Intervista doppia – Che Tour ci aspettiamo?

Chi la vestirà?

Chi la vestirà?

Abbiamo analizzato le tappe e i partecipanti, attraverso questo percorso di avvicinamento al Tour de France 2015 che inizia domani manca solo uno sguardo più ad ampio respiro su quello che ci aspettiamo dalle prossime tre settimane. Come già avvenuto per il Giro abbiamo deciso di allargare il campo delle opinioni sia al nostro caporedattore sezione ciclismo (una redazione che conta ben 2/3 autori!) Mattia “Safebet” Luchetta, che ovviamente al Dino Zandegù di quelchepassa, Davide “Baliani” Cavati.

Vi ricordate un Tour de France che fosse così incerto a livello di pronostici come questo?

Davide: Solitamente quando il parco dei pretendenti è numeroso può significare che il livello non sia altissimo. In questo caso mi sento di escludere tale affermazione nonostante sia comunque convinto che nessuno tra Froome, Nibali, Quintana e Contador sia esente da limiti. Il bello è probabilmente questo, sono comunque superuomini, ma qualche smagliatura c’è. Per rispondere alla tua domanda, ricordo il primo Tour vinto da Armstrong come molto incerto alla partenza.

Mattia: Sicuramente il 2006, dopo l’Operacion Puerto che escluse molti dei favoriti. E anche il 2008, quando Contador decise di correre il Giro. In entrambi i casi fu l’assenza di qualcuno a rendere il Tour più incerto, mentre quest’anno è proprio la presenza di tutti i big a non dare certezze sui favoriti.

Ormai in redazione c’è più interesse alla corsa al quinto posto che alla maglia di leader, è stato così per il Giro, lo è a maggior ragione al Tour dei magnifici 4. Chi sarà il primo classificato che non sia uno dei 4 favoriti? E al di là dei ritiri, qualcuno “degli altri” può inserirsi in zona podio?

Davide: I francesi (Pinot, Bardet, Rolland), Van Garderen, Valverde, Purito e, perchè no, Mathias Frank si giocano la Top 5 (Baliani trolla anche via email, ndr). Vado con Pinot perché, nonostante sono sicuro che non vincerà mai un GT (cosa invece di cui è fermamente convinto il mio collega Mattia), è il più regolare ed esente da cotte in salita. Questa Vuelt..ehm Tour si decide in salita.

Mattia: L’unico che penso possa stare con loro in montagna è Pinot. Se possa bastare per andare a podio è difficile dirlo.

L’anno scorso il pavé della Roubaix, quest’anno i muri delle Ardenne: vi piace questa mescolanza tra grandi classiche e grandi giri?

Davide: Sinceramente no, soprattutto nel Tour de France. Il percorso francese ha sempre avuto un marchio di fabbrica che lo diversificava dagli altri GT, il fatto di essere molto schematico (prima settimana per i velocisti,primo arrivo in salita, cronometro spezzagambe da 50 km, seconda settimana per le fughe, weekend di salite, terza settimana dove si decide il Tour con cronometro al Sabato). Un corridore che si approcciava al Tour sapeva esattamente su cosa lavorare (cronometro, gestione della posizione nelle tappe in pianura, cercare alleanze con le squadre degli scalatori) per vincerlo. Ora guardando il percorso mi chiedo: cosa contraddistingue il Tour rispetto al Giro o alla Vuelta? Assolutamente nulla!

Mattia: Mi piace molto perché ritengo che i grandi giri debbano premiare i corridori più completi, quelli che si sanno arrangiare un po’ ovunque. Userei il pavé con più parsimonia però, altrimenti perde il suo fascino.

Dopo il Giro, anche al Tour saranno poche le chance per i velocisti puri, ma…ci sono più i velocisti puri? Cavendish in calando, Kittel sparito, sono rimasti solo i francesi, vuoto di potere come per le grandi classiche del Nord?

Davide: Essere velocisti puri non è più redditizio come un tempo dove un Cipollini vinceva quasi una decina di tappe all’anno tra Giro e Tour. La continua ricerca dello spettacolo ha creato dei corridori non più specialisti, che devono adattarsi a qualsiasi follia altimetrica e di percorso da parte degli organizzatori. I più penalizzati sono quindi gli sprinter, perché televisivamente non bastano gli ultimi 3 km per generare introiti pubblicitari e in generale audience.

Mattia: Mi permetto di dissentire. Cavendish è forse il più forte velocista puro di tutti i tempi, e Kittel ha semplicemente avuto un’annata storta. La categoria mi sembra molto ben fornita.

A proposito di velocisti: Cimolai, assieme a Nibali, è l’unico italiano dei 15 presenti che potrà darci qualche soddisfazione?

Davide: La crisi del movimento italiano è ben nascosta dall’exploit di Nibali, ma è evidente. Non abbiamo mai portato recentemente una grande quantità di corridori al Tour, quindi la situazione del malato è piuttosto stabile. Sfogliando l’elenco dei tricolori in partenza noto un particolare molto interessante, Nibali a parte manca completamente la fascia d’età intermedia, ci sono tanti giovani mischiati alla vecchissima guardia (Basso, Scarponi, Caruso). Questo buco generazione sta facendo male alla Nazionale, ma credo che a livello giovanile si stia lavorando bene. Per le soddisfazioni vado più con Trentin rispetto a Cimolai.

Mattia: Cimolai può fare molto bene in qualche volata da gruppo ristretto, potrebbe anche vincere una tappa. Non dimentichiamoci però di Trentin e di Paolini, che un colpo a sorpresa lo possono sempre battere.

Lars Boom per Nibali, Geraint Thomas per Froome, Peter Sagan per Contador: quanto sarà importante avere compagni così esperti di pavé?

Davide: Meno dello scorso anno che è stata una sorpresa per tutti e le condizioni meteorologiche hanno favorito l’epicità della tappa. Ora saranno tutti preparati, sarà comunque importante non perdere terreno.

Mattia: Non importante, di più. E la costruzione delle squadre riflette il timore che le squadre hanno di questa tappa. Astana e Sky hanno degli eserciti per le pietre. Come dicevo altrove, sarà interessante vedere quali e quanti di questi specialisti vengono messi al servizio dei capitani (penso in particolar modo a Kristoff e Sagan).

E se fosse un grande deja vu?!

E se fosse un grande deja vu?!

Quintana non ha esperti di pietre in squadra, in compenso gli spagnoli han messo su un team stellare per la tanto criticata crono a squadra della nona tappa: mettete in ordine Sky, Astana, Movistar e Tinkoff in quella che sarà la classifica di quella tappa ed eventuali distacchi tra loro. 

Davide: aza, metti in difficoltà anche le mie doti di veggente, ora della nona tappa saremmo già li a contare morti e feriti. Direi comunque Movistar, Sky, Astana, Tinkoff. Distacchi tra le ultime tre piuttosto risibili, la Movistar potrebbe fare il danno grosso invece.

Mattia: So che è una risposta da paraculo, ma è impossibile dirlo oggi. Dipende troppo dalle condizioni delle squadre a quel punto della corsa. Se arrivi con 7 uomini al posto di 9, puoi lasciarci un minuto secco. Ammettendo che arrivino tutte sane e al completo: Astana, Tinkoff, Sky, Movistar, ma molto vicine.

Sarà per la sua singolarità anche cromatica, ma la maglia a pois riveste sempre un alone mistico tra le maglie secondarie del ciclismo: chi la vincerà? 

Davide: Come per il Giro vado su un nome secco, Samuel Sanchez.

Mattia: Tre nomi: Arredondo, Kruijswijk, Hesjedal.

Maglia verde: qualcuno può impensierire Peter Sagan, vincitore di questa classifica dal 2012, in tutti i Tour che ha corso in carriera?

Davide: Solo il campione del mondo può impensierirlo, il percorso è troppo complicato. Non so come siano attribuiti i punteggi, se tutte le tappe contassero in equal modo metterei anche Purito nei papabili.

Mattia: Kristoff se è in condizione speciale e quindi riesce a tenere su un paio di muri. Matthews se ci crede fin dall’inizio. Valverde se si disinteressa totalmente della generale.

Dal 1979 non avviene l’accoppiata maglia verde e maglia gialla (Bernard Hinault), dal 1970 nessuno è più riuscito a vincere la classifica generale e quella del miglior scalatore (Eddie Merckx). La classifica per il miglior scalatore esiste dal 1933, quella a punti dal 1953: solo nel 1969 Eddie Merckx è riuscito a vincere tutte e tre le principali classifiche: un percorso così sbilanciato verso le salite potrebbe interrompere queste strisce infinite? O è solo una cosa possibile a Pro Cycling Manager (modestamente io ci sono riuscito).

Davide: Con questo percorso ahimé può succedere di tutto. In questo momento mi immagino come un vecchio seduto sulla sedia di legno fuori di casa che racconta storie su come era bello il mondo quando era giovane, pero’ mi ha sempre infastidito vedere gli uomini di classifica in testa alle altre classifiche. Ad ognuno il suo, il tutto diventa più avvincente.

Mattia: Gialla e verde è quasi impossibile nel ciclismo contemporaneo. Gialla e pois solo se si corresse un Tour all’arrembaggio per tre settimane, comunque molto difficile.

Ad ognuno la sua maglia

Ad ognuno la sua maglia

Ciclismo in TV. Quanto vi mancherà il campo magnetico che fa da scudo al microfono di Max Lelli in moto?

Davide: La soluzione è mettere una gnocca sulla Moto della Rai. Sai quante Watt riuscirebbero a fare i corridori in salita?

Mattia: Muterò la RAI per protesta. Mi sembra impossibile che l’organizzazione del Tour non ne abbia richiesto la presenza sulle moto.

Ciclismo sui social. C’è un account migliore di quello fake di Mauro Vegni (@mauro_vegni)?

Davide: Come ben sai sono poco social, ma ho sempre apprezzato le finte litigate tra Pozzato (@PippoPozzato) e il “Gerva” Luca Paolini (@IlGerva77).

Mattia: Not Ale De Stefano non era male, ma forse Ale De Stefano (quella vera) era troppo permalosa ed alla fine è stato rimossa.

Scherzi a parte avete account da suggerire interessanti di corridori/giornalisti/opinionisti del mondo del ciclismo?

Davide: Pippo Pozzato. Anche se non è un corridore va bene lo stesso giusto?

Mattia: @faustocoppi60 e @ammattipyoraily. Tempi di ascesa, wattaggi e un sacco di spunti interessanti.

Pensavate di cavarvela….chi vince il Tour de France e perché?

Davide: Dopo il mio pronostico sul Giro (Uran) ho sdoganato qualsiasi puttanata. Per me è l’anno di Froome, Quintana lo sfiderà fino all’ultimo, Nibali di un’incollatura al terzo posto su Purito e Pinot. Contador ritirato.

Mattia: Pippo Pozzato. Prende 10 minuti a tutti sul pavé e poi si difende.

Non possiamo concludere con Mattia l’ignavo, quindi al posto suo mi sbilancio io: spero Contador, ovviamente tiferò anche per Nibali, nonostante la sua gestione non mi sia piaciuta, ma vincerà Quintana, perché è il più forte in salita, il più brillante e benché molto giovane anche il più scaltro nella gestione delle corse: potrà giocare su un margine di vantaggio nell’ultima settimana (stile Giro 2014) dopo aver dato un duro colpo agli altri anche con la crono a squadre.

E con il bacio della morte al povero Nairo si concludono le chiacchiere, domani saremo tutti ad Utrecht, sul nostro account twitter @quelchepassa ci lasceremo andare più o meno assiduamente alla tweetcronaca ed a commenti a caldo, come sempre il live televisivo quotidiano sarà su RaiSport/Rai3 e su Eurosport. Ci sarà da divertirsi, per il momento vi salutiamo con un video celebrativo di quella che è stata la scorsa Grande Boucle (a proposito di deja vu), giusto per entrare in clima, proprio ad opera di uno dei nostri lettori, salsadinuvole85. Buon Tour!!

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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6 risposte

  1. salsadinuvole85 ha detto:

    Quest’anno,a parte qualche giorno della prima settimana,con tutta probabilità farà un gran caldo come non se ne vedeva da tempo….Nibali soffre un pò di allergia,ma è strano visto che il picco dovrebbe essere a Maggio-Giugno..ad ogni modo il primo vero spartiacque sarà la tappa del pavè….Quintana è troppo goffo per non attaccarlo anche se non pioverà…ho visto come andava nelle classiche di primavera..se non perde niente sarà una ghiotta occasione sciupata per fargli perdere terreno!!

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