Green Bay Packers 2017 – Caccia al centesimo

Tra luglio e agosto vi abbiamo presentato tutte e 32 le squadre con i loro cambiamenti principali e con le loro speranze e/o paure. Questa è l’ultima di un lungo ed estenuante “lavoro”, speriamo di avervi allietato l’estate. Le altre le trovate tutte in questa sezione: Team by team preview 2017.

NB. Per facilitarne la lettura trovate i vari argomenti divisi in pagine (attacco, difesa, special team, draft & free agency, coaching staff, resoconto & calendario): posizionando il mouse sopra il menu che trovate dopo l’introduzione potrete navigare tra le varie pagine come meglio credete.

Ci sono state stagioni in cui ai Packers è sembrato mancare proprio il centesimo per fare il dollaro: d’altronde a parte il championship dell’anno scorso in cui sono stati spazzati via dai Falcons, nelle tre occasioni precedenti hanno perso di 3 contro San Francisco (con Kaepernick sugli scudi e field goal allo scadere), di 6 contro Seattle (partita andata all’overtime per un onside kick non ricoperto) e ancora di 6 contro i Cardinals (sempre all’OT, nella versione di Arizona in cui Arians&Palmer erano da hall of fame).

Come detto la scorsa stagione ha fatto eccezione (anche se la partita al cardiopalma a Green Bay non se la sono fatta mancare, con la bella e sofferta vittoria contro i Cowboys al divisional), ma lo schiaffo subito dai Falcons (apparsi imbattibili sino a 30 minuti dalla fine della stagione) non sembra essere stato preso come palla al balzo per provare a cambiare qualcosa su alcuni aspetti che non convincevano. Questa in sostanza è stata la solita offseason packersiana. Andiamo però come solito nel dettaglio, reparto per reparto.

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ATTACCO

Come sempre in attacco continuerà a dipendere tutto da Rodgers, nel bene e anche nel male. La sensazione è che in questi anni, abbagliati anche da un talento mostruoso come quello di A-Rod, a Green Bay si siano un po’ seduti sulle intuizioni del loro QB. Certo se hai Rodgers e non Mark Sanchez puoi anche farlo con successo, ma finisci per diventare scontato e complicare troppo anche le prestazioni del tuo asso a cui si chiedeva di fare ad ogni azione pentole e coperchi (o era lui stesso a volerli fare, tralasciando troppo spesso soluzioni più semplici).

Sono arrivati a chiedere troppo a Rodgers che per alcuni tratti delle passate stagioni (anche perché non supportato a pieno da un supporting cast spesso falcidiato da problemi fisici) si è un po’ perso. Il quarterback ex California non è ovviamente in discussione, anzi il periodo difficile (la stagione 2015) sembra comunque alle spalle: nel 2016 sia per il recupero di Nelson, sia magari per un approccio meno complicato ai giochi chiamati si è decisamente ripreso.

Sua riserva sarà ancora Brett Hundley, ormai al terzo anno senza aver avuto mai una reale chance. Il GM Thompson più che di vederlo in campo, spera di ricavarne qualcosa da colui che nel 2015 è stato un quinto giro da UCLA. Una specie di Matt Flynn, ma con più successo per la franchigia, che dal suo passaggio a Seattle non ci guadagnò nulla visto che lo fece da free agent.

Se Hundley è un Flynn 2.0, le aggiunte di Jamaal Williams e Aaron Jones, arrivati in coppia via draft (quarto e quinto giro), assomigliano molto a quelle del 2013, anno in cui al secondo giro Thompson&McCarthy scelsero Eddie Lacy e al quarto Johnathan Franklin. I Packers quindi non sono nuovi a questa doppia mossa, che per molti può sembrare ridondante (sicuramente lo è per i fantagiocatori, ma fatti loro…) e non è un caso la ripropongano proprio quest’anno che della precedente coppia non restava più nulla: Eddie Lacy ha portato i suoi problemi di peso a Seattle, mentre lo sfortunato Franklin era stato costretto a ritirarsi solo dopo una stagione a causa di continui problemi al collo.

I due nuovi runningback arrivano in NFL però con molte meno aspettative dei loro predecessori. Le università di provenienza incidono: Alabama&UCLA vs BYU&Utep.

Per certe cose Williams è proprio un “simil-Lacy”: runningback che vive di prepotenze al centro del campo, bravo sia con lo stiff arm che a rendere difficile la vita ai difensori avversari grazie alla potenza del suo corpo. Genera un buon quantitativo di yard dopo il primo contatto e l’abbiamo visto più volte “trascinare” i difensori attaccati ai suoi fianchi, certo ad un livello inferiore ma dà un’idea del giocatore che può essere. Proprio come Lacy però non aspettatevi il big play, oltre a non essere stato molto coinvolto nel passing game, né come bloccatore né come ricevitore.

Se Williams è “fero”, l’altro rookie, Jones, è “piuma”: RB molto più elusivo del suo nuovo compagno, ma anche in questo caso la velocità sul lanciato non è la specialità della casa. Più rapido nello stretto, che veloce in campo aperto. Di contro lui sì che può essere un fattore anche come ricevitore fuori dal backfield ed ha una buona visione sia per le corse all’interno che all’esterno della linea. Nel complesso è più completo di Williams (dalla sua anche una certa dimestichezza nel blocking game), ma ha delle performance di un livello più basso.

Entrambi comunque partono dietro a Ty Montgomery che nel 2016 ha completato la sua trasformazione da WR/RB a RB/WR. La sfumatura è minima, ma importante. Ad ogni modo Rodgers continuerà a sfruttare la sua poliedricità: l’anno scorso 77 corse (a 5.9 di media!!), 44 ricezioni.

Un RB con l’88!! (Mandatory Credit: Tim Heitman-USA TODAY Sports)

Saranno questi tre a dover rendere efficace un running game che proprio come successo l’anno scorso, continuerà a vivere sull’apporto di più giocatori. Di certo però bisognerà aumentare il volume, perché solo 374 corse (e nessuno dei singoli runningback sopra le 100 portate) sono una stranezza che tende a rendere troppo prevedibile l’attacco con il rischio di tornare a quanto visto nel 2015. Per di più sarebbe un peccato non far rendere un mostro a tre teste, che pur se composto da giocatori inesperti, ha sulla carta tutte le caratteristiche per essere efficace.

Occhio anche a Aaron Ripkowski: l’anno scorso quando a Green Bay lasciarono andare Kuhn (uno dei prediletti di Lambeau) in molti storsero la bocca. Il “polacco” però già nella passata stagione ha mostrato che il ruolo del fullback, pur se in via di estinzione, può contare su di lui per sopravvivere.

La cosa migliore che resta dal 2016 è l’esplosione di Davante Adams, atteso e sopportato per due anni. In molti pensavano che una volta non emerso nemmeno in contumacia Nelson, per Adams si fosse ormai cucita del tutto l’etichetta del bust. Una stagione da 75 ricezioni (121 target), 997 yard e 12 TD, secondo in squadra in ogni voce statistica solo a Jordy Nelson, era del tutto inaspettata. I dati ci parlano di un wide receiver che invece proprio dalla presenza di un compagno pericoloso è riuscito a ricavare un vantaggio. E finalmente Green Bay ha trovato il vero WR2 che tanto mancava in questo sistema.

Cobb infatti ha dimostrato di non poter sopportare quel peso, pur restando un giocatore tatticamente insostituibile.

Un trio Nelson, Adams, Cobb è completo e spettacolare. Forse proprio per non andare ad intaccare degli equilibri tanto ricercati in questi anni, si è deciso di trascurare un po’ la posizione in quelli che sono i ruoli di riserve. Qualcosa dal draft è arrivato, ma nè YanceyDupre sembrano avere chance sul breve periodo. Entrambi comunque sono dei vertical threat, che se si adatteranno in fretta al livello professionistico potranno allungare un po’ il campo.

Molto più di impatto sarà sicuramente l’aggiunta, avvenuta via free agency, di Martellus Bennett che viene da una stagione meravigliosa ai Patriots (701 yard, 7 TD) in cui si è rimesso prepotentemente sulla mappa della NFL. Assieme a Lance Kendricks, dovrà portare il reparto dei tight end su livelli che mancano da molto tempo: senza stare a scomodare l’iconico Mark Chmura (peraltro eroe nei tempi in cui il ruolo del TE era molto diverso), è dall’abbandono di Jermichael Finley che non si ha qualcosa di solido in questa posizione.

Tra i due da non dimenticare il sempre utile (almeno per fare il TD “palindromo” Rodgers to Rodgers) Richard Rodgers.

La linea offensiva nel complesso è buona, anche se nel dettaglio emergono particolari interessanti. Innanzitutto ha grosse pecche nel running game: difficilmente riesce a generare corse facili ai propri RB. Secondo PFF l’unico giocatore del quintetto ad aver avuto buone performance in questo aspetto del gioco è il centro J.C. Tretter, diventato titolare a stagione in corsa a causa dei problemi fisici di Linsley e non rinnovato per quest’anno.

Se nel running game le cose vanno sotto media, nel passing game bisognerebbe fare una statua ai titolari della passata stagione: non è facile proteggere un artista come Aaron Rodgers, spesso intento a tenere troppo la palla e per di più a spostarsi dentro e fuori la tasca al di là dello schema rendendo alle volte un vero terno al lotto il compito dei suoi “protettori”. Ecco che quindi il rendimento dei vari David Bakthiari, Lane Taylor (confermati come LT e LG) e Bulaga (RT) assume un valore ancora più alto.

Nel ruolo di centro tornerà Corey Linsley, mentre come guardia di destra toccherà al veterano, neo arrivato, Jahri Evans sostituire T.J. Lang, passato ai Lions.

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DIFESA

La difesa è il vero tasto dolente di questa squadra non a caso le prime quattro scelte fatte al draft sono andate una per ogni zona del campo difensivo: CB, S, DT, OLB. In particolar modo la copertura sul passing game è stata spesso imbarazzante e martoriata dagli attacchi altrui. Parliamo di un reparto, quello delle secondarie, che nel 2016 ha concesso 8,1 yard di media a tentativo: ultimi con distacco in uno degli aspetti statistici che in questi ultimi anni sta prendendo sempre più una importanza maggiore nelle chance di vittoria.

Molto di questo dato è da imputare ad una annata sotto tono da parte dei cornerback, a partire dall’infortunio di Sam Shields (che peraltro è ancora senza contratto). Dietro a lui Damorious Randall e Quinten Rollins (primo e secondo giro 2015) hanno faticato molto a trovare un rendimento costante nel loro anno da sophomore, quasi catapultati in una nuova dimensione da titolari (ed anche loro hanno saltato delle partite). Un pochino meglio è andato Ladarius Gunter, ma restiamo sempre nel campo dell’inadeguatezza per i ruoli principali.

Bisognava intervenire e lo si è fatto a partire dal ritorno a casa base di Davon House, che nelle sue due annate ai Jaguars non ha di certo entusiasmato (eufemismo), ma che ai Packers, pur con un utilizzo ridotto, sembrava essere in rampa di lancio. Il contratto annuale quasi al minimo salariale per un veterano (2,8 milioni) ben lontano dai 25 milioni in 4 anni firmati ai Jaguars ben descrive il momento della sua carriera, in cerca di rilancio. Per non farsi mancare nulla e sentirsi più accettato dai nuovi compagni spesso out per problemi fisici si è presentato con un infortunio muscolare in via di recupero.

Può essere il CB1 da spedire sulle tracce dei forti wide receiver che saranno affrontati quest’anno? Le sfide con Falcons, Cowboys, Saints, Lions, Steelers, Bucs sono tutte in calendario per dare una risposta a questa domanda alla quale potrebbe provare a rispondere anche il rookie, da Washington, Kevin King. Nella sintetica analisi del giocatore va intanto sottolineata proprio la provenienza: gli Huskies sono stata una delle difese sui passaggi più forti dell’intera nazione, probabilmente la più forte in assoluto. King infatti è stato il primo di tre compagni di reparto scelti all’interno del secondo giro lo scorso aprile (Budda Baker ad Arizona, Sidney Jones a Philadelphia).

King sa fare queste cose (Credit: Getty images)

King nelle ultime 28 partite al college, in una major confernce (la PAC12), ha concesso un solo TD. Caratteristica non di secondo piano in una squadra come i Packers che nel 2016 ha subito ben 32 touchdown su passaggio (terzultimi). La sua stazza abbinata alla sua velocità lo rendono un prodotto che può davvero sfondare in NFL. A delle doti atletiche di primissimo livello abbina anche una comprensione del gioco che spesso gli ha portato a fare la giocata giusta anche in zone coverage e dovendo quindi leggere le varie situazioni. Va in sofferenza un po’ in fase di placcaggio e soprattutto nel difendere le tracce nell’underneath: l’anno scorso su slant e tracce strette ad uscire ha concesso 12 ricezioni su 14 tentativi.

Insomma tra i 5 CB che vi abbiamo nominato non ce ne è uno che sia una certezza e ciò fa un po’ pensare se si considera appunto che questo era il reparto in cui ci si aspettava una risposta maggiore. Le safety invece in qualche modo rinfrancano il tifoso Packers: HaHa Clinton-Dix e Morgan Burnett sono ormai una sicurezza (di ruolo e di fatto).

La partenza di Hyde che aveva spesso permesso lineup “fantasiosi” è stata sopperita, almeno numericamente, dalla seconda scelta effettuata al draft, quella di Josh Jones. Jones è un giocatore molto grezzo ed incostante, capace però di giocate da far strabuzzare gli occhi. Il talento atletico è tutto lì da vedere, ma è l’approccio mentale che va migliorato. Certe amnesie palesatesi a North Carolina State, tra i pro non sono concesse. Su PFF il paragone che fanno è con Matt Elam, sia nei pro che nei contro, ci pare una similitudine molto azzeccata. Starà a lui riuscire a scrivere un finale diverso.

Un po’ meglio la base da cui partiva il front seven, al quale mancano un po’ gli assi, ma che nel complesso era e resta formato da giocatori solidi. Tra di loro non ci sarà più Datone Jones (altro giocatore rimasto in division, questa volta sponda Vikings), ma Mike Daniels (DE), Kenny Clark (DE), Nick Perry (OLB), Jack Ryan (ILB), Blake Martinez (ILB) restano a mantenere vivo il core della difesa.

Tra questi senza dubbio Nick Perry è quello che viene dalla miglior stagione riconosciuta anche a livello contrattuale: 60 milioni nei prossimi 5 anni appena firmato a premiare la prima stagione in doppia cifra in fatto di sack. Il 2016 è stato il suo breakout year (per nulla strano che sia arrivato proprio quando andava in scadenza).

Non si può dire la stessa cosa di Clay Matthews. Sicuramente vi sarà balzata all’occhio la sua assenza nella lista precedente, ma il più che vistoso biondo giocatore ex USC sta passando un momento difficile della sua carriera: i passaggi di ruolo tra esterno, interno e di nuovo esterno ci hanno restituito un Matthews quasi confuso, meno incisivo che in passato. Ci si mettono poi dei problemi fisici (alla spalla questa volta) che spesso in carriera ne hanno rallentato le performance. Non va in doppia cifra di sack da due anni e per uno che vive di prepotenze nei backfield avversari come lui la cosa fa un po’ strano.

Ma la sua latitanza in fatto di pass rush non ha impoverito un granché la produttività complessiva della squadra che nel 2016 ha messo a segno ben 40 sack (sesti NFL).

Da valutare anche l’inserimento nel front seven sia del veterano Ricky Jean-Francois in linea, sia dei rookie Montravius Adams (DE), giocatore molto adatto alla linea fronte dispari, e Vince Biegel, rushatore esterno che proverà ad entrare in rotazione sin da subito, mentre proprio nelle ultime ore si è deciso di aggiungere l’ex niners Ahmad Brooks, veterano di lungo corso, nella speranza possa dare aiuto nella pass rush stando però lontano dalle sue solite evitabili penalità (“Offside” Brooks) che ne hanno spesso condizionato il rendimento.

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SPECIAL TEAM

A quanto pare ci sarà un nuovo punter “in città”: Jacob Schum paga oltre ai problemi alla schiena, una certa imprecisione nel piazzare i propri calci (4 touchback, ma soprattutto solo 16 piazzati dentro le 20 yard avversarie). Al suo posto in questa preseason abbiamo visto il rookie undrafted Justin Vogel. Vedremo se sarà così anche in regular season o si tirerà dentro qualche veterano.

Per i field goal, il momento difficile della carriera di Mason Crosby pare molto lontano e il suo posto non è minimamente in discussione.

A Ty Montgomery manca solo di dare una pulita agli spogliatoi e poi ha fatto davvero di tutto per questi Packers, è ancora lui il “favorito” per ritornare i kick off anche nel 2017. Per i punt invece, perso Micah Hyde, potremmo avere delle sorprese.

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DRAFT

2 (33) – Kevin King, CB (Washington)
2 (61) – Josh Jones, S (North Carolina State)
3 (93) – Montravius Adams, DT (Auburn)
4 (108) – Vince Biegel, OLB (Wisconsin)
4 (134) – Jamaal Williams, RB (BYU)
5 (175) – DeAngelo Yancey, WR (Purdue)
5 (182) – Aaron Jones, RB (UTEP)
6 (212) – Kofi Amichia, OG (South Florida)
7 (238) – Devante Mayes, RB (Utah State)
7 (247) – Malachi Dupre, WR (LSU)

MOVIMENTI PRINCIPALI FREE AGENCY

In: Martellus Bennett (TE, NE), Lance Kendricks (TE, LAR), Jahri Evans (OG, NO), Ricky Jean-Francois (DT, SF), Davon House (CB, JAC).

Out: Eddie Lacy (RB, SEA), James Starks (RB, FA), Jared Cook (TE, OAK), T.J. Lang (OG, DET), J.C. Tretter (C, CLE), Letroy Guion (DE, FA), Mike Pennel (DT, NYJ), Datone Jones (DL, MIN), Julius Peppers (DE, CAR), Sam Shields (CB, FA), Micah Hyde (S, BUF).

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COACHING STAFF

Mike McCarthy occupa la posizione di head coach dal 2006, Dom Capers quella di defensive coordinator dal 2009, il più “fresco” è l’offensive coordinator, Edgar Bennett, che ricopre il ruolo dal 2015 dopo aver fatto una lunga trafila sempre con i Packers iniziata nel 2001 come allenatore dei running back e continuata nel 2011 come allenatore dei ricevitori: insomma è nel coaching staff di questa squadra da 17 anni ed ha lavorato anche per Mike Sherman (head coach precedente).

Ai Packers non piacciono gli stravolgimenti, è così per i giocatori come abbiamo visto e vale la stessa cosa per gli allenatori. Questa cosa inizia un po’ a pesare alla fanbase della squadra: McCarthy non è ritenuto più all’altezza dei tempi, Dom Capers continua a costruire difese poco costanti nel rendimento (con più bassi che alti) e a vivere un po’ di rendita per i pochi picchi positivi avuti nel passato.

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RESOCONTO e CALENDARIO

L’attacco ha un hype meno stellare rispetto a quello di qualche anno fa, ma resta comunque solido e completo in ogni reparto. Qualcosa è cambiato (RB rookie, Martellus Bennett, Jahri Evans) e molto del miglioramento passerà da loro, ma in generale ci aspettiamo sempre buonissime prestazioni quando i Packers hanno la palla in mano. Diverso il discorso della difesa dove continuiamo a non capire come si continui a dare credito al defensive coordinator Dom Capers che negli ultimi anni ha mostrato davvero pochi miglioramenti.

Nel complesso parliamo comunque della favorita per la NFC North, nonché tra le migliori squadre dell’intera conference. Le aspettative sono sempre alte, arrivare ai playoff è dovuto, cercare quel centesimo che manca sempre per fare il dollaro resta l’obiettivo anche per questa stagione. Molto in questo passerà dai rookie (Jamaal Williams, Aaron Jones e Kevin King su tutti).

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azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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