Champions League 2018: Preview Liverpool-Roma, Real-Bayern

Una sfida che pochissimi avrebbero pronosticato e una che per più di qualcuno profuma di finale anticipata. Liverpool-Roma e Real Madrid-Bayern Monaco sono le due semifinali di Champions League che stasera con lo scontro di Anfield iniziano l’ultimo percorso verso la finale di Kiev.

Il primo match d’andata questa sera sarà come detto nel leggendario stadio di Anfield dove le due squadre sorpresa di questa edizione daranno vita ad un intrigante rematch di quella che fu una storica finale di Coppa Campioni, giocata a Roma nell’84 e vinta dagli inglesi ai rigori, tra le lacrime dei tifosi romanisti.

Le due squadre arrivano a questa semifinale dopo aver eliminato due delle favorite assolute per la finale, Manchester City e Barcellona, superate in modi estremamente differenti, sia per emozioni che per modus operandi e probabilmente proporranno uno scontro molto più tattico rispetto all’altra semifinale dove la quantità di talento individuale di Real e Bayern favorisce uno scontro più all’insegna delle giocate individuali.

Le statistiche di questa edizione dicono che in casa il Liverpool deve dare una scossa notevole alla semifinale per poter staccare il biglietto per la finale. Compreso il turno preliminare i Reds hanno segnato 19 gol e chiuso senza subire gol le ultime 4 gare disputate nel loro stadio, mentre la Roma ha perso le ultime tre trasferte e in generale ha vinto fuori solo con il Qarabag, per altro soffrendo.

Se guardiamo però all’opposto, la Roma all’Olimpico ha appena dominato una squadra come il Barça e deve ancora subire un gol, mentre il Liverpool ha sempre segnato almeno un gol, ma ha anche concesso partite pazze dal punto di vista difensivo come quella di Siviglia.

Per tanto sarà l’impronta tattica che daranno i due allenatori a decidere la sfida, soprattutto dalla parte di Di Francesco che è quello forse con più dubbi a poche ore dal fischio d’inizio.

Riproporre lo schieramento che ha schiantato Messi e compagni, oltre che portato vittorie in serie in Serie A o appoggiarsi al sistema dell’avversario tentando di arginare le armi offensive in mano a Klopp?

Nel primo caso vedremmo una difesa a 3 che si accoppierebbe un po’ a rischio col super tridente Salah-Firmino-Mane’ (83 reti in stagione), ma che avrebbe forza a centrocampo e fisicità nella parte centrale offensiva per andare a pressare molto alto la costruzione del Liverpool e togliere rifornimenti ai loro avanti, magari con un’accoppiata esterna Kolarov-Florenzi che può trasformare l’impostazione difensiva a cinque, chiudendo a riccio la parte di campo davanti ad Allison, per costringere il Liverpool a giocare molto esterno dove fa più fatica rispetto alle partite dove può accentrare le proprie azioni e velocizzarle.

Reunion 1 (ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

In caso di difesa a 4 la superiorità numerica difensiva darebbe spazio a raddoppi sulle giocate profonde del Liverpool per Salah soprattutto, ma anche per chi tra Firmino e Mane’ si allargherebbe sulla sinistra, ma farebbe perdere un po’ di aggressione sull’inizio dell’azione degli avversari.

Con il primo sistema offensivamente si potrebbe vedere anche una coppia Dzeko-Schick molto vicina, come nel ritorno col Barca, per andare ad attaccare sulla fisicità la coppia centrale Lovren-Van Djik e sorprenderla con gli scambi palla a terra, mentre nel secondo il tridente, magari con un Florenzi alto o un El Sharaawy al posto di Schick (o Perotti se fosse recuperato a pieno dopo l’infortunio) dovrebbe andare ad attaccare sul taglio centrale che spesso ha messo in difficoltà la fase difensiva del Liverpool, in stagione.

Klopp non ha molti dubbi sulla formazione, stante le assenze lunghe di Can e Matip, ma deve saper riproporre l’inizio di fuoco del quarto contro il City, dove 3 gol e 16 palle perse in mezzora hanno annichilito i dominatori della Premier e consegnato il passaggio alla semifinale.

Ricerca del gioco veloce per sfruttare la lentezza dell’asse centrale giallorossa, tentativo di attaccare spesso la profondità oltre Kolarov per favorire il miss match con Salah, costringendo Manolas ad uscire per poi sfruttare gli inserimenti di Chamberlain e Firmino in quella zona. In caso di difesa a 3 romanista, gioco molto ampio in costruzione per poi velocizzare il taglio centrale con o senza palla.

In difesa invece solita pressione a ridosso della metà campo per poter lanciare le frecce del tridente, oltre che attenzione massima sui tagli centrali senza palla tipici della squadra di Di Francesco, in cambio di lato, cercando di dare sempre un ostacolo fisico al rifornimento verso Dzeko, vero regista offensivo della Roma, mettendo sempre un uomo a sostegno della giocata di sponda con Naingollan.

Domani Real e Bayern daranno vita, a differenza di Roma e Liverpool, ad una sfida classica, da grandi palcoscenici europei, tra due delle squadre che hanno fatto la storia del gioco e vinto di più in assoluto.

Due big partite in modo negativo in questa stagione, con il Real che ha di fatto perso la Liga a ottobre, arrivando seconda nel proprio girone dietro al Tottenham e il Bayern che ha addirittura esonerato Ancelotti, ormai fuori dallo spogliatoio bavarese, affidandosi ancora una volta al grande vecchio Heynckes.

Poi la svolta, con il Bayern che ha iniziato a volare e non si è più fermato, sulle ali della psicologia tutta tedesca del proprio santone, andando a vincere l’ennesima Bundesliga in carrozza e asfaltando chiunque nel proseguo di Champions. Il Real Madrid invece ha sentito la musica giusta dagli ottavi e ha messo insieme gli scalpi non proprio facili di PSG e Juve, dando un segnale forte per chi volesse spodestarla dopo la doppietta consecutiva nella massima competizione europea.

Gli spagnoli possono dirsi bestia nera dei bavaresi, visto che nelle ultime quattro partite di Champions hanno sempre vinto, sia a Madrid che a Monaco, eliminandoli recentemente nel discusso quarto di finale dello scorso anno con la doppietta di Ronaldo e il gol di Asensio nei supplementari del ritorno.

All’Allianz, teatro dell’andata di domani, il Bayern ha vinto 18 partite su 21, mancando il gol solo in due occasioni e segnando 33 gol nelle ultime nove, frutto di una consapevolezza tecnica che ha mixato i principi del possesso di Guardiola e l’esuberanza individuale della gestione Heynckes in cui si può giocare un Classico di Germania contro il Dortmund o un quarto di Champions con Muller e James come mezzali, dietro ad un tridente.

Reunion 2

Contro il Real potrebbero esserci delle modifiche, vista la pericolosità del centrocampo di Zidane, dando una spalla in più a Javi Martinez, che potrebbe essere Thiago, relegando James o Muller in panchina, con l’opzione di avanzare uno dei due al posto di Robben o Ribery.

Per fare male al Real è sempre importante attaccare la profondità sulla fascia di Marcelo e togliere respiro al movimento continuo senza palla di Isco sul fronte offensivo, un po’ come fatto dalla Juve nello splendido ritorno del Bernabeu, quando sono arrivati ad un passo da scioccare il mondo blancos.

Oltre a quello, soprattutto in casa, essere concreti, perché il Real il gol lo può fare in qualsiasi momento, sia in casa che fuori, per tanto sfruttare quello che concede difensivamente è fondamentale.

Per Zidane è importante ricopiare il copione tattico di ottavi e quarti giocati in trasferta, mantenendo i ritmi bassi in fase di possesso, senza farsi travolgere dall’aggressività avversaria e sfruttando le solite enormi armi individuali offensive, con la catena di sinistra Marcelo-Isco-Kroos e la spaventosa forma di Cristiano Ronaldo, che da dicembre non ha più smesso di segnare.

Molto importante saranno anche le mosse a partita in corso, perché le alternative sono di livello assoluto e possono cambiare in un amen le sorti della semifinale, che quasi sicuramente si deciderà nello scontro al Bernabeu.

Semifinali sicuramente emozionanti, in modi diversi, ma che daranno parecchi spunti agli amanti del calcio giocato e analizzato, in attesa di sapere chi ci sarà a Kiev per l’atto conclusivo.

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