Los Angeles Rams 2017 – Liberi da Fisher

Tra luglio e agosto vi presenteremo tutte e 32 le squadre con i loro cambiamenti principali e con le loro speranze e/o paure. Troverete tutte le squadre pubblicate in questa sezione: Team by team preview 2017.

NB. Per facilitarne la lettura trovate i vari argomenti divisi in pagine (attacco, difesa, special team, draft & free agency, coaching staff, resoconto & calendario): posizionando il mouse sopra il menu che trovate dopo l’introduzione potrete navigare tra le varie pagine come meglio credete.

Sarà il secondo anno dopo il ritorno a Los Angeles per i Rams, anche se lo stadio futuristico di Inglewood è ancora in costruzione e dovranno giocare di nuovo al Memorial Coliseum (casa dei Trojans di USC) e la prima stagione è meglio considerarla anno zero, visti gli scarsi risultati e soprattutto la guida “vecchia” di Jeff Fisher.

Quest’anno si riparte davvero da un nuovo coaching staff e da nuove idee, in attesa del nuovo stadio (2020). I Rams non vanno ai playoff dal 2004 e da allora non hanno più avuto stagioni vincenti (al massimo 8-8 nel 2006). La rivoluzione non si è fermata solo a questo, anche il roster ha subito una profonda trasformazione specie in attacco. Basterà per cancellare il livello a tratti deprimente avuto nel 2016?

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ATTACCO

L’attacco è senza dubbio l’aspetto del loro gioco che meno si avvicina al livello professionistico NFL: l’anno scorso è stato un pianto, peggior squadra o penultima in quasi tutti gli aspetti statistici dai più semplici (yard e punti), ai più ricercati (conversione dei terzi down, yard per corsa, yard per tentativo di passaggio, QB rating, sack concessi, ecc ecc…). Non ha funzionato nulla e non a caso si è ripartiti proprio da un head coach “offensivo”.

Non si poteva di certo cambiare il quarterback. Jared Goff era arrivato con la prima assoluta l’anno scorso per la quale peraltro erano stati scambiati due draft (prima scelta, due seconde, terza 2016 e prima e terza 2017) e nonostante una stagione piuttosto sotto tono ha ancora il credito per iniziare questa regular season come QB titolare attorno al quale costruire qualcosa di duraturo e solido.

Guardare le cifre messe assieme nelle 8 partite giocate è sconsigliato: 54,6% di completati, 136 yard a partita (fanno poco più di 2000 in un anno….), 5 TD e 7 intercetti (a cui andrebbero sommati anche i 2 fumble persi). Con tutte le attenuanti del caso del supporting cast che gli orbitava attorno e un coaching staff alla deriva (entrambi gli aspetti però c’erano anche per Case Keenum, che seppur nella mediocrità generale ha fatto sensibilmente meglio), penso si debba scomodare il bust dei bust Jamarcus Russell per trovare una prima scelta assoluta così in difficoltà nelle prime partite e il paragone non è per nulla confortante.

Quali sono gli aspetti che Goff dovrà migliorare nel 2017? Intanto dovrà avere più presenza all’interno della tasca, i Rams dovranno proteggerlo meglio, ma non è accettabile continuare a vederlo scappare all’indietro quando in molti casi sarebbe bastato il classico “passo in avanti” per eludere la pressione e provare a completare (a fronte di 3 sack in più rispetto a Keenum, l’anno scorso ha perso 80 yard in più). Per battere la pressione poi dovrà velocizzare le letture e soprattutto il rilascio.

Già questi aspetti, se migliorati, potrebbero iniziare a far intravedere la possibilità di giocare titolare in NFL. L’obiettivo ovviamente è posto molto più in alto essendo una prima assoluta, ma dopo una stagione da rookie del genere bisogna ricalibrare tutto e ricominciare da zero. Fa ancora più strano perché letture, presenza nella tasca e velocità di rilascio a leggere gli scouting report di un anno fa erano anche tra i suoi punti di forza.

In preseason si sono visti decisi miglioramenti, ma è giusto dare poco peso a queste partite con zero scouting e zero mordente. Lo aspettiamo in regular season. Intanto attorno gli hanno costruito una batteria di target completamente nuova rispetto all’anno scorso: in quattro step i Rams hanno ridisegnato 4 dei 5 slot da “titolari” tra WR (3) e TE (2). Considerando che l’unico giocatore già presente l’anno scorso (il tight end Tyler Higbee) non era stato in campo per più del 50% degli snap ecco che è giusto considerare il tutto come completamente nuovo.

Robert Woods e Sammy Watkins arrivano entrambi dai Bills, dove il passing game era addirittura più martoriato di quanto visto ai Rams l’anno scorso. Lì però era un sistema offensivo diverso che strutturalmente non poteva sfruttarli al meglio, qua mancava quella qualità che proprio loro sono chiamati a portare ora. Woods è arrivato proprio all’inizio della free agency con un contratto pesante (35 milioni in 5 anni), ma con poco garantito (10 milioni), starà quindi a lui meritarselo andando intanto a dimostrare maggiore continuità di rendimento di quanto fatto a Buffalo. Potenzialmente può essere un WR2 molto interessante, ma il tempo del “potenzialmente” inizia a scadere.

Ancora tu?! (Mandatory Credit: David Butler II-USA TODAY Sports)

Watkins invece è arrivato via trade a preseason già iniziata: a Buffalo sono andati una seconda scelta e il cornerback Gaines. Lui per ora ha pagato una salute ondivaga che l’ha tenuto quasi sempre o fuori dal campo o con scarsa condizione. I flash di talento li abbiamo visti e c’è la sensazione che il sistema offensivo di cui sopra l’abbia anche frenato più del dovuto. Ora si trova nell’ultimo anno del suo contratto da rookie, chiaramente i Rams vorranno prolungarlo, lui invece si trova in una situazione un po’ particolare e vorrà intanto dare vita ad una stagione da 1200+ yard, 80+ ricezioni, 10+ TD, tutti livelli che sinora non ha mai raggiunto. Farlo in quello che sino all’anno scorso è stato il peggior attacco della NFL non sarà facile.

Nella guerra per il terzo posto sono in tanti e con caratteristiche diverse ad essersi iscritti: Tavon Austin, Mike Thomas, Pharoh Cooper e Cooper Kupp battaglieranno, uno di loro riceverà più snap, altri rischieranno addirittura il taglio. Appartenente a quest’ultima categoria al momento pare Thomas, che deve far fronte anche ad una squalifica di 4 giornate per un test antidoping fallito.

Mentre in vantaggio sugli altri per giocare molti più snap sembra essere il rookie Kupp, terzo giro da Western Washington. A leggere gli scouting report pre draft questo non dovrebbe sorprendere, Kupp è il classico ricevitore che si fa ben volere prima dagli allenatori e poi dal proprio QB: mani forti che vanno a cercare la palla senza aspettarla, intelligenza nel leggere le coperture e trovare la zona meno coperta per colpire le difese, pulito nel correre le tracce (benché non tutte) e punire i defensive back dopo la ricezione grazie sia alla sua agilità che ad una velocità non “banale”. Probabilmente non ha grossi margini di miglioramento, ma tutte queste qualità sono emerse anche in questa fase prestagionale e non sembra in dubbio il suo coinvolgimento in questo attacco, forte di un feeling che pare più che buono con Goff. Anzi, sembra a rischio il numero di target di Woods.

Anche tra i tight end si attende qualcosa di meglio. Non che fossero molto utilizzati negli ultimi anni, ma Lance Kendricks non è più a roster (preso dai Packers) e Tyler Higbee non pare adatto a diventare un target solido per i passaggi. Ecco che allora dal draft è arrivato anche Gerald Everett, un altro che, come Kupp ed ovviamente Watkins, riesce a generare yard dopo la ricezione: Everett nel 2016 a South Alabama ha forzato ben 24 missed tackle, primo tra i pari ruoli, come era stato primo nel 2015 con 22. Non pare molto costante nel ricevere ed è tutto da costruire eventualmente come bloccatore.

E la linea offensiva dei Rams un po’ di aiuto potrebbe necessitarlo (ecco perché tatticamente al momento forse Higbee potrebbe avere un buon utilizzo): tra le peggiori della Lega ha registrato la partenza di un paio di titolari che non verranno rimpianti. Greg Robinson è stato una disgrazia arrivata con la seconda scelta assoluta solo 3 anni fa, Tim Barnes è stato lasciato andare dopo essere diventato il centro titolare per demeriti altrui. Al suo posto è arrivato via free agency John Sullivan forte della sua esperienza a Washington con l’attuale HC McVay. Va detto che ormai pare lontano dai livelli eccellenti raggiunti 4 5 anni fa ai Vikings, ai Redskins oltre ad aver perso un anno per un problema alla schiena non ha quasi mai giocato da titolare.

L’aggiunta più importante è quella di Andrew Whitworth altro super veterano (come Sullivan già abbondantemente oltre i 30 anni) a cui si chiede di dare le ultime energie alla causa. Nei suoi 11 anni ai Bengals è emerso come uno dei migliori tackle della Lega, ma ne avrà ancora? Negli ultimi tre anni è stato nominato All-pro in due occasioni. C’è fiducia.

Al suo fianco come left guard giocherà il duttile Roger Saffold che pare aver trovato un rendimento soddisfacente più come guardia che come tackle. Sul lato destro il tackle Havenstein viene da una stagione buona per il running game, mentre in pass protection ha sofferto molto (ha concesso 8 sack, troppi); come guardia titolare c’è lotta tra Jamon Brown e Cody Wichmann, entrambi presenti a roster da due anni, con il primo favorito.

Dietro a loro dovranno correre i RB o per meglio dire il RB: a giudicare dal roster attuale ormai si è gettata la maschera, il running game è tutto nelle mani e nelle gambe di Todd Gurley che dopo un buon primo anno, ha subito un discreto rimbalzo indietro nelle prestazioni nell’anno da “sophomore”. Le yard di media a portata sono passate da 4.8 a 3.2, i TD (pur giocando tre partite in più) sono diminuiti da 10 a 6, così come le yard totali da 1106 a 885. Uno “slump” (come lo chiamano oltre oceano) inaspettato che in parte può essere giustificato da delle difese che non facevano altro che riempire il box consce del fatto che nessuno avrebbe lanciato per più di 10 yard.

Sarà interessante vedere l’utilizzo che sarà fatto del neo arrivato, da Dallas, Lance Dunbar che però come suo solito sta lottando contro qualche malessere fisico. Lui, se sano, è il classico running back da terzo down bravo nei bloccaggi ma soprattutto negli screen pass, con buona capacità di creare qualcosa una volta ricevuta la palla. La sua assenza questa volta dovuto ad un problema al ginocchio al momento è “indefinita”, ragion per cui McVay ha già detto che il suo posto sarà preso da Malcolm Brown, anche se il reparto pare molto corto e forse qualcosa potrebbe smuoversi nei prossimi giorni anche con i tagliati delle altre squadre.

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DIFESA

In difesa si passa definitivamente alla 3-4 o più in generale alle idee e al credo (spesso vincente) di Wade Phillips. Certo alcuni uomini sono cambiati, ma rispetto all’attacco qua si partiva già da un livello medio di talento accettabile e quindi lo step di prestazioni lo si richiederà più che altro agli allenatori e alle loro nuove idee difensive.

Uno dei migliori.

Parlando del front seven, pur registrando un solo nuovo giocatore tra i titolari, molti vedranno cambiata la loro posizione di partenza o gli assegnamenti: in linea l’intento è utilizzare Aaron Donald come se fosse un J.J. Watt (appena rientrerà dall’holdout), i mezzi atletici e tecnici ci sono tutti, accoppiare sullo stesso lato lui e Robert Quinn (che partirà qualche yard più indietro dalla posizione eretta) renderebbe devastante l’impatto della pass rush da quella parte del campo.

Michael Brockers non è un nose tackle mastodontico, ma con Phillips spesso abbiamo visto nella posizione gente meno mangia-spazio e più dinamica sin dai tempi in cui allenava ai Cowboys. Per il resto Brockers è un talento ancora molto giovane (26 anni, sesta stagione nella lega) che può rendere molto di più di quanto visto l’anno scorso, non è detto che questo rimescolamento tattico non possa giovargli.

Per il terzo posto della linea a fronte dispari c’è molta lotta anche se la qualità non pare alta. Ad ogni modo parte favorito l’undrafted 2014 Ethan Westbrooks.

Sotto Wade Phillips ci siamo abituati a vedere outside linebacker spesso dominanti e ai vertici della NFL: sarà interessante vedere quanto potrà migliorare Robert Quinn che le sue cifre migliori le ha registrate ormai più di 3 anni fa e partendo mano a terra (10.5, 19 e 10.5 i sack messi a segno tra il 2012 e il 2014). Nelle ultime due stagioni ha saltato 15 partite ed è sembrato in calando, ma ha solo 27 anni. Sarà il nuovo miracolo del “figlio di Bum“?

Per dare profondità ai rushatori poi sono arrivati ben due outside linebacker, uno via free agency (Connor Barwin) l’altro via draft (Samson Ebukam preso al quarto giro).

Barwin ha già lavorato con Phillips ai tempi di Houston e non può essere un caso che proprio nel primo anno con lui (il 2011) è andato in doppia cifra di sack, vetta raggiunta poi solo un’altra volta in carriera. In realtà l’ex Eagles non è un rushatore puro, ma un linebacker più completo. Se e quando vorranno aumentare la pressione probabilmente butteranno in campo il rookie Ebukam probabilmente scoperto proprio mentre si studiavano i video di Cooper Kupp (entrambi arrivano dallo stesso college, minore, Eastern Washington).

Ebukam è un prospetto molto interessante, con una atleticità che gli permette di portare pressione da ogni zona del campo (anche centralmente), partendo sia in piedi che mano a terra. Starà al coaching staff completarlo in altri aspetti del gioco strada facendo, per ora come detto è visto come rushatore in chiare situazioni di passaggio e qui può mettere assieme un buon bottino di sack sin dal primo anno.

All’interno della linea dei linebacker si schiereranno Alec Ogletree e Mark Barron (la cui transizione a LB da S è ormai completata): due ottimi atleti. Più preoccupante la situazione dietro a loro in depth chart, ma se non dovesse esserci bisogno dei backup parliamo di una delle migliori coppie di inside linebacker della NFL.

Nel complesso quindi il front seven già ottimo di suo (ma che ha perso William Hayes) pur nel nuovo formato pare poter mantenere se non migliorare il rendimento ottenuto nel 2016. Correre e lanciare senza pressione contro questi uomini sarà ancora molto difficile.

Più preoccupante è la situazione tra le secondarie, dove negli ultimi anni si è continuato a perdere pezzi di talento senza tanto affanno nel sostituirli (Janoris Jenkins, Rodney McLeod, T.J. McDonald su tutti oltre l’ultimo scambiato E.J. Gaines). Quest’anno sono arrivati degli onesti mestieranti che altrove però non hanno mai ricoperto il ruolo da titolare come Kayvon Webster da Denver e Nickell Robey-Coleman da Buffalo. Entrambi aiuteranno Trumaine Johnson nel coprire i wide receiver altrui.

Tra le safety invece ci si aspetta tanto in fase di copertura da Lamarcus Joyner che forse definitivamente sarà impiegato come free safety e attorno al quale il nuovo defensive coordinator ripone molte aspettative. Mentre Maurice Alexander dovrà giocare più vicino alla linea di scrimmage e supportare la difesa sulle corse, un po’ quello che fino all’anno scorso faceva T.J. McDonald.

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SPECIAL TEAM

Greg Zuerlein, noto anche come Legatron (nei suoi giorni migliori) o “qualcosa di non riportabile” (nei suoi giorni peggiori), sarà il kicker anche per la prossima stagione dei Rams. La sua è stata una vicenda un po’ complicata: dopo un 2015 disastroso in cui va detto fu costretto a calciare anche da distanze siderali (sbagliando e portando la sua percentuale realizzativa ad un deprimente 66,6%), nel 2016 Greg si è ripreso (86,4%, solo 4 tentativi sopra le 50) e sembrava aver riconquistato la fiducia dei Rams, che invece l’avevano portato a scadenza per poi rifirmarlo con calma a free agency iniziata. Con lui bisogna stare un po’ sempre sul “chi va là”, la gamba c’è, la costanza invece va e viene.

Il punter Johnny Hekker, abile anche nei fake punt, è tra i più utilizzati della lega (l’anno scorso solo San Francisco, 100 volte, ha puntato di più dei Rams, 98). Lui è un autentico fenomeno per il ruolo: per media netta è il migliore dell’intera NFL (46,2 yard) con più del 50% dei suoi calci che muoiono all’interno delle 20 avversarie e un solo touchback, per di più i ritorni avversari durano mediamente 4.3 yard (grazie anche ai suoi compagni ovviamente), pure qua nessuno ha fatto meglio l’anno scorso.

Per i ritorni perso Benny Cunningham che veniva utilizzato spesso e con buone medie nei kickoff, occhio a Pharoh Cooper e Michael Thomas (se non dovesse essere tagliato). Mentre sui punt confermato Tavon Austin.

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DRAFT

2 (44) – Gerald Everett, TE (South Alabama)
3 (69) – Cooper Kupp, WR (Eastern Washington)
3 (91) – John Johnson, DB (Boston College)
4 (117) – Josh Reynolds, WR (Texas A&M)
4 (125) – Samson Ebukam, LB (Eastern Washington)
6 (189) – Tanzel Smart, DT (Tulane)
6 (206) – Sam Rogers, FB (Virginia Tech)
7 (234) – Ejuan Price, DE (Pittsburgh)

MOVIMENTI PRINCIPALI FREE AGENCY

In: Aaron Murray (QB, PHI), Lance Dunbar (RB, DAL), Sammy Watkins (WR, BUF), Robert Woods (WR, BUF), Andrew Whitworth (OG, CIN), John Sullivan (C, MIN), Tyrunn Walker (DT, DET), Connor Barwin (OLB, PHI), Kayvon Webster (CB, DEN).

Out: Benny Cunningham (RB, CHI), Brian Quick (WR, WAS), Kenny Britt (WR, CLE), Lance Kendricks (TE, GB), Tim Barnes (OG/C, SF), Greg Robinson (OL, DET), Will Hayes (DE, MIA), E.J. Gaines (CB, BUF), T.J. McDonald (S, MIA).

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[nextpage title=”Coaching Staff”]

COACHING STAFF

Ci hanno messo qualche stagione di troppo, ma alla fine ce l’hanno fatto: Jeff Fisher non è più il capo allenatore dei Rams. In 5 anni non è riuscito a dare un solo segno di miglioramento ad una squadra che ha vivacchiato sempre attorno (ma sotto) il 50% di vittorie. La proprietà, a lui molto legata, gli ha fatto fare il trasloco da St. Louis a Los Angeles, ma alla fine ha dovuto arrendersi all’idea che non fosse l’uomo a cui affidare la rinascita.

Quest’anno quindi il coaching staff è stato ricostruito da zero: il 12 gennaio Sean McVay a 31 anni ancora da compiere è diventato il capo allenatore più giovane di sempre (battendo il primato di Lane Kiffin ai Raiders nel 2007). Il bello è che “bazzica” la NFL ormai da una decina d’anni: appena finito il college, nel 2008, (Miami, Ohio in cui giocò come ricevitore) è entrato a far parte del coaching staff dei Buccaneers (all’epoca allenati da Jon Gruden), poi una breve parentesi in UFL e il ritorno immediato questa volta ai Redskins prima di Mike Shanahan, sotto al quale ha lavorato con i tight end, e poi di Jay Gruden (fratello di Jon) che non solo l’ha tenuto all’interno del suo staff ma l’ha anche promosso a lavorare con i QB e poi proprio come offensive cooordinator.

L’attacco dei Redskins ne ha giovato in particolar modo e dopo tre anni di buoni risultati ecco il nuovo step di McVay, mente offensiva molto brillante ora alle prese della gestione in toto di una squadra di football professionistica. Vedremo come Rams, che proprio nell’attacco hanno il loro punto debole, reagiranno a questo cambiamento. Intanto come offensive coordinator è stato nominato Matt LaFleur, un altro giovane (38 anni) ed inesperto per il ruolo (prima volta OC in NFL), che McVay conosceva già visto che i due avevano condiviso l’esperienza nella Washington di Shanahan in cui LaFleur allenava i quarterback.

Per la difesa invece s’è preso il meglio possibile: Wade Phillips, dopo l’esperienza entusiasmante ai Broncos, è rimasto libero una manciata di giorni. La difesa aveva già delle basi interessanti, sotto alla sua guida ci si aspettano grandi cose.

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RESOCONTO e CALENDARIO

Non è facile tirare le somme su questa squadra. In attacco troppe cose devono andare per il verso giusto e poche sono delle certezze. McVay sarà subito all’altezza del suo nuovo ruolo? E si vedrà già la sua idea di attacco? Goff darà continuità ai lievi miglioramenti visti in preseason? Watkins riuscirà a fare una stagione al 100%? I due “vecchietti” inseriti in linea offensiva garantiranno quell’upgrade fondamentale per poter almeno provare a rispondere alle domande precedenti? Gurley è quello del primo anno? E potrei continuare all’infinito.

D’altra parte dalla difesa ci si aspetta un rendimento non dico stellare ma da top 5 della Lega, ma se abbinata ad un attacco che la terrà in campo troppo tempo come l’anno scorso tutto questo potrebbe essere inutile.

Va detto che rispetto ad un anno fa già avere dei dubbi sull’attacco (e non delle certezze di far schifo) pare un netto passo avanti, dovessero andare bene due o tre cose potremmo anche parlare di sorpresa per la NFC West. Ma è molto più probabile un altro anno di transizione e magari lottare per non arrivare ultimi in division, davanti ai 49ers.

In calendario interessante già alla week 2 lo scontro con l’ex squadra di McVay, i Redskins.

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azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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