Analisi del gesto e del testo

È un pezzo che arriva in ritardo, perso dietro ad un pc in assistenza, ma è un pezzo che ho covato per troppe ore per non poter poi scriverlo.

Il contesto: uno degli sportivi italiani più famosi, più bravi e più attesi del 2015, Vincenzo Nibali, si trova ad affrontare una stagione difficile, difficoltà amplificata dalle aspettative spasmodiche ed esagerate successive al Tour 2014 vinto da parte di appassionati e media.

Avevamo parlato dello Squalo già prima del Tour, ma più che di lui lì il focus era sulla gestione che ne stava facendo la squadra. Anche qua c’entra la squadra, ma siamo su “cose di strada”.

Il fatto: ormai lo conoscete tutti. Nibali è stato squalificato dalla Vuelta per traino. Stava cercando di recuperare dopo essere rimasto coinvolto in una caduta a centro gruppo ed è stato ripreso a fare questo:

Non si può crocefiggere il corridore per questa furbata, ma tale resta e non può passare sotto traccia. È ovvio che se la tv non avesse ripreso tutto sarebbe stato declassato ai “si dice che” come già successo in passato e Nibali sarebbe ancora in gruppo, lo stesso per certi versi è capitato a Richie Porte al giro con il cambio gomma illegale. Se la tv ti riprende (lì peraltro anche il corridore Sky ci mise del suo con le foto sui social), la giuria non può chiudere un occhio come volentieri avrebbe fatto in caso contrario (perché l’organizzazione in primis vuole Nibali alla Vuelta, basta vittimismi). Sepulveda per un passaggio di 100 metri per andare a recuperare la sua bici è stato estromesso dal Tour (e in quel caso non abbiamo nemmeno le immagini), qua siamo ad un corridore che viene portato via da un gruppo che prova a recuperare assieme a lui. Speri (da tifoso, appassionato e per la corsa in generale) che si limitino a qualche minuto di penalizzazione, ma sarebbe come fargli un favore per via del nome a quel punto.

Ma quanto ha guadagnato Nibali? Ad occhio quel traino è tragicomico, sembra di vedere quei filmati accelerati o di contro quelle batterie dei 100m in cui il campione da 9,80 in frenata corre affianco al tenero atleta della Micronesia, con il divario che aumenta a dismisura nei primi metri per poi sparire dalla inquadratura.

Ma oggettivamente? Sono andato a rivedere la tappa e fortuna ha voluto che la regia abbia concesso dei punti di riferimento molto semplici.  Ai 16 km circa dall’arrivo c’è una semicurva a sinistra con un muro bianco all’interno, il gruppo dei leader ci passa proprio nel momento in cui l’elicottero termina di inquadrare il fattaccio. Nibali passa di lì 58″ dopo, il gruppo dal quale è evaso paga dal ciclista italiano 1’08”, verosimilmente avranno rallentato (anche perché a vedere una cosa del genere ti cadono oltre alle braccia anche le gambe) ma le cifre restano abbastanza indicative: sono passati poco più di 2 minuti dal traino e li ha distanziati di un minuto. Un po’ troppo.

Qui finisce l’analisi del gesto. Ripeto non voglio buttar fango o demonizzare, ma la cosa mi pare abbastanza evidente e lascia pochi margini per i voli pindarici tra complotti e paragoni improbabili che nonostante ciò si sono letti o sentiti in questi giorni. Allo stesso modo questo errore non ridefinisce la carriera di un ciclista plurivittorioso e talentuoso, non lo costringe a vergognarsi davanti all’Italia. Le solite esagerazioni spesso in malafede non devono passare, né da un verso, né dall’altro. Nibali, assieme a chi guidava l’ammiraglia (il d.s. Schefer), ha sbagliato. Credo che l’espulsione dalla corsa sia una decisione severa, ma giusta, la trainata è talmente esagerata che anche il concetto di buonsenso, applicabile in altri contesti, stride.

Bastava chiedere scusa:

Dalla pagina facebook di Nibali

Dalla pagina facebook di Nibali

Tratto dalla Gazzetta di lunedì 24 agosto, clicca per ingrandire

Tratto dalla Gazzetta di lunedì 24 agosto, clicca per ingrandire

Non voglio soffermarmi molto sullo stile mix tra flusso di coscienza e trascrizione di una intercettazione. Alla fine è una pagina social personale, è il suo modo di esprimersi, non è frutto di un addetto stampa quindi sarebbe ingeneroso criticarlo per questo. Quello che lascia molto perplessi non è come lo dice, ma cosa. Ed in questo anche quello che dice nell’intervista alla Gazzetta partecipa alla perplessità.

L’approccio è un po’ antipatico: qua c’è gente che non è mai andata in bici, io faccio sacrifici da quando ho 16 anni (magari anche prima, come d’altronde gli altri in gruppo con te). Sminuire l’interlocutore ed al tempo stesso cercare di impietosire, avrei evitato.

“Succede ad ogni gara”, io una roba del genere inquadrata dalla tv non mi ricordo di averla mai vista, ma ho pessima memoria. Che poi l’indomani si sia voluto paragonare una retro pousette di Bouhanni (vedi QUI) a quanto fatto dall’italiano rende la cosa ancora più imbarazzante per chi ha deciso di percorrere la strada del vittimismo/complottismo.

Ho letto di un Nibali che si lamenta del fatto che la telecamera stesse inquadrando sempre lui. A parte che non capiamo la sua attenzione mentre pedala per la luce rossa accesa in caso di messa in onda, ma di grazia la tv cosa avrebbe dovuto seguire? Visto che non è la prima corsa che vediamo (nonostante la sua prefazione), se un big cade o è attardato la tv indugia su di lui, a maggior ragione se davanti c’è poco altro da vedere. Lo stesso è accaduto oggi con Van Garderen e la BMC, a proposito abbiamo visto qualche retromacchina, specie in prossimità della coda delle ammiraglie dietro al gruppo, che sicuramente aiuta, ma non è lontanamente paragonabile a quanto fatto da Nibali&Schefer e mai nessuno è stato mandato a casa per poche decine di metri dietro ad un ammiraglia mentre si cerca di recuperare da una caduta. Comunque questo è il popolo che gridava al complotto contro Ecclestone perché la regia internazionale non inquadrava le Ferrari prime nel GP di Ungheria.

“Succede ad ogni gara”: probabile ad esempio nelle tappe di montagna più di qualche velocista chieda aiuto per finire la corsa, è regolare? No. Viene inquadrato? Ovviamente no. Salvo casi estremi immagino quindi la giuria chiuda un occhio ed usi il buonsenso. Ma soprattutto sei appena stato beccato dovresti solo chiedere scusa ed invece cerchi scusanti? Tirando in mezzo anche altri a caso?

Il tirare in mezzo altri traspare nel resto del post su Facebook ma esplode a chiare lettere nell’intervista della Gazzetta, in cui riesce a coinvolgere chiunque.

Il paragone con la tappa al Tour interrotta post maxi caduta è stato spiegato troppe volte: se uno continua a tirarlo in mezzo o è molto distratto o vuole far cagiara. Lì non c’erano più mezzi di soccorso disponibili per seguire il resto della corsa e non si poteva continuare. L’hanno usata come scusa? Liberi di crederlo, ma è così che è andata. Qui questa “scusa” non ce l’avevano a disposizione.

Poi se la prende con Caleb Ewan, colpevole della caduta. Poco dopo esce un tweet del responsabile della comunicazione dell’Orica che smentisce il coinvolgimento del giovane velocista australiano.

Quando dice “forse sarei andato a casa lo stesso” la confusione è totale: ma se su Facebook auspicava una penalizzazione per poter continuare anche se fuori classifica? Ora dice che comunque si sarebbe ritirato? Ma che senso ha allora lamentarsi?!

Il senso prova a darglielo poco dopo: si sente abbandonato dalla squadra. Non penso possa riferirsi ai suoi compagni: Vanotti, Cataldo e Rosa l’hanno aiutato prima della trainata, Zeits lo attendeva dopo di essa. Tiralongo era caduto. Restavano Landa, Aru e Luis Leon Sanchez. Direi che l’Astana come corridori gli era stata più che vicina. Nell’intervista con la Gazzetta si lamenta che non ci fosse nessuno ad aspettarlo uno volta rientrato in gruppo. O ne fabbricavano di nuovi o più di così non si poteva fare. Se poi l’abbandono di cui parla Vincenzo è più ad ampio respiro e fa riferimento ai suoi problemi con i piani alti, tipo il suo litigio con Vinokurov, allora si entra in un discorso che però è fuori tema rispetto ad una squalifica per traino.

Ammettiamolo pur da suoi tifosi, Nibali ha fatto una figura peggiore nella gestione dialettica della squalifica di quanto avesse già fatto con Schefer nell’atto in sé. Saper gestire le sconfitte è tanto difficile quanto vincere, la speranza proprio da suoi tifosi è che non si trovi più da questa parte del risultato finale, lo attendiamo già dalle prossime corse e soprattutto nella stagione 2016 con più partecipazioni per poter festeggiare assieme a lui le sue vittorie.

Chiudo con un ultimo pensiero a tutti i complottisti di questo mondo che da domenica sera non fanno altro che buttar parole su questo caso, il pilastro dei loro discorsi “se fosse stato uno spagnolo non l’avrebbero squalificato” ovviamente non ha controprova, nonostante gli strampalati tentativi con paragoni astrusi di cui sopra. Quello che chiedo loro è questo: “se fosse stato uno spagnolo, al di là della squalifica o meno di cui non possiamo aver certezza, voi come l’avreste additato?”. Si grida ai due pesi, due misure, quando poi si scopre che i primi a fare distinzioni siamo noi.

Domenica ha vinto Chaves, uno scricciolo coccoloso (cit.) che si è finalmente messo sulla mappa ed è ancora in maglia rossa, ieri ha vinto Sagan, no aspettate, lo riscrivo ieri ha VINTO Sagan, che oggi su un arrivo da Vuelta è riuscito a fare secondo dietro a Valverde ed ad una regia spagnola psichedelica. Il ciclismo è uno sport meraviglioso, nonostante tutte le sue magagne, almeno voi che lo guardate lasciate da parte le politiche e i complotti, e cercate di godervi la strada e la corsa, ne gioverà il vostro umore e quello di chi vi legge.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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21 risposte

  1. viverestanca ha detto:

    Bel pezzo, molto condivisibile in ogni suo punto. E’ vero che polemizza un poco con tutti e un poco a casaccio ma mi rimane l’impressione che cominci ad essere insofferente nei confronti della squadra per cui corre. Non è che poco poco l’anno prossimo lo vediamo con un’altra maglia addosso?

  2. azazelli ha detto:

    Vero, però sono le corse, può capitare. Poi comunque la squadra un aiuto gliel’ha dato. Su quel sentirsi abbandonato ci sono due sfumature sia riferita alla corsa in sé per sé, sia come ha ribadito in un’altra dichiarazione alla gazzetta uscita oggi sul fatto che gli hanno tolto i gregari più fidati, però qua alla Vuelta lui è andato come “battitore libero” non come leader, quindi dovrebbe avere meno “pretese”, non saprei, chiaro che la stagione è sfigata e la frustrazione è tanta e questo si può anche capire. A me dispiace, però non sta “parlando bene”.

  1. 14 Giugno 2016

    […] Nibali, il miglior corridore italiano e per distacco di questi ultimi anni, che dopo essere uscito in malo modo dalla Vuelta, ha reagito alla grande nelle corse di casa nostra (2° all’Agostoni, 1° al Bernocchi, 3° […]

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