F1 GP Canada – Recap

La gara sul circuito di Montreal, Canada, intitolato al mitico Gilles, raramente ha offerto edizioni noiose. A memoria davvero non le ricordo. E anche questa volta non ha tradito le attese. Dalla lotta del sabato in cui Seb porta la sua Rossa a poco più di un decimo dalla pole di Lewis Hamilton, alla partenza caotica, fino alla bandiera a scacchi conclusiva, in una sequenza emozionante di colpi di scena e incertezza senza fiato. Soprattutto perché sono loro due i protagonisti, i due migliori talenti degli ultimi anni (dal 2008 ad oggi il Mondiale se lo sono spartito loro due, con l’eccezione 2009 di Button). Già è intenso il pregara tra un’intervista a Tom Brady, quarterback dei New England Patriots di NFL che chiacchiera con Lewis, passando per Penelope Cruz e Michael Douglas che si occuperà poi delle interviste di rito sul podio. Ma è la temperatura estremamente più fredda di venerdì e sabato che condizionerà la gara.

Allo start di nuovo Lewis non ci azzecca proprio e Seb vola davanti a razzo. Nico Rosberg dalla prima fila tenta di nuovo di passare all’esterno come a Barcellona, ma proprio dopo i fatti della Spagna non vedo come potesse pensare che Hamilton gli concedesse la posizione con gentilezza. Le due Mercedes si toccano e Nico deve tagliare fuori pista, ripartendo decimo.

GP Canada, partenza

Partenze “intelligenti”

Da due giorni si parla di sosta unica, ma al giro 11, quando il motore Honda della McLaren di Jenson Button rende l’anima, e si passa in regime di safety car virtuale, in Ferrari colgono l’occasione per togliere a Seb le gomme più morbide ultra soft per uno stint con la via di mezzo sulle rosse super soft. Ma scoprendo anche le carte dichiarando apertamente una strategia a due pit dato l’obbligo di usare le più dure gialle soft. Lewis ha via libera e prosegue fino al giro 24, per mettere le gialle e andare fino alla fine. Seb ritorna a comandare fino al 37, infilando nel frattempo Verstappen e Ricciardo, per mettere le più dure anche lui. Il vantaggio di 13 giri di gomme fresche in più che avrà alla fine sembra davvero promettente. E col passare dei giri chi aveva impostato su un solo pit pian piano cede. Le due Red Bull, le due Force India sono costrette ad un secondo pit. Gli unici a resistere sono Lewis e lo strepitoso Valtteri Bottas con la Williams che si guadagna uno strameritato terzo gradino del podio.

Davanti è una battaglia a scacchi. Lewis rallenta, Seb recupera, Lewis riallunga. È un elettrizzante scambio di giri veloci tra due campioni. Vettel sbaglia due volte la chicane finale in quattro giri, 58 e 62. Non sarebbe comunque riuscito nell’impresa perché l’assetto della Freccia d’Argento di Hamilton è perfetto e l’inglese può gestire le sue gomme fino alla fine senza problemi, andandosi a prendere per la quinta volta la bandiera sull’isola di Notre Dame, tra l’altro teatro del suo primo successo in F1. A Maranello sovrastimano l’usura delle gomme, in gara ci sono 23 gradi, non 40 come il venerdì. Ma l’errore strategico forse sta più nel fatto di lasciare via libera e aria pulita alla Mercedes, dato che l’unico punto debole dell’auto tedesca ad oggi è quando si trova in traffico. Lewis può tenere le gomme in forma per 46 giri.

La Williams degli ultimi anni è storicamente adatta ai circuiti veloci e con lunghi rettilinei. Bottas ne approfitta per riconfermare con una guida magnifica il podio che lo stesso finlandese aveva colto anche l’anno scorso.

In casa bibitara si deve cedere all’usura delle gomme, con Max Verstappen quarto e Daniel Ricciardo settimo. Il giovane olandese prima tiene a distanza il compagno di squadra, eludendo così ad un’ordine di lasciargli via libera, poi si difende con un grintoso senso della posizione agli attacchi di Nico, in rimonta dopo una foratura al giro 52, fino a costringerlo ad un clamoroso errore che rischia di trasformarsi in un suicidio per il leader del Mondiale. Dopo il testacoda all’ultima esse, Rosberg riesce comunque a chiudere quinto, rischiando pure di finire la benzina, limitando i già pesanti danni in termini di classifica generale. La vittoria in Spagna non è un fuoco di paglia, Max c’è per davvero. He’s for real. Per Daniel Monaco è ancora troppo fresca e il suo weekend soffre di qualche errore di troppo, specialmente in gara quando rovina con un bloccaggio un treno di soft appena montato. Il canguro ora ha una bella grana in casa.

Per la Force India è un doppio arrivo in zona punti, Nico Hulkenberg ottavo e Sergio Perez decimo. Ma anche per loro la bassa temperatura diventa un problema. L’auto è difficile da guidare e sia Hulk che il messicano devono arrendersi ad una andatura parsimoniosa, non degna delle loro capacità. Checo perde anche tempo ad un pit facendo spegnere il motore, perdendo cosi la possibilità del nono posto, che invece si aggiudica Carlos Sainz con la sua Toro Rosso. Eccellente lo spagnolo partito dalla ventesima posizione. Fa letteralmente scomparire il suo compagno Daniil Kvyat che gli partiva cinque posti avanti e gli giunge tre dietro.

In parco chiuso la dedica di Lewis a Muhammed Ali e le lamentele di Vettel riguardo due fantomatici gabbiani che lo hanno ostacolato. Poi nel dopo gara scesa la tensione divertimento massimo. La troupe di Sky Sports UK ha un’intervista con Hamilton. Vettel interviene per ricordagli la faccenda dei gabbiani. “Ho frenato per evitarli”, afferma Seb, “amo gli animali”. “Anch’io ” ribatte Lewis “Sono come il Dr. Dolittle, ho detto io loro di piazzarsi lì”. I due riescono a far ripescare alla troupe di Sky il momento esatto, divertendosi a commentarlo. Il giro prima della virtual safety car, alla curva uno, ci sono per davvero! Seb blocca una ruota e gira un pelo largo per evitarli, perché non si spostano assolutamente! Live TV.

Si torna in pista subito domenica prossima sulla nuova pista cittadina di Baku, si dice velocissima.

PS. Non ho bevuto neppure una birra per la gara. Alla fine ho capito, le aveva bevute qualcun’altro. Iceman chi l’ha visto?

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