Philadelphia Eagles 2017 – Rampa di lancio

Tra luglio e agosto vi presenteremo tutte e 32 le squadre con i loro cambiamenti principali e con le loro speranze e/o paure. Troverete tutte le squadre pubblicate in questa sezione: Team by team preview 2017.

NB. Per facilitarne la lettura trovate i vari argomenti divisi in pagine (attacco, difesa, special team, draft & free agency, coaching staff, resoconto & calendario): posizionando il mouse sopra il menu che trovate dopo l’introduzione potrete navigare tra le varie pagine come meglio credete.

Tre anni consecutivi senza post season non capitavano dal triennio 1997-1999. Nonostante la bacheca sia ancora vuota, negli ultimi 30 anni gli Eagles sono stati ospiti quasi fissi ai playoff ecco perché fa strano non trovarli impegnati nelle sfide da dentro e fuori per così tanto tempo.

La scorsa è stata la seconda stagione consecutiva conclusa con un record di 7-9 che in una division improvvisamente competitiva è voluto dire il quarto ed ultimo posto. Messa così pare che tutto sia andato male in quel di Philadelphia, in realtà il primo anno della nuova (vecchia) gestione Pederson/Roseman (Head Coach e sostanzialmente General Manager) è sembrato decisamente più interessante rispetto all’ultimo di Chip Kelly per avendo portato lo stesso numero di vittorie: percezioni diverse, ma non solo.

Nella stagione che inizierà a settembre molto è cambiato (soprattutto in attacco), l’interesse maggiore sarà quindi continuare a vedere come Pederson plasmerà questo reparto nel quale sarà determinante la crescita di Wentz, dopo alcune ombre ma anche molte luci del primo anno giocato tutto da titolare, quasi a sorpresa.

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ATTACCO

Rispetto ad un anno fa in cui sembrava vigere il caos nella posizione di QB, quest’anno le gerarchie sono ben definite e gli uomini dietro al titolare completamente nuovi. Dopo un anno lautamente pagato per non fare nulla, per il quale deve ringraziare la sua “vicinanza” a Doug Pederson, Chase Daniel è stato scaricato (ed è tornato a fare il backup di Brees ai Saints): Nick Foles di ritorno a Philadelphia e un interessante (almeno come backup) Matt McGloin che ad Oakland ha mostrato di poter essere un buon paracadute si contenderanno il ruolo di backup durante l’estate, con il primo che parte favorito.

Davanti a loro non c’è dubbio che giocherà Carson Wentz, seconda scelta assoluta 2016, che viene da una prima stagione molto positiva all’inizio e un po’ in calando nella seconda parte con gli intercetti che sono aumentati di pari passo con gli incompleti. Il talento su cui lavorare pare esserci e sostanzialmente la paura più grossa che c’era attorno a lui, quella di venire da un livello di football troppo più basso rispetto alla NFL (North Dakota State), è stata presto fugata dalla sua leadership in campo ancor prima che dalle sue esecuzioni.

Grosso cambiamento invece è avvenuto anche per i ruoli da titolare nelle skill position, WR e RB in particolar modo. Dopo aver investito in giovani che per lo più non hanno mantenuto le aspettative (qualcuno ha detto Agholor?), il management ha deciso di dare un burst importante alla posizione di ricevitore portando a casa due dei free agent più talentuosi disponibili: Alshon Jeffery ha firmato un annuale a 10 milioni per provare intanto alla lega di poter star sano almeno un anno e conquistare poi nella prossima offseason quel contrattone da 15+ milioni all’anno a cui uno con le sue qualità tecniche e fisiche può sicuramente ambire.

Jeffery-Owens: paragoni pesanti e stimolanti

L’altro nuovo arrivato è Torrey Smith, scappato da San Francisco dove in due anni ha ricevuto poco più di 50 palloni e non è arrivato 1000 yard, cifre che uno speedster come lui ha dimostrato di saper fare in una singola stagione. Il suo ruolo, stando a delle caratteristiche comunque limitate, non può essere totalitario nemmeno a Philadelphia, ma per allungare il campo può andare più che bene.

Dopo la trade di due giorni fa che ha portato Jordan Matthews a Buffalo assieme ad un terzo giro, per rafforzare il reparto molto sospetto dei cornerback, e dopo il taglio di Dorial Green-Beckham la depth chart va un attimo rivista, anche perché al momento titolare sarebbe Nelson drop Agholor, che è già tanto non sia stato ancora tagliato.

Forse in queste settimane a Phila hanno visto qualcosa di veramente buono tra i due rookie Mack Hollins e Shelton Gibson (quarto e quinto giro).

Hollins studierà molto da vicino Torrey Smith, come lui è dotato di una velocità in verticale devastante e al college la gran parte della sua produzione offensiva è arrivata con big play superiori alle 20 yard; anche Gibson è molto simile, insomma la velocità c’è, ora starà al coaching staff costruirci attorno anche dell’altro.

Importanti novità anche tra i running back: sappiamo quanto a Pederson interessi stabilire un gioco di corsa efficace ed imprevedibile, nella prima stagione agli Eagles questo non si è visto molto, i running back sono stati alternati, ma non sempre con efficacia. Potrebbe pagare per tutti Ryan Mathews che pare ormai non avere più nessun amico in NFL. Intanto è arrivato LaGarrette Blount, forte dei suoi 18 TD messi a segno nella passata stagione e della seconda annata sopra le 1000 yard (dopo quella da rookie a Tampa): il problema con Blount è che le yard a portata sono ormai sinistramente vicine al 3.9, gli anni vanno per i 31 e soprattutto fuori dai Patriots s’è sempre fatto distrarre troppo da una vita un po’ burrascosa. Almeno il contratto firmato è un annuale.

Pur non avendone le caratteristiche, alla fine anche quest’anno il RB titolare o quanto meno quello più importante in questo sistema di gioco sarà Darren Sproles che tra target in ricezione e corse continua a mantenersi su una dignitosa cifra superiore alle 160. Gli anni passano ma lui pare non curarsene più di tanto e resta una spina nel fianco dei game plan difensivi avversari.

Molto più canonico è stato e sarà l’utilizzo di Wendell Smallwood arrivato quasi in sordina l’anno scorso, ma che s’è conquistato un utilizzo intelligente. Non ha il talento per diventare un crack in futuro, ma già da quest’anno potrebbe veder aumentato il numero di snap da passare in campo. Se lo dovrà battagliare con un giocatore a lui molto simile sia come caratteristiche sia come ingresso in NFL: Donnell Pumphrey è arrivato con un quarto giro quest’anno e al college a San Diego State avevamo già sentito parlare di lui con partite in serie sopra le 200 yard (ha chiuso il suo anno da senior con 2133 yard corse!).

Occhio anche a Corey Clement, undrafted da Wisconsin che quanto meno deve essere abituato a correre (314 portate nel suo ultimo anno al college, dove storicamente il running game è un must).

Nessuna novità tra i tight end: a 26 anni Ertz si è stabilizzato come target principale dell’intero attacco e non fa fatica a portare a casa la stagione da 75 ricezioni e 800 yard. Dietro a lui potrebbe avvenire il passaggio di consegne almeno come utilizzo tra Trey Burton (molto positivo la passata stagione) e Brent Celek, una istituzione a Philadelphia ma ormai abbastanza logoro dalle dieci stagioni con una sola partita saltata.

Un solo cambiamento (peraltro “late”) in linea di attacco che resta una delle migliori della NFL: Allen Barbre è stato mandato ai Denver Broncos per un “late round pick” del 2019, dietro a lui ci sarà una bella lotta tra il terzo giro dell’anno scorso, Isaac Seumalo, e Chance Warmack, decima scelta assoluta e potenzialmente una delle migliori guardie della classe 2013, che però a Tennessee non ha convinto per nulla e per di più viene da una stagione in cui ha giocato solo 2 partite per un problema ai tendini della mano. Occhio anche ad un eventuale inserimento nella contesa del centro di riserva Stefen Wisniewski.

Il miglioramento poi potrà avvenire contando in una stagione piena di Lane Johnson, che nella scorsa ha saltato ben 10 partite per test antidoping fallito (e per il quale sta avendo un contenzioso giuridico con la lega stessa). Confermatissimi l’altra guardia Brandon Brooks, ottima aggiunta della scorsa stagione, problemi di ansia a parte, il centro Jason Kelce e il left tackle un po’ in calando di rendimento Jason Peters.

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DIFESA

Molti meno cambiamenti in difesa, che peraltro ha avuto un rendimento tutto sommato soddisfacente nella passata stagione. Più che altro si è intervenuti con aggiunte al draft nei primi tre giri che in alcuni casi daranno frutti più nei prossimi anni che in questo.

L’obiettivo principale sarà migliorare la pass rush: per questo motivo ad affiancare un Brandon Graham, che pare aver trovato definitivamente una collocazione come DE in una linea a 4 ed ha raggiunto un livello di gioco invidiabile, ci saranno un rookie da primo giro (Derek Barnett) e un veterano come Chris Long, che dopo aver patito un utilizzo a singhiozzo a New England (necessario però per mettere argenteria sulle dita) ora vuole tornare ad avere un impiego più estensivo. Non sappiamo quanto questo suo desiderio a 32 anni possa però essere soddisfatto agli Eagles, dove davanti a lui troverà anche un Vinny Curry che sinora è andato un anno sì e l’altro no (e questo dovrebbe essere l’anno buono).

Barnett, 14esima scelta assoluta e terzo DE dietro ai mostri di questa classe (Garrett e Thomas), pare avere un campionario nell’attaccare la linea avversaria già molto interessante e alcuni lo paragonano a Greg Hardy (evitiamo facili battute).

Innesti sono avvenuti anche all’interno della linea: Jernigan dopo tre buone stagioni a Baltimore non vede l’ora di giocare in uno schema molto aggressivo come quello guidato dal suo nuovo defensive coordinator Jim Schwartz che ha costruito DT devastanti lungo tutta la sua carriera. L’ex Ravens, che è arrivato via trade ed è all’ultimo anno del suo contratto da rookie, giocherà affianco a Fletcher Cox che ormai ha raggiunto lo status di stella per il ruolo. Beau Bell, se dimostrerà di poter star sano, si alternerà ai due.

Nel complesso parliamo di una delle migliori linee difensive della NFL (se non la migliore), sia in prospettiva che per il presente. Talento, esperienza, profondità, coaching non mancano. Ci sono tutti gli elementi per costruire qualcosa di dominante.

What a defensive line!

Nigel Bradham e Jordan Hicks continueranno a rappresentare la cerniera centrale della difesa: i due l’anno scorso hanno giocato rispettivamente il 91,1% degli snap difensivi e il 95,2%, non uscendo quasi mai per tutte le situazione di gioco. Molti più role play è stato Mychal Kendricks che è stato nuovamente al centro di possibili trade dopo una stagione appunto molto ai margini della difesa.

Ma ormai questa è una tendenza che è comune a molte squadre NFL in cui conta molto di più il terzo cornerback o la terza safety piuttosto che il terzo LB. In quest’ottica non sorprende l’infornata di nuovi defensive back avvenuta in questa offseason: partiamo proprio da Ronald Darby, l’ultimo arrivato giusto due giorni fa. Una mossa un po’ strana in casa Eagles ma che è chiaro sintomo di quanto non fossero per nulla contenti del reparto che avevano messo assieme, profondo ma con pochissime certezze. L’ex Bills è sicuramente un giocatore di talento, giovane e con altri due anni a costo più che controllato, immediatamente è il CB1 di questa squadra e upgrade importantissimo in quello che era l’unico punto debole di questa difesa.

Dalla free agency in precedenza era arrivato un enigmatico Patrick Robinson che dopo disastri ai Saints aveva avuto una buona stagione ai Chargers come nickel back. L’anno scorso ai Colts anche per problemi fisici è tornato ad essere P-rob (diminutivo di “problem”). Agli Eagles stanno valutando quale importanza dargli se schierarlo al largo o sugli slot receiver avversari. Anche perché quei posti vedono la concorrenza del giovane Jalen Mills e di Ron Brooks, con quest’ultimo che però pare più che sospetto specie se schierato all’esterno.

A questi poi vanno aggiunti due rookie, anzi uno e mezzo: Rasual Douglas è quello intero, Sidney Jones invece dovrà recuperare da un problema molto grave al tendine d’Achille che potrebbe fargli saltare tutta la prima stagione. A Philadelphia però sperano non comprometta una carriera che al college l’aveva messo in mostra come uno dei migliori se non il miglior corner back di questa classe.

In definitiva, tirando le somme, siamo davanti ad un reparto dei cornerback che andava ricostruito dopo la perdita di Carroll e McKelvin, e che con l’aggiunta improvvisa di Darby forse ottiene quello che i tifosi speravano sin dall’inizio della free agency. Resta ancora con qualche dubbio, ma l’aggiunta dell’ex Bills cambia sensibilmente le carte in tavola anche nella valutazione di quello che era il punto debole.

Molto bene le safety dove la coppia Malcolm Jenkins e Rodney McLeod già formata l’anno scorso resta una delle migliori a livello NFL.

In definitiva parliamo di una squadra che ci aspettiamo conceda ben meno di 20 punti a partita (soglia che rappresenta un po’ l’elite) e che in generale possa primeggiare in tantissimi aspetti statistici, a maggior ragione ora che hanno mostrato di voler migliorare anche i CB dove qualcosa evidentemente mancava.

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SPECIAL TEAM

Dopo annate di cambiamenti spesso anche in corsa, a Philadelphia pare abbiano trovato finalmente un kicker sul quale poter contare con Caleb Sturgis confermato per il terzo anno consecutivo. Idem per il punter 37enne Donnie Jones, al quinto anno in Pennsylvania.

Qualche novità invece potrà esserci per i ritornatori: Huff e Barner non sono più a roster e l’anno scorso avevano fatto parte della cooperativa per i kick off return. Verranno sicuramente buoni i due speedster draftati (Hollins e Gibson), con Sproles che potrebbe anche veder calare il suo impiego nei punt return.

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DRAFT

1 (14) – Derek Barnett, DE (Tennessee)
2 (43) – Sidney Jones, CB (Washington)
3 (99) – Rasul Douglas, CB (West Virginia)
4 (118) – Mack Hollins, WR (North Carolina)
4 (132) – Donnel Pumphrey, RB (San Diego State)
5 (166) – Shelton Gibson, WR (West Virginia)
5 (184) – Nathan Gerry, LB (Nebraska)
6 (214) – Elijah Qualls, DT (Washington)

MOVIMENTI PRINCIPALI FREE AGENCY

In: Alshon Jeffery (WR, CHI), Torrey Smith (WR, SF), LaGarrette Blount (RB, NE), Chance Warmack (OG, TEN), Timmy Jernigan (DT, BAL), Chris Long (DE, NE), Patrick Robinson (CB, IND), Ronald Darby (CB, BUF).

Out: Chase Daniel (QB, NO), Josh Huff (WR, TB), Jordan Matthews (WR, BUF), Nolan Carroll (CB, DAL), Leodis McKelvin (CB, FA)

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COACHING STAFF

Come accennato in apertura, la stagione non è stata delle migliori dal punto di vista del record finale, ma l’impressione è che la direzione tecnica intrapresa sia quella giusta. Quindi nessun cambiamento nel coaching staff dove Doug Pederson (HC), Jim Schwartz (DC) e Frank Reich (OC) continueranno a ricoprire i loro ruoli.

Sempre alto l’interesse su quelli che saranno i miglioramenti difensivi che abbiamo solo intravisto nella prima stagione: con un anno in più la difesa prenderà sempre più le sembianze del suo leader sulla sideline. Nel 2016 i risultati complessivi sono stati buoni, ma ci si aspetta comunque molto di più.

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RESOCONTO e CALENDARIO

Ultimi in division 2016, ma in lotta per la stessa per gran parte della prima metà. Philadelphia ha pagato soprattutto un rendimento fuori casa scadente (1-7) sintomo di una squadra inesperta e immatura in molti aspetti del gioco e della gestione, tutte cose che potevano essere ampiamente prevedibili e che al tempo stesso possono essere migliorate con un anno di lavoro in più da parte dei giovani e degli allenatori. Tre trasferte nelle prime quattro partite e altre tre nelle ultime 5 ci diranno molto in apertura e in chiusura da questo punto di vista.

L’impressione è che già una rivale divisionale come Washington è stata superata e bisognerà contare anche su Philadelphia nel mix che si contenderà la vittoria della NFC East.

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azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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