Oakland Raiders 2015 – Labirinto senza uscita

Oakland Incagliati, senza via d'uscita

Oakland Incagliati, senza via d’uscita

Oakland sembra uno di quegli esperimenti che si fanno in laboratorio sui topolini: vengono messi in un labirinto e provando tutte le possibili strade prima o poi trovano la via d’uscita. Al momento ai Raiders sono ancora nella fase iniziale, ogni anno cambiano una marea di fattori con la speranza che la nuova miscela sia quella giusta, ma continuano a sbattere contro il muro, senza avere la minima idea della situazione d’insieme. Vedendoli dall’alto a volte i tentativi sembrano quasi farseschi, impacciati, ma non si può quanto meno apprezzare il continuo provarci.

L’impressione è che quando dal laboratorio sia uscito Al Davis qualcosa sia cambiato, le scelte sembrano seguire una logica diversa, ma la schizofrenia da una parte e il mancato miglioramento in termini di vittorie dall’altra assomigliano ad un cane che si morde la coda, un circolo vizioso dal quale sembra difficile uscire. E la via d’uscita non dovrebbe essere trovata quest’anno, considerando che i bookmaker di Las Vegas accreditano a loro, a parimerito con Tennessee e Jacksonville, la soglia più bassa di vittorie aspettate (5 e sembrano anche generosi…)

OFFENSE

Nelle skill position siamo davanti ad un nucleo giovane, il quale però ha come punto di partenza l’ultima posizione della lega in una marea di categorie statistiche a partire dalle yard conquistate passando per il numero dei primi down arrivando sino al rapporto tra palle perse e recuperate (-15), e se non sono ultimi riescono a far poco meglio (come per il numero di punti segnati, appena sopra i Jacksonville Jaguars).

Derek Carr è stato il secondo giro 2014 ed è forse la figura più controversa di questa squadra, con elogi che forse superano quanto in realtà mostrato sinora, quasi ad evidenziare una voglia di riemergere da questo labirinto cercando quasi di auto-convincersi che ce la si sta facendo. Di buono ha che nel suo anno di debutto ha rivitalizzato un ambiente che era appunto alla disperata ricerca di una speranza, dopo che negli ultimi anni ad Oakland ne avevano tentate di ogni (prima assoluta, veterani arrivati via trade sanguinose, progetti atletici, pescate alla Tom Brady nel senso di late round pick, ricicli vari e backup di belle speranze).

Il prodotto di Fresno State, a parte una manciata di quality start, ha sofferto come tutto l’attacco ed esce abbastanza distrutto da quelle che sono le più disparate statistiche avanzate che si possono trovare in giro per il web, se dovessi fare affidamento alla manciata di partite viste nella passata stagione, la sensazione di sopravvalutazione della sua stagione da rookie resta, nonostante questo per dare un giudizio più globale bisogna ammettere che è stato uno dei rookie nella storia della lega ad essere più utilizzato (599 passaggi tentati sono secondi solo al primo anno di Luck, 629) e nonostante questo i soli 12 intercetti subiti rappresentano un fiore all’occhiello della sua stagione. Ma l’aspetto più roseo è come è riuscito a lavorare sotto pressione, situazione in cui il suo rilascio molto veloce gli ha evitato di subire molti sack, risultando placcato solo il 10% delle volte in cui è stato pressato (per fare un paragone, l’altro QB rookie della classe, Teddy Bridgwater, in questo dato raggiunge il 20%).

Un modo per migliorare la qualità delle prestazioni del giovane QB passa attraverso un supporting cast più affidabile. In questa offseason si è fatto molto e il primo upgrade deve arrivare dal reparto RB che già l’anno scorso, da quando Latavius Murray ne era diventato titolare scalzando le mummie Jones-Drew e McFadden, aveva portato non poche migliorie al gioco offensivo in generale. Murray s’è conquistato i galloni da titolare con la corsa da 90 yard in diretta nazionale contro i Chiefs, in week 12, in quella che sarebbe stata poi anche la prima vittoria stagionale (di 3). Nelle ultime 4 partite da titolare ha corsa a 3,8 di media, non un granché, ma meritandosi la possibilità di partire titolare in un contesto si spera maggiormente equilibrato nella stagione 2015.

Dietro a lui sono arrivati due nuovi backup: Roy Helu potrà ricavarsi lo stesso utilizzo tattico che aveva conquistato a Washington nei down di passaggio, ma al tempo stesso se Murray dovesse fallire ha potenzialità anche per essere il RB principale della squadra. Trent Richardson invece continua a ricevere chance pur avendo dimostrato la sua inefficacia tra i pro più e più volte.

Nuove facce anche tra i WR: Amari Cooper è stata la prima scelta, Oakland ci riprova con un ricevitore dopo aver miseramente fallito nel 2009 con Darrius Heyward-Bey. Sulla carta però siamo agli antipodi, mentre l’ormai ex Raiders era un giocatore dall’alto rischio fallimento sin da subito, Cooper viene da 3 stagioni tra l’ottimo e il dominante ad Alabama, è un WR completo che ha tutto per riportare lo stesso impatto tra i pro: difficile criticarne la scelta e non essere smaniosi nel volerlo vedere in campo anche la domenica.

A proposito di Darrius Heyward-Bey e del draft 2009, in molti ricordano che quella scelta fece felici i San Francisco 49ers che videro cadere al loro turno (il decimo) quello che veniva considerato il miglior prospetto nel ruolo di quella classe: Michael Crabtree. Tra alti e bassi, a 5 anni di distanza, quel matrimonio si farà. L’ex Texas Tech ha attraversato il Golden Gate ed ha firmato un contratto annuale che lascia intendere la sua voglia di rimettersi in discussione, dopo un paio di annate non fortunate, anche dal punto di vista fisico. Si può obiettare che i due WR titolari siano simili come tipo di giocatori e che ad Oakland manchi, per assurdo. proprio quel freak atletico che ha contraddistinto il loro roster negli ultimi anni. Ma per aiutare il QB e l’attacco in generale ad avanzare con molta più costanza meglio avere due giocatori così e per il momento sperare che Rod Streater resti sano e riesca a ritornare ai livelli del 2013 per completare il reparto o credere nella esplosione di Kenbrell Thompkins, per ora WR molto discontinuo sia ai Patriots sia ai Raiders la passata stagione.

Crabtree finalmente preso dai Raiders

Crabtree finalmente preso dai Raiders

Il reparto dei TE è per definizione il trait d’union tra le skill position e la linea offensiva: ed è proprio per ovviare qualche pecca di troppo del titolare Mychal Rivera nella fase di bloccaggio specie per le corse che al terzo giro è stato draftato Clive Warford, giocatore che anche atleticamente può essere un target interessante in endzone.

Completa il quadro complessivo dell’attacco la linea che pare aver schivato questa ennesima rivoluzione, rimanendo uguale a sé stessa per quattro quinti: tackle e guardie saranno gli stessi, con Menelik Watson (secondo giro 2013) che spera di fare uno step in avanti per impensierire il RT Austin Howard. Donald Penn nonostante i 32 anni ha dimostrato anche l’anno scorso il perché è stato considerato per anni tra i migliori LT della lega, affianco a lui giocherà Gabe Jackson che da rookie non ha per nulla demeritato, andando a formare un lato sinistro piuttosto solido. Tutt’altra situazione a destra, dove la linea è completata da un non entusiasmante Khalif Barnes, che quanto meno negli anni s’è riciclato anche come guardia e quindi garantisce un po’ di margine di manovra grazie alla sua duttilità. L’unica novità come si accennava riguarda il ruolo di centro, dove Oakland ha fatto le cose in grande, andando a prendere dal mercato forse il miglior C della NFL: Rodney Hudson è stato convinto grazie ad un quinquennale da 45 milioni complessivi (che l’ha fatto diventare il più pagato nel suo ruolo) ed è un upgrade sostanziale e non di poco conto in una delle posizioni meno considerate (a torto) del football.

DEFENSE

Anche in difesa i nuovi arrivi hanno rivoluzionato praticamente tutti e tre i reparti (DL, LB, DB), come era successo già 12 mesi fa. In linea Justin Tuck è l’unico che si è salvato, con Antonio Smith (ora a Denver) e Lamarr Woodley (ora ad Arizona) che hanno ballato poco e male solo per una stagione sulla baia. Opposto a lui si darà molta fiducia, sin da subito, al rookie Mario Edwards, che però non sembra avere nella caccia ai QB avversari il suo forte. In effetti in sede di draft era visto più come DT o al massimo DE da 3-4, Oakland ne ha fatto la sua scelta di secondo giro, ma bisognerà vederlo all’opera per capire dove sarà utilizzato. Non eccelso in pass rush nemmeno l’altra grande acquisizione per la linea offensiva, ovvero Dan Williams dai Cardinals. Arrivato via FA sarà uno dei principali responsabile ad aumentare la difesa sulle corse specie per quelle attraverso il centro del campo.

Se la linea difensiva lascia piuttosto a desiderare, dietro ad essa c’è un reparto LB che invece dovrebbe essere la forza dell’intero team difensivo: innanzitutto c’è Khalil Mack, uno dei migliori difensori rookie della passata stagione, che ha letteralmente dominato pur giocando in una delle peggiori difese della lega; il lato forte sarà ancora pane per i suoi denti. Affianco a lui giocheranno due nuovi arrivi: nel mezzo della difesa Curtis Lofton sarà chiamato anche a guidare i suoi compagni come faceva a New Orleans, ma al di là delle cifre viene da un paio d’anni di appannamento; l’altro nuovo è Malcolm Smith, che dopo aver vinto il titolo di MVP nel Super Bowl di due anni fa con Seattle, finalmente si trova in una situazione che gli può garantire un utilizzo più estensivo (ai Seahawks non è arrivato ai 1000 snap di utilizzo contando tutte e 4 le stagioni). Queste due acquisizioni (specie quest’ultima) sembrano una bocciatura ai danni di Sio Moore, che in realtà non aveva demeritato, ma che sta recuperando da un infortunio che l’ha tenuto fuori nell’ultima parte di stagione. Mentre se dovesse confermare il trend di giocatore da cifre, ma non da “campo”, Lofton potrebbe veder insediato il suo posto da un rookie di quinto giro, Ben Heeney, direi Ben, ma non benissimo.

Mack indicherà ancora la strada, quanti lo seguiranno?

Mack indicherà ancora la strada, quanti lo seguiranno?

Il fatto che si sia festeggiato come un successo il rinnovo contrattuale per il 2015 del 38enne Charles Woodson, la dice lunga sia sulla professionalità impeccabile del giocatore nella lega dal 1999, sia sullo stato di salute delle secondarie dei Raiders. Affianco a lui non ci sarà più Tyvon Branch, bensì Nate Allen che ha lasciato Philadelphia senza troppe lacrime versate dai suoi ormai ex tifosi, nonostante nell’ultimo anno sia riuscito a giocare su livelli quanto meno sufficienti: i 23 milioni complessivi in 4 anni che è riuscito a strappare restano comunque un inno al suo agente. Tra i CB non va molto meglio: D.J. Hayden, nonostante prestazioni ancora non all’altezza della dodicesima assoluta di due anni fa, sta per lo meno mostrando miglioramenti. Oltre a lui siamo davanti a pochissime certezze, con il solo T.J. Carrie che anche grazie a delle aspettative molto basse (settimo giro 2014) ha mostrato qualcosa di decente.

COACHING STAFF

Una rivoluzione ai Raiders non è tale se non coinvolge tutto il coaching staff ed ovviamente questa annata non fa eccezione. Va detto che Dennis Allen, già licenziato dopo le prime quattro giornate 2014, non poteva essere salvato, anche se il suo sostituto (Tony Sparano) sembrava essersi guadagnato in qualche modo la riconferma. Reggie McKenzie (il GM) ha invece deciso di fare tabula rasa e ripartire da un triumvirato tutto nuovo: Jack Del Rio, dopo gli anni di purgatorio come DC a Denver, ritrova il ruolo di capo allenatore che aveva lasciato 4 anni fa a Jacksonville, non che nella Florida senza di lui le cose siano andate meglio, tutt’altro. Ad aiutarlo sul lato difensivo c’è un debutto molto interessante: Ken Norton Jr. ha lasciato buoni ricordi come LB in campo sia a Dallas che a San Francisco negli anni ’90, diventando il primo giocatore a vincere 3 SB consecutivi (a cavallo tra le due squadre), finita la carriera da giocatore ha iniziato quella da allenatore, prima ad USC poi, negli ultimi 4 anni, ai Seahawks sempre allenando il reparto che meglio conosce, quello dei LB. Ora la sua prima esperienza da defensive coordinator, in una difesa che a dire la verità non sarà facile da registrare. Per il ruolo di OC invece si è scelto Bill Musgrave, che con Del Rio aveva già lavorato nello stesso ruolo ai tempi dei Jaguars, e che ha ricevuto molto credito dalla sua esperienza con i QB con gli Eagles nell’ultima stagione. Non a caso una delle sue prerogative è quella che vorrà installare nel nuovo attacco dei Raiders una no-huddle offense di stampo chipkellyiano.

PREDICTION

Nonostante l’attacco sia intrigante, ci sono ancora tanti buchi a roster per poter pensare di smentire i bookmaker di Las Vegas. Linea difensiva e running game restano due punti deboli o quanto meno da testare, incognite troppo pesanti per invertire sin da subito i pessimi risultati dell’ultima stagione. Playoff lontani ed ultimo posto della division ben saldo anche per questa stagione, con la diatriba stadio nuovo o trasferimento a Los Angeles che ancora una volta sarà l’argomento principale sin da ottobre.

CLICCA per ingrandire (roster da OURLADS.COM, schedule da CBSSPORTS.COM)

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azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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9 risposte

  1. Alessandro ha detto:

    bel pezzo, forse però sei un po’ troppo pessimista sui raiders… il coaching staff è buono e la squadra ha del talento, probabilmente deve scrollarsi di dosso anni di sconfitte, potrebbe essere una piccola sorpresa

    • azazelli ha detto:

      Un po’ lo spero, però s’è cambiato davvero molto (di nuovo) e non riesco ad essere così fiducioso.

      PS. Quando parlavo di Malcolm Smith mi è scappato uno zero: i snap giocati in 4 anni sono poco meno di 1000 (che è grosso modo il valore degli snap di una stagione), non 100….ho provveduto ad editare 🙂

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