Scherma a Parigi – Un peu de spectacle à l’italienne

Challenge International de Paris, 21-22 Gennaio 2017. All’inizio della settimana decido che partecipare ad una tappa di coppa del mondo di fioretto maschile è davvero un ottimo modo per passare il weekend, prenoto un biglietto purtroppo non troppo low cost con Ryan Air per Parigi Beauvais e venerdì sera parto col mio zaino da campeggio.

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Giorgio Avola a Parigi (copyright Augusto Bizzi per FIS)

Gli Italiani giunti alla spedizione francese sono 12: Valerio Aspromonte, Giorgio Avola, Guillaume Bianchi, Andrea Cassarà, Alessio Foconi, Daniele Garozzo, Francesco Ingargiola, Edoardo Luperi, Lorenzo Nista, Alessandro Paroli, Damiano Rosatelli, Francesco Trani.

Avola, Cassarà, Foconi e Garozzo già qualificati, gli altri a giocarsi l’entrata nei 64 nella giornata di venerdì, ce la fanno Aspromonte, Bianchi, Luperi, Rosatelli e Trani. Tutti gli Italiani approdano tra i 32, fase in cui Rosatelli viene eliminato dal connazionale Cassarà in un sudato assalto finito 14/15, ed Aspromonte dallo statunitense Meindhart 5/15. Garozzo viene sorprendentemente superato dall’ex compagno di allenamento brasiliano Toldo, affrontato e sconfitto alle Olimpiadi per l’ingresso in finale, per un 11 a 15. Luperi battuto dal coreano Ha che poi salirà sul terzo gradino del podio. Foconi entra nei 16 per poi essere eliminato dal britannico Kruse per 13/15.

Grande prova per il giovanissimo Bianchi (classe 1997) che batte con determinazione i Francesi Pauty e Lefort, per poi essere fermato per una sola stoccata dal primo del ranking, lo statunitense Massialas. Si è distinto anche Trani, che prima ha sconfitto Chamley-Watson e Abouelkassem, e poi è uscito sconfitto anche lui da Massialas, in un incontro bilanciato 15/12. Approda al podio Avola: dopo aver battuto il francese Ediri, il danese Berg ed il connazionale Cassarà, non poteva mancare l’incrocio con il solito Massialas in semifinale, giustiziere degli italiani. Una sfida altalenante, che ha visto il nostro mettere a segno nove stoccate consecutive che però non basteranno per raggiungere la finale.

Oro infine per Massialas, argento per il russo Safin e bronzo per Avola e Ha.

All’inno statunitense segue l’imbarazzante canzone “stand up for the champions” che vi allego per farvi immergere nell’atmosfera:

Un applauso all’organizzazione francese che ha saputo rendere accattivante questa gara, dando rilievo alle singole fasi ed annunciando tutti gli atleti sin dai primi assalti. L’organizzazione di una celebrazione di grandi schermitori francesi del passato e del presente e delle loro vittorie, nel momento di maggiore affluenza del pubblico prima delle finali, ha saputo dare rilievo ad uno sport troppo spesso sottovalutato e da questo la nostra Federazione ed il CONI avrebbero da imparare, anche rispetto alle tappe Italiane come Torino.

Contemporaneamente, sabato e domenica, a Barcellona c’è stata una tappa di coppa del Mondo di spada femminile, questi i risultati degli assalti che essendo in trasferta parigina non ho potuto seguire: l’unica azzurra ad arrivare ai quarti è stata Alberta Santuccio, battuta poi dall’estone Embrich. Fermate tra le 64 Briasco, Ferrari, Fiamingo, Marzani e Rizzi. Stop tra le 32 per Navarria e Tesserin. Domenica la squadra italiana si ferma ai quarti battuta dalle fortissime Estoni.

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USA a terra (foto di Laurence Masson)

Questa mattina, tornata a Roma, cercavo un titolo per questo racconto del weekend parigino allo stadio Coubertin. Mi è venuto in soccorso il video della finale Italia-Francia, gentilmente offerto dalla federazione francese, “un po’ di spettacolo all’italiana” dice uno dei loro cronisti riferendosi ad una discussione tra il ct italiano Andrea Cipressa e l’arbitro Natalia Zhuravleva. Il vero spettacolo all’italiana, però, è andato in scena dall’inizio alla fine della gara a squadre.

Dopo aver agevolmente condotto l’assalto contro Hong Kong, l’Italia si trova ad affrontare, per i quarti di finale, la Corea. La squadra asiatica dà prova di costanza e lascia prendere il largo all’Italia solo nella sesta frazione. Durante l’assalto Avola cade facendosi male ma termina la sua frazione con stoccate superlative.

Cambiamo dunque lato del palazzetto, pedana rossa ed inizia un assalto più importante: la semifinale con gli USA. Lo scontro appare equilibrato per le prime cinque frazioni, poi Massialas mette a segno 7 stoccate contro le 2 di Foconi guadagnando tre punti di vantaggio. Arriva per fortuna Nista a mettere a segno 7 stoccate, lasciando l’Italia ad un punto dalla parità. Equilibrata anche l’altra frazione dove Chamley-Watson e Foconi si rincorrono punto punto. La chiusura dell’assalto è un classico Massialas e Garozzo. Daniele riporta in vantaggio la squadra per due stoccate, con la sua scherma solida contro quella scattante dello statunitense. Ma è di nuovo parità sul 43. La tensione è alta. Daniele Garozzo sa bene che non bisogna mai arrendersi. Noi, gli italiani, il nostro gruppo non numeroso ma concitato, ci facciamo sentire, cerchiamo di sostenerlo. Lui porta con pazienza e dinamismo Alexander, che lo minaccia muovendo eccessivamente piedi e fioretto, a fondo pedana, dove lo statunitense sembra perdere equilibrio mentale e fisico. Daniele mette l’ultima stoccata precisa e senza possibilità di replica, alza le braccia al cielo e corre verso la squadra. Strappiamo qualche applauso anche ai francesi presenti, francesi che solo poco dopo ci troveranno meno simpatici.

La finale.

La federazione francese fornisce un bambino in divisa ad ogni schermitore, insieme genereranno qualche secondo di confusione in pedana per capire come farli defluire, con gli atleti intenti ad indicare loro la strada; i nostri dovranno averne comunque corrotto qualcuno che per tutto l’assalto urlerà “allez l’Italie”.

Le luci sono puntate sulla pedana ed il palazzetto, immerso nel silenzio sacro dell’attesa, esplode per le stoccate francesi. Il match inizia punto a punto per la prima frazione. Dalla seconda Garozzo inizia a segnare la distanza per la squadra portandola sul 10 a 6 con 5 stoccate di vantaggio sulle 2 di Lefort. Nista le fa diventare 10 mentre Cadot ne recupera 3 portando i Blu ad un parziale ancora gestibile. Poi avviene la magia, quella stessa magia che anni fa mi ha fatta innamorare di questo sport per mano di altri fiorettisti e che rende questa la mia gara preferita; i nostri diventano quasi inattaccabili e rendono i tiratori francesi, il Lefort delle lunghe leve, veloce trascinatore della sua squadra argento olimpico a Rio, ed i resistenti Cadot e Le Pechoux, sostanzialmente inefficaci. I tifosi transalpini cadono in un silenzio intimidito risvegliandosi solo per contestare una querelle tra l’arbitro ed il ct, un po’ di spettacolo alla francese. Dalla sesta frazione la nostra squadra è tornata ad essere invincibile e non concede alcuno spazio agli avversari per rimonte.

Bravissimi gli azzurri. Per primo Nista a caricarsi della forse inaspettata responsabilità di sostituire l’infortunato Avola fino alla fine, con la sua scherma scattosa, come caricata dal braccio sinistro. Foconi, ancora pieno di energia dalla straordinaria prova di Torino, forte e determinato, Garozzo che chiude come il grande fuoriclasse che è. Infine Avola, in panchina costantemente impegnato ad incitare, rassicurare, esultare e che alla fine scriverà “Nonostante la brutta caduta rimediata con la Corea e spalla e ginocchio doloranti la gioia per questa vittoria è enormemente più forte!!!”.

Bravissimi perché creare una squadra nello sport individuale tra gli individuali, di combattimento, non è compito facile, lo sa bene il ct dell’Italspada Sandro Cuomo che ha investito in questo obbiettivo, risultato poi in un bellissimo argento a Rio per la squadra maschile.

Molte delle squadre italiane di scherma si sono rette e distinte esclusivamente grazie alla bravura individuale, che purtroppo rende impossibile reagire e rimediare anche quando uno solo crolla, come abbiamo dolorosamente visto a Rio proprio con la squadra di fioretto maschile, diversa da quella di domenica per due elementi. Per fare le squadre bisogna guardare alla pallavolo, al calcio, o alle canzoni di De Gregori.

Ma domenica la squadra italiana, giovane e determinata, è tornata a brillare e la sua era una luce costruita insieme e che fa ben sperare: mi auguro che non si perda, che non sia inquinata da competizione interna e che sappia essere coesa ed unita ed iniziare un bel percorso che la porti a Tokyo.

Un passo d’oro a Parigi è stato già segnato.

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Arianna Scarnecchia

Ho 26 anni, vivo a Roma, studio Lingue all'Università e nel frattempo m'intrattengo con una serie di attività ricreative che comprendono passare più tempo possibile con fioretto e spada, mangiare, gestire una webradio che si chiama Polutropia, sfrecciare per le strade con la mia bici laVipera, imparare tutti i dialetti del mondo.

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3 risposte

  1. angyair ha detto:

    Complimenti per l’esordio. Curiosità sull’ambiente: il palazzetto era pieno? In Francia seguono molto?
    Altra domanda per te che hai più confidenza con l’ambiente: ma la spedizione di Rio è stata giudicata alla fine buona o insufficiente per i nostri standard?

    • Arianna Scarnecchia ha detto:

      Ciao! Sì lo stade Coubertin aveva un buon pubblico e sicuramente era più pieno di quel che solitamente si vede per le gare di scherma, ma in Francia la scherma è amata e seguita e sicuramente il merito va anche all’organizzazione della federazione francese (FFE) che è riuscita a promuovere bene la gara.

  2. Arianna Scarnecchia ha detto:

    La spedizione di Rio è stata giudicata negli standard, il presidente della federazione italiana Scarso aveva previsto 3 – 4 medaglie alla vigilia, contro le 7 ottenute a Londra, non ricordo quali fossero le previsioni di Londra quindi non saprei dirti se sia stato un bilancio scaramantico, ma c’era da considerare il turno di eliminazione della prova di fioretto femminile a squadre e sciabola maschile a squadre (ogni Olimpiade prevede l’esclusione a turno di due delle prove a squadre, anche se si sta cercando di togliere questa regola), prove in cui avevamo rispettivamente ottime e buone possibilità di medaglie. La squadra di spada femminile invece, purtroppo, non si è qualificata e dunque abbiamo avuto una sola atleta nella spedizione, la Fiamingo che ha vinto l’argento. Insomma ufficialmente abbiamo rispettato i pronostici, per me personalmente, da tifosa, da una parte i pronostici erano al ribasso, nel fioretto avevamo almeno due possibilità di medaglia (Avola e Garozzo, che partiva non favorito ma per chi aveva occhi, sempre a mio parere, era già evidente quanto avrebbe potuto fare), stessa cosa nel femminile (Errigo e Di Francisca) la spada maschile aveva atleti altrettanto validi (Garozzo che era 2 nel ranking, e Fichera); d’altro canto penso che si fosse tenuto conto di una serie di cose fisiologiche delle gare, in particolare Olimpiche, cioè atleti che fanno un incredibile ed inaspettato exploit, o al contrario tensioni che fanno cedere, in definitiva io credo che fare pronostici così serva solo a dichiarare a posteriori che era tutto aspettato.

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