Road to Venator Fight Night: Stefano Paternò

Per quanti knockdown o knockout potrà segnare a tabellone o per quante ghigliottine, americana, anaconda o gogoplata potrà mai chiudere nel corso della sua carriera, Stefano Paternò — per me — resterà sempre quello che alla domanda “Chi non porteresti mai nella gabbia” ha risposto MIA MADRE.

Stefano — classe ’95 — è così, candido e onesto come quella risposta. Occhio, però, a non confondere il candore con la debolezza, perché l’atleta milanese è uno tosto. Nonostante la sua giovane età, il fighter della MMA Atletica Boxe ha già un record di 6 vittorie e solo 1 sconfitta. Record che potrebbe trasformarsi in 7-1 con una vittoria contro Danilo Belluardo (6-2) e quindi rendere Paternò papabile per una chiamata da una importante promotion internazionale.

A prescindere da come andrà questo match ho intenzione di fare qualche esperienza all’estero, sento che è qualcosa che mi manca. Più di una volta, inoltre, è stato sottolineato che io non ho mai combattuto con atleti stranieri, come se fosse una grave mancanza, come a voler indicare che in Italia il livello è basso. Grandissimo errore!

Nel frattempo Stefano pensa solo al suo prossimo match, alla ricerca della quinta vittoria consecutiva. Il suo avversario, invece, viene da due sconfitte negli ultimi tre match e, probabilmente, proverà a riscattarsi provando a chiudere subito l’incontro. Stefano, a sua volta, non imposterà il suo game plan provando a far stancare l’avversario e a vincere l’incontro ai punti.

Mi alleno alla MMA Atletica boxe e seguo il metodo All Points di Garcia Amadori e personalmente non abbiamo mai preparato un match con l’obiettivo di finirlo ai punti. Quella può essere senz’altro una conseguenza di un match contro un avversario che è riuscito a vendere cara la pelle, ma in ogni caso non è mai ciò a cui puntiamo.

Stefano, di certo, deve essere molto grato al suo maestro perché, almeno per il momento, non ha intenzione di lasciare la sua palestra per fare un camp al di fuori dello Stivale.

Sono convinto che i camp siano esperienze positive e motivanti, ma quando puoi notare un continuo miglioramento lavorando nel tuo team di sempre non senti il bisogno di andare via delle settimane per allenarti con persone che non conosci e che non ti conoscono. Poi in futuro non si sa mai, magari da qualche parte andremo. Si vedrà!

Chi potrà aiutarlo a  prendere decisioni così importanti sarà sicuramente il suo manager, Alex Dandi, che di recente ha messo su l’Italian Top Fighters Management, prendendo sotto la sua esperta ala i migliori prospetti italiani.

Aver firmato con Alex significa far parte di un progetto che punta a far crescere questo sport in un paese come l’Italia, in cui ciò risulta molto molto difficile. Da un punto di vista più personale, invece, significa l’inizio di una collaborazione che non risulta dalla sola firma di un contratto, ma da un vero e proprio rapporto tra persone e che spero porti entrambi a grandi risultati.

Come detto da Stefano, far crescere le MMA in Italia non è un compito facile, il percorso è lungo, ma non impossibile.

Per fortuna adesso, diversamente da qualche anno fa, quando dico a qualcuno che “sport” pratico non capita quasi più di sentirmi dire: “E che è?!“. Questo è sicuramente un buon segno, ma per non essere più considerate di nicchia, le MMA in Italia devono ancora fare un bel po’ di strada, ahimè!

Noi, da fan, nel nostro piccolo, possiamo seguire e supportare tutti i nostri fighter, perché se il movimento delle MMA italiane non parte dal pubblico, la strada è molto più dura del previsto

Phre

Misantropo, cinico e sociopatico. Traduco serie TV. Marito di mio figlio, padre dei miei cani, figlio di mia moglie. Knickerbocker. Mi fingo esperto di MMA.

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