Deprecabile combine

No, non stiamo parlando di Cristiano Doni, Beppe Signori, scommesse, “meglio due feriti che un morto”, TNAS, bollette SNAI, ecc ecc… Non è così deprecabile, ma la combine che va in scena ad Indianapolis in questi giorni ha ormai perso il contatto con la realtà, evento mediatico gonfiato all’inverosimile: leggo di 800 accreditati tra i media vari, ma stiamo scherzando?!

Ok, un passo un indietro: cos’è la combine? Innanzitutto riesco sempre a dimenticarmi come si pronuncia, ma questo è un problema mio e fortunatamente, trattandosi di un pezzo scritto, si riversa anche su chi legge. Ma sto divagando: la combine è una serie di test atletici e mentali che, annualmente, si svolge ad Indianapolis (dal 1987 a sede fissa in Indiana) e riguarda tutti coloro che da lì a poche settimane saranno poi selezionabili al draft. Ovviamente non è una pratica obbligatoria, il singolo atleta può decidere a quali test sottoporsi e non va a sostituirsi ai vari pro-day, eventi molto simili alla combine che si svolgono, successivamente, nei campus di appartenenza delle singole università tra marzo ed aprile. In realtà fino agli anni ’80 esistevano solo i pro-day, poi, da una idea del general manager dei Dallas Cowboys dell’epoca, tale Tex Schramm, si è arrivati a questo evento centralizzatore dei prospetti, per rendere più facili le cose agli scout, e che in questi ultimi anni sta evoluendo in un evento mediatico atto a vendere un prodotto che non esiste.

Una brutta combine

Una brutta combine

Perché diciamocelo chiaramente: un RB che corre (un paio di volte) le 40 yard in 4.50 piuttosto che in 4.40, quanto pensate possa spostare su un campo da football? Queste misurazione fisiche/atletiche riescono a definire meglio i contorni di un atleta, ma francamente non possono e non devono spostare più di tanto il giudizio che si può dare di quanto visto lungo una carriera collegiale che di indicazioni a riguardo ne dà già tante.

Il WR non si libera completamente della marcatura avversaria perché una volta ha corso le 40 yard 8 centesimi più veloce del cornerback che si trova a marcarlo in quell’azione, bensì perché probabilmente è riuscito ad ingannarlo nella traccia da correre o perché il CB in quel momento ha commesso un errore o non era sufficientemente concentrato o ancor meglio, perché la difesa di squadra in quell’azione aveva adottato delle contromosse che non si sono rivelate adeguate.

La combine non è solo le 40 yard (anche se a livello mediatico sono la copertina più funzionale a creare il prodotto), chiaramente vengono valutate le abilità di cambio di direzione, di potenza, ecc ecc….ma la questione resta la stessa anche per le altre prove. Puoi fare 100 sollevamenti, ma se non sei presente allo snap la tua forza, mostrata mesi fa, conta poco, a meno che mi sia perso qualcosa e gli uomini di linea durante una partita sono chiamati a sollevare più volte, verso l’alto, gli avversari diretti.

Un aspetto molto sottovalutato (volutamente sottovalutato?) delle combine sono le interviste (non a caso private) che i singoli scout (gli unici che hanno diritto di cittadinanza in questo evento) fanno con i giocatori, per cercare di capirne qualcosa di più sui loro caratteri e carpirne l’attitudine, d’altronde parliamo di 20enni che entrano nel mondo del professionismo e devono far fronte ad un’onda d’urto non indifferente.

E qui tocchiamo un altro aspetto fondamentale: la combine non è inutile, è utilissima, ma per gli scout, non per i media. Gli scout carpiscono da questi test considerazioni che sicuramente vanno a completare l’idea che si sono fatti sul giocatore, ma guai, come invece pretendono di fare alcuni giornalisti, a creare l’idea esclusivamente partendo dalla combine.

La cosa drammatica è che ultimamente anche gli scout si lasciano influenzare da questa ondata mediatica, tanto da non capire se sia il giornalista ad influenzare lo scout con il suo mock o viceversa. Un giocatore di football che riesce a fare una bella figura atletica ad Indianapolis, il classico workout warrior, vede innalzarsi il suo valore, per fortuna poi però è sempre il campo da football a mettere i puntini sulle i. Ecco forse trovato il motivo di questo abominio: la offseason NFL dura troppo o meglio, la offseason NFL è sempre durata questi 6 7 mesi, ma dovendo, i media, ora vendere un prodotto per tutto l’anno sono portati a sopravvalutare ed esasperare questi eventi.

Da appassionato a me fa piacere avere qualcosa di cui parlare e discutere, conscio del fatto che comunque è inutile farci troppe storie sopra. Il tifoso in questi mesi sogna, ma non dimenticatelo mai: il football non è un test atletico, il mock è solo un gioco. Buon divertimento.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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4 risposte

  1. angyair ha detto:

    Amen. 😀
    Le combine possono essere utili per i giocatori dei college più piccoli, quelli meno famosi che hanno la possibilità di farsi notare e creare maggiore curiosità intorno a se stessi e farsi “scoutare” meglio, perché poi è il campo a dover parlare, ma quello dove si gioca a football non quello dove si fanno esercizi di atletica o da giochi senza frontiere.

  2. mauro rosati ha detto:

    Durante le combine so che i giocatori portano cartelle cliniche varie… ma vengono sottoposti a visite mediche…. ??? esempio se un team “punta” Jarvis Jones può sottoporlo a esami specifici approfonditi dal propio staff medico ???

  3. angyair ha detto:

    Approfonditi fino ad un certo punto ma si, gli esami clinici sui giocatori sono parte fondamentale delle combine.

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