Sei Nazioni 2017: caccia alla Regina

L’arrivo di febbraio significa per molti l’arrivo di Carnevale, quando ci si può divertire mascherandosi e facendo baldoria, ma per altri l’arrivo di questo mese significa che sta partendo il più antico e glorioso torneo di rugby al mondo, il Sei Nazioni, quando c’è gente che si maschera a volte, ma il loro significato di divertimento coincide con lo scontrarsi per 80 minuti sul campo. Questo fine settimana partirà l’edizione del 2017, un’edizione storica per molti versi con l’introduzione dei punti di bonus che potranno condizionare la classifica finale e la trasmissione in diretta TV di tutti gli incontri della versione femminile che porterà ai mondiali di agosto in terra irlandese. Da seguire con molto interesse saranno anche le nuove e più stringenti regole sui placcaggi alti che potranno incidere non poco nello sviluppo delle singole gare.

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La favorita è sicuramente l’Inghilterra di Eddie Jones (ha già comunicato che lascerà l’incarico a fine Coppa del Mondo 2019) che dopo la batosta del mondiale casalingo ha semplicemente deciso di smettere di uscire sconfitta dal campo ed è reduce da 13 vittorie consecutive comprese le 5 della scorsa edizione. La maturità e fiducia in sé stesso che ha raggiunto in così poco tempo questo gruppo è sicuramente merito del suo allenatore, ma la qualità e profondità degli uomini a disposizione hanno reso il suo compito più semplice ed ora i leoni non hanno paura di affrontare più nessuno e anzi solo loro quelli che incutono terrore negli avversari.

Hanno avuto qualche infortunio di troppo in fase di avvicinamento al torneo, ma lo stesso era successo l’anno scorso: la loro profondità gli permette di non preoccuparsi troppo e siamo sicuri che si presenteranno all’ultima giornata da imbattuti a giocarsi il secondo, difficilissimo, Grande Slam sul campo dell’Irlanda.

Ecco, subito dopo i ragazzi di capitan Dylan Hartley, la squadra che si presenta in seconda posizione ai nastri di partenza è certamente il XV irlandese che già pregusta la possibilità di festeggiare il 18 marzo in casa con una bella scoppola rifilata agli odiati cugini (anche perché vederli alzare il trofeo in casa propria non sarebbe affatto bello). La storica ed incredibile vittoria ottenuta contro gli All Blacks a Chicago a novembre e l’ottimo inizio di stagione avuto dalle squadre dell’isola verde hanno portato ad aumentare le già alte aspettative e ad alzare il livello di entusiasmo intorno alla squadra che potrà certamente essere un’arma in più per riconquistare il trofeo.

La carica di Dylan Hartley

La carica di Dylan Hartley

Tanti sono i giovani che si stanno affacciando per i verdi tanto che ormai si parla di nuova “Golden age” del rugby irlandese: Gary Ringrose, Josh Van Der Flyer, Luke McGrath, i fratelli Rory e Niall Scannell, Jack Conan, Tadhg Furlong, James Tracy, CJ Stander, John Ryan, Billy Holland, Dan Leavy, sono tutti nomi che impareremo ben presto a conoscere se già non li conosciamo. L’unico problema con cui si presentano ai nastri di partenza è l’incertezza e la poca profondità nel ruolo di apertura: Johnny Sexton ha giocato pochissimo ultimamente a causa di problemi fisici e sicuramente salterà l’esordio contro la Scozia, al suo posto la maglia numero 10 verrà portata da Paddy Jackson che però rischia di doverla tenere per tutto il torneo con poche alternative alle sue spalle, e arrivare freschi all’ultima giornata rischia di essere “leggermente” importante.

Dietro a queste due c’è probabilmente il Galles, che però a causa dei tantissimi infortuni e delle ultime prestazioni non troppo positive rappresenta un grosso punto di domanda: ha le carte per vincere il torneo come pure finire con più sconfitte che vittorie. Come allenatore non ci sarà Warren Gatland che sta preparando la tournée dei Lions in Nuova Zelanda e sarà sostituito da suo assistente Rob Howley, mentre l’altro importante cambiamento è quello del ruolo di capitano che passerà da Sam Warburton a Alun Wyn Jones. 

Quel bell'uomo di Alun Wyn Jones

Quel bell’uomo di Alun Wyn Jones

Il gruppo sarà formato da veterani affermati tra i quali Jonathan Davies e Leigh Halfpenny più un discreto numero di esordienti assoluti che cercheranno di portare quella freschezza che è sembrata mancare nella deludente, per i loro standard, sessione di novembre. Il calendario gli permetterà di affrontare in casa sia Inghilterra che Irlanda, ma per puntare in alto bisognerà prima di tutto evitare brutte cadute nelle altre sfide in trasferta, a cominciare proprio dall’esordio in Italia. Alcuni dicono che le difficoltà incontrare dal Galles recentemente sono dipese dal fatto che gli avversari si sono adattati al loro gioco e i dragoni non stanno riuscendo a fare gli opportuni aggiustamenti, ma se consideriamo che nelle ultime 2 edizioni gli unici passi fassi sono stati un pareggio con l’Irlanda e due sconfitte sotto break contro l’Inghilterra si può capire che il Galles sarà di nuovo un osso duro per tutti e, se pure non potrà vincere il trofeo, potrà sicuramente farlo perdere.

La Francia è l’altra grande incognita del torneo! L’anno scorso iniziò soffrendo terribilmente contro un’incerottata Italia e poi, dopo la sconfitta contro l’Inghilterra, sbracò completamente. Adesso inizierà direttamente con i campioni in carica e l’esito di questa partita potrà essere un ottimo termometro di quello che potrà essere il torneo dei giovani francesi.

La squadra è certamente in crescita e i test match di novembre hanno lasciato buone sensazione, però i tanti infortuni che sono arrivati nell’ultimo periodo (Wesley Fofana rischia di stare fuori a lungo per un problema al tendine d’achille) hanno decisamente scombussolato i piani di Guy Novés che sembrava aver finalmente trovato un certo equilibrio, specie in mediana, e che ora invece non sa cosa si troverà tra le mani. Potenzialmente i galletti francesi potrebbero anche avere le potenzialità di vincere il torneo, ma se qualcosa dovesse andare male sin dall’esordio potrebbero anche implodere e rivelarsi come la delusione del torneo.

Altra squadra incognita del torneo è la Scozia che è forse nel periodo più felice della sua recente storia, sia come nazionale che come club, e sotto Vern Cotter ha già dimostrato di potersela giocare faccia a faccia con tutti, senza paura, ora però deve fare quel salto di qualità tanto atteso che altre volte ha mancato sprecando troppo negli ultimi metri, segnando poco rispetto alla mole di gioco prodotta, specie nei momenti decisivi delle gare.

Oltre alla qualità del materiale umano a disposizione, il vero passo in avanti fatto dagli scozzesi è nella profondità degli uomini a disposizione, che in una competizione così dura fisicamente come il Sei Nazioni fa la differenza tra vittoria e sconfitta, specie nella seconda metà del torneo. Ora però c’è da passare dalle parole ai fatti e l’inizio in casa contro l’Irlanda sarà certamente un’ottima cartina di tornasole per capire se ad Edimburgo si fa sul serio quest’anno o se l’ottimo 2016 è stato soltanto un caso.

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Conor O'Shea vuole cambiare l'Italia del rugby

Conor O’Shea vuole cambiare l’Italia del rugby

Infine ci siamo noi, l’Italia, la nuova Italia di Conor O’Shea che già ha fatto vedere la sua mano nei test match di novembre in cui c’è stata la storica ed incredibile vittoria di Firenze con il Sudafrica (uno delle sue versioni peggiori onestamente, ma pur sempre gli Springboks). Partiamo sicuramente un gradino sotto gli altri, ma come ha detto O’Shea l’obiettivo è quello di giocare al massimo tutte e 5 le partite per tutti gli 80 minuti, senza le solite pause che ci costavano caterve di punti negli anni scorsi, e per fare questo si è cercato di allargare la base degli uomini a cui attingere, perché la differenza principale con le altre squadre del torneo è proprio la profondità del materiale umano a disposizione.

I pochi infortuni con cui ci avviciniamo all’esordio contro i dragoni sono senza dubbio un fatto positivo, ed il calendario ci propone quelli che storicamente sono stati i nostri incroci più favorevoli (Galles e Francia in casa, Scozia all’ultima), ma è meglio non fare troppo voli pindarici perché comunque rimaniamo meno forti dei nostri avversari, anche se si spera che la vittoria contro il Sudafrica abbia finalmente portato la consapevolezza di potersela giocare con chiunque se si crede in sé stessi.

Le parole di O’Shea prima dell’esordio sono state: “L’obiettivo di questo Torneo per l’Italia? Posso dirvi che non è quello di vincere il Torneo. Per giocarsi la vittoria finale ci sono Irlanda, Inghilterra, Scozia, Francia e Galles, non in quest’ordine. Noi dobbiamo concentrarci sulle nostre performance, essere la migliore Italia possibile. Soprattutto, garantire quattrocento minuti di grandi prestazioni, essere in partita sino alla fine in ognuno dei cinque match. Vincere delle partite? Abbiamo già dimostrato di saperlo fare”.

“Come gruppo dobbiamo pensare al breve, medio e lungo termine. Essere competitivi al Sei Nazioni è il primo, diventare la squadra che nessuno vuole affrontare ai prossimi Mondiali deve essere il secondo, contribuire ai cambiamenti per dare un grande futuro ai nostri giovani è il terzo ed il più importante”.

Per migliorare si è deciso di partire dalla difesa, base di ogni squadra di rugby, dove sta dando una grande mano il tecnico Brendan Venter arrivato proprio per curare questo particolare. Poi c’è da sistemare il gioco al piede, ormai fondamentale nel rugby moderno ed in cui noi abbiamo sempre sofferto da quando si è ritirato Diego Dominguez, infine riuscire a giocare sullo stesso livello di gioco per tutti gli 80 minuti rispettando il piano di gioco (ed in questo la partita di Firenze ha dato segnali confortanti).

L’entusiasmo tra i convocati è tanto, e le parole di Sergio Parisse (felice come fosse all’esordio assoluto tra i grandi) nella conferenza stampa di presentazione lo hanno fatto decisamente trasparire, ma ora c’è da mostrare sul campo che non sono solo parole ma che c’è della sostanza dietro a tutto, e Conor O’Shea sembra decisamente l’uomo giusto per fare in modo che ciò accade.

La storica vittoria contro il Sudafrica a Firenze

La storica vittoria contro il Sudafrica a Firenze

Questa intanto la formazione per l’esordio dell’Italia contro il Galles:

15 Edoardo PADOVANI (Zebre Rugby, 6 caps)
14 Giulio BISEGNI (Zebre Rugby, 5 caps)
13 Tommaso BENVENUTI (Benetton Treviso, 37 caps)
12 Luke MCLEAN (Benetton Treviso, 84 caps)
11 Giovanbattista VENDITTI (Zebre Rugby, 38 caps)
10 Carlo CANNA (Zebre Rugby, 15 caps)
9 Edoardo GORI (Benetton Treviso, 56 caps)
8 Sergio PARISSE (Stade Francais, 121 caps) – capitano
7 Maxime Mata MBANDA’ (Zebre Rugby, 3 caps)
6 Abraham STEYN (Benetton Treviso, 6 caps)
5 George BIAGI (Zebre Rugby, 14 caps)
4 Marco FUSER (Benetton Treviso, 16 caps)
3 Lorenzo CITTADINI (Aviron Bayonnais, 53 caps)
2 Ornel GEGA (Benetton Treviso, 8 caps)
1 Andrea LOVOTTI (Zebre Rugby, 9 caps)

A disposizione
16 Leonardo GHIRALDINI (Stade Toulousain, 82 caps)
17 Sami PANICO (Patarò Calvisano, 6 caps)
18 Pietro CECCARELLI (Zebre Rugby, 5 caps)
19 Joshua FURNO (Zebre Rugby, 36 caps)
20 Francesco MINTO (Benetton Treviso, 31 caps)
21 Giorgio BRONZINI (Benetton Treviso, 3 caps)
22 Tommaso ALLAN (Benetton Treviso, 27 caps)
23 Michele CAMPAGNARO (Exeter Chiefs, 25 caps)

Da segnalare nel Galles le importanti assenze del seconda linea Luke Charteris per un problema alla mano avuto in allenamento e del numero otto Taulupe Faletau che soffre ancora per un problema ad un ginocchio e non si vuole rischiarlo.

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Nuove regole

Abbiamo accennato all’inizio alle nuove regole sui bonus: chi vince ottiene 4 punti, se fa almeno 4 mete ne aggiunge uno di bonus, punto di bonus che va anche alla squadra che perde segnando almeno 4 mete o con 7 o meno punti di scarto (una squadra sconfitta potrà quindi ottenere anche 2 punti se realizza  almeno 4 mete e lo scarto finale è sotto gli 8 punti). Due sono i punti per il pareggio più l’eventuale bonus per il numero di mete realizzate. Per evitare problemi, la vittoria di tutte le partite porterà 3 punti di bonus e quindi la matematica certezza di vincere il torneo al di là dei bonus.

TV

Le partite andranno di nuovo in onda, in diretta e in chiaro, su DMAX, con il corposo studio di “Rugby Social Club” ad anticipare e seguire tutte le 15 dirette, le partite saranno anche visibili in streaming tramite la piattaforma DPLAY. La novità di quest’anno, come già accennato, sarà la diretta di tutte le partite dell’edizione femminile che andranno su Eurosport 2, mentre ancora non si hanno notizie della versione Under 20 che rischia seriamente di restare senza copertura televisiva in Italia.

Calendario maschile

I giornata
Sabato 4 Febbraio
ore 15.25 Scozia v Irlanda
ore 17.50 Inghilterra v Francia
Domenica 5 Febbraio
ore 15.00 Italia v Galles

II giornata
Sabato 11 Febbraio
ore 15.25 Italia v Irlanda
ore 17.50 Galles v Inghilterra
Domenica 12 Febbraio
ore 16 Francia v Scozia

III giornata
Sabato 25 Febbraio
ore 15.25 Scozia v Galles
ore 17.50 Irlanda v Francia
Domenica 26 Febbraio
ore 16.00 Inghilterra v Italia

IV giornata
Venerdì 10 Marzo
ore 21.00 Galles v Irlanda
Sabato 11 Marzo
ore 14.30 Italia v Francia
ore 17.00 Inghilterra v Scozia

V giornata
Sabato 18 Marzo
ore 13.30 Scozia v Italia
ore 15.45 Francia v Galles
ore 18.00 Irlanda v Inghilterra

Calendario femminile Italia

Sabato 4 febbraio 2017

ore 15.00 Italia – Galles (Stadio Comunale Pacifico, Jesi) diretta tv su Eurosport 2

Domenica 12 febbraio 2017

ore 14.30 Italia – Irlanda (Stadio Fattori, L’Aquilla) diretta tv su Eurosport 2

Sabato 25 febbraio 2017

ore 14.00 Inghilterra – Italia (The Stoop, Twickenham) diretta tv su Eurosport 2

Domenica 12 marzo 2017

ore 15.00 Italia – Francia (Stadio Lanfranchi, Parma) diretta tv su Eurosport 2

Venerdì 17 marzo 2017

ore 19.30 Scozia – Italia (Broadwood Stadium, Cumberland) diretta tv su Eurosport 2

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angyair

Tifoso dei 49ers e dei Bulls, ex-calciatore professionista, olimpionico di scherma, tronista a tempo perso, candidato al Nobel e scrittore di best-seller apocrifi. Ah, anche un po' megalomane.

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