UFC 213 / UFC TUF Finale – Preview

Il weekend che inizierà venerdì 7 luglio sarà pregno di eventi per quel che riguarda la UFC. Due serate consecutive in cui si incoronerà il vincitore del reality show The Ultimate Fighter e a seguire la sera successiva il 213esimo evento numerato in PPV. Due titoli on-the-line (Pesi medi e Pesi Gallo femminili), match che promettono spettacolo, giovani in rampa di lancio e molto, troppo, poco starpower.

Come al solito per i PPV della UFC la redazione si è riunita e si è posta delle domande. Ecco a voi cosa ne è uscito:

Un’International Fight Week con così poco interesse e star power non si vedeva da un po’ di anni. Naturale conseguenza dell’attenzione rivolta a Conor vs. Floyd? Oppure la UFC poteva fare qualcosa di più? (Domanda di Stefano)

Lorenzo: Questa International Fight Week è un po’ lo specchio di ciò che è stato questo anno (fino ad ora) in UFC. L’assenza delle punte di diamante della federazione per un tempo prolungato ha portato alla necessità di trovare soluzioni alternative. Ci sono state, quindi, card con main event discutibili, titoli assegnati un po’ inspiegabilmente ed in generale, ciò che traspare, è un chiaro periodo di transizione. La fight-week è quindi capeggiata da un incontro per il titolo femminile che molti danno per scontato, con due atlete poco conosciute e poco mediatiche (soprattutto per il pubblico statunitense). Il co-main per il titolo interim dei middleweight potrebbe avere un buon successo in Oceania, in quanto Whittaker lotterà per diventare il primo campione Australiano. E’ un po’ un’incognita l’esordio di Gaethje, fighter che qualsiasi fan hardcore vuole vedere all’opera ai massimi livelli, ma che di fatto non ha ancora attirato su di sé l’interesse del grande pubblico. In sostanza, quindi, credo che questa mancanza di star power non è stata in alcun modo influenzata da McGregor – Mayweather e che, anche nel caso il match milionario non si fosse realizzato, ci saremmo ritrovati una card pressoché identica.

Phre: Credo che la mancanza di star power sia dovuta più che altro al periodo storico. Se abbiamo poco hype noi fan di vecchia dati, figuriamoci un fan occasionale. I nomi che vendono sono tutti attualmente in “congedo” quindi prevedo un 2017 poco remunerativo per la WME-IMG, almeno dal fronte MMA. Probabilmente vedremo il ritorno di nomi pesanti verso la fine dell’anno, per chiudere col botto (vedi GSP o il sopracitato Conor), ma per adesso dobbiamo accontentarci di queste card “bastarde” che uniscono match da paura a match che definire insipidi (almeno sulla carta) è riduttivo.

Francesco: Mancano i personaggi. Incontri e lottatori interessanti ce ne sono però non attirano il pubblico casuale. Noi fan hardcore sappiamo che Johnson – Gaethje o Romero-Whittaker sono potenzialmente due match candidabili a MOTY. Ma chi non segue con assiduità probabilmente non ha mai sentito nominare nessuno dei quattro. Questo discorso continueremo a farlo finché la UFC non avrà tra le mani i nuovi Conor, Ronda, Penn o GSP.

Altro evento numerato e altro match interessante (Browne vs Oleinik) che va a finire nei preliminari. Ci dobbiamo abituare a vedere un match interessante come finale dei preliminari gratis come traino per le vendite del PPV? (Domanda di Francesco)

Phre: Credo proprio che la tendenza sia ormai proprio quella. Mostrare gratuitamente al fan occasionale bei match in modo da farlo avvicinare allo sport per poi, magari, convincerlo ad acquistare il prossimo evento PPV. Se da una parte può sembrare “irrispettoso” verso gli atleti che meriterebbero le luci del palcoscenico principale, dall’altra dobbiamo riflettere come farebbe una grande azienda: ottimi match gratis sulla tv nazionale (o sul web), in cambio di nuovi fan che potenzialmente acquisteranno i prossimi eventi a pagamento.

Lorenzo: In realtà fatico a vedere questo match come interessante. Nel senso, è un match interessante in dei prelims, senza dubbio, ma da solo non vale di certo granché. Browne ormai è l’ombra del fighter che era un tempo ed Oleinik fino ad ora si è fatto notare unicamente per la “rarissima” Ezequiel Choke che ha messo a segno. E’ un match che seguirò, ma senza particolare hype.

Stefano: Consolidata strategia di promozione dei PPV che durerà fino a quando la UFC avrà questo business model.

Marc Diakiese è un fighter che finora ha dimostrato di saper intrattenere bene il pubblico, sia con l’azione che con le parole. Secondo voi potrà essere una futura star nel mondo delle MMA? (Domanda di Phre)

Francesco: In questa penuria di personaggi interessanti, Diakiese è uno spiraglio di luce nel roster UFC. Ancora giovane e già ha fatto vedere delle gran belle cose. È pur vero che viaggia sulle ali dell’entusiasmo guidato da un record immacolato anche se contro avversari non proprio probanti. In caso di vittoria arriverà nel prossimo match il vero test da parte della UFC che molto probabilmente lo manderà contro uno dei top 10-15 della categoria, e là vedremo il reale valore di questo ventiquattrenne.

Stefano: Ha tutte le carte in regole (e il tempo) per scalare in fretta le graduatorie della propria divisione in UFC. A patto però, come per ogni genuino “prospetto futuro” in questo sport, di esaltare i propri pregi (in questo caso, l’esplosività atletica e la potenza dei suoi colpi) e celare, se non proprio correggere, i propri difetti (una certa ruvidezza dal punto di vista tecnico-tattico). Il match contro Klose, lottatore sottovalutato da tenere d’occhio, rappresenta un ottimo banco per il britannico, che dovrà soprattutto evitare di confrontarsi sul piano del wrestling con il rivale, a lui superiore in tale ambito.

LorenzoAmmesso e non concesso che all’interno di UFC atleti di colore e non abbiano la stessa considerazione da parte del pubblico (e pure della promotion), Diakiese è senza dubbio un profilo interessante. Propone sia uno stile di combattimento spettacolare, apprezzabile sia da fan casual che hardcore, sia una personalità sufficientemente sfrontata. Detto questo, va anche ricordato che fa parte della divisione più stacked dell’intera UFC, all’interno della quale sono presenti sia fortissimi fighter, sia personaggi interessanti. Quanti, ad esempio, considerano più interessante Diakiese rispetto ad un altro prospetto in rampa di lancio come Kevin Lee? Probabilmente pochi. Quindi, pur rimanendo interessato a lui, non lo vedo come una “next big thing” nell’immediato futuro.

Come lo vedete Johnson-Gaethje? (Domanda di Lorenzo)

StefanoIl test più importante nella carriera di Justin Gaethje, con conseguenze che vanno al di là della semplice dicotomia vittoria/sconfitta. L’ex campione WSOF ha tenuto intatto il suo record (17-0) approcciandosi a ogni contesa quasi sempre allo stesso modo: andare alla battaglia senza paura, pressando il proprio avversario non in maniera ben ponderata, bensì cercando di intimidirlo e costringerlo a cadere sotto il peso dei suoi colpi. Una strategia che trova un immediato paragone con quella di Matt Brown, sinora foriera di gloria, ma con potenziali effetti collaterali. Quelli che Johnson può sfruttare a proprio vantaggio, per esempio prediligendo i movimenti laterali per sventare il pressing frontale del rivale e combinazioni che mirino al suo corpo. Attacchi che Gaethje non è abituato a difendere bene e che, alla lunga, possono premiare “The Menace”.

Phre: La butto lì, secca: sarà subito fra i candidati per il MOTY 2017. Justin è un fottuto maniaco, quando penso a lui mi vengono in mente le parole di Craig Jones, Sampler degli Slipknot: “Se non suonassi negli Slipknot probabilmente sarei in giro ad uccidere la gente”. Dall’altra parte, però, non c’è di certo un wooden dummy del Wing Chun, anzi c’è un altro brawler pronto a scatenare una guerra della quale sentiremo parlare negli anni a venire. Vedo favorito l’ex campione WSOF (ora PFL), comunque.

Francesco: Il match che aspetto di più di questo weekend, e non sta nell’evento numerato. Justin Gaethje arriva con un 17-0 (solo 2 W per decision) che fa sperare in un match intenso e spettacolare. Con lui la UFC si è assicurata uno dei migliori 3 al mondo che ancora non erano parte del suo roster. Uno che può tranquillamente essere anche un personaggio fuori dall’ottagono. E infatti lo sparano subito in un main event. Di fronte Johnson che quando c’è da far rissa non si tira mai indietro. Come non aspettarsi fuoco e fiamme da questo incontro?

Come pensate ne uscirà Pettis da questo ritorno nei LW? Come pensate proseguirà la sua carriera? (Domanda di Lorenzo)

Stefano: Più che altro, la domanda è, come ne uscirà Pettis da questo ormai lungo periodo incerto della sua carriera? Dare una risposta definitiva è sempre difficile, ma le prospettive per lui non appaiono rosee, a prescindere dalla categoria di peso in cui si trova. Nelle sconfitte (Dos Anjos, Alvarez e Barboza) come nei successi più recenti (Oliveira), sono diventati evidenti i limiti del suo stile di lotta, in particolare per quanto concerne il footwork, limitato a dispetto di un talento naturale indiscutibile, e la capacità di gestire le distanze. Lavorare sui propri difetti è la missione di “Showtime” al fine di tornare campione UFC, lavorare sui propri difetti è quanto ha fatto il suo avversario negli ultimi anni, Jim Miller. Liberatosi da annosi problemi di salute, il nativo del New Jersey ha fatto tesoro delle lezioni intraprese nella gabbia per rafforzare i punti deboli del suo gameplan, soprattutto sul fronte dello striking. Felice di essere smentito, ma la vedo dura per Pettis.

Phre: I tempi dello Showtime sono finiti, a mio avviso. Non me ne voglia Francesco, ma credo che la carriera di Anthony vada in parallelo con quella del suo omonimo Carmelo, in declino. Il suo picco rimarrà quel flying-spinning-walling-powerrangering-kick-from-hell rifilato a Bendo in WEC. Ecco, non credo più che vedremo quel Pettis, anzi, se devo dirla tutta, lo vedo a breve raggiungere il suo ex rivale, in Bellator.

Francesco: Passo la risposta agli altri. Anzi no, rispondo. Io in Anthony Pettis ci ho sempre creduto. Se dovessi stilare una personalissima classifica all-time dei miei preferiti, Pettis sarebbe nei primissimi posti. Pochi mi hanno fatto sobbalzare dalla sedia come lui. Dopo la sconfitta titololata con Dos Anjos sembra quasi aver perso la voglia. Come se combattere non lo stimolasse più. E sinceramente se non cambia atteggiamento rischia di fare una figuraccia anche contro Miller che non è proprio uno dei primi della pista. Tutte queste parole per dire che sabato notte appena lo introdurranno sarò il primo a fare il tifo per lui perché in fin dei conti in Showtime ancora ci credo.

Quali piani futuri immaginate per la divisione pesi massimi a seconda che vinca Werdum od Overeem? (Domanda di Stefano)

Lorenzo: Difficile previsione questa, più che altro per il fatto che entrambi gli atleti sono già stati sconfitti dal campione in carica, Stipe Miocic. Sicuramente, con una vittoria convincente, colui che ha più probabilità di ottenere una shot titolata è il brasiliano, in quanto la sua sconfitta è avvenuta mentre lui stesso era campione. Nonostante questo, ho il presentimento che UFC voglia prima o poi organizzare il rematch tra Werdum e Velasquez, quasi a riabilitare l’immagine di Cain, passato dall’essere un top fighter della promotion ad un vero e proprio caso clinico (a causa degli infortuni). Detto tutto ciò, penso che difficilmente questi fighter avranno accesso diretto alla shot titolata dopo questo match, che verrà probabilmente riservata a Ngannou nel caso vincesse contro Dos Santos o a Cain Velasquez stesso.

Phre: Lo ripetiamo ormai come un mantra: “la divisione dei pesi massimi ha bisogno di una svecchiata”. E non vedo come questo possa cambiare nel breve termine. Vedo Ngannou futuro campione, ma non vedo cosa possa smuovere le cose all’infuori della top-5. Il mio sogno bagnato sarebbe Jones che riprende la cintura dei mediomassimi per poi salire e tentare di essere il secondo fighter a detenere contemporaneamente due cinture. Sappiamo, però, che fra il dire e il fare c’è di mezzo… la neve.

Francesco: Io sto perdendo le speranze nella categoria dei Massimi. Una vittoria di uno dei due non cambierà nulla perché entrambi hanno già avuto da poco la loro opportunità titolata e l’hanno fallita tutti e due al primo round. Il primo sfidante al titolo ha già un nome e un cognome: Francis Ngannou. E il francese e Miocic dovranno trainare la categoria per lungo tempo perché non si vede nulla all’orizzonte(Valazquez è un capitolo a parte), neanche in altre federazioni. A meno che un certo Jon Jones non decidesse di salire di peso…

Come vedete il match fra Romero e Whittaker? In caso di sconfitta da parte del cubano, quanti match ha ancora nelle gambe data la sua età? (Domanda di Phre)

Francesco: Io vado con Whittaker. Sia per i 13 anni di meno, sia perché il fisico di Yoel mi desta ancora troppe domande. Vedere un quarantenne in quelle condizioni mi fa venire molti dubbi, figli anche dei precedenti del cubano. L’australiano ha dimostrato ti tenere testa ad avversari molto più quotati di lui, ultimo dei quali quello che tutti consideravamo il vero primo sfidante al titolo, Jacaré Souza. Poi ovviamente verrò smentito e Romero tirerà fuori dal cilindro un altro coniglio come nell’ultimo match contro Weidman.

Stefano: La chiave della sfida sarà la capacità di gestire gli spazi e piazzare i colpi decisivi per fare propria la cintura. In tal senso, entrambi i fighter sono ben attrezzati dal punto di vista atletico, tecnico e strategico. Romero è un vero e proprio “freak” che sembra migliorare con l’età (arriverà il momento del calo, ma pare ancora lontano da venire), wrestler di classe olimpica e un counterstriker velenoso, prova ne è la ginocchiata con cui ha steso Chris Weidman. Da parte sua, Whittaker non avrà un corpo prodigioso come quello del cubano né le sue credenziali nella lotta libera, ma possiede sicuramente un migliore arsenale offensivo in fase standing, più variegato e preciso sul bersaglio, e una certa accortezza difensiva. Inoltre, all’interno dell’Ottagono l’australiano ha dimostrato di essere un osso duro da mettere giù. Entrambi i contendenti sanno applicare il proprio gameplan con intelligenza, nel caso di Romero condendolo con qualche comportamento borderline rispetto al regolamento. A mio parere, arrivando al punto, Whittaker sembra avere le carte in regola per tenere sotto controllo e neutralizzare le sortite più pericolose del rivale, per poi chiudere la pratica come avvenuto contro Jacaré Souza. Prevedo un suo successo per TKO nel terzo round.

Lorenzo: Romero-Whittaker è un match figlio del chaos che imperversa nella divisione Middleweight in questi mesi. Il campione è fuori da tempo immemore, una leggenda dello sport sembra essere stata designata come first contender nonostante non combatta da anni, uno dei match più interessanti della divisione (Weidman-Mousasi) è finito in modo quantomeno discutibile, il prospetto più interessante della divisione (Gastelum) viene segnalato da USADA, un ex campione si schiera apertamente contro UFC e il suo presidente. Diciamo che chi rimane fuori da questo marasma ha ottenuto la shot alla cintura interim. Rimanendo all’interno dell’ottagono, prevedo uno scontro tra power punchers, entrambi in grado di mettere KO l’avversario. Whittaker lo vedo migliore nel footwork e nei calci in generale, mentre Romero è più evoluto come grappler. Il mio presentimento è che il match sarà simile a Whittaker – Jacaré, dove il primo ha avuto momenti di difficoltà, dai quali però è uscito brillantemente ed ha vinto grazie a un KO. In tal caso, quindi, non escludo un ritiro imprevisto di Romero in serata, oppure, più probabilmente, un paio di match prima dell’addio (ad esempio il rematch con Jacaré o contro qualche giovane emergente).

Ha senso continuare a piazzare gli incontri titolati femminili nel main event degli eventi numerati? La Nunes può arrivare al livello di popolarità di Ronda o di Joanna? Non è un po’ prematuro questo “push” che gli stanno dando? (Domanda di Francesco)

Phre: Per una volta anch’io rispondo ad una domanda sulle WMMA, anche se so già che risulterò antipatico ai nostri lettori. Dividiamo una volta per tutte gli eventi di MMA da quelli di WMMA, anche perché è chiaro che, almeno allo stato attuale, il livello fra i due mondi è diviso da un abisso, fatta eccezione per pochissime atlete. Creare eventi separati, o addirittura un circuito a parte, potrebbe addirittura giovare al movimento WMMA che finora non hanno mai brillato di luce propria, vivendo sempre all’ombra dei maschietti. Ci sarà un motivo se NBA e WNBA son due cose separate, no?

Lorenzo: Le MMA femminili sono senza dubbio un “big deal”. Il problema, quindi, lo vedo più relativo a questo match piuttosto che ai match femminili in generale. E’ di pochi giorni fa la notizia della presenza di Michelle “The Karate Hottie” Waterson sull’edizione di quest’anno di “Body Issue” di ESPN, che ci ricorda come certe combattenti all’interno della federazione godano di fama mainstream. Ma Amanda Nunes o Valentina Shevchenko cos’hanno da proporre in questo senso? Senza dubbio nelle loro rispettive patrie sono seguite (il che porterebbe a pensare che una card fuori dagli USA sarebbe più adatta a loro), ma per quanto riguarda il pubblico americano, probabilmente rimangono ancora degli oggetti misteriosi. E no, non c’è nessuna Ronda Rousey tra loro due.

Stefano: Ha senso nel momento in cui, per tradizione, la UFC pone tutti i match titolati nel main event, anche quando il vero match principale agli occhi di tutti è un altro. Giusto o sbagliato che sia, è così, con poche eccezioni (la prima che mi viene in mente, UFC 196).
 La Nunes non sarà mai popolare come le due lottatrici citate perché non ha un background di facile identificazione per il pubblico americano (vedi Ronda) e non ha mai dimostrato di volersi sforzare oltre il minimo indispensabile nel promuoversi al di fuori della gabbia (a differenza di Joanna). La sua grande chance l’ha avuta nello scorso dicembre, non l’ha voluta sfruttare, a suo danno.

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