo un inutile lancio sul corto, restano 2 secondi e bisogna andare con l’hail mary pass….e qui c’è bisogno di un flashback fotografico:

Fail Mary

Fail Mary

Ma non questa volta:

Non questa volta

Un intercetto che vale un TD

Matthew Thomas Ryan vince la sua prima partita di playoff, lo fa dopo averla dominata per tre quarti, dopo averla persa in 10 minuti che avrebbero ridefinito il concetto di “crollo sportivo” e, finalmente, dopo aver azzeccato 2 lanci definitivi. Anche Gonzalez, in quella che sembra sarà (a suo dire) l’ultima di 16 stagioni giocate tra i pro, vince la sua prima partita ai playoff: ne ha perse già un paio ad Atlanta, tre anche a Kansas City, probabilmente sarà ricordato come il più grande TE della prima generazione, sulla scia di Shannon Sharper ha rivoluzionato il ruolo e per certi versi anche il gioco e, bontà sua, nessuno lo ricorderà come un choker. La fine che invece toccherà a Ryan, dopo la prossima sconfitta.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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4 risposte

  1. robys90 ha detto:

    Altro che memoria corta, 2 partite decise sul filo di lana, una condita da una prestazione personale al limite dell’inimmaginabile (Angyair starà ancora saltando sul divano XD) e l’ultima di ieri sera per gli amanti dell’attacco, Welker mi ha fatto sbavare su quanto è troppo il più forte in slot (cazzo scrivo come un bimbominkia che parla di Bieber…).
    La partita del Georgia dome è stata stupenda, concordo su tutta l’analisi, anzi hai tralasciato la chiamata oscena del 4° down chiamato da Carroll con corsa del FB,, una chiamata imbarazzante in RS figurarsi ad un Divisional.
    A mio parere, ci sono stati diversi spunti interessanti:
    – Atlanta, nonostante tutto, è da SB; completa in ogni reparto e con un attacco totale;
    – Sherman è il cornerback più forte della lega, Ryan gli ha lanciato contro 6/7 volte nel primo tempo e lui ha deflettato tutto quello che gli passava vicino;
    – Siamo sicuri che Wilson sia sotto RGIII e Luck? io dopo questa partita ho sinceri dubbi;
    – Le squadre sono ottime ma i rispettivi coach decisamente meno, almeno sulla gestione della gara.

    • azazelli ha detto:

      Grazie per il commento robys, perché mi dai un discreto assist 🙂 di quel quarto down (ma non solo) si parlerà in un articolo che uscirà nelle prossime ore, sui “se” che hanno animato questo weekend, io qui mi ero “limitato” agli ultimi 13 minuti.

      E poi ci saranno le solite pillole angyiane 😀 (appena smette di saltare!) insomma copertura completa 🙂 quasi come quella di Sherman!! 😀

  2. robys90 ha detto:

    Per dovere di cronaca, vorrei fare un grandissimo complimento al palinsesto di Sportitalia, che con la diretta di tutte le partite sta facendo uno sforzo titanico. Sopratutto un grazie allo stakanovista Matteo Gandini che le commenta tutte, ma proprio tutte, con l’aiuto tecnico/opinionistico di Matteo Pella e Giovanni Ganci.
    Grazie mille.

  3. angyair ha detto:

    Vado controcorrente (strano no?) e dico che la chiamata della FB dive su quel 4 e pollici era giusta concettualmente (Robinson è molto bravo in queste chiamate, si dovevano prendere pochi pollici e quindi ci stava di prendere di sorpresa la difesa avversaria non dando il tempo ai LB di arrivare sulla LOS) ma eseguita malissimo perché viene lasciato un uomo non bloccato ed è proprio questo che blocca il FB.

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