Giro 100 – Il percorso

Percorso Giro d'Italia 2017

Il 2017 è l’anno del Centesimo Giro d’Italia, e per l’occasione si è scelto di organizzare un Giro tutto italiano, cercando di toccare il maggior numero possibile di regioni. Il percorso è vario come d’abitudine, ma forse non speciale come un’occasione del genere avrebbe meritato. Attenzione perché già nella prima settimana si dovrà scalare l’Etna, quindi bisogna cominciare il Giro vicini al picco di forma, altrimenti si rischia di uscire di classifica troppo presto.

Tappa 1Venerdì 5 maggio, Alghero-Olbia (206 km)

Il Giro 2017 parte dalla Sardegna con una tappa sulla carta per velocisti, ma che potrebbe presentare qualche sorpresa. Percorso mosso e caratterizzato da strade complicate, interamente sulla costa Smeralda, quindi possibile ci sia anche vento. Ai -20 il San Pantaleo (3km al 5,6%) offre un trampolino di lancio ideale, ma per andare al traguardo bisogna essere dei fuoriclasse, perché le squadre sono fresche e al completo. L’arrivo ad Olbia è piuttosto tecnico con una curva a 90° prima degli ultimi 500 mt. Difficoltà: **

Tappa 2Sabato 6 maggio, Olbia-Tortolì (221 km)

Questa sulla carta è per fughe, ma non siamo nella terza settimana e tutti vogliono la maglia rosa. Le salite sono molto pedalabili, con rare puntate sopra il 5%. L’ultimo GPM è a quasi 50 km dall’arrivo quindi ci sarà tutto il tempo per organizzarsi e riprendere eventuali fuggitivi. Probabile volata anche oggi, magari da gruppo più ristretto. Difficoltà: **

Tappa 3Domenica 7 maggio, Tortolì-Cagliari (148 km)

Il weekend sardo si conclude con la più semplice delle tre tappe in programma. Si continua a viaggiare verso sud, direzione Cagliari, con in mezzo un GPM di quarta categoria che non farà male a nessuno. Unica possibile variabile il vento nella parte finale, comunque raro in questa zona. Difficoltà: *

RIPOSO 1Lunedì 8 maggio

Tappa 4Martedì 9 maggio, Cefalù-Etna (181 km)

Dopo il primo giorno di riposo, il Giro approda in Sicilia e trova le sue prime montagne, in una tappa che gli uomini di classifica non possono sottovalutare. Si parte da Cefalù e per 60 km nulla da segnalare, poi arrivano i 33 km al 4,5% di Portella Femmina Morta (sic) che servono a mandar via la fuga di giornata. Dalla vetta, una trentina di km in discesa e un lungo mangia e bevi prima di attaccare la vera star di giornata: l’Etna.

Si torna sul vulcano siciliano dopo 6 anni (allora vinse Contador), ma da un versante diverso. E’ una salita molto irregolare, con brevi tratti sopra il 10% già nei primi km, dove volendo si può fare la differenza. All’inizio le strade sono più strette, con qualche albero a bordo strada, ma da metà in poi non c’è più vegetazione e il paesaggio diventa lunare. Se c’è vento o sole cocente i corridori si prendono tutto. Occhio perché, contrariamente a quanto si pensa, questa è una salita anche da grandi distacchi. Se si arriva in ritardo di condizione, addio alla generale. Difficoltà: ****

Tappa 5Mercoledì 10 maggio, Pedara-Messina (159 km)

Dopo il primo scossone alla classifica, ecco un’altra frazione per le ruote veloci. C’è qualche colle nei primi 100 km, ma nulla che possa creare grossi patemi alle squadre più organizzate. Dopo il passaggio scenografico a Taormina, ci sarà il tempo per riprendere la fuga e preparare la volata. Arrivo in un circuito nel centro di Messina. Difficoltà: **

Tappa 6Giovedì 11 maggio, Reggio Calabria-Terme Luigiane (217 km)

Il ritorno sul continente porta una tappa lunga, nervosa e per nulla scontata. I primi 180 km non presentano particolari difficoltà, ma da lì in poi bisogna correre sempre in testa per non rischiare trappoloni. Ai -25 il muro di Fuscaldo (2 km al 7%) può invogliare gli attaccanti più coraggiosi. Seguono 15 km su strade non semplici e poi il finale molto intrigante.

Strappo di 1 km al 6%, falsopiano, breve discesa con tornanti e poi volata per prendere gli ultimi 2 km davanti. La strada verso il traguardo di Terme Luigiane parte con pendenze dolci ma poi si inasprisce, toccando punte al 10% nell’ultimo km. Tappa adatta a uomini da classiche e grandi finisseur, ma delicata anche per gli uomini di classifica. Difficoltà: ***

Tappa 7Venerdì 12 maggio, Castrovillari-Alberobello (Valle d’Itria) (224 km)

Lunga tappa di transizione che strizza l’occhio ai velocisti. Dalla Calabria si risale verso la Puglia, con un lungo passaggio sulla costa ionica. C’è un solo GPM dalle pendenze molto dolci, ma il finale è tecnico: tante curve secche e anche un paio di brevi strappetti al 5%. Bisogna sapere andare in bici per vincere oggi. Difficoltà: **

Tappa 8Sabato 13 maggio, Molfetta-Peschici (189 km)

Il secondo weekend del Giro si apre con un’interessante frazione vallonata, una di quelle che spesso rendono speciale la corsa rosa. Partiti da Molfetta, i corridori stanno per quasi 90 km sulla costa, per poi trovare il Monte Sant’Angelo (9,6 km al 6%), una salita vera che mette tutti sull’attenti. Dalla cima, una ventina di km in discesa portano la corsa nel Gargano, dove lo scenario cambia radicalmente, tra tornanti, brevi strappi e discesine tecniche. Sono circa 70 km da correre sempre davanti, ma soprattutto gli ultimi 10 possono far male.

L’ascesa alla Coppa del Fornaro presenta due strappi al 6% intermezzati da un km di discesa. Seguono 2 km di discesa e un breve tratto in pianura, prima del muro finale verso il traguardo di Peschici, pedalabile all’inizio ma molto duro negli ultimi 500 mt. Adattissima agli amanti delle Ardenne, è una frazione che si presterebbe anche a qualche attacco a sorpresa per la generale. Solo che domani c’è il Blockhaus, quindi probabile si vada di conserva. Difficoltà: ***

Tappa 9 Domenica 14 maggio, Montenero di Bisaccia-Blockhaus (152 km)

Dopo una sola settimana di Giro, ecco l’arrivo più duro di tutta la corsa. Si continua a risalire la costa adriatica dopo aver valicato il confine tra Molise e Abruzzo. A Francavilla, con 75 km sostanzialmente pianeggianti alle spalle, si svolta verso l’entroterra e si sale a Chieti (5 km al 5%) per scaldare le gambe. Ci vogliono ancora 25 km per arrivare a Scafa, da cui comincia la salita più dura di tutti gli Appennini: il Blockhaus. I primi 10 km sono al 4% e formalmente non fanno parte del GPM, che parte invece dall’abitato di Roccamorice. 

Questa è una salita epica, dove Eddie Merckx, nel ’67, disse per la prima volta al mondo che lui era anche corridore da Grandi Giri. Il versante da scalare nel 2017 è il più duro e non è mai stato arrivo di tappa. Sono 13 km all’8,5%: brutali, costanti, non danno mai tregua.

Qui si fa un pezzo di Giro, anche perché un arrivo così duro è quasi senza precedenti nella prima settimana di corsa. Segnatela col circoletto rosso sul calendario. Nessuno si risparmierà. Difficoltà: *****

RIPOSO 2Lunedì 15 maggio

Tappa 10Martedì 16 maggio, Foligno-Montefalco (39,8 km)

Al rientro dal secondo giorno di riposo e con una generale probabilmente già assestata, arriva un’altra tappa chiave del Centesimo: la prima cronometro individuale. Più breve rispetto alle grandi crono vinicole degli ultimi anni, è comunque frazione per specialisti.

Fino al primo intertempo si resta su grandi stradoni e si può andare sempre oltre i 50 all’ora. Poi arriva un tratto più mosso, con curve e qualche falsopiano. L’ultima parte è di nuovo su strade molto ampie, prevalentemente pianeggianti, fatta eccezione per il finale leggermente all’insù. Non è una crono tecnica, quindi voleranno i minuti. E da domani si pensa a come recuperare. Difficoltà: ****

Tappa 11 – Mercoledì 17 maggio, Firenze (Ponte a Ema)-Bagno di Romagna (161 km)

Bellissima frazione di media montagna che onora Gino Bartali partendo da Ponte a Ema. 15 km di pianura all’inizio e poi su e giù tra gli Appennini fino alla fine. Ci sono ben 4 GPM sulla strada per Bagno di Romagna, il più duro dei quali è l’iniziale Passo della Consuma (16 km al 6%). Dopo la discesa molto veloce, si affrontano Passo della Calla (16 km al 5,3%) e Passo del Carnaio (11 km al 4,5%), per poi transitare per la prima volta da Bagno.

Da qui parte il lungo falsopiano verso Monte Fumaiolo (23 al 4 %) che però si infiamma negli ultimi 3 km con pendenze vicine al 10%. La discesa che segue è molto tecnica all’inizio, più abbordabile da metà in poi. Tappa aperta a molti scenari, che potrebbe entusiasmare o deludere profondamente. Chi è rimasto scottato da Blockhaus e cronometro, potrebbero provare a redimersi. Difficoltà: ***

Tappa 12 – Giovedì 17 maggio, Forlì-Reggio Emilia (234 km)

Normalmente questa dovrebbe essere adatta alle fughe, ma le chance per i velocisti scarseggiano e ci sono ben 120 km per riprendere i fuggitivi dopo l’ultimo GPM di giornata. Volata al 90%. Difficoltà: **

Tappa 13 – Venerdì 19 maggio, Reggio Emilia-Tortona (167 km)

Godetevi la bellezza della pianura padana, qui al suo meglio. Difficoltà: * per i corridori, ***** per i cameraman (occhio ai colpi di sonno).

Tappa 14 – Sabato 20 maggio, Castellania-Oropa (131 km)

Si parte da Castellania per onorare Fausto Coppi, che lì nacque, e si arriva ad Oropa per onorare Marco Pantani, che qui scrisse la storia. E lo si fa con la tappa più deludente di questo Centesimo: una lunga processione in vista dello sprint in salita verso Oropa. 120 km di nulla e poi i 12 km al 6% che portano al traguardo, con pendenze molto blande all’inizio e poi via via più cattive. Non è una salita dove si possono fare distacchi, specie alla fine di una frazione così semplice. Suggerimento agli organizzatori: ste cagate lasciatele alla Vuelta, por favor. Difficoltà: ***

Tappa 15 – Domenica 21 maggio, Valdengo-Bergamo (199 km)

Non deludente come quella di ieri, ma anche qui c’è del potenziale sprecato. Tappa di media montagna che finisce tra i colli nei pressi di Bergamo, quelli dove recentemente si è spesso concluso il Giro di Lombardia. Anche oggi tanta pianura all’inizio, poi ai -50 si attacca la prima asperità di giornata, il San Salvatore (8,7 km al 7%), una salita regolare che può fare selezione. Breve discesa e si arriva alla base del Selvino, che con i suoi 7 km al 5,5% invece difficilmente produrrà distacchi. Più selettiva rischia di essere la discesa molto tecnica, che finisce ai -17. Dopo una decina di km pianeggianti ecco lo strappo verso Bergamo Alta (1 km all’8%).

Dalla cima ci sono solo 3,5 km per andare al traguardo, quindi un attacco ben assestato dà chance di vittoria. Non è una tappa in cui ci si possa inventare chissà quali numeri, ma si viene da una frazione tutto sommato semplice con l’imminente riposo del giorno dopo. Qualcuno una botta la dà di sicuro. Difficoltà: ***

RIPOSO 3Lunedì 22 maggio 

Tappa 16 – Martedì 23 maggio, Rovetta-Bormio (222 km)

Ecco la tappa regina del Giro 2017, un mostro di 222 km e più di 5000 mt di dislivello complessivo. Sono solo tre i GPM di giornata, ma di quelli che mettono i brividi già dalla sera prima. Partenza da Rovetta, breve discesa e poi quasi 60 km di dolce falsopiano per arrivare a Edolo, da cui parte la prima salita di giornata: il Mortirolo (per l’occasione intitolata Montagna Scarponi). Quest’anno si sale dal versante più semplice, circa 13 km al 7,6 %, comunque abbastanza per inacidire parecchie gambe a inizio tappa. Dopo 15 km di discesa e altri 20 in valle per raggiungere Bormio, è tempo di levare gli occhi al cielo. Lì davanti c’è la Cima Coppi, sua maestà lo Stelvio.

Non è il versante più duro, ma sono sempre 22 devastanti km al 7%, di cui almeno 10 sopra i 2000 metri di altitudine. E’ una salita bestiale, infinita, dove manca l’aria. Non serve nemmeno che qualcuno voglia attaccare, la selezione viene da sola. Resta un trampolino ideale per azioni da lontano, specialmente per chi ha bisogno di recuperare tanti minuti e magari si è premurato di mandare un compagno in avanscoperta. Occhio anche alla discesa, 48 tornanti dove servono bike handling, coglioni e un bel foglio di giornale sulla panza. In valle, i corridori troveranno una rampa di 5 km che li porterà in territorio svizzero, prima dell’ultimo decisivo GPM di giornata.

L’Umbrailpass altro non è che il versante nord dello Stelvio, quello più breve ma non per questo meno duro (13,4 km all’8,4%). Già di per sé sarebbe salita da grandi distacchi, ma dopo tutto quello che c’è stato prima rischia di essere il crocevia di questo Giro d’Italia. Dalla cima mancano circa 20 km di discesa molto tecnica, e attenzione ai tifosi per strada perché si scende dal versante da cui si è saliti nel secondo GPM. Chi vince oggi probabilmente si prende un pezzo di Giro. Difficoltà: *****

Tappa 17 – Mercoledì 24 maggio, Tirano-Canazei (Val di Fassa) (219km)

A margine degli stupendi paesaggi della Val di Fassa, non molto da dire su questa tappa. Aprica e Tonale per capire chi andrà in fuga e poi una lunga processione col gruppo che se la prende comoda e i fuggitivi che si scattano in faccia sul falsopiano finale verso Canazei. Difficoltà: ***

Tappa 18 – Giovedì 25 maggio, Moena (Val di Fassa)-Ortisei (Val Gardena) (137 km)

Il tappone dolomitico del Centesimo è uno di quelli che possono fare la storia, oppure perdersi nella memoria delle occasioni sprecate. Frazione breve con 5 GPM non durissimi, e forse anche per questo adatta ad azioni leggendarie, con i capitani che si scannano fin dall’inizio. Pronti via si va verso il Pordoi (12 km al 7%), si scollina in Veneto e poi si ritorna in Trentino tramite il Passo Valparola (12 km al 6,5%). Dopo la discesa che porta a Corvara si affronta il terzo GPM di giornata, il Passo Gardena (9 km al 6,5%), per poi dirigersi verso la città di arrivo, Ortisei. Solo che la tappa non è finita, e anzi i fuochi di artificio devono ancora arrivare.

A 35 km dall’arrivo comincia il Passo Pinei (4 km al 6,3%), che pare semplice ma ha un paio di muri al 15% e potrebbe anche rappresentare il punto chiave della tappa. Se non è successo niente prima, probabile che qui qualcuno vada all’arrembaggio, perché le squadre saranno già sfaldate. L’ultimo GPM di giornata è quello che porta a Pontives (9 km al 7%), con pendenze veramente toste negli ultimi 3 km. Dalla vetta, ci sono altri 4 km di falsopiano per andare al traguardo di Ortisei. Servono le gambe, ma anche tanta freddezza e una squadra solida per vincere la tappa di oggi, forse l’ultima occasione per fare grandi distacchi. Difficoltà: *****

Tappa 19 – Venerdì 26 maggio, San Candido-Piancavallo (191 km)

L’ultimo arrivo in salita del Giro viene al termine di una tappa interlocutoria, probabilmente destinata ad essere vinta da un fuggitivo della prima ora. I primi 175 km sono piuttosto vallonati con due GPM di media difficoltà che difficilmente vedranno attacchi dei big, anche perché dalla penultima salita ci sono ben 70 km pianeggianti per arrivare ai piedi di Piancavallo.

Salita molto dura, con il non indifferente pregio di avere le pendenze più cattive nella prima metà. Nel complesso sono 15,4 km al 7,3%, ma non lasciatevi ingannare: si sta spesso sopra il 10% e solo alla fine si può tirare il fiato. Doveroso quindi attaccare a inizio salita per provare a far saltare il banco. Siamo a fine Giro, con poca benzina nel serbatoio. Chi scoppia rischia di pagare un fio pesantissimo. Difficoltà: ****

Tappa 20 – Sabato 27 maggio, Pordenone-Asiago (190 km)

Due giorni al termine del Giro, e questa è l’ultima chance per gli scalatori che avessero ancora voglia di vincerlo. Quasi 200 km non semplici da interpretare, con una prima parte frastagliata ma senza grandi vette, prima di incontrare ai -90 il Monte Grappa (24 km al 5,3%). Lo si scala dal versante più semplice, ma non è una passeggiata. I primi 8 km sono costantemente sopra il 7% e offrono il terreno ideale per aprire la corsa in due, specialmente se si ha qualche gregario disposto a immolarsi. Il resto della salita è a gradoni, con tratti pianeggianti e qualche rampa bella tosta. Dal GPM mancano 70 km al traguardo e la discesa seguente è veramente per specialisti (qui Nibali attaccò nel 2010 per poi vincere ad Asolo). Altri 13 km di pianura e si attacca l’ultimo GPM del Giro.

Mai scalata in precedenza, Foza è una salita costante, senza tratti particolarmente cattivi, ma che può far male a tantissimi. Sono 14 km al 7%, con una postilla: non c’è discesa per tirare il fiato. Per arrivare ad Asiago ci sono infatti quasi 15 km di falsipiani e lieve discese, dove avere un compagno, un alleato o semplicemente uno stronzo da pagare per tirare qualche metro può fare davvero la differenza. Tappa forse non hollywoodiana, ma di grande sostanza. Potrebbe anche essere la più bella del Centesimo, se la classifica è ancora aperta. Difficoltà: *****

Tappa 21 – Domenica 28 maggio, Monza-Milano (29,3 km)

Il Giro 100 si conclude a Milano e non poteva essere diversamente: la città lombarda non ha ospitato l’arrivo conclusivo solo 23 volte (di cui la gran parte negli anni ’80), ma rispetto alla consueta passerella questa volta ci sarà una crono da quasi 30 km fatta di stradoni e molti rettilinei sin dalla suggestiva partenza: un giro dell’autodromo di Monza. Giusto nel finale, attorno a Piazza Duomo si registra qualche spigolosità in più.
Sarà la 18esima volta che si chiude con una cronometro, di cui 5 consecutive tra il 2008 e il 2012. Due volte è stata decisiva anche per la vittoria finale: la prima nel 1984, con le ruote lenticolari di Moser e i 2 minuti e 24 secondi inflitti a Fignon, la seconda proprio nel 2012 con la Rosa che passò da Rodriguez ad Hesjedal (da -31″ a +16″). La fatica potrebbe appiattire le differenze, ma occhio! Difficoltà: ***

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