F1 GP Spagna – Recap

La F1 arriva in Europa. Inizia la stagione delle ‘classiche’ dalla tradizionale Barcellona. E la scena che ci ritroviamo davanti, nella memoria di anni passati, appartiene all’oriente. Una volta si chiamava la fatal Suzuka. Nico Rosberg e Lewis Hamilton hanno interpretato al meglio un pezzo di storia della F1: Senna e Prost. La Storia invece la fa Max Verstappen. Il 18enne olandese è il più giovane vincitore della storia della F1, subito centro alla prima in Red Bull. Una gara quella al Circuit de Catalunya che entra direttamente nella lista delle memorabili, quelle che si ricordano per un pezzo.

GP Spagna, scontro Hamilton Rosberg

Punto di contatto

La situazione in campionato crea un punto di massima tensione. Hamilton deve per forza interrompere la striscia vincente del compagno, più che per i punti, per fermare il momentum di Rosberg, per invertire la tendenza. Erano due gare che i due non partivano appaiati in prima fila, causa le noie tecniche sull’auto di Lewis. E nelle due occasioni in cui ciò era accaduto, l’inglese aveva sempre sbagliato la partenza, facilitando la vita al tedesco. Rosberg sa che prima o poi il suo compagno partirà decentemente. Cosa che avviene puntualmente.

Lewis parte bene, ma la strada che porta alla prima staccata è lunga e Nico prende la scia e gira all’esterno portandosi al comando. Lewis concede lo spazio con correttezza. Poi succede qualcosa. Nico ha dimenticato di settare la mappatura del motore nella modalità di gara. Non è più concesso agli ingegneri dal muretto di “telecomandare” i piloti ricordandogli tutte le manovre e i settaggi da compiere prima della partenza. Si accende la luce rossa sul posteriore della sua Mercedes. La macchina è in modalità di recupero energia e non ha potenza. Lewis vede la luce, sa cosa sta avvenendo, sa che uscirà dal lunghissimo curvone destro che segue la prima esse molto più forte del compagno. Lo spazio giusto è sulla destra. È la chiara occasione per prendere il comando. Di quel genere che capita una volta in una gara. Non sai se alla quarta curva o all’ultimo giro. Irrinunciabile, quando sei sotto di 43 punti e hai visto il tuo avversario vincerle tutte sino ad ora. Lewis ha 17 km/h di vantaggio e l’obbligo di andare ad occupare quel pezzo d’asfalto.

Nico avverte la mancanza di potenza. È come un brusco risveglio. Capisce l’errore e agisce immediatamente sul settaggio apposito del volante, per riportare le cose alla normalità. Ma allo stesso tempo sa cosa accadrà. La vettuta gemella del compagno lo supererà con facilità. E sa che significa, al netto di eventuali rotture, perdere la gara. E consentire a Lewis di riprendere qualche punto e soprattutto fiducia. Preme il pulsante per richiamare più potenza, ma la sua sterzata verso destra per difendersi è tardiva. L’ala e le ruote anteriori di Lewis sono già all’altezza delle sue posteriori. Nico non concede spazio e la Mercedes numero 44 finisce fuori pista, sull’erba, andando in testacoda, finendo poi per carambolare addosso alla numero 6 e proiettando entrambe le Frecce d’Argento nella sabbia della via di fuga della curva 4.

Di tutto questo beneficia il giovane olandese Max Verstappen che ha preso il posto in Red Bull di Daniil Kvyat, lasciandogli il suo sedile in Toro Rosso. Sembra scritto per lui il copione. Sia nella scuderia bibitara che alla Rossa di Maranello riservano la strategia conservativa con due pit ai “numeri 2”, quindi lui e Kimi Raikkonen, rispettivamente, optando per quella aggressiva con tre pit per le “punte” Daniel Ricciardo e Sebastian Vettel. Max e Kimi però compiono un piccolo capolavoro macinando 35 e 34 giri con un treno di gomme medie, portando in fondo la gara. Iceman fa un po’ di tira e molla valutando un avversario che anagraficamente potrebbe essere tranquillamente suo figlio. Poi si avvicina definitivamente pensando che quel 18enne per la prima volta al comando di un Gran Premio possa commettere un errore per la pressione della situazione.

GP Spagna, Verstappen bimbo d'oro

Bimbo d’oro

La delusione arriva quando si comprende che il suo attacco non arriverà mai, ma è entusiasmante vedere come il nuovo fenomeno comanda la gara andando a prendere la bandiera scacchi. Tra le “punte” la spunta Seb per l’ultimo gradino del podio, resistendo in qualche modo all’arrembaggio di Ricciardo che ha il merito di tentare sempre l’attacco, anche quando le probabilità che vada a buon fine sono poche. Ma almeno ci regala emozione e fiato sospeso.

Confesso che complice l’inizio gara con conseguente incazzatura atomica (ndr, tifosamente parlando sono da sempre un fan di Hamilton) e la bella battaglia e incertezza tra Ferrari e Red Bull, non ho seguito la gara nelle retrovie. Comunque buoni punti per Bottas, Sainz, Perez, Button e Kvyat. Sfortunato Alonso, deve parcheggiare la sua McLaren anzitempo dopo averla portata in Q3 per la prima volta dall’inizio del progetto Honda.

Tra due settimane la gara più importante del calendario, GP Monaco a Montecarlo. Li non ci sono vie di fuga, quindi converrà tenersi a distanza se quei due davanti…

PS. L’ascesa di Verstappen nel mondo della F1 ha due soli paragoni precedenti possibili: Ayrton Senna e Michael Schumacher…può sempre chiedere a papà Jos come erano in pista (devuttò in F1 l’anno della scomparsa di Ayrton e di Michael è stato anche compagno di scuderia).

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