Seattle Seahawks – Simpatia portami via

I perdenti stanno sempre simpatici a molti, se non proprio tutti, quando però inizi a vincere, a farti un nome, è abbastanza probabile che gli stessi poi comincino a ritenerti antipatico e spocchioso. Se poi anche tu ci metti del tuo… Che dall’arrivo di Pete Carroll in cabina di comando i Seahawks non si aspettavano di diventare la squadra simpatia dell’NFL direi che è scontato e assolutamente lecito, ma forse adesso ci stanno marciando un po’ troppo su questa storia ed alcuni comportamenti e dichiarazioni andrebbero forse riviste anche per evitare che quello che fanno fuori dal campo di gioco offuschi quello mostrato all’interno dello stesso campo.

La grinta di Pete Carroll

La grinta di Pete Carroll

Si perché in questi anni Seattle è in continua crescita, si sta muovendo ottimamente a livello di management, non ha paura di fare scelte rischiose (un rookie scelto al terzo giro come QB titolare dalla week 1) o di spendere soldi, e quindi si presenta ai nastri di partenza del prossimo campionato con legittime ambizioni di titolo. Anzi, per molti addetti ai lavori è la franchigia più attrezzata per scalzare dal trono i Baltimore Ravens.

Solo trash talk? Solo scaramanzia da avversario? Assolutamente no, perché la squadra di Carroll, partendo già da una base di primo livello (sconfitta negli ultimi secondi ad Atlanta nel Divisional), si è mossa in maniera molto oculata per cercare di aumentare il proprio arsenale offensivo e per cercare di eliminare i difetti mostrati nel 2012, e probabilmente l’avversario che deve temere maggiormente è proprio se stessa e quell’aria di autolesionismo che i comportamenti e le dichiarazioni (si, ci ripetiamo) di alcuni fanno aleggiare cupamente sul Qwest Field.

Per dare man forte a Russel Wilson ed aiutarlo nel progresso di crescita (sbaglierebbero lui e i Seahawks a credersi già arrivati, ma, conoscendo il lavoro fatto al college, su di lui siamo pronti a mettere la mano sul fuoco sul fatto che questa possibilità sia scongiurata) è stato fatto arrivare Percy Harvin, che per buona parte della stagione scorsa è stato un serio candidato all’MVP e che costituiva la seconda arma dell’attacco dei Peterson Vikings. La versatilità e l’imprevedibilità che l’ex Florida Gators può portare all’attacco dei Seahawks è da salivazione massima per i tifosi della città dove piove sempre (ma poi sarà vero? C’è qualcuno di Seattle che ci legge che può confermare?). Gli unici dubbi su di lui sono sulla consistenza fisica, ma il prezzo pagato per prenderlo sembra equo perché le sue caratteristiche lo fanno pezzo ideale per completare il puzzle messo su da Pete Carroll.

In difesa, tra una sospensione e l’altra per sostanze proibite (e nessuno crede che siano tutte per Adderall), si è cercato di aumentare la profondità di una linea difensiva che già scarsa non era con le firme dell’ex lion Cliff Avril e dell’ex buccaneer Michael Bennett, entrambi defensive end, entrambi buoni se non ottimi rushatori ma soprattutto entrambi capaci di non fare danni contro le corse (cosa che quando devi affrontare almeno 2 volte all’anno l’attacco dei 49ers fa sempre comodo). Ah, per non farsi mancare niente in una secondaria considerata già la migliore, e più cattiva aggiungerei, della lega, è arrivato dai Vikings il miglior slot corner disponibile: Antoine Winfield (pure lui, però, con il grosso interrogativo sulla possibilità di rimanere sano).

Richard Sherman e Tom Brady

Richard Sherman e Tom Brady

Uno dei loro avversari peggiori, come dicevamo, può essere proprio in loro stessi e nella loro eccessiva voglia di protagonismo e di cercare sempre di alzare il livello della competizione, sul campo e non. Tanti sono gli episodi di trash talking diventati famosi nella scorsa stagione (citofonare Tom Brady e Richard Sherman), ma quest’anno sembra già che il livello sarà destinato ad alzarsi se già adesso Jim Harbaugh, capo allenatore dei rivali divisionali dei 49ers, è stato minacciato dal CB Browner di essere strozzato con le mani e dal WR Tate di subire un blocco irregolare dal lato cieco. Aggiungeteci il discreto, e per loro preoccupante, numero di giocatori sospesi dalla lega per uso di sostanze, di vario genere, non consentite ed ecco che si ritorna al discorso iniziale sugli antipatici…

Tra i giocatori che potranno essere decisivi nel 2013:

  • la LG James Carpenter non solo in quanto singolo ma come rappresentazione di una linea che, ad eccezione dell’LT Russel Okung e del C Max Unger, non sempre è riuscita a garantire un alto livello di qualità e, forse soprattutto, poca consistenza fisica;

  • il rookie RB Christine Michael che potrà essere decisivo per dare riposo a Lynch e garantire il necessario cambio di passo nell’attacco via terra oltre che a dare il suo contributo per sostituire Leon Washington negli special team;

  • Richard Sherman perché dopo essere diventato uno dei primi 3 cornerback di tutta l’NFL deve ora dimostrare di essere anche un leader per tutta la squadra, dentro e fuori dal campo.

I Seahawks sono pronti a dare l’assalto al Vince Lombardi Throphy che nella loro storia hanno potuto solo vedere da vicino senza poterlo toccare, il resto dell’NFL è pronto a respingerlo? U mad bro’?

angyair

Tifoso dei 49ers e dei Bulls, ex-calciatore professionista, olimpionico di scherma, tronista a tempo perso, candidato al Nobel e scrittore di best-seller apocrifi. Ah, anche un po' megalomane.

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7 risposte

  1. Giacomo ha detto:

    Bellissimo articolo. Complimenti.

  2. azazelli ha detto:

    Su Seattle: zitti zitti (vabbè, mica tanto…), rapidi rapidi (ecco, già meglio) questi in 3 anni sono diventati da squadra con poco talento e senza tante chance ad una contender, se non una vera e propria corrazzata: contiamoci, quanti eravamo pronti a prendere per il culo Carroll?

  3. Blu ha detto:

    Sarebbe interessante far una chiaccherata con Pete Carroll e farsi spiegare la storia di Wilson. Appena finita la stagione 11/12 i Seahawks si buttano sul nuovo rodigio “made in Green Bay” Matt Flynn che è evidentemente chiuso da Rodgers ma ha mostrato di saperci fare; l’affare si conclude velocemente e Flynn diviene lo starter di Seattle. Si arriva al draft e al 75° pick zitti zitti gli Hawks prendono tal Russell Wilson che proprio così male al università non aveva fatto, per esempio aveva battuto un record di un tal Drew Brees ma insomma oramai i riflettori erano oramai tutti per Luck e RGIII. Fatto sta che da quel giorno del draft il signor Flynn ha visto crollare il valore delle sue azioni day by day mentre troviamo un baldanzoso Wilson alla prima contro i Cards con Flynn disperso sulla sideline. Detto questo si può dire che la chiamata al 75° pick di Russell Wilson sia la migliore da almeno 10 anni? E’ stato tutto culo? Io non lo so, di certo so che dal basso (bassissimo) della mia competenza Russell Wilson, per me è il Rookie of the year.

  1. 15 Luglio 2013

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