NBA Finals – Parallelismi pericolosi

11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13 Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. 17 Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19 non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20 Partì e si incamminò verso suo padre.

Luca 15, 11-20

Lo so, il versetto 13 v’ha fatto subito pensare a J.R. Smith, ma ovviamente non è di lui che sto parlando. Qualche maligno potrebbe riconoscere in David Blatt l’uomo che aveva mandato Lebron a pascolare i porci, fare parallelismi è spesso pericolo, ma il figliol prodigo è tornato a Cleveland appena Gilbert s’è accorto di avere un solo figlio e con la vittoria di stanotte in gara 7 Lebron è stato promosso direttamente a Dio.

Sistemate le sacre scritture torniamo al mondo sportivo in questo che vuole essere un pezzo di analisi molto seria e significativa su quanto sia importante fare parallelismi per rendere qualsiasi cosa fruibile a tutti. E quindi ormai se non sei il Leicester non sei nessuno, bisogna trovare qualcosa che lo ricordi, che lo evochi. Controllo il palmares della città, la prima cosa che mi viene in mente è il rugby, Leicester Tigers con 9 titoli negli anni 2000. La Cleveland sportiva forse non ha paragoni, inutile perderci tempo.

Ma Dellavedova non vi sembra Vardy? Con la sola differenza che lui dopo le Finals dell’anno scorso (però perse) è tornato ad avvitare bulloni in fabbrica (o sarebbe dovuto…). La nazione non farà nessuna #MacchinataIgnorante per Matthew, nessuna showgirl gli chiederà di sposarlo litigando con i suoceri, nessuno canterà “Matthew is on fire!“…allora continuiamo la ricerca…non possiamo nemmeno sfruttare Ranieri-Blatt come allenatori “stranieri” (sì, di scuola straniera…), tutto con un anno di ritardo, maledetti Cavs non potevate vincere l’anno scorso, il Leicester sarebbe ora la Cleveland della Premier…

….e se Mahrez fosse Irving? Forzato, ma nemmeno troppo, daiiii11!1!11?! Ma come faccio a vendervi queste 4 cazzate senza un parallelismo con il Leicester? Per carità, la Bibbia bella, è stata Best Sellers, ma ormai non la legge più nessuno, ci vuole qualcosa di più accattivante. Di solito i perdenti affascinano, commuovono il web. Certo riuscirei a far lacrimare il web con Draymond Green solo se questi lo prendesse a calci nelle palle. Ma se Cleveland non è “il Leicester” (sigh), allora Golden State può essere “il Tottenham”? Mmmm non sono nemmeno arrivati terzi, la Premier è inutile.

E la NFL? Oddio….come ho fatto a non pensarci da solo?!?

Ma stavo dormendo?!?! Si…in effetti stavo dormendo, ma Carolina = Golden State. C’era anche Steph Curry con il tamburo e la maglia di Cam Newton nella cavalcata verso la sconfitta al Super Bowl 50. Warriors da record in regular season, Panthers che sfiorano la perfect (regular) season perdendo contro i Falcons (oh…GS ha perso pure contro i Lakers….). Guardi la squadra e li riconosci tutti: c’è Josh Norman vestito da Draymond Green (prevedo un suo futuro ai Sixers, far paralleli è una cosa seria), Klay Thompson fa il Greg Olsen della situazione, Harrison Barnes è evidentemente Brenton Bersin (mi spiace, HB40 a qualcuno doveva pur toccare di essere Brenton Bersin…o preferivi essere Mike Tolbert?! Davvero??), se pensando a Igoudala non vi viene in mente Luuuuuuuuke Kuechly allora davvero vi meritate “il Leicester”.

E poi la difesa arcigna, l’attacco completamente “diverso” rispetto a quello che siamo abituati a vedere, Cam Newton che rivoluziona il gioco tanto quanto fa Curry segnando a 10 metri con un piede che punta verso l’Ohio, l’altro verso l’Hall of Fame e il paradenti morso in maniera compulsiva come quando Cam fa (faceva) la Dab Dance. Golden State era Carolina ancor prima di gara 7, non poteva che finire così per loro questa stagione.

Sapevamo già tutto.

Sapevamo già tutto.

Abbiamo la copertina, un po’ hipster, ma hipster fa figo. Potremmo anche parlarvi di un Curry rosicante specie tra gara5 e gara6, tanto quanto Cam ha preso male la sconfitta nel Super Bowl, ma io li capisco, perdere è una merda ognuno reagisce a modo proprio: “show me a good loser and i’ll show you a loser” disse Cam, si può essere d’accordo o anche no, ma io me li ricordo i rimproveri a Lebron che non era andato ad abbracciare i vincitori nelle passate edizioni…meglio non infilarsi anche in questi paralleli.

Però mi resta il cruccio del calcio e proprio mentre mi sto arrendendo arriva in soccorso twitter (che Dio lo benedica): Pjanic che va alla Juve è come Lebron che è andato a Miami, Gilbert è Pallotta, Dani Alves è (sarà?) Chris Bosh…non vi dico chi è Wade voglio prima aspettare la fine del mercato (….non si scherza su queste cose, lasciatecelo…..). Ora tutti i tifosi romanisti stanno buttando merda addosso a Miralem, c’è pure la lettera (di Gilbert)/email (del’ex giallorosso) anche se stavolta l’ha scritta il traditore, non il tradito. Pjanic vincerà due Champions League, ma un giorno tornerà a casa (ma Pjanic non è bosniaco? Vabbè…Roma Caput Mundi) e vincerà a Roma, con la Roma, per la Roma: All together*. D’altronde vincere a Roma conta più che vincere a Torino, ma comunque meno che vincere a Cleveland. Parallelismi che si rincorrono, corsi e ricorsi storici, è tutto già scritto ed ormai che abbiamo aperto il vaso di pandora del calcio non abbiamo intenzione di fermarci.

Restiamo a Roma, la tripla di Irving decisiva nel finale? Chiaro, il gol di Florenzi da metà campo contro il Barcellona. Irving a questo punto è il fratello del figliol prodigo, l’abbiamo trovato! È anche capitan futuro prossimo.

E la stoppata di Lebron?

Lebron come Maradona

Diego Armando Lebron James Maradona

Oh my god! The block de dios!?! Guarda Igoudala che diventa Shilton. D’altronde per entrambe le azioni non riesci proprio a capire come possano essere avvenute senza aiuti extra terreni.

Cleveland ha vinto in rimonta, proprio come Vincenzo Nibali. S’è mossa come una farfalla, ha punto come un’ape. Lebron è immortale, proprio come Ciro Di Marzio. Se Pogba vale 160 milioni, allora Lebron ne vale millemila!!1!!! (da leggersi ovviamente con la voce dell’ingegner Cane). Se ha vinto Cleveland (fa ancora senso scriverlo…) dopo 50 e passa anni, allora adesso è il momento dei più che centenari Chicago Cubs (sì, questa è mia…e ci credo pure. Chi di parallelo ferisce, di parallelo perisce.) Gara7 è come un #ballottaggioballotaggio. Curry ha fatto la figura della Toyota alla 24h di LeMans….e potremmo continuare fino ad esplodere…se non siete già esplosi a “Pjanic”.

La degna chiusura spetta a lui: Beppe Fiorello a dicembre sarà “Cleveland, tutti insieme”

*All together, con un anno di distanza, ma finalmente attuale, la profezia s’è avverata. Quale? Boh…ce ne sono sempre tante.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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16 risposte

  1. mlbarza ha detto:

    E’ difficile commentare quanto è accaduto, a maggior ragione da simpatizzante Warriors.
    Una stagione regolare semi-irripetibile, che è sembrata prima finire troppo presto (con i Thunder) poi stava per finire in apoteosi (le prime 4 gare delle finales) e che invece finisce nel modo peggiore.

    C’è stata tutta una serie di fattori, tecnici, emotivi e fisici che hanno influito sulla fuga Warriors e sulla rimonta vincente dei Cavs:

    – la sospensione di Green in gara 5 ha sicuramente avuto un impatto emotivo (e fisico) incredibile. A larghi tratti, il Dancing Bear è sembrato l’unico Warrior che avesse ancora un po’ di benzina nel serbatoio e lo ha dimostrato anche stanotte

    – L’infortunio di Bogut, per quanto nei numeri incidesse poco, ha inciso molto sul modo di giocare degli Warriors, su ambedue i lati del campo

    – La “scomparsa” del supporting cast dei Warriors: Harrison Barnes è stato un missing in action per gran parte dei playoffs e della seconda parte delle finali. Ha avuto dei picchi, ma è stato meno incisivo dell’anno scorso. Iguodala ha fatto ancora una volta pentole e coperchi, ma sono mancati gli altri, che bene o male nelle prime 2 gare avevano dato un ottimo contributo e sono poi scemati, eccezion fatta per Livingston nelle gare casalinghe

    – Curry e Thompson hanno marcato visita nel momento che più contava. Vuoi per deficit fisici (infortuni l’uno, stanchezza l’altro) vuoi per l’essersi incaponiti a giocarsela uno contro tutti, ma i due Splash Brothers hanno finito in netto calando

    – Kerr non ci ha capito assolutamente nulla

    Dall’altra parte un uomo (un alieno?) non più solo al comando. Lebron questa volta è stato aiutato, eccome, da un Irving a tratti mostruoso (e sì, in Mamba mode) ma anche in tono minore, ma non meno importante, soprattutto da JR Smith e Tristan Thompson, da un Lue che non ha fatto danni e forse dall’incoscienza di chi ormai non aveva più nulla da perdere e si è liberato della scimmia che portava sulla spalla.

    Bravi i Cavs, hanno vinto 2 volte ad Oakland, è stato giusto che il titolo se lo siano portati a casa loro

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