Road to Venator Kingdom: Intervista a Stefano Paternò (#5 WW)

Il treno della Road to Venator Kingdom è quasi giunto a capolinea.

Uno degli ultimi atleti che vi presentiamo è Stefano Paternò, giovanissimo prospetto italiano (7-2) che già si è messo in mostra nei match di Venice Combat Event e di Venator Fight Night Rimini.

L’atleta milanese, classe ’95, affronterà il temibile veterano UFC Cody McKenzie, famoso ai più per il suo pericolosissimo ground game.

In caso di vittoria, Stefano affronterà in finale il vincitore del match fra il suo connazionale Giorgio Pietrini e l’iberico Eulogio Fernandez Jareño.

Siamo riusciti a contattare Stefano pochi giorni prima del match per provare a capire cosa c’è nella testa di un fighter alla vigilia di un evento che potrebbe dare una drastica svolta alla sua carriera.

Quel che passa: Che emozioni stai provando in avvicinamento al torneo? Il fatto che si terrà a Milano che valore ha per te?

Stefano Paternò: È la prima volta che partecipo ad un torneo e le emozioni sono molto forti, ma non si allontanano molto da quello che ho già provato in altri match. Ciò che fa la differenza, oltre alla posta in palio, è proprio il fatto che si svolgerà a Milano e questo ha un grande valore per me.

QCP: Cosa significherebbe per te vincere la cintura Venator? Sarebbe un premio per quanto fatto in passato nella gabbia o il miglior biglietto da visita per un futuro ancor più roseo nello sport?

SP: Sicuramente entrambe le cose, ma ciò che ha più valore per me è la soddisfazione personale che ne deriverebbe.

QCP: Giorgio Pietrini è come te un atleta dell’Italian Top Fighters Management. Che rapporto hai con lui? In un certo senso avresti dispiacere nell’affrontare un tuo compagno di team in un’eventuale finale?

SP: In realtà non ho nessun tipo di rapporto con Giorgio. Ci siamo visti un paio di volte di sfuggita e basta. Così, a pelle, penso che sia un bravo ragazzo, non uno di quelli a cui piace spararle grosse per attirare l’attenzione, insomma. Diciamo che questa è l’impressione che ho di lui senza conoscerlo.

QCP: Igor Araújo è uscito dal torneo a causa di un infortunio. Ti eri preparato in qualche modo particolare nei suoi confronti, magari nel BJJ? Pensi che il suo forfait abbia tolto prestigio al torneo?

SP: Certo, da subito la preparazione ha preso in considerazione tutti e tre gli altri fighter. Sicuramente Araújo è un fighter più prestigioso di Fernandez, ma il vero valore aggiunto è il torneo stesso, che sarà tutto in una notte!

QCP: Cody McKenzie, al contrario di te, è uno che effettua un drastico taglio del peso per rientrare nei welter. Chi avrà il vantaggio secondo te? L’atleta più grosso o l’atleta più fresco mentalmente e fisicamente?

SP: Il vantaggio, nel breve termine, lo ha sempre chi fa il taglio del peso. Io combatto sempre contro avversari che pesano anche 7-8 kg in più di me, ma non mi tiro indietro. Io non raggiro le regole per avere vantaggi sporchi che non derivano dalla preparazione atletica e tecnica di un fighter.

QCP: McKenzie è un avversario pericolosissimo a terra. Abbiamo già visto in Venator, contro Mircea, che ha tirato fuori dal nulla una ghigliottina chiudendo l’incontro. Come si è svolto il tuo camp per evitare questa evenienza? Prevedete di concludere l’incontro in piedi?

SP: Te lo farò sapere dopo il match (ride Ndr).

QCP: Sarai il più giovane tra i partecipanti al torneo. Pensi che una maggiore freschezza possa portarti dei vantaggi nell’affrontare uno sforzo come quello del torneo?

SP: Beh, non combatto mica contro dei nonni! Pietrini e McKenzie sono entrambi under 30! Saranno sicuramente preparati a dovere anche loro sul piano atletico.

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