Cleveland Browns 2015 – Un attacco offensivo

Sulla sideline, di nuovo

Sulla sideline, di nuovo

Dal 1999, ovvero da quando sono tornati ad esistere, i Cleveland Browns hanno collezionato 22 QB titolari, 8 HC e una media di 5,25 partite vinte a stagione, con un paio di excursus sopra le 8 vittorie ed una sola presenza ai playoff, con annessa sconfitta alle wild card contro gli Steelers. La division non viene vinta dal 1989, quando all’epoca militavano nella AFC Central.

Un percorso disastroso, che difficilmente subirà un brusco stop sin dalla prossima stagione, anche se quest’anno soprattutto via draft si è aggiunta una quantità di talento impressionante, con ben 12 giocatori selezionati, di cui due al primo giro e ben 7 nei primi 4. Mai come questa volta quindi bisognerà essere pazienti affinché tutte queste scelte (assieme a quelle degli ultimi anni) inizino a produrre anche sul campo nel medio lungo periodo, in attesa che altri tasselli vadano al loro posto.

OFFENSE

Il bello è che il contatore di QB presto vivrà il 23esimo capitolo: al momento Josh McCown si è guadagnato quasi per mancanza di rivali il ruolo di titolare. Non che con suo fratello minore, una decina di anni fa, andò molto meglio (Luke fu starter per 4 partite nel 2004). Ad ogni modo, dopo aver firmato un triennale proprio in questa free agency, toccherà a lui il ruolo di quello che deve ritardare il più possibile la (ri)discesa in campo di Manziel: Johnny Alcohol ha vissuto un anno orribile, anche se ora, almeno a parole, sembra molto concentrato nel farsi trovare veramente pronto la prossima volta che sarà richiesto il suo utilizzo e ci sono buone possibilità che questo accada molto presto. Va infatti ricordato che McCown l’anno scorso è stato un totale disastro a Tampa e resta ancora più inspiegabile sia riuscito a trovare un altro contratto. Connor Shaw e Thad Lewis lotteranno per il terzo posto e difficilmente riusciranno mai ad essere qualcosa di meglio nel proseguo della loro (non) carriera tra i pro.

Con una batteria di QB simili, l’80% del peso dell’attacco graverà sulle spalle e sulle gambe di coloro che dovranno impegnarsi per far sì che il running game sia efficace. Non a caso neò 2014 erano arrivati due RB rookie (oltre ad un semi-veterano come Ben Tate, il quale però è durato poco più di quanto duravano mediamente le sue corse in maglia Browns) e quest’anno ne è arrivato un altro ad aumentare la competizioni con il tentativo di avere gambe sempre fresche e magari trovare prima o poi non dico il nuovo Jim Brown, ma quanto meno un cavallo da tiro che manca dagli ultimi anni di Jamal Lewis. Terrance West ed Isaiah Crowell l’anno scorso si sono alternati molto, forse troppo, se si considera che alla fine il risultato è stato di avere due RB scontenti e quasi mai in ritmo. Sembra quindi un po’ illogico l’aver aggiunto a loro un terzo RB che potenzialmente è anche più forte dei già presenti a roster e che potrebbe addirittura essere titolare: Duke Johnson, dai Miami Hurricanes, arrivato al terzo giro, è un RB molto completo, ma dovrà mettersi il cuore in pace, anche a lui toccherà questa rotazione folle. Per di più in una situazione così indefinita, non è da escludere che qualcuno faccia la fine fatta di Tate.

West e Crowell non erano abbastanza??

West e Crowell non erano abbastanza??

Bisognerà correre tanto e per farlo ci si affiderà ancora una volta ad una delle linee offensive più efficaci della lega: Joe Thomas, Joel Bitonio, Alex Mack, John Greco e Mitchell Schwartz sono ormai un gruppo granitico sul quale contare, a loro potrà anche aggiungersi una delle due scelte di primo giro, Cameron Erving, da Florida State, che piano piano entrerà in rotazione anche sfruttando una estrema duttilità che gli permette di giocare in tutti i ruoli della linea. Secondo i grades di PFF, siamo davanti alla miglior linea offensiva in fatto di protezione del QB (secondi solo ai Green Bay Packers), se solo ce l’avessero un QB da proteggere…..

Al momento il passing game non solo è sprovvisto di chi lancia, ma anche di chi dovrebbe ricevere: Josh Gordon salterà pure tutto il prossimo anno ed iniziamo a chiederci se mai tornerà ad essere un giocatore da NFL (come era riuscito ad essere nel 2013, con 159 target, 87 ricezioni, 1646 yard, 9 TD il tutto in 14 partite) oppure se tra qualche mese lo vedremo in qualche foto scattata di nascosto, largo il doppio a là Justin Blackmon. Nella passata stagione sono emersi nel ruolo dei carneadi che non faticheranno a tornare nel dimenticatoio: Taylor Gabriel (36 ricezioni per 621 yard) e Travis Benjamin (24 per 424) sono ancora a roster, ma non possono che essere giocatori di situazione. I due nuovi titolari saranno Dwayne Bowe e Brian Hartline. Il primo è caduto dalla padella alla brace, ha lasciato Kansas City, dove aveva un attacco che lanciava poco verso i ricevitori (lì è ancora aperta la striscia di 18 partite senza un TD di un WR) per andare in un attacco in cui il QB più che lanciare deve allenarsi a fare l’hand off (ed a Cleveland in qualche occasione hanno assaporato come sia una pratica non così semplice…); Hartline invece è il classico WR che spesso viene in soccorso dei propri quarterback ed assieme ad Andrew Hawkins dovrebbe essere colui che aiuta la catena ad avanzare specie nei terzi down. Le caratteristiche ci sono, che poi riescano a farlo con continuità è tutto da vedere, anche perché il talento è comunque limitato.

Nel marasma generale si registrano due acquisizioni che al momento potrebbero passare in secondo piano, ma che non vogliamo lasciarci sfuggire: via draft al quarto giro è stato preso Vince Mayle, WR molto fisico, che però non eccelle in velocità e nemmeno in capacità di ricezione. Mentre tra l’umido è stato trovato Terrelle Pryor, all’ennesimo cambio di “casacca” questa volta impreziosito anche da un interessante cambio di ruolo: riposte le velleità di essere un QB tra i pro, l’ex Ohio State torna a casa e lo fa cercando di riciclarsi come WR. Non gli diamo molte chance di riuscita, sarà già un miracolo fare il roster a settembre, ma lo seguiremo con affetto.

Completa il quadro complessivo di questo attacco quasi surreale, degno del miglior Salvador Dalì, il reparto dei TE: non c’è un chiaro QB titolare, non c’è un chiaro RB titolare, tra i WR va un pochino meglio, ma nemmeno tanto, i TE potevano fare eccezione? Ovviamente no. Perso Jordan Cameron, non s’è fatto molto per sostituirlo, così che i TE usciti dal guscio nella passata stagione (Dray e Burnindge su tutti) si giocheranno il posto con un onesto mestierante arrivato dalla Arizona tanto per aumentare la quantità, più che la qualità, ovvero Rob Housler. Si fa davvero fatica a dare un senso a tutto ciò.

DEFENSE

Il quadro è decisamente più comprensibile in difesa, dove non sono mancati degli innesti anche interessanti e dove sembra esserci una certa idea di dove si vuole andare a parare. Per una 3-4 aggiungere un totem da poter inserire al centro della linea ed aumentare la pericolosità della pass rush è sempre buono e giusto. Danny Shelton è stato scelto come dodicesimo giocatore assoluto nell’ultimo draft e andrà quanto meno a riparare le continue assenze per problemi fisici di Phil Taylor. Tra gli OLB invece è arrivato dal secondo giro Nate Orchard, giocatore che personalmente adoravo ad Utah, inizialmente andrà ad alternarsi a Paul Kruger (anche lui uscito da Utah Utes) ed a Barkevious Mingo, che sta facendo molta più fatica di quanto si può concedere ad una sesta scelta assoluta.

Nel resto del front 7 si annota un’altra aggiunta di valore, come Randy Starks, in uscita da Miami più per nuove acquisizioni che per demeriti. Mentre tra gli inside LB salgono forti le considerazioni attorno al secondo anno, Christian Kirksey, mentre resterà ben saldo al suo posto Karlos Dansby, che al primo anno nei Browns non ha fatto per nulla rimpiangere la perdita di D’Qwell Jackson.

Rinforzi tra linea e LB ben mirati, rinforzi della stessa natura anche tra le secondarie. Innanzitutto è arrivata una bocciatura rumorosa: quasi come per Mingo, top 10 pick 2013, anche per Justin Gilbert, top 10 pick 2014, i giorni a Cleveland sembrano essere contati se non ci saranno prestazioni più convincenti. Intanto è arrivato Tramon Williams, CB di 32 anni che comunque si sta mantenendo su buoni livelli e che compensa la dipartita di Buster Skrine. Sarà lui a giocare opposto al mostro sacro Joe Haden. Gilbert invece si troverà ancora una volta nel limbo tra la sideline e il campo, un limbo che l’anno scorso, al suo primo anno nella lega, l’ha visto utilizzato solo 352 snap, praticamente un quarto di quelli disponibili, davvero troppo poco. Ed il rischio è che venga superato da K’Wuan Williams. Ed anche Pierre Desir (quarto giro 2014) sembra più in rampa di lancio rispetto a lui.

Ci vorrebbero 11 Joe Haden

Ci vorrebbero 11 Joe Haden

Le safety, molto buone, sono state confermate: Donte Whitner e Tashaun Gipson restano ben saldi al loro posto, dietro comunque qualcosa si è mosso, con l’arrivo via draft di Ibraheim Campbell ed anche di Ifo Ekpre-Olomu, crollato fino al settimo giro per le sue condizioni fisiche disagiate, che potrebbero addirittura mettere a repentaglio la sua intera carriera, ma che quando sano, ad Oregon, aveva mostrato dei lampi (la comparision è con Tyrann Mathieu) che lo fanno essere una scommessa al momento percorribile.

COACHING STAFF

Per trovare una quadra a questa squadra in attacco, stando al siluramento di Kyle Shanahan, è stato chiamato John DeFilippo: benché molto giovane (37 anni), il suo CV lo ha visto lavorare per lo più con i QB su più livelli, sia collegiali (San Jose State), sia tra i pro (Oakland e Jets), curioso il fatto che fosse l’allenatore dei QB ai Raiders 8 anni fa, quando a roster con la squadra della baia c’era proprio Josh McCown, in una delle sue tante apparizioni come backup prima di scoprirsi titolare. In difesa Pettine (HC) metterà a disposizione il suo background con Jim O’Neil che è stato confermato come DC.

PREDICTION

Con un attacco con così poche certezze e tante scommesse, sarà difficile per Cleveland trovare una continuità di rendimento all’interno di una division in cui tocca sempre ad essa la figura della squadra inadeguata (non rari i casi di 3 qualificate alla post season provenienti dalla NFC North, peccato che i Browns siano continuativamente la squadra mancante). Al momento resta difficile raggiungere le 7 vittorie dell’anno scorso.

CLICCA per ingrandire (roster da OURLADS.COM, schedule da CBSSPORTS.COM)

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azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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13 risposte

  1. Luke ha detto:

    A questo punto, rischio per rischio, mi giocherei starterJohnny, anche per molte partite, così almeno sia la squadra, che il pupo – se la stagione non va – si metteranno il cuore in pace. Ma non credo che Pettine sia dello stesso avviso…

  2. AIvise ha detto:

    Piccola coincidenza. Ieri sera hanno trasmesso: Quella sporca dozzina. Per terminare quel film Jim Brown concluse anzitempo la sua carriera a soli 29 anni, perché Art Model gli impose: scegli o il football o il cinema. Jim Brown che non era tipo da accettare imposizioni, salutò tutti e ciao Cleveland. Nei due anni precedenti un titolo e una sconfitta in finale… dopo…. mmmm e Jim Brown ancora recordman in ogni categoria. Lasciando le divagazioni storico cinematografiche, i Browns mettono a dura prova il mio più grande dogma: con una linea forte può lanciare chiunque. In effetti pre infortunio di Mack l’anno scorso sembrava proprio così. Vedremo quest’anno. Certo che se poi hai 20 minuti per lanciare e Gordon a ricevere sarebbe meglio… che spreco….

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