UEFA Champions League – Preview ManCity-Monaco, Bayer Leverkusen-Atl. Madrid

Lo spezzatino televisivo della Champions League ci propone un’altra settimana di grande calcio tra oggi e domani, con le ultime quattro partite che chiudono le partite d’andata degli ottavi di finale. Se la settimana scorsa ha garantito qualche grande sorpresa e tanti goal, questa potrebbe essere quella dell’equilibrio, visto che praticamente tutte le squadre partono con una percentuale simile di risultato nel primo confronto.

Si parte con un intrigantissimo Manchester City-Monaco, che quattro anni fa poteva essere un ottavo abbastanza scontato, vista la rivoluzione verso la povertà che aveva tolto al Monaco la sua voglia di primeggiare in Europa coi soldi proveniente dalla Russia e il valore della rosa costruita coi petroldollari dagli emiri che possiedono il City.

Il presidente Rybolovlev dopo aver venduto tutti i talenti acquistati a suon di milioni, ha fatto una cosa molto giusta, ha trovato l’allenatore emergente in grado di ricondurre la squadra nel calcio che conta, anche senza grandi campioni.

Leo Jardim è arrivato in Francia con la motivazione giusta, e dopo un inizio complicato, ha saputo guidare il Monaco verso i quarti di finale di Champions due stagioni fa, e verso la lotta concreta per il titolo di Ligue 1 in questa, impresa che spezzerebbe l’egemonia del PSG in terra francese.

Nel girone di qualificazione ha chiuso al primo posto con una giornata d’anticipo grazie soprattutto alle due vittorie contro il Tottenham di Pochettino, modificando il proprio sistema di gioco da un iniziale 4231, non sempre equilibrato, fino al 442 che si sviluppa in un 424, sfruttando le giocate dei due giocatori decisivi di questa stagione, al pari del ritrovato bomber Falcao, Bernardo Silva e Thomas Lemar.

I due esterni, dalle caratteristiche tecniche e tattiche diverse, il portoghese più abile nell’accentrarsi con la palla e sfruttare il suo piede mancino per il filtrante o per la conclusione, il francese più crossatore e finalizzatore con tagli senza palla sfruttando il movimento delle punte, hanno saputo far riesplodere il talento realizzativo di Radamel Falcao (21 goal stagionali) e lanciato l’opportunismo di Germain (già 12 goal).

Visti i disastri difensivi del City di questo inizio di avventura con Guardiola, potrebbero essere gli uomini decisivi per uscire dall’Etihad con un altro risultato positivo, dopo quelli dell’Emirates di due stagioni fa e del White Hart Lane del girone. Il Monaco, oltre ad aver sempre eliminato le squadre inglesi in Champions, è una squadra che segna molto, anche fuori dal Louis II, e il Manchester City nelle ultime dieci gare casalinghe ha chiuso senza reti subite solo una volta, il che fa pensare che la sfida di stasera possa non essere quella che deciderà la qualificazione.

I dubbi di Jardim per la formazione sono nella zona centrale che dà equilibrio allo sviluppo del sistema di gioco, con la mediana che mutua a seconda del valore dell’impegno, mantenendo il totem Bakayoko a fare schermo alla difesa e il duo Fabinho-Moutinho a darsi il cinque a seconda se l’avversario sia più pericoloso offensivamente o se lasci la possibilità di sviluppare il possesso.

La fisicità del mediano, che le grandi di Premier stanno seguendo, in dubbio per un problema al ginocchio, si unisce all’assenza dello squalificato Jemerson in difesa, dando più di qualche grattacapo a Jardim nella preparazione del match.

Moutinho e Fabinho potrebbero essere la coppia di centrocampo in caso di forfait di Bakayoko (che sarà provato fino all’ultimo), mentre il vecchio Raggi, anch’egli non al meglio, può essere la soluzione difensiva da affiancare a Kamil Glik, in una difesa che ha dimostrato di soffrire i confronti con squadre come il City che muovono molto le posizioni dietro all’attacco centrale e sono veloci negli scambi a ridosso dell’area.

Raggi e Glik, due (più o meno) vecchie conoscenze italiane.

Pep Guardiola dall’altra parte sta affrontando sicuramente la stagione più difficile da quando allena, partita in maniera scintillante con dieci vittorie consecutive, ma poi arenatasi in un miscuglio di alti e bassi che l’hanno allontanata dalla lotta per la Premier e costretto a lasciare il passo al suo Barcellona nei gironi (pur battuto con un moto d’orgoglio nella partita a Manchester).

I problemi più evidenti sono nella fase difensiva, sia collettiva che individuale, che hanno determinato una valanga di goal subiti in stagione e tolto sicurezza allo sviluppo del progetto del tecnico catalano. Nel girone sono stati 10 i goal subito in 6 gare, mentre in terra inglese, come già detto, solo il Watford è uscito senza segnare dall’Etihad negli ultimi due mesi.

Il talento cristallino di Gabriel Jesus sembrava aver ridato freschezza e idee ad una squadra molto confusa, ma il brasiliano si è rotto un dito a Bournemouth e starà fuori parecchio, perciò sarà di nuovo il Kun Aguero a guidare l’attacco, nonostante un rapporto tecnico e tattico non proprio idilliaco con Guardiola, mentre alle sue spalle la scelta potrebbe essere quella già vista spesso nelle ultime partite di infoltire la trequarti centrale con il duo De Bruyne-Silva e lanciare le frecce Sterling-Sanè sulle fasce, provando ad attaccare i punti deboli del Monaco visti nelle poche sconfitte stagionali.

Il dubbio più grande riguarda il mediano davanti alla difesa, dove il figliol prodigo Yaya Tourè ha ritrovato la maglia da titolare dopo le polemiche con Pep di inizio anno, ma seppur ancora abile a cucire il ritmo del gioco di posizione costruito dal proprio allenatore, non garantisce quell’equilibrio e protezione ad una difesa mai veramente sicura. La scelta di Fernandinho è sicuramente nei pensieri di Guardiola, o ancor più quella di affiancarlo a Tourè, lasciando Silva più largo a sinistra, opposto a Sterling, con De Bruyne a sostegno di Aguero.

Visto lo schieramento del Monaco, la difesa dovrebbe essere a 4 e non dispari come visto spesso quest’anno, con Zabaleta più basso a destra a difendere l’1vs1 di Lemar e Kolarov riportato nel suo ruolo di terzino sinistro per cercare di arginare le giocate di Bernardo Silva.

Il ruolo portiere è l’altro grande dilemma della vigilia, visto che Claudio Bravo, fortemente voluto in estate da Guardiola, ha perso il posto in favore di Caballero nell’ultimo mese, dopo una serie di prestazione alquanto deficitarie, e pur avendo giocato titolare nel pareggio di Huddersfield in FA Cup sembra sfavorito per la maglia da titolare.

L’altra partita della serata vede di fronte Bayer Leverkusen e Atletico Madrid: due filosofie di gioco che fanno dell’aggressività il loro marchio di fabbrica e che si ritrovano dopo l’ottavo di finale di due anni fa, chiuso con i rigori del Vicente Calderon che hanno premiato l’Atletico di Simeone.

Schmidt e Simeone sono due tecnici che amano tenere alta l’intensità delle proprie squadre, e fanno della pressione sulla palla il loro credo, ma per scopi differenti. Il primo per recuperare immediatamente l’inerzia offensiva dell’azione ed andare a finalizzare, cercando sempre il goal nel minor tempo possibile, il secondo per garantire protezione massima alla propria porta e dare più peso alla fase difensiva. Non a caso il modo di pressare è diverso, con il Leverkusen che inizia molto alto a cacciare la palla, mentre l’Atletico predilige farlo a ridosso della metà campo.

Il Bayer che in Bundesliga sta deludendo non poco, in Champions ha la striscia di risultati utili più lunga della sua storia, avendo chiuso da imbattuto il girone dietro al Monaco di Jardim, ma pochi giorni fa ha subito una grave tegola, ovvero la rinuncia fino a fine stagione al talento cristallino di Calhanoglu, squalificato dalla FIFA per 4 mesi per un problema di firme doppie di contratti risalente al 2011.

L’assenza del turco è pesante nell’economia offensiva della squadra, anche per le sue doti sui calci piazzati che in sfide così chiuse come quelle che caratterizzano sempre l’Atletico Madrid, possono essere decisive.

Schmidt punta molto allora sulla ritrovata forma del Chicarito Hernandez, 4 goal nelle ultime due in Bundes, che dovrebbe essere il terminale unico nel 4411 visto in questa stagione con l’utilizzo di un giocatore offensivo mobile alle spalle del messicano. Nelle ultime gare si è visto Havertz, ma per un incontro così importante, probabilmente la scelta cadrà sull’avanzamento di Brandt, con Bellarabi e Kampl sui lati e una mediana in cui Aranguiz e l’acciaccato Lars Bender dovrebbero fare diga e togliere idee ai costruttori di gioco dell’Atletico.

Ci vorrà il miglior Kampl per scardinare il miglior Atletico

Anche Simeone ha trovato notevoli difficoltà nella Liga, lasciando molto presto la corsa per il titolo e inseguendo anche il sorprendente Siviglia di Sampaoli nella corsa al posto sicuro per la prossima Champions.

In Europa però i Colchoneros sono sempre un osso duro, e l’hanno dimostrato dominando il girone dove il grande Bayern Monaco di Ancelotti ha dovuto lasciare il passo, battendoli solo nell’ultima ininfluente partita all’Allianz.

Le trasferte del girone hanno visto l’Atletico chiudere due volte su tre senza subire goal e probabilmente sarà questa l’idea del Cholo in vista dell’andata in Germania, controllando come al solito il flusso offensivo degli avversari, con le linee compatte a difesa della porta e la pressione massiccia non appena l’azione dei rivali supera la metà difensiva.

La forma scintillante di Gameiro e la sua connection con il connazionale Griezmann dovrebbero dargli la maglia da titolare in avanti a discapito di Torres, mentre il centrocampo dovrebbe vedere lo spostamento di Koke sul centro sinistra, con Carrasco opposto a destra a fare danni nei duelli individuali, lasciando capitan Gabi e Saul in zona centrale, con il secondo abilissimo a trovare gli spazi giusti in inserimento, che può essere molto pericoloso visto lo schieramento del Leverkusen che lascia campo nella zona davanti la difesa.

I dubbi più grandi per Simeone sono legati alla difesa e al recupero del grande Diego Godin, alle prese con un infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori nelle ultime due settimane. L’Atletico farà di tutto per renderlo disponibile al centro della difesa, con Savic al suo fianco, altrimenti sarà Lucas Fernandez, alle prese con problemi non di poco conto fuori dal campo, a fare da muro davanti alla porta che vede Oblak possibile recupero dall’infortunio alla spalla.

L’altro senatore della difesa in dubbio è Juanfran, assente nell’ultimo turno di Liga, ma fiducioso nella possibilità di essere della partita, a destra, opposto a Filipe Luis.

Visto l’andamento delle due squadre un pareggio a reti bianche potrebbe essere il risultato più gettonato, per dare spazio ad entrambi gli scenari di qualificazione nella gara di ritorno del Vicente Calderon.

Sicuramente sarà una partita fisica, intensa e sempre al limite, come amano i due tecnici.

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