Preview Rugby World Cup 2015

Un sogno lungo un mese e mezzo

Un sogno lungo un mese e mezzo

Un paio di giorni alla partenza dell’ottava edizione della Rugby World Cup, la seconda ospitata dagli inventori del gioco: l’Inghilterra. Un mese e mezzo (da venerdì 18 settembre a sabato 31 ottobre) dove le venti nazionali partecipanti si daranno battaglia sui campi d’Oltremanica per strappare agli All Blacks l’ambito William Webb Ellis.

La formula del torneo è sempre la storica: 20 squadre divise in 4 pool da 5, si qualificano le prime due di ogni girone che andranno poi a dar vita alla vera fase interessante del torneo, quella ad eliminazione. Per onestà verso chi non segue assiduamente il rugby non posso dirvi che assisteremo a grandi match nella prima fase, per quanto il livello medio si sia alzato. È probabile che vedremo diverse partite terminare con 50 punti di scarto, match segnati in partenza, con upset altamente improbabili, ma non per questo mancherà lo spettacolo.

Pool A (Inghilterra, Australia, Galles, Fiji, Uruguay)

Il girone dei padroni di casa, di quelli che non solo hanno inventato il gioco ma che organizzeranno la miglior World Cup di sempre: questo porterebbe a pensare a un girone da vivere in carrozza, una passerella che porta poi alla fase decisiva. È andata così? No!!

Il pool A è il classico girone di ferro, con quattro squadre su cinque nel top 10 del ranking mondiale, più il povero Uruguay.

Veramente difficile fare pronostici, sulla carta le favorite sono Australia e Inghilterra, i wallabies sono reduci dalla vittoria del Rugby Championship dopo 4 anni dall’ultima volta (quando ancora era noto come Tri Nations senza l’Argentina) e sotto coach Cheika hanno ritrovato stabilità e qualità di gioco, addirittura sembrano aver risolto gli abituali problemi in prima linea che spesso condizionavano i loro tornei, e nei primi otto uomini hanno due mostri come Hooper e Pocock.

L’Inghilterra oltre ad ospitare la manifestazione, ha una squadra profondissima e con qualità alta: potrebbero fare due squadre, forse tre e sarebbero tutte contender; eppure qualcuno a Londra e dintorni storce il naso. I motivi? C’è chi sostiene che la squadra abbia poca esperienza: solo in quattro hanno più di 50 cap in nazionale, ma può essere questo un problema per giocatori abituati a giocare in Premiership e nella maggior coppa europea? Io non credo. Può esserlo invece la disciplina e i cartellini che spesso si prendono. Se dovessero controllare questo fattore però poi sarebbero problemi per tutti. Nei test match hanno dimostrato le loro qualità vincendo con Australia, Francia e Irlanda, hanno perso l’ultimo Sei Nazioni solo per differenza punti: insomma, gli uomini di Lancaster guidati in campo da Robshaw hanno tutto per far bene.

Il Galles in pochi giorni ha visto il mondo sgretolarsi sotto i suoi piedi perdendo nell’ultimo test match Halfpenny e il mediano di mischia Webb. La cerniera 9-10 composta da quest’ultimo e da Biggar sarebbe stata uno dei punti di forza della nazionale di Gatland, trovarsi a una settimana dal via senza due certezze così farebbe male a chiunque. Toccherà ai soliti Warburton, Roberts e soci cercare l’impresa e qualificarsi al turno successivo. Di sicuro se c’è una cosa che non spaventa i dragoni è giocare in campo nemico.

È sempre Galles vs Inghilterra

È sempre Galles vs Inghilterra

Le squadre del pacifico sono tutto quello che non si vorrebbe mai avere nel proprio girone, se poi ti ritrovi le Fiji, che sono la migliore delle tre, immagino le imprecazioni degli altri coach. I figiani saranno il termometro per il passaggio del turno: giocare contro di loro è sempre una guerra e a fine partita bisogna sempre guardare cosa dice il bollettino dell’infermeria. Occhio a lasciargli palloni per giocare, giostrati da un funambolo come Matawalu: andare a fermare gente come Nalaga e Nadolo non è facile per nessuno, auguri a tutti.

L’ Uruguay sarà lo sparring partner annunciato del girone.

Pool B (Sudafrica, Scozia, Samoa, Giappone, USA)

Se il pool A è quello di ferro, questo è quello “materasso” con il Sudafrica favorito.

Gli springboks sono in un momento complicato, nell’ultimo Rugby Championship sono arrivati all’ultimo posto concedendo la prima storica vittoria in trasferta all’Argentina. La vigilia del torneo è stata movimentata dall’accusa di non aver rispettato le “quote nere”, ma a parte questo non ci dovrebbero essere comunque problemi nel passaggio del turno con il primo posto. Sarà interessante capire se coach Meyer si affiderà in toto alla vecchia guardia o darà spazio alle nuove e molto promettenti leve.

Sotto il Sudafrica si lotteranno il posto valido per gli ottavi la Scozia e Samoa. Gli scozzesi sono reduci dal cucchiaio di legno nell’ultimo sei nazioni, eppur qualcosa si muove: i Warriors di Glasgow hanno vinto l’ultimo pro 12 con un gioco spumeggiante, difficile però che Cotter lo riproponga anche in nazionale, non avendo il talento di Matawalu a disposizione. Samoa invece è la solita incognita, può vincere con la Scozia e poi perdere con il Giappone, se non staccano la spina li vedo favoriti.

Giappone e Usa si giocheranno le loro chance, i nipponici modificati hanno raggiunto la top 10 nel ranking un anno fa, ospiteranno i prossimi mondiali ma onestamente sarei davvero sorpreso di vederli passare il turno.

Pool C (Nuova Zelanda, Argentina, Tonga, Georgia, Namibia)

Questo il pool che almeno sulla carta sembra essere quello di più facile lettura.

I favoritissimi All Blacks faranno le loro quattro passerelle in terra d’Albione, facendo la gioia degli spettatori e degli organizzatori. Dovranno sudare forse un po’ con l’Argentina, ma per il resto si rischia di vedere partite anche con 70 o più punti di scarto: il momento più avvincente di questo girone per i tutti neri potrebbe essere l’haka vs haka contro i tongani, il che è tutto dire. Il rischio per il 15 di Hansen è quello solito: fare un mese di vacanza e poi trovarsi ai quarti contro una squadra forte ed andare in difficoltà, un po’ come avvenuto nel 2007 quando uscirono contro i padroni di casa francesi (anche se quel match si giocò a Cardiff). Sono sicuro che McCaw e compagni abbiano fatto tesoro di quel giorno che difficilmente si ripeterà. Sulla squadra poco da aggiungere: sono fortissimi, potentissimi, velocissimi, all’apparenza imbattibili o quasi, con la speranza che quel “quasi” possa darci partite belle e avvincenti.

Haka vs Haka

Haka vs Haka

L’Argentina è reduce dalla prima storica vittoria fuori casa nel Rugby Championship (a Durban contro il Sudafrica): dovrebbe conquistare senza problemi  il secondo posto, secondo posto che poi gli consentirebbe di inserirsi in un tabellone molto interessante in ottica futura.

La Georgia invece giocherà con il coltello fra i denti: il solito pack cercherà di portare la nazionale al terzo posto battendo Tonga e dando filo da torcere alle due favorite del girone. Il motivo? Continuare nella loro battaglia per un posto nel Sei Nazioni, istituendo magari uno spareggio con l’ultima classificata nel maggior torneo dell’emisfero nord.

Tonga è la più debole fra le squadra delle isole del pacifico metteranno la solita dose di cattiveria e rudezza ma hanno poco altro da offrire, mentre la Namibia è l’esempio lampante di come il rugby debba ancora lavorare per avere un torneo avvincente come il mondiale di calcio.

Pool D (Francia, Irlanda, Italia, Romania, Canada)

Veniamo quindi al pool che a noi italiani interessa più da vicino quello che vedrà capitan Parisse (forse) e compagni affrontare le classiche rivali due classiche rivali da Sei Nazioni insieme a Romania e Canada. Un girone durissimo, inutile nascondersi, e non per scaramanzia ma se chiudessimo con una sola vittoria non mi stupirei più di tanto.

I favoriti per il primo posto sono ovviamente gli irlandesi. I verdi hanno una squadra solida, senza punti deboli, sono fra i migliori, se non proprio i miglior nel mantenimento del possesso, ti sfiancano e poi ti puniscono, non sbagliano i piazzati, per di più il ritiro di una leggenda come O’Driscoll è stato vissuto tremendamente bene grazie all’esplosione di Henshaw, il pack è esperto: insomma, auguri.

La Francia è enigmatica. Coach Saint-Andrè è ai titoli di coda, post mondiale sarà sostituito da Noves, e il 40% di vittorie nel suo mandato è il dato il più basso di sempre nella storia della nazionale transalpina. Il percoso dei test match pre-mondiale è stato altalenante: vincitori contro l’Inghilterra e poi quasi sconfitti con la Scozia, ma sono comunque la nazionale che ha disputato tre finali su sette edizioni del mondiale, perdendo solo 9-8 nella partita per il titolo del 2011 contro la Nuova Zelanda, in quel di Auckland. Hanno giocatori forti come i francesi acquisiti Nakaitaci e Spedding, oltre ai soliti Dousetoir e Picamoles.

Sull’Italia ci sarebbe bisogno di fare un discorso lungo, lunghissimo: limitiamoci a un riassunto molto breve, rimandando in futuro ad un analisi più approfondita. Come già accennato qualche riga fa, onestamente non credo che raggiungeremo l’agognato traguardo dei quarti di finale, anzi temo fortemente che ci troveremo all’ultima partita a doverci giocare contro la Romania lo scontro decisivo per il terzo posto nel girone che garantisce l’accesso diretto alla Rugby World Cup 2019. Inutile dire che non arrivare fra le prime tre sarebbe un danno notevole.

Ci presentiamo non al meglio, con Morisi out sicuro e il fiato sospeso per il nostro miglior giocatore (nonché capitano) Sergio Parisse. Il numero 8 si è fatto male durante i test match e voci dalla Francia dicono che non lo vedremo mai in campo durante il mondiale, mentre lo staff conta di recuperarlo per il match contro i galletti. Oltre a lui ci sono i soliti Castrogiovanni, Ghiraldini, Zanni, Geldenhuys, Mauro Bergamasco.

Aggrappati alla vecchia guardia

Aggrappati alla vecchia guardia

Nella nazionale si può notare come il gruppo abbia due fasce d’età piuttosto distinte: il pack, i trequarti e gli avanti sono stati a lungo la nostra marcia trainante, ma gli anni passano, il ricambio non c’è stato e ora ci troviamo con una mischia non più dominante, logorata da tante battaglie; mentre al contrario, tolti Masi e Garcia, abbiamo una trequarti giovane, su cui provare a costruire un reparto che ci dia stabilità in futuro, cercando sempre con affanno il tanto sospirato numero 10.

Tiferemo per loro.

Appuntamento quindi a venerdì 18 ore 21.00 diretta SkySport 1 HD (tutto il mondiale è in esclusiva sulla tv satellitare) per la partita inaugurale Inghilterra – Fiji.

L’Italia scenderà in campo per l’esordio il 19 settembre alle 20.00 nel tempio del rugby, Twickenham contro la Francia per quello che sarà la partita verità per il passaggio del turno, successivamente il 26 a Leeds contro il Canada, il 4 ottobre allo stadio Olimpico di Londra contro l’Irlanda per chiudere il girone a Exeter contro la Romania.

Questo il sito ufficiale: Rugby World Cup, dove trovare tutte le informazioni, compreso il calendario completo.

Che la battaglia abbia inizio.

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10 risposte

  1. angyair ha detto:

    Dispiace molto per le perdite di Galles, poteva essere una delle sorprese del torneo e sparigliare le carte del girone A che costringerà tutti a dare sempre tutto in ogni partita e chi arriverà ai quarti avrà nelle gambe e nel fisico più tossine degli altri.
    Ne sento parlare spesso: ma la Georgia avrebbe veramente le carte in regola per entrare in un 6 (o 7) nazioni o è frutto solo di un periodo astrale favorevole?
    Quanto a noi…peccato per la situazione fisica di alcuni uomini chiave perché altrimenti avremmo potuto fare lo scherzetto alla Francia (naturalmente poi avremmo sprecato tutto perdendo contro Romania o Canada :D).
    Curioso di vedere all’opera il Giappone.

    • AndreaRo85 ha detto:

      La Georgia potrebbe batterci secondo ma sul campo, ormai è parecchi anni che sono una discreta selezione, molti giocano o hanno giocato in top 14, a me ricorda quella che era la nostra situazione negli anni 90, anche se loro di scalpi illustri non ne hanno fatti come noi ai tempi, la differenza vera però sta a livello economico.

  2. viverestanca ha detto:

    Per fortuna del rugby mondiale il livello si è molto appiattito ed ora nei mondiali è molto improbabile vedere scarti superiori ai 50 punti anche nelle partite iniziali.
    Delle favorite abbiamo visto come Sud Africa e Inghilterra non abbiano convinto fino in fondo. Meglio gli All Blacks e soprattutto l’Irlanda. Aspettiamo di vedere l’Australia per capirne qualcosa di più, anche se la strada è ancora molto lunga.
    Gradirei infine veder un articolo dedicato alla vittoria del Giappone sul Sud Africa. Un evento storico che verrà ricordato per moltissimo tempo, oltre che essere stata una partita bellissima (che andrebbe fatta vedere in loop alla nostra nazionale in stile cura Ludovico) 🙂

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