Tutti contro Sagan?

Era il 27 marzo 2013 quando su questo sito dedicavamo il primo articolo a Peter Sagan: pochi giorni prima aveva vinto impennando (manco fosse un motociclista: “Sagan c’è!! Sagan c’è!!”) la Gent-Wevelgem. Ed era anche la 41esima vittoria in carriera, a 23 anni. Questo è il quinto articolo in 4 anni che contiene il suo nome nel titolo o che comunque gli dedichiamo ad personam, ma non siamo noi ad essere Sagan-centrici, ormai è il mondo delle corse ciclistiche ad esserlo e quanto accaduto ieri, a 4 anni di distanza, sulle stesse strade di quella vittoria lo rende ancora più evidente.

Brevemente i fatti: a 30 km dall’arrivo si trovano in 5 davanti, Van Avermaet, Sagan, Keukeleire, Andersen e Terpstra. Le asperità di giornata sono finite, da lì sino al traguardo saranno dei falsipiani più o meno pronunciati, più o meno spazzati dal vento. Dietro però c’è un gruppo di “sopravvissuti” ben più numeroso che potrebbe avere intenzioni di volata, il vantaggio è inferiore al minuto e quindi c’è da lavorare se ci si vuole giocare la vittoria in pochi. Come accade sempre, c’è chi vuole risparmiare la gamba e sentendosi comunque battuto da ruote più veloci fa un po’ il furbo e chi si impegna per portare la fuga all’arrivo, conscio peraltro di avere più chance di vittoria, e si indispettisce.

Le due figure classiche, presenti in ogni fuga, nella fattispecie sono rappresentate rispettivamente da Niki Terpstra (Quickstep) e Peter Sagan (Bora). Stavolta però si è andato un po’ oltre: Sagan nel gesto di quello che crea il buco per costringere i “lavativi” a lavorare, fa prendere una quindicina di secondi di vantaggio al duo Van Avermaet-Keukeleire. Al corridore della Quickstep e ad Andersen proprio non va di collaborare (magari consigliati sin lì anche dalle ammiraglie) e quando decidono di farlo ormai è troppo tardi. Van Avermaet (BMC), non senza difficoltà, vince la sua prima Gent-Wevelgem in carriera e completa un trittico piuttosto inusuale (Omloop-Harelbeke-Wevelgem).

Ha fatto bene Sagan? Non possiamo avere la certezza di vittoria, se la sarebbe giocata in volata contro un avversario (il belga della BMC) che ormai da un anno in queste situazioni riesce sempre a batterlo. A posteriori siamo nella casistica precisa del proverbio che vede il marito evirarsi per fare un dispetto alla moglie. Sicuramente il bicampione del mondo in carica non si immaginava che con quella manovra Terpstra e Andersen esagerassero così tanto nel non voler tirare da farsi staccare definitivamente.

Ha perso l’occasione di vincere per la terza volta questa corsa, ma di contro ha lanciato un messaggio ben preciso: sono il più forte, ok, ma non ho intenzione di fare la figura del fesso ogni volta (rimasto pure un po’ scottato dalla Sanremo…) e sono disposto anche a perdere una corsa. Per di più questa cattiveria e voglia di rivalsa che lo accompagnerà per questa e le prossime settimane non dovrebbe far dormire sonni tranquilli ai suoi avversari (Terpstra in primis).

Ecco Terpstra, appunto, ha fatto bene? Quante chance aveva di vincere fossero arrivati quei 5? Probabilmente molto poche. Chiaro dopo una fatica del genere le differenze di velocità si appiattiscono ma era comunque sfavorito e abbastanza nettamente, non solo contro Sagan. La Quickstep (che di tanto in tanto in fatto di tattica di corsa qualche sbavatura la mostra…) aveva Gaviria nel gruppo degli inseguitori ed ha chiuso piazzandone 3 nei primi 10, quindi in ammiraglia avranno pensato che le chance sarebbero aumentate con un ricongiungimento. Niki probabilmente voleva fare un po’ il furbo per favorire eventualmente il recupero oppure giocarsi le proprie chance attaccando più vicino al traguardo con gambe più fresche, ma forse ha esagerato ed ha incontrato uno che non aveva proprio voglia di giochetti tattici.

Di certo con una azione così scenografica (oltre al rallentamento repentino, bello anche l’attacco di Sagan sfruttando lo spartitraffico) in un palcoscenico comunque importante, la cosa adesso è un po’ più chiara per tutti e sarà interessante seguirne gli sviluppi nelle prossime corse.

E mentre tutto il mondo corre “contro” Peter (le corse son così, se sei troppo forte è il peso che devi sopportare), c’è un Greg Van Avermaet che sta collezionando vittorie ed arricchendo un palmares di prima categoria proprio mentre in tanti (me compreso), poco più di un anno fa, gli avevano ormai cucito addosso l’etichetta di eterno piazzato. Chissà, magari “il gruppo” inizierà a correre anche “contro” di lui…

Il podio di domenica

 

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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