Intervista doppia – Che Giro 2015 è stato?

contador pistolero rosa

Alberto non sbagli un colpo

Sono già passate tre settimane da questa intervista doppia, tre settimane piene di colpi di scena, imprevisti, fatiche, crisi, abbandoni e cadute, alla fine ha vinto il favorito, ma il percorso è stato piuttosto tortuoso, cerchiamo di riviverlo e commentarlo sempre attraverso il doppio punto di vista di Davide “Poz/Baliani” Cavati e Mattia “Safe/Mantieri” Luchetta.

E partiamo proprio dal vincitore, che sapore vi lascia questa vittoria di Contador?

Davide: Ha vinto il corridore più completo, guardando i risultati a posteriori, la distanza tra Contador e Aru è stata la cronometro dove Albertino è andato fortissimo! Per il Giro è importante avere un corridore come Alberto nell’albo d’oro 7 anni dopo l’ultimo successo ufficiale. Contador ha vinto le ultime 2 grandi corse a tappe e, visto che siamo in moda Triplete

Mattia: Il più forte e il più costante sulle tre settimane di corsa. Non credo nemmeno fosse al 100%, ma ha dovuto spremersi più di quanto volesse nelle ultime tappe. Difficile che sia competitivo per la vittoria al Tour a questo punto.

Una domanda di quelle che piacciono tanto ai lettori: 3 Giri (su 3 partecipazioni), 3 Vuelte su 3, 3 tour su 7 (sempre nei 10 a parte il primo e l’ultimo in cui s’è ritirato), poi un giro ed un tour glieli hanno revocati. Contador come si pone nel paragone con i grandi del ciclismo, i Merckx, gli Hinault, gli Anquetil, i Coppi, ecc ecc…?  

Davide: Credo che il paragone con Merckx non potrà mai essere fatto con nessuno, il Cannibale è come Agostini per la moto, inimitabile. Credo che sia stato il terzo più grande corridore a corse a tappe degli ultimi 35 anni. Il secondo è Armstrong, il primo è Indurain.

Mattia: Non scherziamo. Merckx vinceva praticamente tutto quello che correva, che durasse uno, sette o venti giorni. Correre nella sua epoca era una fonte di rosik inestinguibile. E anche Hinault, oltre ai 10 GT, ha nel palmares 5 monumento, tra cui Roubaix, Liegi e Lombardia. Contador adesso è nella classe degli Indurain, magari degli Anquetil, ma ancora molto dietro ai Coppi e ai Bartali.

Basso, Kreuziger e Rogers sulla carta garantivano ritmo e protezione, non ci sono mai stati. Quanto può migliorare questa squadra in ottica Tour?

Davide: Sicuramente con le aggiunte di Kiserlovski e Majka, la squadra del Tour sarà nettamente migliore del supporting cast invisibile di questo Giro. Mi rimane la convinzione che l’Astana, Movistar e Sky saranno comunque superiori in Francia.

Mattia: Non molto, e la sensazione è che oltre allo scarso rendimento ci siano proprio problemi di gestione. Certo Majka in salita dovrebbe essere uno scudiero di livello.

5 vittorie di tappa, 2 corridori sul podio finale, la maglia blu quasi vinta, eppure la corsa dell’Astana ha fatto discutere quasi tutti i giorni, dovevano correre diversamente?

Davide: Con il senno del poi è semplice parlare, sicuramente avrebbero potuto fare meglio, ma sarebbe bastato a battere Contador? Io credo che Martinelli & Soci abbiano pensato a sfruttare le varie occasioni per vincere tante tappe. Alla fine i risultati globali danno ragione ai kazaki. L’unico rimpianto è non aver lasciato andare prima Landa sul Mortirolo, ma ripeto, non credo sarebbe bastato.

Mattia: Potevano conquistare di più? Sicuramente la maglia blu, che era a portata di mano nell’ultima tappa ed è stata sacrificata per non si sa bene cosa. Vien da chiedersi se, conoscendo i numeri di Landa, non avesse senso provare a metterlo in una delle fughe della prima settimana e magari dargli un vantaggio di qualche minuto per vedere cos’avrebbe fatto Contador.

In difficoltà tra Madonna di Campiglio e Aprica, dominatore delle ultime due tappe. Se ci andrà, Aru può vincere la Vuelta 2015? Quale è il suo futuro immediato (Tour o non Tour)? Quale quello a lungo respiro?

Davide: Il Giro d’Italia di Aru è stato sinusoidale come l’andatura di Contador in salita. Ha pagato una preparazione al Giro costernata di problemi, mi ha sorpreso negli ultimi due giorni. Fabio non è un arrampicatore, è uno scalatore eccellente, ma soffre i cambi di ritmo e sulle rampe fa un pochino di fatica in più. Sembra il primo Nibali con più killer istint nell’ultimo chilometro e molta meno predisposizione nelle gare contro il tempo. Per me Aru potrebbe fare molto meglio in Francia rispetto a Spagna ed Italia. Le salite al Tour sono meno rampe e più regolari, se la strada intrapresa dagli organizzatori del Tour rimarrà quella degli ultimi anni, il sardo potrebbe puntare al podio nel 2016. Ma si creerebbe un dualismo con Nibali…

Mattia: Dipende dal campo partenti. Ammesso che tutti i big del Tour non ci vadano, forse sì. Aru comunque ha mostrato di soffrire un po’ le salite oltre il 10% e alla Vuelta ne trovi sempre almeno un paio.

GrintAru

GrintAru

La lotta oltre ai fab4 l’ha vinta Landa. Durante la prima settimana, per il quinto posto noi avevamo detto Konig (safe), Amador (poz), Caruso (aza). Quale è stato corridore che vi ha sorpreso favorevolmente di più?

Davide: Hesjedal ha fatto un’ultima settimana da maglia rosa. Mi ha fatto molto piacere rivedere Betancur a discreti livelli, mentre Caruso è stato davvero regolare

Mattia: Amador. Fino a tre settimane fa aveva un 28esimo posto come miglior piazzamento in un GT. Scoprirsi corridori da grandi giri a quasi 30 anni non può che essere sorprendente. E poi Kruijswijk, sempre all’attacco e ritornato ad alti livelli dopo qualche anno deludente. E’ uno dei corridori, insieme a Hesjedal, con la maggior capacità di recupero naturale. Non avesse perso 8 minuti nella tappa di La Spezia, avrebbe corso per il podio.

Quello che vi ha più deluso? Porte escluso, che credo unisca tutti. 

Davide: Uran sicuramente, aldilà dei problemi fisici ha fatto troppa fatica con un passo indietro clamoroso rispetto allo scorso anno. Andrà certamente al Tour per non sprecare tutta la stagione

Mattia: A livello prestazionale Uran, che però ha deciso di rimanere in corsa con grande coraggio, sfiorando la vittoria a fine Giro. Il contrario, ad esempio, di Boonen, che è venuto al Giro per fare il turista e si è ritirato a metà per andare a correre il Giro del Belgio.

Percorso (favoloso) e partecipanti (squadre che non riuscivano a controllare le corse) lo hanno reso uno dei giri meno prevedibili, delle tante fughe arrivate in porto, con la chicca nell’ultima tappa. Quale vi ha esaltato di più?

Davide: Il successo di Formolo rimane nel cuore per il numero da grande corridore che ha fatto. Rimango perplesso sul progetto “Grandi Giri” per Formolo, ma il talento e il divertimento che ha manifestato apertamente di provare nel pedalare mi fa sperare per il suo futuro.

Mattia: Quella dei 5 peones italiani, con la vittoria di Boem. Il manifesto di come nel ciclismo, con il cuore e la testa, talvolta si possa battere gente con più gambe (e più soldi).

Se parliamo di imprevisti, un pensiero non può che andare a Richie Porte: secondo voi avrà ancora una chance da capitano? E se la meriterebbe?

Davide: Porte è perfetto per le corse a tappe di una settimana. Stop. Avrà certamente altre possibilità, ma appena le pendenze si alzano lui esce dalla scia che mantiene senza farsi vedere quando è in forma. Onestamente la malattia del succhiaruote rischia di trasformarlo in un eterno piazzato.

Mattia: Totalmente d’accordo, Porte è uno strepitoso corridore per corse di una settimana, ma non da grande giro. Non tutti possono esserlo. Lui e la sua squadra (qualunque essa sarà) dovrebbero impostare la preparazione sugli obiettivi che può raggiungere.

Contador ha detto che Aru era il presente già per questo Giro, Formolo è il futuro?

Davide: Formolo è il futuro, il mio umile parere è che di strada ne debba ancora fare per proporsi come leader di una squadra per un GT. La squadra ha dichiarato che il progetto è quello, il mio umile parere è che Formolino non deve limitarsi a quello. Lo paragono ad un Di Luca, spero davvero riesca ad imitare le gesta dell’abruzzese.

Mattia: E’ presto per dirlo. Molto bene nei primi 10 giorni, in picchiata dopo la crono. Ha le caratteristiche per fare classifica in un GT, ma ne parliamo tra almeno due anni.

Una vittoria dalla quale spiccare il volo

Una vittoria dalla quale spiccare il volo

La maglia Rossa l’ha vinta Nizzolo, ma l’unico velocista con due vittorie è stato Modolo: ha una chance contro i migliori del mondo assenti?

Davide: No, Modolo non ha chance contro i mostri sacri delle volate. Mai.

Mattia: Con questo treno, sì.

La maglia Blu: quanto sarà incazzato Landa per come è andata l’ultima tappa? Stando allo sprint sulla cima Coppi direi che era quasi il suo obiettivo principale alla fine.

Davide: Sono abbastanza convinto che la maglia blu frega poco o nulla a nessuno sin dal lunedì dopo il Giro. Landa deve pensare a quanto gli ha dato questo Giro per la sua carriera. Verosimilmente a fine anno ci sarà un asta per chi è stato sicuramente il miglior scalatore del Giro d’Italia, Visconti o meno.

Mattia: Abbastanza da aver già preso accordi con un’altra squadra per l’anno prossimo.

La tappa più bella? È stato il Giro più bello non dico di sempre, ma almeno di quelli che abbiamo visto?

Davide: Ad una certa età si tende a ricordare ancora benissimo il passato remoto, ma malissimo il passato prossimo. Quindi mi salvo in corner dicendo che la tappa di Sabato con il Finestre e l’arrivo di Sestriere è stata straordinaria, farò fatica a cancellarla dal MySky. E’ stato un Giro molto bello a livello di percorso, non c’è stata una lotta serrata per la maglia rosa, ma ogni tappa ci ha regalato qualcosa, come succede ormai spesso da quando i corridori si sono “umanizzati”.

Mattia: La Spezia è il tipo di tappa che adoro. Mortirolo quella più romantica. Finestre quella più emozionante.

Geniez nei 10, ve ne siete mai accorti? 

Davide: Scopro solo ora della sua esistenza come corridore.

Mattia: No, ma il maestro è e resterà sempre Maxime Monfort. Si nasconde anche dietro i suoi compagni di squadra pur di non far sapere che c’è. Tutto questo pur di arrivare nei 20 (ottava volta in carriera in un GT). Chapeau.

Secondo voi è più innamorato Beppe Conti di Fabio Aru o la De Stefano di Ciccio Uran?

Davide: La De Stefano scenderebbe in piazza in caso di referendum per permettere la poligamia, farebbe una grandissima collezione di uomini con l’abbronzatura a mezze maniche. Vado con la donzella che ha mistificato anche un mio tweet in diretta

Mattia: Mi chiudo in un cupo mutismo.

Ciccio Ciccio Ciccio....

Ciccio Ciccio Ciccio….

Meglio Cipollini come giudice del processo o Pippo Pozzato? 

Davide: Cipo è stato uno dei tre sprinter più forti della storia, Pozzato uno dei tre più grandi generatori di rosik della storia.

Mattia: Sgarbozza.

Voi avete avute esperienze a bordo strada negli ultimi anni in fatto di Giro. Avete mai corso affianco ai corridori? 

Davide: No, ma solo perchè ho grossi problemi motori, altrimenti… scherzi a parte una vergogna, viva le transenne. Poi io sono una persona estremamente ansiosa e ho sempre l’impressione guardando gli arrivi in salita, che qualcuno possa fermare letteralmente i corridori.

Mattia: A S. Lorenzo sulla pista ciclabile che è poi stata sede della crono a squadre. Mi è passata di fianco la Tinkoff a tutta. Delle moto.

Prendete i classificati dal terzo al decimo posto: ditemene uno che vincerà un GT da qui in poi (o almeno podio) ed uno che non farà mai più top10. 

Davide: Geniez perché ho saputo ora dell’esistenza, quindi lo voto per entrambe le categorie preso da un’insana euforia.

Mattia: Leopold Konig non penso ne vincerai mai uno, ma può andare sul podio, d’altronde siamo a 3 piazzamenti nei primi 10 in 3 partecipazioni (9° Vuelta 2013, 7° Tour 2014). Hesjedal potrebbe non fare più top10, non tanto per incapacità, quanto perché non è detto che corra nel WT l’anno prossimo.

Paralleli impossibili, vi dico un corridore voi me lo paragonate ad un tennista (Davide) e ad un cestista (Mattia).

Contador = Roger Federer, elegante, vincente, esempio. Michael Jordan, vince, stravince, poi sta fermo due anni, torna, e vince ancora.
Aru = Nishikori, grande futuro e qualche affermazione importante, ma nessun successo Big. Kevin Durant, giovane, instancabile, a un passo dalla vittoria.
Landa = Kyrgios, futuro spianato, ma attenzione a non pensare troppo allo spettacolo e poco alla sostanza. Ovviamente Russell Westbrook.
Uran = Wawrinka, grande comprimario che però nelle tre settimane di forma divina, può vincere un GT. Paul Millsap, gran lavoratore e uno che non si arrende facilmente.
Porte = Berdych, regolare, non bello, non vincente, sempre in ombra del primo di turno. Andrea Bargnani. Forte, ma non ha la testa per stare coi migliori.
Formolo = Matteo Donati, speriamo di vederlo diventare uno forte, ma ha tutto da dimostrare. Andrew Wiggins, lampi di talento, non sappiamo cosa sarà da grande.
Gilbert = Monfils, talento spaziale che compare e scompare come un’illusionista. Dirk Nowitzki, classe senza pari e imbattibile nell’anno di grazia.
Basso = Ferrer, classico esempio di risultati superiori al talento. Kevin Garnett, anche basta.
Visconti = Bolelli, grande talento, ma ormai la carta d’identità ci ricorda che è perlopiù sprecato. Deron Williams, mi sembrano entrambi due gran rosikoni.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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