Buffalo Bills 2015 – Manca “solo” il QB

Con Rex è un salto nel vuoto?

Con Rex è un salto nel vuoto?

Due solo le certezze per i Buffalo Bills degli ultimi 15 anni, non riuscire a raggiungere i playoff e non avere un quarterback adeguato per farlo.

Da quel maledetto Music City Miracle della postseason 1999/2000 i Bills sono l’unica squadra della NFL a non aver conquistato la possibilità di giocare a gennaio e  in tutti questi anni, tolta forse la parentesi Bledsoe, i vari leader offensivi che si sono alternati dietro al centro fanno parte di una lista alquanto demoralizzante, che va dagli eterni panchinari diventati improvvisamente titolari fino alle scelte sprecate del Draft, con un solo comun denominatore, il fallimento.

Quest’anno la musica non sembra cambiata nel ruolo principale del football moderno, ma la rivoluzione avvenuta nel coaching staff e soprattutto negli altri ruoli offensivi, abbinata alla solida difesa costruita in questi anni, potrebbe far cambiare la musica in quel di Buffalo, passando alla fine della regular season da un lento da funerale ad un rock da battaglia.

OFFENSE

Di solito per analizzare l’attacco di una squadra di football si dovrebbe partire dal ruolo cardine, il QB, ma i Bills sono talmente poveri che per avere qualcosa di ottimistico da scrivere si deve passare alle altre armi offensive, il runningback e i wide receiver.

La dirigenza, vista l’incapacità di avere un leader di livello in cabina di regia, ha deciso di cedere un talento cristallino della difesa (Kiko Alonso) per arrivare a niente meno che LeSean McCoy (qui l’analisi a caldo di quella trade: Alonso-McCoy, ragioniamoci su), l’ex Eagles due anni fa è stato il rushing leader della NFL e il giocatore con il maggior numero di yard guadagnate dalla linea di scrimmage. La perdita, grave, di un giovane talento come Alonso può essere mitigata se Shady McCoy riuscirà a garantire i numeri di quella stagione e diventare la superstar assoluta dell’attacco, e visto l’arrivo di un OC come Greg Roman, la sua produzione potrebbe essere l’arma principale per bilanciare le performance della difesa e provare a vincere le partite con la palla in mano, non solo quando ce l’hanno gli altri. La stagione scorsa è stata altalenante, soprattutto per il rapporto non proprio idilliaco con Chip Kelly e con il suo gioco, e la produzione è calata in particolare per la media yards a portata, ma McCoy è sicuramente il miglior playmaker offensivo che Buffalo può avere da parecchi anni, e se supportato da un gameplan adeguato, è in grado di vincere le partite quasi da solo. Dietro di lui ci saranno l’esperienza e la dedizione di Fred Jackson, autentico capo famiglia del roster e nonostante gli anni ancora prezioso backup per le situazioni difficili e il rookie Karlos Williams, scelto al 5° giro dall’amata Florida State (3 scelte dai Seminoles), con il pedigree fisico importante per dare un impatto diverso al gioco di corsa rispetto a McCoy e Jackson.

A fargli da spalla ci sarà un parco ricevitori che potrebbe mascherare con il proprio talento i problemi fra i quarterbacks, a partire da Sammy Watkins, quarta scelta assoluta del Draft 2014, che già nel suo anno da rookie ha dimostrato di poter essere una chiave per il successo del team. L’anno da sophomore è spesso importante perché può essere quello dell’esplosione definitiva o dei problemi successivi ad un’ottima prima stagione, ma l’aver tolto a Watkins il peso di essere l’unica vera arma offensiva potrebbe dargli maggiore libertà per arrivare a vette da giocatore di livello assoluto. Come ricevitore opposto a Watkins ci sarà ancora Robert Woods, che nella scorsa stagione ha aumentato il numero di yards e di ricezioni, ma ha visto calare la media, anche a causa di un gioco molto conservativo creato per eludere i problemi di lettura di EJ Manuel, mentre in slot c’è da registrare l’arrivo in un’operazione molto rischiosa di Percy Harvin, talento cristallino dimostrato in questi anni, ma mai sopportato abbastanza dalle squadre che lo hanno avuto e sempre ceduto senza rimpianti. Il GM Whaley ha deciso di puntare su di lui per massimizzare la produzione offensiva pur giocando senza un vero quarterback, ma forse i soldi dati all’ex Vikings, Seahawks e Jets potevano essere destinati per rinforzare la linea offensiva.

Watkins fa la conta per scegliere il QB

Watkins fa la conta per scegliere il QB che dovrà lanciarlo

Proprio la linea sarà una delle chiavi che possono far cambiare l’esito della stagione, e se si guarda alle potenzialità non c’è molto da stare allegri, visto che l’unica sicurezza è il left tackle Cordy Glenn, abilissimo in pass protection, un po’ meno nel rushing game, con il centro Eric Wood che se rimane sano è sicuramente tra i migliori della AFC e può aprire ottimi varchi per le corse di McCoy. Il resto è tutta un’incognita, a partire da Richie Incognito (nomen omen), che giocherà da guardia destra e viene da un anno di inattività dopo lo scandalo di bullismo contro Jonathan Martin e la successiva sospensione da parte dei Miami Dolphins. Incognito è già stato per una piccola parentesi ai Bills, per le ultime tre partite del 2010, tra cui quella in cui Fred Jackson ha corso per 212 yards contro i Colts. Le note dolenti vengono dal tackle di destra e dalla guardia sinistra. Lo spot di tackle opposto a Glenn sarà ancora occupato da Seantrell Henderson, settima scelta del Draft 2014, chiamato ad essere subito protagonista in una realtà forse troppo grande per lui e vero anello debole della linea offensiva, incapace di proteggere il quarterback e di supportare il gioco di corsa. Il suo backup è Cyril Kouandjio, ma l’anno scorso ha dimostrato di essere addirittura un downgrade nel ruolo. In guardia sinistra verrà probabilmente provato il rookie terza scelta John Miller da Louisville, visti i numerosi disastri accumulati da Cyril Richardson.

Per dare una mano a Henderson sul lato destro della linea poteva esserci un tight end bloccatore, in linea con i dettami di Greg Roman, ma Whaley ha deciso che il talento offensivo non era abbastanza, e dopo una lunga trattativa e un contratto importante, ha puntato su Charles Clay, ex tight end dei Miami Dolphins, sicuramente il miglior tight end offensivo a vestire la maglia Bills da parecchi anni, abile fuori dalla linea, e anche come runningback aggiunto nelle formazioni speciali, ma non il miglior blocker possibile da affiancare alla OL.

A chiudere l’analisi sull’attacco c’è il ruolo che dovrebbe essere il principale di una squadra NFL nell’era moderna, incentrata in maniera così importante sul passing game, ma a Buffalo la scelta del quarterback non è mai positiva e tantomeno lo è quest’anno, nel quale ad un mese dall’inizio della stagione regolare si hanno ancora parecchi dubbi su chi sarà il giocatore che riceverà il primo snap nella partita contro i Colts. Si pensava potesse essere Matt Cassel, arrivato in una trade dai Vikings, che con Patriots e Chiefs aveva dimostrato di avere qualcosa su cui lavorare, ma al momento le notizie parlano addirittura di un possibile taglio alla chiusura del training camp. L’altro candidato è EJ Manuel, controversa prima scelta del 2014, titolare all’inizio della passata stagione, poi panchinato dopo alcune prestazione alquanto negative, capace di dimostrare in queste settimane di allenamento dei miglioramenti che potrebbero dargli un’ulteriore chance. Il terzo nella corsa è Tyrod Taylor, free agent da Baltimore, mai titolare in 4 anni tra i pro, ma voluto da Rex Ryan per riproporre la formazione wildcat che ha avuto un discreto successo ai Jets.

Nessuno dei tre è un quarterback su cui puntare per arrivare alla postseason, perciò il coaching staff dovrà scegliere quello in grado di fare meno errori e il cui gioco si possa sposare velocemente con le altre frecce dell’arco offensivo.

DEFENSE

Il famoso detto “l’attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite” a Buffalo dovrebbe essere modificato in “La difesa vende i biglietti e vince anche le partite”, perché la disparità di livello tra l’attacco e la difesa dei Buffalo Bills è enorme e se nell’ultimo anno la squadra è arrivata a giocarsi le chance per arrivare alla fatidica postseason è dovuto quasi esclusivamente a quello fatto quando la palla ce l’hanno gli avversari. Il nuovo coaching staff ha portato anche un cambiamento nel modo di schierare la linea difensiva, si tornerà allo schema del 2013 con la formazione 3-4, che ha dimostrato di essere comunque ben assimilabile e in grado di mantenere elevate le prestazioni delle superstars del reparto.

I Big Three della linea difensiva, Mario e Kyle Williams e Marcel Dareus saranno ancora lì a spaventare qualsiasi offensive line e quarterback, anche se Mario dovrà spostarsi più indietro tornando a giocare da outside linebacker  (13 sacks nel 2013) e Dareus dovrà saltare l’opener per una sospensione a causa di uso di sostanze proibite. I due Williams e Dareus formano un trio probabilmente al top nell’intera Lega, ma il problema per i Bills è la depth chart dietro di loro, soprattutto ora che servirà un terzo defensive end da opporre a Kyle Williams e affiancare a Dareus nei giochi contro le corse, ruolo che vede una corsa a due tra i veterani Jaryus Wynn e Alex Carrington, nessuno dei due in grado di arrivare alle performance del trio delle meraviglie. Anche per questo il nuovo Defensive Coordinator sta provando una formazione contro il passing game con Dareus e Kyle Williams da tackle, Mario Williams e Jerry Hughes larghi (24,5 sack in coppia nel 2014) e  due Inside Linebacker, aumentando di uno spot la secondaria, cercando quindi una maggiore copertura contro gli attacchi aerei della NFL moderna.

La faccia rassicurante in 16:9 di Dareus

La faccia rassicurante in 16:9 di Dareus

Fra i linebacker c’è da segnalare la partenza dolorosa di Kiko Alonso, che però lo scorso anno non ha giocato visto l’infortunio al ginocchio di inizio stagione, dando la possibilità di testare il rookie Preston Brown nel ruolo, il quale dopo una prima parte di stagione difficoltosa è cresciuto in maniera esponenziale, chiudendo con più di 100 tackle e l’impressione di poter puntare forte su di lui e sacrificare un giocatore come Alonso. A fianco di Brown ci sarà Nigel Bradham a formare una coppia non sempre sicura soprattutto nei giochi di corsa, ma che forma comunque un ottimo duo di supporto alla DL. Anche qui i backup non sono all’altezza dei titolari, nonostante l’aggiunta al draft di un buon prospetto come Tony Steward, e in caso di infortuni il livello sarà sicuramente molto più basso.

La secondaria è il reparto che ha avuto i maggiori alti e bassi, con prestazioni a volte esaltanti, a volte problematici, soprattutto per la mancanza di un vero playmaker come nel caso della DL. Il migliore cornerback della passata stagione è stato Corey Graham, che però sarà spostato nella posizione di safety per la volontà del coaching staff di avere, insieme con Aaron Williams, due giocatori molto fisici e molto abili nel tackle e soprattutto nella ricerca del turnover. I cornerback vedono Stephon Gilmore come number 1 e dopo un grande 2014 lanciato verso il livello che era pronosticato quando uscì dal college. A lui saranno destinati i ricevitori top class e ripetere le prestazioni della passata stagione potrebbe dare la possibilità di essere più aggressivi in zona blitz, come piace a Rex Ryan. Il n.2 e n.3 dovrebbero essere McKelvin e Robey, ma come nickel dopo poche partite potrebbe avere spazio il rookie Darby, prima scelta dei Bills di quest’anno nel secondo giro del Draft e dalle skills molto promettenti.

COACHING STAFF

Tutto nuovo anche qui, con l’arrivo del guru Rex Ryan, grande nemico fino allo scorso anno nei suoi anni alla guida dei New York Jets, dalle idee che dividono molto, mente difensiva di primo livello, ma sempre in difficoltà con l’attacco, ha dimostrato di poter raggiungere playoff e addirittura Championship con quarterback non di primo livello. I suoi assistenti saranno Greg Roman per l’attacco, proveniente dai 49ers dove ha avuto delle ottime annate fino allo scorso anno, puntando forte sul gioco a terra e molto old style, mentre in difesa è stato salutato a malincuore Jim Schwartz, visti i problemi con la nuova formazione voluta da Ryan ed è stato preso il suo delfino ai Jets, Dennis Thurman, che sa perfettamente come lavorare insieme con l’ex head coach di New York.

PREDICTION

Le prime tre partite sono terribili, con le due finaliste del Championship AFC 2014 e i nuovi e talentuosi Miami Dolphins, fuoricasa, poi le cose si dovrebbero facilitare, ma la stagione dei Bills passerà da quali saranno i risultati nella propria division ed arrivare a 9 vittorie potrebbe non bastare.

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