Intervista doppia – Che Vuelta 2015 ci aspettiamo?

Oggi parte la Vuelta a Espana numero 70, l’ultimo tra i Grandi Giri sia come collocazione temporale durante la stagione ciclistica (almeno lo è dal 1995), sia come nascita (per la prima volta si corse nel 1935). In questa settimana abbiamo tolto il velo dal percorso che verrà fatto nelle prossime tre settimane e illustrato i partecipanti principali che verosimilmente daranno vita ad una lotta emozionante come spesso accade sulle rampe spagnole. Ora non ci resta che una piccola chiacchierata introduttiva, attraverso le parole ed i pensieri dei nostri due opinionisti di punta, ovvero Mattia “safebet” Luchetta e Davide “baliani” Cavati (purtroppo Cassani e Lemond non erano rintracciabili).

Valverde punta "quasi" a Madrid

Valverde punta “quasi” a Madrid

Siete d’accordo con i relativi team manager nel mettere Aru e Valverde capitani?

Davide: Si, sono d’accordo. Rispetto a Nibali e Quintana sono meno affermati a livello di GT, quindi hanno bisogno di motivazioni extra. Sarà la strada a decidere il vero capitano.

Mattia: Queste sono decisioni prese all’inizio dell’anno, quando si definisce il programma della stagione. Quindi sì, ritengo che sia giusto partire con queste gerarchie, almeno ufficialmente. C’è sempre tempo per cambiarle a corsa iniziata.

Froome è il vostro favorito? Chi potrà essere la sorpresa al di là dei leader di Sky, Movistar ed Astana?

Davide: Io prendo con le pinze i ciclisti che arrivano dal Tour de France. E sono convinto che il vero leader dell’Astana e mio principale favorito è Mikel Landa, davvero impressionante al Giro. Il fatto di correre in casa e con i riflettori abbassati potrebbe giovargli.

Mattia: No, non credo alla doppietta. Tra le sorprese, ma solo per un eventuale podio, vedo Pozzovivo e Majka.

A proposito dei partecipanti: la Etixx si è superata dopo la formazione mandata al Giro è riuscita a trovare scarti ancora più scarti da mandare e non è l’unica squadra: tra le cose da rivedere nel ciclismo mondiale c’è anche questa? O è un bug sostenibile?

Davide: Il sistema del Pro Tour ha queste falle indiscutibili, ci sono squadre che sembrano andare controvoglia in qualche GT, a dispetto di qualche professional locale che solitamente cerca di mettersi in mostra con fughe e tentativi disperati. Il nocciolo del problema è che ci sono troppe squadre di Pro Tour e il talento è molto diluito.

Mattia: Non puoi costringere una squadra a mandare chi vuoi tu al Giro o alla Vuelta. Non vedo soluzioni praticabili a questo problema.

Prima sono arrivate le foto dell’arrivo e del percorso della prima tappa, poi è arrivata la decisione di farla valere solo per la classifica dei team e non per la generale individuale: una crono squadra che si concluderà in spiaggia. Non si sta esagerando? Va bene pubblicizzare per il turismo, ma allora perché non farli partire dalle suite degli alberghi giù per le scale, passando per la zona delle colazioni?

Davide: Sarebbe stato divertente vedere un Pippo Pozzato (che purtroppo ha dato tutto tutto al Tour…) fermarsi ai lettini durante la corsa per farsi fare un massaggio. Si cerca di creare delle situazioni che generano pubblicità o del quale comunque, in un modo o nell’altro direbbe Mussolini, se ne possa parlare. Semplicemente la spettacolarizzazione dei percorsi è diventato fondamentale per incuriosire lo spettatore, qua forse sono andati un po’ oltre.

Mattia: Percorso agghiacciante. Però, come spesso mi è capitato di pensare in passato, perché i corridori si lamentano solo a due giorni dalla partenza, se il percorso è noto da mesi. Se vogliono davvero lavorare per la sicurezza del ciclismo, si organizzino in maniera professionale.

Dall'account twitter ufficiale di Chris Froome

Dall’account twitter ufficiale di Chris Froome

Pozzato che come suggerito da Davide ci sarebbe stato da Dio, in spiaggia, non ci sarà tra gli italiani alla partenza. Pelucchi sembra in ottima forma per le (poche e strane) volate. Aru, Nibali e Pozzovivo per la classifica. Al Tour abbiamo vinto una sola tappa con Nibali, qui ci riuscirà di fare meglio? E con chi?

Davide: La Vuelta storicamente è stata sempre molto amica dei ciclisti italiani soprattutto nelle vittorie di tappa. La situazione è talmente desolante che non so davvero chi possa vincere una tappa. Punterei sul buon De Marchi per una vittoria dopo una fuga.

Mattia: Beh, per la generale abbiamo tre corridori potenzialmente da top5, non una cosa da poco di questi tempi. Per il resto qualche giovane da testare, a me intriga molto Kristian Sbaragli, che proverà a dire la sua in qualche volata.

La Vuelta con la nuova collocazione è un trampolino di lancio per il mondiale, anche se negli ultimi due anni hanno vinto corridori che non sono passati per la Spagna. Quest’anno avrà ragione Degenkolb (presente) o Kristoff (assente)?

Davide: Vado di luogo comune anche qui, storicamente fare una settimana alla Vuelta ti porta in grande condizione per il Mondiale, quindi ha fatto bene il tedesco ad andare in Spagna a saggiare la condizione. Tanto non la finirà mai mai mai mai…

Mattia: Per me al mondiale vince un outsider, magari un belga. Non credo che si arrivi in volata. (Non ha il coraggio di ammetterlo, ma sta pensando a Greg “solo Sagan può fare secondo dietro a me” Van Avermaet, ndr)

A proposito di collocazione temporale: il Giro è destinato ad essere per sempre il terzo dei Grandi Giri per campo dei partecipanti? Come si può risolvere questa cosa?

Davide: Giro e Tour tenderanno sempre a dividersi il parco partecipanti, mentre la Vuelta riesce a comprenderli tutti. C’è però un discorso molto importante da analizzare e sono le motivazioni. Un corridore va al Giro e al Tour con l’intenzione di fare il massimo possibile per vincere o fare podio, ci sono pochissimi ciclisti che prendono parte al Giro per preparare il Tour. Quanti grandi corridori abbiamo visto iscriversi alla Vuelta per poi andare a spasso? Andy Schleck era un grande maestro in questo. In Spagna non tutti prendono parte per arrivare al bersaglio grosso, alcuni vanno per preparare il Mondiale, altri per chiudere la stagione con una vittoria di tappa. Come sempre la prima settimana ci dirà è andato in terra iberica per fare sul serio.

Mattia: Continuando a lavorare sulle uniche cose su cui si può davvero lavorare, cioè il percorso (che ad esempio quest’anno era eccellente e molto vario) e la fruibilità da parte di un pubblico internazionale e giovane. Su questo punto qualche passo avanti è stato fatto, ma c’è ancora margine di miglioramento.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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