Nascita di una passione – Fabio

Qualche settimana fa Fabio c’ha scritto alla nostra email info@quelchepassalosport.it raccontandoci come si è appassionato al football americano ed alla NFL. La sua storia c’è piaciuta e la leggerete qui sotto. Per di più la sua intraprendenza c’ha fatto venire un’idea che vede voi lettori al centro del salotto che è questo sito, mettetevi pure in piedi sul divano (se vi piace) e raccontateci come è nata la vostra passione per lo sport, il vostro sport o i vostri sport, qualunque essi siano. Mandateci le vostre esperienze alla casella email info@qualchepassalosport.it e saremo più che felici di dar loro voce su queste pagine.

Ma ora torniamo al nostro amico e lettore Fabio…

Nato nella bellissima Sicilia, sono cresciuto mangiando pane fatto in casa, torte della nonna, cannoli ricoperti di cioccolato e sempre e comunque sport ed in Italia lo sport per eccellenza è il calcio: in quanto figlio della mia terra simpatizzo per Messina e Palermo, ma nelle mie vene scorre sangue nerazzurro sin da quando insieme al mio papà vidi un brasiliano seminare il panico e segnare il 3° goal alla Lazio per vincere la Coppa Uefa. Le gesta di Ronaldo, il miglior centravanti degli ultimi 20 anni a voler star stretti, m’hanno marchiato e malgrado calciopoli e un ambiente sempre meno romantico, l’Internazionale sarà sempre nel mio cuore. Ma non divagare Fabio rimani sul pezzo.

Come dicevo tra torte, cannoli, giri in bicicletta e qualche nuotata a maggio, distrattamente lessi la notizia della tragica morte di Marquise Hill giovane giocatore di football americano: annegò dopo aver salvato la vita alla sua amica, dopo che entrambi furono sbalzati fuori da una moto d’acqua.

Cominciai a guardare video (San Youtube) e a leggere articoli su di lui: non era un titolare ma comunque dava il suo contributo alla squadra. Tra un video e l’altro iniziai ad appassionarmi. Il colpo di fulmine fu con un tizio con il numero 24 che video dopo video continuava ad intercettare ogni suoi avversario. Fu un ritorno di intercetto fino al touchdown che mi convinse definitivamente: dovevo tifare New England. Scoprii solo dopo che quel Ty Law non era più dei “nostri” (non è uno paese per romantici…evidentemente), ma ormai il “danno” era fatto.

Folgorato dalla "legge"

Folgorato dalla “legge”

Passo dopo passo, partita dopo partita, cercai il più possibile di entrare negli schemi e nei ruoli, comprendere le regole e le innumerevoli penalità: insomma non volevo soltanto urlare ad ogni TD ma volevo anche capire come e perché. Pensate un momento a come si possa sentire un 16enne che vede la propria squadra vincere ininterrottamente 16 partite eguagliando e superando record che fino a qualche tempo prima sembravano irraggiungibili: ero letteralmente impazzito!

Leggevo di Joe Montana, Deion Sanders, Emmitt Smith, Jerry Rice e Franco Harris…e desideravo che Tom Brady si unisse a loro, volevo che li guardasse da pari a pari senza esserne intimorito ma essendo consapevole di essere uno tra i più grandi senza se e senza ma.

Era un lento ma costante ed entusiasmante cammino verso il Super Bowl: programmavo da settimane come fare a vederlo senza essere disturbato dai miei o da Morfeo, così dopo aver sigillato le porte del soggiorno ed aver fatto indigestione di ben 6 (ero pazzo davvero hahahahaha) coppe del nonno. Anche se in un’altro continente, davanti alla tv, in un piccolo paesino della sicilia mi gustai ogni singolo momento di quella partita, ogni singola yarda, ogni singola penalità, ogni singola giocata difensiva: mi sentivo lì con loro a lottare a spingere su ogni placcaggio, a urlare dopo ogni guadagno, mi sentivo parte di qualcosa ed era bellissimo.

La partita era sul filo, nessuno prevaleva, la difesa e l’attacco si annullavano a vicenda, sembrava un match tra due pugili stanchi e affamati ma pronti a sferrare il colpo risolutore. Eravamo i favoriti (come non potevamo esserlo? Non avevamo mai perso!), sembrava una favola, ma come in ogni favola che si rispetti ecco arrivare il colpo di scena: Eli è marcato strettissimo e in 2 occasioni quasi lo atterriamo ma incredibilmente riesce a liberarsi ed effettua un lancio disperato alla cieca. Intravedo Rodney Harrison che salta affamato di intercetto, ma David Tyree salta più in alto e, quasi inconscio di ciò che stesse per fare, riesce a tenere il pallone tra la mano e il casco. Quasi cado dalla sedia stropicciandomi gli occhi, non credevo ai miei occhi, è finita, il resto è storia!

Vedo Brady e compagni in lacrime, disperatamente vicini ad un sogno strappato via da un’azione tutta cu..ore, da un singolo momento di grandezza che entra istantaneamente nella storia, e mi accorgo di essere ancora più legato ai Patriots ed al loro mondo:  mi sento fiero di Brady, Bruschi, Harrison, Belichick e tutti gli altri e capisco che ogni maledetta domenica sarò sempre pronto a sostenerli dal divano di casa mia, dalla sala in albergo mentre lavoro, un giorno chissà dallo stadio con una birra e un hotdog, esultando per ogni yarda, TD e vittoria conquistata e se concederemo yarde, TD e se perderemo qualche partita chisseneimporta.

Patriots per sempre! Go Pats!

Un attore vecchia scuola recitò: “Ogni maledetta domenica si vince o si perde. Ma bisogna vedere se si vince o si perde da uomini.”…romantico no?

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8 risposte

  1. angyair ha detto:

    Bella storia.

  1. 6 Aprile 2016

    […] l’esperienza e la genesi di una passione raccontata da Fabio, in redazione ci è giunta all’email info@quelchepassalosport.it la storia di un altro dei […]

  2. 18 Maggio 2016

    […] le storie di Fabio e Lorenzo, oggi è il turno del giovane (classe 1992) Angelo (@Gillo92 su Twitter e Angelo […]

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