UFC 200 – Review

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Sono passate 72 ore dalla fine di UFC 200. Ho aspettato un po’ per scriverne perché avevo bisogno di metabolizzare bene, ma ora sono arrivato alla conclusione definitiva: che card del cazzo.

Se volessimo sintetizzare all’osso questa pseudo-recensione, la parola che utilizzerei sarebbe delusione.

Andiamo con ordine.

Primo incontro, prima previsione sbagliata. Cain Velasquez ha fatto il culo a Travis Browne, ma non potrei essere più contento di aver sbagliato la mia preview. Cain è sempre stato uno dei miei fighter preferiti e ho sempre pensato che avrebbe dominato la divisione dei pesi massimi per tanti anni. Vederlo tornare ai vecchi fasti, pressante, in forma, con addirittura nuove armi nel suo arsenale, mi ha fatto godere come non mai.

UFC 200

Secondo incontro, discreto. Frankie Edgar ha confermato il mio odio nei suoi confronti e la sua pochezza contro avversari di livello. José Aldo lo ha letteralmente strapazzato per 25 minuti senza che il bamboccio del New Jersey riuscisse a fare nulla. Edgar, chiaramente, non è un campione. Riuscì ad ottenere la cintura dei pesi leggeri solo perché il mio adorato BJ era ormai sul viale del tramonto.

Il brasiliano, d’altro canto, ha dimostrato di essere tornato quello che ha dominato la sua categoria per un decennio, lanciando un chiaro messaggio a Conor: “Voglio anch’io una Bentley”.

Purtroppo il meteorite non è arrivato.

Terzo incontro, inizia la tragedia. Quello che doveva essere il main event si trasforma in una pagliacciata. Cormier fa il compitino e nulla più. Si limita a 15 minuti di “ti schiaccio con la panza” facendo, giustamente, valere la sua superiorità fisica. The Spider, poveraccio, con sole 48 ore di preavviso, fa il possibile per sopravvivere. La cosa meravigliosa è che quando Cormier ha provato a scambiare in piedi con Silva, ha quasi rischiato di perdere perché a 31 secondi dalla fine Anderson gli ha rifilato un delizioso middle kick che lo ha quasi mandato KO.

Anche qui, nessuna opinione mutata. Cormier non è un campione, si ritrova la cintura solo perché Jones è un cazzone. Silva è uno dei più grandi di tutti i tempi, punto. Ha quasi vinto un incontro contro un avversario molto più grosso, in una categoria che non era la sua, accettando l’incontro solo due giorni prima. Tutti giù il cappello per il Ragno.

Quarto incontro, la fine. Anche questa previsione sbagliata. Partiamo dal samoano che ha messo in atto una delle performance più brutte della sua carriera, senza riuscire a impensierire Lesnar neanche per un secondo. Bocciato.

Brock, invece, ha vinto e ha vinto dominando l’incontro, ma nonostante ciò, rimango fermo sulla mia posizione. Lesnar non è un combattente, non appartiene a questo mondo. Ciò che ho visto io sono stati 15 minuti di double leg (eseguiti perfettamente, nulla da dire) e nient’altro. Stare per tre round sul tuo avversario senza riuscire mai a concludere, per me, non è combattere. Non ha proprio le basi del combattimento, ha dalla sua solo una stazza gigantesca. Il che, se ci rifletto, è un peccato. Se sapesse anche combattere sarebbe il dominatore assoluto dell’universo.

Sarei ben felice se continuasse a competere nelle MMA e mi facesse cambiare idea sul suo conto, ma sappiamo tutti che questo non accadrà mai (che io cambi idea sul suo conto, non che continuerà a competere).

Quinto incontro, boh. Ormai conoscete tutti la mia avversione per le WMMA, quindi saprete che non ho visto l’incontro. Ho letto il risultato, però, che ha rafforzato la mia sfiducia verso le MMA femminili. La pochezza e la confusione che c’è in questo universo è stata confermata dall’ennesimo cambio di cintura, il terzo consecutivo. Niente, non fa per me.

Rimane l’amaro in bocca pensando che questa sarebbe dovuta essere la più grande card di tutti i tempi e probabilmente lo sarebbe stata se Jones non avesse scazzato e se Dana e Conor avessero evitato di fare i bambini. Provate ad immaginare quanto bello sarebbe stato l’evento con McGregor vs Diaz e Jones vs Cormier e magari, esagerando, un ritorno di GSP.

Ah, se volete guardare la vera main card di UFC 200 guardate gli early prelims e godete insieme a me dell’umiliazione del pagliaccio che porta il nome di Diego Sanchez. Esegue uno dei miei pupilli, uno che è nella UFC da 10 anni: Joe Lauzon.

Ora si attende con ansia UFC 202 per il ritorno di Conor e UFC 205 per il primo evento al Madison Square Garden. Andateci piano, però, che sono geloso.

Phre

Misantropo, cinico e sociopatico. Traduco serie TV. Marito di mio figlio, padre dei miei cani, figlio di mia moglie. Knickerbocker. Mi fingo esperto di MMA.

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