UEFA Champions League – Preview Porto-Juventus, Siviglia-Leicester

 

Dopo la scorpacciata di goal di ieri sera, torna la Champions con l’attesa sfida della Juventus Campione d’Italia, impegnata nella complicata trasferta di Oporto per affrontare allo stadio Dragao i padroni di casa, mentre nell’altra gara il genio tattico di Jorge Sampaoli, messo al servizio del Siviglia, si contrappone al pragmatismo tutto italiano di Claudio Ranieri e del suo Leicester, passato in pochi mesi dalla gloria all’inferno.

La Juve di Allegri arriva al confronto di Champions sicuramente nel periodo migliore dal punto di vista calcistico, con una striscia aperta di sette vittorie, ma altrettanto sicuramente in quello peggiore fuori dal campo, dopo la lite pesante tra il mister e Bonucci durante Juve-Palermo, archiviata con la auto multa decisa da Allegri e la punizione inflitta al difensore della Nazionale, che guarderà l’andata dalla tribuna dello stadio Dragao.

Non è sicuramente il viatico più sicuro per preparare mentalmente una partita in cui la Juventus parte favorita, ma che nasconde insidie che non devono essere sottovalutate, soprattutto perché in un’edizione così equilibrata della Champions, la possibilità di arrivare fino a Cardiff passa dal superamento di questi ostici confronti.

A livello di formazione le preoccupazioni più grandi, oltre all’assenza di Bonucci, sono tutte in difesa, visto che della leggendaria retroguardia titolare l’unico in forma e sicuro di giocare è Buffon, mentre Chiellini e Barzagli assenti in campionato per infortunio, hanno ripreso il lavoro in gruppo, sono partiti con la squadra, ma solo alla vigilia si saprà se potranno giocare dal primo minuto, con percentuale più alta per Chiellini.

Lo schieramento a quattro usato nell’ultimo periodo comporta la presenze quasi sicura di Alex Sandro e Liechsteiner sui laterali bassi, mentre al centro c’è un altro ballottaggio da definire, con Benatia e Rugani a contendersi il posto, in caso di recupero pieno di Chiellini, e il marocchino leggermente favorito in virtù della sua fisicità da contrapporre al gioco del Porto caratterizzato da molti lanci lunghi e cross.

In fase difensiva la Juve dovrà affrontare un attacco a due punte, in cui Andre Silva sarà il sicuro titolare al centro, mentre Jota e Soares si contendono l’altra maglia, a seconda che Nuno Espirito Santo decida di avere più movimento e corsa con il primo, o fisicità, gioco aereo e opportunismo con il secondo.

Importante per i difensori sarà non andare sotto nel gioco lungo avversario, anticipare i duelli aerei, e avere sempre una protezione sul movimento di anticipo all’attaccante, per non farsi prendere in velocità dagli inserimenti della seconda punta e dei trequartisti schierati dietro all’attacco.

Davanti alla difesa la formazione delle ultime uscite vede Pjanic e Khedira da mediani con i quattro attaccanti davanti a creare scompiglio: visto lo schieramento del Porto si poteva pensare ad un ritorno con il centrocampo a rombo con Marchisio come vertice basso a schermare ulteriormente la palla lunga portoghese, ma nella conferenza stampa di ieri l’aver dato per certo Cuadrado in campo (assieme a Mandzukic, Dybala, Higuain e Pjanic) ha tolto ogni i dubbi.

Il Porto gioca con un mediano estremamente difensivo davanti alla difesa, il totem Danilo Pereira, che molto probabilmente avrà il compito di seguire i movimenti di Dybala sulla zona di trequarti, oltre a dare manforte alla coppia di difensori centrali, perciò per i bianconeri sarà fondamentale per la costruzione del gioco e la ricerca del goal servire con continuità le due fasce, dove Mandzukic e Cuadrado, o eventualmente un Dybala che si decentra, hanno miss-match favorevoli contro i terzini dei Dragoni, Telles e Maxi Pereira, offensivamente validi e pericolosi, ma difensivamente spesso in difficoltà negli 1vs1 e nelle giocate di ripartenza alle loro spalle.

L’equilibrante Danilo Pereira

I padroni di casa sono una squadra che concede pochissimi tiri, solo la Juve ne concede meno in Champions, e fanno del muro difensivo centrale e la compattezza a ridosso dell’area di rigore il marchio di fabbrica della nuova gestione di Nuno Espirito Santo.

Per questo motivo la catena di sinistra tra Mandzukic e Alex Sandro e in parte minore quella destra con la salita più prudente di Lichtsteiner dovrà essere decisiva nel gioco juventino, per poi innescare la classe di Gonzalo Higuain, chiamato a dimostrare di essere un fuoriclasse anche nei momenti difficili e nelle partite dove basta un guizzo per indirizzarle dalla tua parte.

Il Porto come detto è una squadra che mixa gioco fisico e aereo d’altri tempi, con la rapidità e l’individualità tattica offensiva dei giorni nostri, proponendo un sistema simile a quello usato da Guardiola nell’ultimo periodo, ma più difensivo, visto che il lungo Danilo Pereira è più un difensore aggiunto che un centrocampista, concedendosi poche volte viaggi oltre la metà campo difensiva, e scalando spesso sulla linea dei difensori soprattutto quando uno dei due centrali cerca l’anticipo alto.

Questo triangolo centrale, completato dal grande Casillas a difendere la porta, chiude molti spazi di finalizzazione per gli avversari, e il Porto è sicuramente una squadra che concede poco negli ultimi 20 metri.

Offensivamente il gioco è incentrato molto su lanci lunghi e cross, soprattutto se in attacco ci sarà Soares, brasiliano arrivato a gennaio e già a segno ripetutamente, e proprio Casillas è uno dei primi costruttori di gioco, visto che dai suoi lanci per Andre Silva o Soares nascono azioni anche vincenti.

Il giovane Andre Silva è il capocannoniere della squadra con 17 goal stagionali e sicuramente l’uomo da tenere d’occhio maggiormente, anche per la sua abilità di anticipare il movimento difensivo sia in fase di costruzione che in fase di finalizzazione, e sarà importante per i difensori juventini chiudere bene gli spazi all’interno dell’area di rigore, dove il centravanti costruisce la quasi totalità del suo gioco e delle sue conclusioni.

Dietro alle punte giostrano tre centrocampisti/trequartisti che hanno il compito di non dare punti di riferimento e garantire l’ampiezza e le giocate individuali in grado di costruire cross per le punte. Jesus Corona, Brahimi e Oliver Torres sono i giocatori che di fatto creano tutto il gioco offensivo del Porto, soprattutto i primi due con le loro giocate in 1vs1, che portano al cross per il messicano (solo i terzini crossano di più) o al tiro per l’algerino (solo le punte tirano di più).

Proprio le catene laterali, con le sovrapposizioni dei terzini, soprattutto dalla parte di Alex Telles, possono creare i pericoli maggiori dal gioco molto scolastico dei Dragoni e le scelte di Allegri saranno importanti per arginarli e uscire indenni e magari in vantaggio dalla trasferta portoghese.

L’altro impegno che chiude le due settimane dedicate all’andata degli ottavi di finale, vede di fronte due realtà e due stili di gioco quasi opposti fra loro, e che arrivano a questa sfida con umori infinitamente diversi.

Il Siviglia di Sampaoli è diventato il primo contendere all’accoppiata Real-Barca nella Liga, sopravanzando l’Atletico Madrid nella corsa alla Champions diretta e qualificandosi agli ottavi di Champions dopo tre anni di viaggi vincenti in Europa League. Il camaleontismo e l’aggressività del credo del tecnico sudamericano hanno subito creato un mix perfetto, garantendo risultati, gioco e un connubio molto profondo col popolo sevillista.

Ipotizzare la formazione che schiererà Sampaoli è piuttosto complicato, visti i continui cambiamenti di sistema, a seconda dell’avversario affrontato, ma cercando di fare un tentativo in virtù della disposizione classica del Leicester, è possibile che vada con un solo mediano davanti alla difesa, N’Zonzi, visto che gli inglesi difficilmente creano azioni nella zona di trequarti centrale, e punti sul doppio attaccante per affrontare la staticità confusa della coppia Morgan-Huth, con il ritrovato Jovetic a cercare gli spazi per colpire alle spalle di Ben Yedder.

Dietro a questa coppia, ci potrebbe essere un trio di giocatori offensivi abili a trovare le giocate alle spalle della mediana delle Foxes, con Nasri più centrale, con il compito di scendere a fianco di N’Zonzi per dare ritmo alla costruzione, Vazquez sul centro destra e Vitolo dalla parte opposta, in grado di far male coi movimenti ad accentrarsi verso la zona d’area.

L’eterno non ancora 30enne Nasri

In caso di scelta diversa, ci potrebbe essere la presenza di capitan Iborra a fianco di N’Zonzi in una mediana più classica, e davanti la scelta di puntare su un solo attaccante, o di tenere fuori inizialmente uno tra Vitolo e Vazquez, avendo parecchie scelte offensive a disposizione per cambiare le partite in corso, come successo spesso in questa stagione, con l’ex doriano Correa o Pablo Sarabia sempre pronti a fare danni sulla trequarti esterna.

L’unico problema di formazione riguarda la probabile assenza di Pareja al centro della difesa, che va ad aggiungersi a quella di Mercado, costringendo Sampaoli a puntare su Lenglet a far coppia con Rami, per fermare il gioco verticale di Vardy e Mahrez.

Il Siviglia al Sanchez Pijuan parte sicuramente favorito, anche perché il Leicester in trasferta ha solo due vittorie stagionali, nessuna in Premier, e segnato solo sei goal nelle ultime dieci lontano da casa. In più i padroni di casa in Champions hanno subito goal solo nella partita contro la Juventus dei gironi, per cui sanno come blindare la loro porta.

Il Leicester arriva alla trasferta in terra spagnola in un periodo tragico, che sembra non avere fine, e che nemmeno l’oasi felice della Champions, dove ha vinto in carrozza il proprio girone, sembra fermare.

In Premier la squadra è ad un solo punto dalla zona retrocessione, è appena uscita dalla FA Cup perdendo a Milwall contro una squadra di categoria inferiore rimasta in dieci uomini, e l’idillio tra Ranieri e i giocatori, che aveva garantito la cavalcata gloriosa dello scorso anno, sembra essere al capolinea.

In realtà questo Leicester potrebbe essere avvantaggiato da un’uscita prematura dall’Europa per dedicare anima e corpo alla ricostruzione mentale che garantisca di rimanere in Premier League, ma probabilmente Ranieri punta sul fascino dello scenario per cercare un risultato che può portare un’inerzia sicuramente positiva per il proseguo della stagione.

I Foxes non segnano in campionato dalla fine del 2016, le due stelle della squadra, Vardy e Mahrez, sembrano i cugini scarsi di quelli decisivi meno di un anno fa, Drinkwater privato della valvola di sicurezza Kantè, non riesce più ad essere il metronomo visto la passata stagione e la coppia difensiva Morgan-Huth, che era diventata un autentico muro davanti alla porta, si è sgretolata concedendo goal ed errori (il Leicester ha chiuso senza subire goal solo due partite negli ultimi tre mesi).

La formazione è più o meno quella classica dell’ultimo periodo, con il nuovo acquisto Ndidi proposto subito tra i titolari a fianco di Drinkwater, per cercare di ricreare la chimica vista con Ngolo Kantè, ma che al momento è piuttosto lontano da quel rendimento, mentre sulla fascia destra è possibile l’utilizzo di Gray per dare più vivacità e giocate individuali ad un gioco offensivo tremendamente sterile, sperando che dall’altra parte Mahrez ritrovi le magie che l’avevano consacrato a livello europeo.

La partita sarà intensa sicuramente, e molto aggressiva, soprattutto perché il Siviglia è squadra che cerca la giocata difensiva al limite (tra le squadre che fanno più tackles e falli), e Ranieri non vorrà regalare troppi spazi, cercando di stare il più compatto possibile nelle prime due linee, lasciando Vardy e Okazaki davanti a tentare di mettere pressione sulla costruzione bassa del Siviglia.

Risultato che sembra scontato, ma l’orgoglio del tecnico italiano e degli inglesi potrebbe sorprendere, anche se Sampaoli ha sempre mille idee per fare sua la partita e credo abbia tutta l’intenzione di chiudere la qualificazione al Sanchez Pijuan.

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