Giro d’Italia 2018 – I partecipanti

Questo Giro d’Italia sarà il primo Grande Giro con le nuove norme sul numero dei partecipanti introdotte proprio quest’anno: sempre 22 squadre (di cui 18 World Tour) ma con 8 iscritti ciascuna e non più 9. Nel complesso quindi un gruppo leggermente meno numeroso (e quindi si spera un po’ meno caos ed incidenti) e tattiche di squadra che potranno contare di una pedina in meno (e quindi si spera gare meno bloccate e più spettacolari).

Le 4 invitate, tutte ProContinental, sono la Androni (vincente Ciclismo Cup 2018), la Bardiani, la Willier Triestina e la Isreal Cycling Academy. Rispetto all’anno scorso ci sono due conferme (Bardiani e Willier) e due novità (Androni e Isreal Cycling idealmente al posto di Gazprom-Rusvelo e CCC Sprandi Polkowice). Resta ancora fuori dal Giro, tra le squadre PCT italiane, la Nippo-Vini Fantini.

SPOILER: in fondo all’articolo trovate anche i miei personalissimi ranking (classifica generale, volate, giovani). Buona lettura!

NB. I numeri ufficiali saranno aggiornati poi quando comunicati.

Giro d'Italia

Dal Tour of the Alps al Giro il passo è breve…

Team Sunweb

1 Tom DUMOULIN, 2 Roy CURVERS, 3 Chad HAGA, 4 Chris HAMILTON, 5 Lennard HOFSTEDE, 6 Sam OOMEN, 7 Laurens TEN DAM, 8 Louis VERVAEKE.

Si parte con Dumoulin, la maglia rosa dell’anno scorso, ma, a costo di venire sbertucciato tra un mese, mi iscrivo subito tra gli scettici. Il back to back al Giro non avviene dal biennio 92-93 quando fu proprio Miguelon Indurain a riuscirci (uno molto simile all’olandese nel modo di stare in bici ed interpretare le tre settimane): non è facile ripetersi. Per me però il buon Tom rischia di stare anche fuori dal podio (pur avendo complessivamente meno rivali rispetto all’anno scorso).
Tra gli altri il sorvegliato speciale sarà senza dubbio il giovane Oomen, per lui è il secondo GT in carriera: alla Vuelta dell’anno scorso fu costretto al ritiro alla fine della seconda settimana quando era 13esimo nella generale e di gran supporto a Kelderman.
Nel mix di gregari super attempati e under 25, da tenere d’occhio anche i “motori” di Haga e Vervaeke.

NB. La redazione ciclistica di QCP, nella persona di Mattia Luchetta, si dissocia dal mio scetticismo su Dumoulin. Che si sappia.

AG2R La Mondiale

11 Alexandre GENIEZ, 12 Francois BIDARD, 13 Mickael CHEREL, 14 Nico DENZ, 15 Hubert DUPONT, 16 Quentin JAUREGUI, 17 Matteo MONTAGUTI, 18 Clement VENTURINI.

Così a naso non ci sono stati litigi tra i ciclisti dell’AG2R per venire a fare il Giro, forse più verosimili quelli per non venirci.
Spendiamo due righe almeno su Dupont, classe 1980, al suo 21esimo GT in carriera, 11esimo Giro d’Italia dove è presente ininterrottamente dal 2010, almeno a lui piacciono le nostre strade e la nostra gente. Tra l’altro ha concluso spesso la generale tra il decimo ed il 20esimo posto (mai meglio di undicesimo), insomma in assenza di Monfort (spoiler…), il candidato principale al premio Ninja per il Giro 101 è proprio lui.
Per il resto Montaguti al solito proverà qualche fuga, mentre da tenere d’occhio in volata il giovane Venturini (mi raccomando con l’accento sulla i, che ci tengono). Dicono che Geniez curerà la classifica: mah.

Androni – Sidermec – Bottecchia

21 Francesco GAVAZZI, 22 Davide BALLERINI, 23 Manuel BELLETTI, 24 Mattia CATTANEO, 25 Marco FRAPPORTI, 26 Fausto MASNADA, 27 Rodolfo Andres TORRES, 28 Andrea VENDRAME.

Con il dente avvelenato per la mancata “convocazione” nel 2017, i ragazzi di Gianni Savio si sono conquistati il diritto di partecipare al Giro 2018 grazie alla vittoria della Ciclismo Cup dell’anno scorso, dovuta in buona parte ai punti conquistati da Bernal (ora in forza al Team Sky), da Cattaneo e dal veterano Gavazzi. Quest’ultimi due saranno presenti anche tra gli 8 in partenza da Gerusalemme (Cattaneo al rientro proprio qui dopo la clavicola fratturata a fine marzo).
Non ci sarà invece Ivan Ramiro Sosa, il 20enne bellissima scoperta di quest’anno (buono al Colombia Oro y Paz, ottimo al Tour of the Alps) che è uscito un po’ ammaccato proprio dal Giro delle Alpi e che è ritenuto ancora troppo acerbo per 3 settimane di corsa.
Per il resto è una squadra votata all’attacco che cercherà di infilare tutti i giorni qualcuno in fuga e per cui una vittoria di tappa vorrebbe già dire stagione 2018 trionfale. Da tenere d’occhio i giovani VendrameMasnada (buono in qualche tappa di salita) e Ballerini, con quest’ultimo dotato anche di un buono spunto in un arrivo a 3 o a 4. Mentre per le volate di gruppo proverà a buttarsi nella mischia il solito Belletti.

Astana Pro Team

31 Miguel Angel LOPEZ, 32 Pello BILBAO, 33 Jan HIRT, 34 Tanel KANGERT, 35 Alexey LUTSENKO, 36 Luis Leon SANCHEZ, 37 Davide VILLELLA, 38 Andrey ZEITS.

La squadra nel complesso ha fatto finora una buonissima stagione, che è addirittura strepitosa considerando l’ultimo mese. Al Giro si presentano in versione scintillante.
I miscredenti potrebbero dire che manca solo un gran capitano, ma noi, che del culto di Superman Lopez siamo credenti praticanti da tempi non sospetti, non ci facciamo influenzare dalle malelingue. L’anno scorso il colombiano dell’Astana ha completato il suo primo GT, dopo una stagione passata a rincorrere una condizione approssimativa per la frattura alla gamba subita nell’inverno 2016. Alla Vuelta 2017 ha chiuso in top 10 in tutte e 3 le classifiche (generale, punti, montagna), vincendo due tappe e sfiorandone altre due. Il suo avvicinamento al Giro è stato buono, con qualche pecca (alla Tirreno non è parso brillantissimo), ma abbastanza in controllo (già meglio al Tour of the Alps).
Attorno a lui poi ci sono 5 6 scalmanati pronti a mettere a ferro e fuoco ogni tappa: Bilbao, Hirt, Lutsenko, Sanchez e Kangert, se c’è da far saltare un banco occhio all’Astana, non farà prigionieri.

Bahrain Merida Pro Cycling Team

41 Domenico POZZOVIVO, 42 Manuele BOARO, 43 Niccolo BONIFAZIO, 44 Matej MOHORIC, 45 Antonio NIBALI, 46 Domen NOVAK, 47 Kanstantsin SIUTSOU, 48 Giovanni VISCONTI.

Pozzovivo sta vivendo una seconda giovinezza, che forse è ancor meglio della prima: dall’anno scorso sta andando molto bene ed è estremamente solido nelle tappe che contano, forse manca l’acuto definitivo per metterlo sulle prime pagine di giornale, ma già così è un buon andare. Poi appena gli metteranno la sella all’altezza giusta non ce ne sarà più per nessuno…scherzi a parte, siamo molto felici di vederlo capitano della Bahrain a questo Giro: obiettivo top 5.
La squadra araba in questo primo anno e mezzo di vita è spesso venuta meno quando chiamata a supportare il capitano (nella fattispecie Nibali) e temiamo per Domenico il Giro 2018 non farà eccezione: Visconti e Mohoric si trovano più a loro agio da “cani sciolti” che da gregari devoti, più facile si giochino qualche tappa con una bella fuga.
In volata Bonifazio, con la vittoria nella prima tappa al Tour of Croatia, ha interrotto un digiuno personale che durava da quasi 2 anni e che si era protratto attraverso 3 squadre (Lampre, Trek e Bahrain), di sicuro lotterà per vincere almeno una delle tante volate previste e quanto meno lottare attraverso vari piazzamenti anche per la classifica a punti.
Nota di colore: in corsa ci sarà anche il fratello di Vincenzo Nibali, Antonio, che studia per diventare un buon gregario (ce ne sarà bisogno).

Bardiani – CSF

51 Giulio CICCONE, 52 Simone ANDREETTA, 53 Enrico BARBIN, 54 Andrea GUARDINI, 55 Mirco MAESTRI, 56 Manuel SENNI, 57 Paolo SIMION, 58 Alessandro TONELLI.

Lo scandalo doping che colpì la squadra proprio un anno fa alla vigilia della partenza del Giro 100, con le positività di Ruffoni e Pirazzi, non ha impedito alla Bardiani di essere invitata anche quest’anno. Il team di Bruno Reverberi completamente italiano ed under 30 si presenta ai nastri di partenza in ottima condizione, forte di buone prestazioni sparse tra Tour of the Alps, Giro di Croazia e Tour de Langkawi.
Al Giro si punterà molto sui neo acquisti Manuel Senni (uomo da fughe, arrivato dalla BMC) ed Andrea Guardini, velocista che può piazzarsi nei 10 con una certa costanza e che con un parterre ridotto tra i velocisti come sarà quello di questo Giro potrebbe anche vincere una tappa (pupillo personale, lasciatemi sognare, ndr).
Senza dubbio la “star” della squadra è Giulio Ciccone, 23enne al terzo anno tra i professionisti, che inizia a raccogliere i primi frutti del suo lavoro e talento: scalatore che abbiamo visto sempre con i migliori all’ultimo Giro delle Alpi e che poi ha sfruttato l’ottima condizione anche per vincere il Giro dell’Appenino 10 giorni fa. Al Giro del 2017 ha vinto la tappa di Sestola (unica vittoria WT per ora), quest’anno siamo sicuri abbia cerchiato di rosso la tappa che arriva nel suo Abruzzo, a Campo Imperatore, ma in generale ce lo aspettiamo protagonista ogni volta che la strada penderà verso l’alto.
Notizia dell’ultima ora una sua caduta in allenamento proprio questa settimana, al Giro comunque ci sarà, speriamo non senta troppo dolore.

BMC Racing Team

61 Rohan DENNIS, 62 Alessandro DE MARCHI, 63 Jean-Pierre DRUCKER, 64 Kilian FRANKINY, 65 Nicolas ROCHE, 66 Jurgen ROELANDTS, 67 Francisco VENTOSO, 68 Loic VLIEGEN.

La squadra sta passando un pessimo momento, la morte di Rihs, padre del progetto BMC/ciclismo professionistico, si inserisce in una primavera parca di soddisfazioni e voci già insistenti di ridimensionamento se non proprio smantellamento del team. Tra gli 8 del Giro non sembra esserci qualcuno che possa ambire ad una top 10: il capitano sarà Rohan Dennis, ma sui 6 GT che ha iniziato in carriera, ne ha conclusi solo 2 e mai con classifiche significative (84esimo, 101esimo). Potrebbe anche essere la prima maglia rosa del Giro 101 (prologo di Gerusalemme), poi però ci sono altre 20 tappe.
Il resto del team è un crogiolo di attaccanti,: De Marchi, Drucker e Roche (altro che potrebbe curare un minimo la classifica) hanno quel colpo di pedale che potrebbe anche portare a fughe vincenti. Mentre per le volate cercheranno di pilotare al meglio lo sprint di Roelandts.

Bora – Hansgrohe

71 Davide FORMOLO, 72 Cesare BENEDETTI, 73 Sam BENNETT, 74 Felix GROSSSCHARTNER, 75 Patrick KONRAD, 76 Christoph PFINGSTEN, 77 Rudiger SELIG, 78 Andreas SCHILLINGER

La coppia Formolo e Konrad vuole lottare per la classifica. Ovviamente il piano A è l’italiano che come suo solito non ha corso molto in questa prima fase della stagione ma l’ha fatto con qualità (prezioso il settimo posto alla Liegi di due settimane fa). A Davide manca il definitivo salto di qualità, ma sappiamo che nei GT a volte bisogna essere un po’ più pazienti per la completa maturazione: probabile correrà sulla difensiva anche questo Giro, ma la top 10 è un obiettivo percorribile.
L’austriaco invece è uno più da battaglia, specie in salita, anche il suo avvicinamento al Giro è stato qualitativo (top 10 alla Parigi-Nizza, ai Paesi Baschi e alla Freccia Vallone), ma è meno solido sulle tre settimane. Alla peggio può essere un gregario di qualità nelle tappe di montagna.
La squadra poi è completata da corridori per “tutte le stagioni”: assente Postlberger, la prima maglia rosa del Giro 100, per via di una condizione approssimativa, ci saranno Grossschartner per le tappe difficili, Selig e Benedetti (sempre pronto a buttarsi in qualche fuga da lontano) utili anche in pianura ed in preparazione delle volate.
Proprio dalle volate potrebbero arrivare le vittorie, non ci sarà (come al solito) Sagan, ma Sam Bennett è alla ricerca della prima vittoria stagionale e della prima vittoria in una tappa di Grande Giro (l’anno scorso si piazzò 3 volte tra secondo e terzo posto proprio qui in Italia): può farcela.

Groupama – FDJ

81 Thibaut PINOT, 82 William BONNET, 83 Matthieu LADAGNOUS, 84 Steve MORABITO, 85 Georg PREIDLER, 86 Sebastien REICHENBACH, 87 Anthony ROUX, 88 Jeremy ROY.

Athos, Porthos e Aramis si sono moltiplicati, ma di D’Artagnan (Pinot) ce n’è comunque uno soltanto: insomma è sempre “uno per tutti, tutti per uno”. La Groupama correrà in supporto totale del suo capitano unico, che ha scoperto il Giro solo l’anno scorso, ma che da allora non ne vuole più fare a meno 1) perché il Tour è ingiocabile 2) perché in Italia ha meno pressioni e la corsa di solito lascia più spazio alla fantasia ed al coraggio, due cose che a Thibaut non mancano. Certo, quest’anno si ritrova Froome anche qua…
Per il resto poco altro da aggiungere: è un mix di gregariato completo ed affidabile, l’unico rischio è veder “saltare” il proprio capitano, a quel punto ci sarebbero ben poche alternative o piani B, il solo Reichenbach potrebbe avere chance con carta libera in qualche tappa alpina alla ricerca di gloria “parziale”.

Israel Cycling Team

91 Ben HERMANS, 92 Guillaume BOIVIN, 93 Zakkari DEMPSTER, 94 Krists NEILANDS, 95 Guy NIV, 96 Ruben PLAZA, 97 Kristian SBARAGLI, 98 Guy SAGIV.

La squadra israeliana, nata del 2015 e dell’anno scorso Pro Continental, sta provando a bruciare le tappe e grazie anche all’acquisizione della partenza stessa del Giro sulle proprie strade si è conquistata questa partecipazione al primo GT della sua giovane storia. Siamo sicuri vorranno mettersi subito in luce anche con i due giovani israeliani inseriti nel lineup.
Il capitano deputato a far classifica o quanto meno cercare di restare nella top 20 sarà Ben Hermans, che nei giorni che furono, alla BMC, ha dimostrato di poter essere buono nelle corse da una settimana (ma non ha mai mostrato solidità nei Grandi Giri). Viene però da un 2017 piuttosto deludente e se le cose dovessero andare male, potrebbe comunque giocarsi il gettone nella crono di Rovereto.
L’uomo da fuga sarà l’eterno Ruben Plaza, 38enne che partecipa per la terza volta al Giro d’Italia, mentre per le volate ci sarà Kristian Sbaragli, che però non vince una corsa dalla decima tappa della Vuelta 2015 (dove batté Degenkolb, sua unica vittoria WT) e che anche quest’anno non è parso brillante in questo avvicinamento al Giro.
Occhio invece al campione nazionale lettone, Krists Neilands: il 23enne l’abbiamo notato alla Sanremo sul Poggio quando ha fatto qualche metro con Nibali. In gruppo oltre che per la maglia di diversa lo si nota per la statura (1,89 per nulla tipica degli scalatori) abbinata ad una magrezza ben visibile. Ha un bel colpo di pedale, specie quando si va verso l’alto, e un talento ancora inesplorato tutto da scoprire.

Lotto Soudal

101 Tim WELLENS, 102 Sander ARMÉE, 103 Lars Ytting BAK, 104 Victor CAMPENAERTS, 105 Jens DEBUSSCHERE, 106 Frederik FRISON, 107 Adam HANSEN, 109 Tosh VAN DER SANDE.

Dai, l’unica cosa che vi interessa una volta arrivati a leggere del lineup della Lotto Soudal è la presenza di Adam Hansen, che parte per il Giro d’Italia 2018 con l’intento di completare il 20esimo GT consecutivo. Una striscia che rischiava di essere interrotta l’anno scorso per scelte di squadra (fu convocato all’ultimo per la Vuelta), ma che sinceramente inizia ad essere più importante di quanto meriti di essere. A parte per questa striscia da ironman, qualcuno se lo ricorda in corsa in questi ultimi anni? Raramente.
La squadra come da tradizione non ha velleità di classifica, ma cercherà di vincere delle tappe sia in volata, con Debusschere, che con fughe vincenti (Wellens e Van Der Sande su tutti). Un buon piazzamento potrebbe arrivare anche dalle crono con il campione europeo in carica della specialità, Victor Campenaerts, che potrebbe anche puntare a conquistare la prima maglia rosa con il prologo di Gerusalemme.

Mitchelton – Scott

111 Johan Esteban CHAVES, 112 Sam BEWLEY, 113 Jack HAIG, 114 Christopher JUUL-JENSEN, 115 Roman KREUZIGER, 116 Mikel NIEVE, 117 Svein TUFT, 118 Simon YATES

Che fine ha fatto Esteban “sorriso” Chaves? Ce lo chiediamo da più di un anno, nel mentre, oltre al problema fisico (mai chiaro del tutto) che l’ha rallentato ad inizio 2017, ha sempre fatto fatica, lontano parente del corridore pimpante che avevamo imparato ad amare. La Vuelta 2017 era andata tutto sommato bene, ma quest’anno tolta una corsa minore in Australia (Herald Sun Tour), ha corso poco e male (Parigi-Nizza e Catalogna entrambe non portate alla conclusione). Resta quindi un grosso punto di domanda.
Non a caso la Mitchelton gli ha affiancato uno dei gemelli Yates (Simon), che al di là della numerazione assegnata rischia di essere il vero capitano di un team nel complesso molto molto carico di gregari di lusso che in montagna hanno tutto per controllare o fare la corsa: Kreuziger, Nieve, Juul-Jensen, un pimpantissimo Haig, più appunto il “rimanente” tra Yates e Chaves, forse nemmeno la Sky è così “piena”.
Restano poi Bewley e Tuft in grado di fare un buon ritmo in pianura: proprio quest’ultimo ha dichiarato che questo potrebbe essere l’ultimo Giro della sua carriera con il ritiro a fine stagione: considerando che durante la prima settimana del giro compirà 41 anni, non ce ne sorprendiamo.

Movistar Team

121 Carlos BETANCUR, 122 Richard CARAPAZ, 123 Victor DE LA PARTE, 124 Ruben FERNANDEZ, 125 Antonio PEDRERO, 126 Dayer QUINTANA, 127 Eduardo SEPULVEDA, 128 Rafael VALLS.

Curiosa la scelta della Movistar, un team con 3 capitani da GT in rosa (Nairo Quintana, Landa e Valverde) che decide di portarne 0 al Giro (e probabilmente 3 al Tour). E quindi? Quindi siete pronti ad avere Betancur capitano in un Grande Giro? Io non vedo l’ora, ma bisogna capire se e quanto se la senta lui di prendersi questa responsabilità. Al Tour dell’anno scorso, pur lavorando come gregario per un Quintana deludente, è riuscito a restare nella top 20. In questa primavera ha lavorato molto come gregario, la cura Movistar l’ha restituito al mondo delle corse, ma forse non è più quel corridore che poteva essere. (Se poi posso far parlare il cuore, a Roma lo voglio vedere sul podio, ndaza)
Il team spagnolo ci ha abituato a correre sempre e comunque per la classifica, questa scelta di non avere uno dei loro big suona davvero strana, ma se dovessero decidere di correre all’arrembaggio ecco che la squadra assume una certa valenza: l’ecuadoriano Carapaz in primis, ma occhio anche a Sepulveda, Fernandez (appena rientrato da un lungo stop) e Valls, tutta gente che in montagna e con azioni da lontano si esalta.
Peccato anche per le assenze di due giovani interessanti come Soler o Roson.

Quick-Step Floors

131 Elia VIVIANI, 132 Eros CAPECCHI, 133 Remi CAVAGNA, 134 Michael MORKOV, 135 Fabio SABATINI, 136 Maximilian SCHACHMANN, 137 Florian SENECHAL, 138 Zdenek STYBAR.

Quanto sia stata dominante la stagione della Quick Step sino a questo momento lo sappiamo tutti (27 vittorie stagionali, +11 su Movistar e Sky, secondi), ma considerando che l’anno scorso in un’annata “normale” ne vinsero 56 c’è ancora molto da conquistare da qui a fine anno: al Giro nessuno farà classifica, ma tanti (tutti?), hanno chance sui vari terreni per andare ad incrementare i bottini su singola corsa. Non c’è l’animale da prologo (ma attenti a Schachmann), poi inizieranno le volate di Viviani, che dopo un inizio di stagione scintillante ha tirato un po’ il fiato. Da lui ci si aspettano vittorie multiple e perché no anche la maglia ciclamino. Sabatini, Capecchi e Cavagna dovranno pilotarlo al meglio.
A Stybar ed a Senechal aspetta il compito di andare alla caccia delle tappe in cui non sarà possibile arrivare in volata, peccato per l’assenza di Enric Mas, che avrebbe dato aspetti di interesse anche per le tappe di montagna, rimaste decisamente scoperte con questo lineup.

Dimension Data

141 Louis MEINTJES, 142 Igor ANTON, 143 Natnael BERHANE, 144 Ryan GIBBONS, 145 Benjamin KING, 146 Ben O’CONNOR, 147 Jacques JANSE VAN RENSBURG, 148 Jaco VENTER.

Sarà il primo Giro d’Italia di Louis Meintjes (già l’ottavo GT in carriera per il 26enne sudafricano), ma non aspettatevi molto di diverso rispetto a quanto mostrato tra Spagna e soprattutto Francia: il monolocale in fondo al gruppo che sia di 100 o di 10 ciclisti è sempre in suo possesso, se lo cerchi sai dove trovarlo. Una corsa del genere gli permetterà spesso di flirtare con una top 10 (e buttala via?!), ma mai gli darà la possibilità di sognare qualcosa di più. Alla Dimension Data va più che bene così: la squadra africana è tra le meno vincenti e sexy di quelle World Tour (e non da quest’anno) ed avere dei punti fermi è essenziale per la sua sopravvivenza.
Da tenere d’occhio comunque il giovane O’Connor, autentica sorpresa del Tour of the Alps, e la possibilità di pescare un jolly da parte di Igor Anton. Per il resto c’è molto gregariato.

Team Education First-Drapac Cannondale

151 Nathan BROWN, 152 Hugh CARTHY, 153 Mitchell DOCKER, 154 Joe DOMBROWSKI, 155 Sacha MODOLO, 156 Thomas SCULLY, 157 Tom VAN ASBROECK, 158 Michael WOODS.

Via la maschera, la classifica generale non interessa, o quanto meno non c’è nessuno che possa ambire a farla: Dombrowski non è mai diventato quello che si pensava potesse diventare quando 5 anni fa passò pro con il Team Sky, problemi fisici, ma non solo, troppo monodimensionale ed in pianura non avanza manco a traino; Hugh Carthy è sulla buona strada di diventare quello che è JoeDom oggi.
Modolo vorrà riscattare una stagione sulle pietre che è stata sotto le attese: per le volate classiche ha perso un po’ di spunto, ma qua non ci sono mostri sacri imbattibili, si giocherà le sue carte. Vittoria di tappa che poi potrebbe arrivare con qualche colpo di coda da parte di Michael Woods, “pound for pound” il miglior corridore di questo lineup.

Team Katusha – Alpecin

161 Maxim BELKOV, 162 Alex DOWSETT, 163 Jose GONCALVES, 164 Viacheslav KUZNETSOV, 165 Maurits LAMMERTINK, 166 Tony MARTIN, 167 Baptiste PLANCKAERT, 168 Mads WURTZ SCHMIDT.

Lento, ma inesorabile declino di questa squadra che negli ultimi anni ha ridotto budget e vittorie. Gli uomini di punta del roster sono Kittel e Zakarin, i rincalzi migliori sono Spilak, Politt, Zabel e Restrepo: nessuno di questi sarà presente nel lineup del Giro. Mestizia.
Parlando di chi ci sarà Dowsett e Tony Martin proveranno quanto meno a ben figurare nelle due crono, con l’ex Movistar pronto ad azzannare il prologo dove si trova più a suo agio.
Planckaert potrebbe provare qualche zampata in volata, Goncalves ad azzeccare qualche fuga, ma davvero è un roster troppo triste per costringervi a leggere qualche riga in più.

Team LottoNL – Jumbo

171 Enrico BATTAGLIN, 172 George BENNETT, 173 Koen BOUWMAN, 174 Jos VAN EMDEN, 175 Robert GESINK, 176 Gijs VAN HOECKE, 177 Bert-Jan LINDEMAN, 178 Danny VAN POPPEL.

In assenza di “spalloni” Kruijswijk che farà il Tour, sarà George Bennett il capitano, forte anche di una buonissima stagione nelle brevi corse a tappe fatta fino a questo momento (11esimo al Down Under, 9o alla Tirreno, 6o al Catalogna, 5o al Giro delle Alpi). Se in condizione, come pare essere, in salita lo stacchi con estrema difficoltà, certo, perde un po’ a cronometro (non che in questo Giro la cosa possa pesare molto), ma ha chance per fare una top 10: in carriera in un GT ci è riuscito solo al Tour del 2016 (decimo), l’anno scorso due ritiri a Tour e Vuelta.
Gesink e Battaglin sono i luogotenenti: l’olandese ha esperienza per essere co-capitano, ma ormai (anche dopo l’ennesimo problema fisico avuto al Tour dell’anno scorso) lo vediamo più nel ruolo di chioccia; Battaglin invece per la salita ha dimostrato nelle ultime stagioni di essere un gregario di lusso molto affidabile.
Occhio a Van Emden per le due crono (quest’anno quarto in quella dell’Abu Dhabi Tour, secondo in quella conclusiva della Tirreno battuto per 4 secondi da Dennis) ed a Van Poppel per le volate: una volta liberatosi dalla Sky, quest’anno aveva iniziato molto bene, poi si è un po’ perso.

Team Sky

181 Christopher FROOME, 182 David DE LA CRUZ, 183 Kenny ELISSONDE, 184 Sergio Luis HENAO, 185 Vasil KIRYIENKA, 186 Christian KNEES, 187 Wout POELS, 188 Salvatore PUCCIO.

Ok, quando ho detto che la Mitchelton Scott a livello di gregariato era più qualitativa del Team Sky ho esagerato. Niente e nessuno è meglio del Team Sky, in qualsiasi sua declinazione, quando si tratta di fare il ritmo per il capitano. E niente e nessuno è come il capitano del Team Sky: il disastro combinato da chi gestisce le squalifiche purtroppo ci porta ad un anno praticamente sub-iudice di Chris Froome, l’iter che è venuto fuori dopo la positività al salbutamolo è qualcosa di imbarazzante per tutta l’UCI e fa male al ciclismo quasi più della positività stessa.
Ma parliamo di ciclismo e come detto Froome è il favorito ed ha una squadra a supporto davvero stellare (Poels, Henao, De La Cruz, quel trattore di Kiryienka, ecc..ecc…), basti pensare che l’ultimo “entrato”, Elissonde, al Tour of the Alps ha fatto un lavoro incredibile. Il keniano bianco è l’uomo da battere in un 2018 in cui, squalifica a parte, rincorre la doppietta Giro&Tour.
Il Team Sky con la riduzione dei lineup a 8 corridori avrà un gregario in meno per fare la sua solita corsa, vedremo quanto questo inciderà sulle dinamiche di gara. Da appassionati il terrore è di avere la solita corsa anestetizzata.

Trek – Segafredo

191 Gianluca BRAMBILLA, 192 Laurent DIDIER, 193 Niklas EG, 194 Markel IRIZAR, 195 Ryan MULLEN, 196 Jarlinson PANTANO, 197 Mads PEDERSEN, 198 Boy VAN POPPEL.

In Trek fanno di necessità, virtù e provano, con il consenso del ciclista, ad inventarsi Brambilla capitano per un Grande Giro. Vuoi per caratteristiche, vuoi per una condizione per nulla scintillante, faccio fatica a considerarlo sin da ora un interlocutore credibile per una top 10.
La squadra però nel complesso è molto interessante, soprattutto grazie alla presenza di 3 giovani parecchio promettenti: Niklas Eg (classe ’95) al Tour of Croatia ha mostrato una gamba spettacolare per la salita, Ryan Mullen (classe ’94) andrà alla caccia di qualche bel piazzamento nelle due crono, Mads Pedersen (classe ’95), dopo un quinto posto all’attraverso le Fiandre ed un secondo al Fiandre vero e proprio, proverà qualche colpo di coda.
Per le fughe ovviamente non si può contare fuori Jarlinson Pantano.

UAE – Team Emirates

201 Fabio ARU, 202 John Darwin ATAPUMA, 203 Valerio CONTI, 204 Vegard Stake LAENGEN, 205 Marco MARCATO, 206 Manuele MORI, 207 Jan POLANC, 208 Diego ULISSI.

La UAE è la più grossa delusione di questa stagione sinora: 3 vittorie e 9 podi. La cosa è ancora più imbarazzante se si pensa a quanto abbiano investito in inverno per migliorare il roster.
Qua al Giro si punta tanto su Fabio Aru, capitano unico della squadra che troverà molto terreno a lui congeniale. Il cavaliere dei 4 mori ci ha abituato a stagioni molto GT-centriche e quindi lo aspettiamo con ansia nelle prossime tre settimane, sinora ha vissuto un avvicinamento all’evento al solito faticoso (anche se meno tribolato di quello dell’anno scorso).
Dietro ad Aru ci sono 3 4 battitori liberi che potrebbero trovare gloria giornaliera e/o lavorare per il capitano: Atapuma, Polanc e Ulissi su tutti, ma occhio anche a Laengen (che ha sfiorato una vittoria al Catalogna proprio con una azione da lontano) ed a Valerio Conti, che dopo la Strade Bianche è stato fermo per un mese e mezzo ed è tornato giusto in tempo per mettere un po’ di fatica agonistica nelle gambe con il Tour of the Alps.

Willier Triestina – Selle Italia

211 Jakub MARECZKO, 212 Liam BERTAZZO, 213 Marco COLEDAN, 214 Giuseppe FONZI, 215 Jacopo MOSCA, 216 Alex TURRIN, 217 Edoardo ZARDINI, 218 Eugert ZHUPA.

Defezione dell’ultima ora per Pippo Pozzato, che ha deciso di restare in famiglia per rimanere vicino al padre malato.
Il corridore più interessante in formazione è senza dubbio Jakub Mareczko, passato molto giovane tra i professionisti (all’epoca non era ancora 20enne) e che piano piano sta maturando (ha compiuto 24 anni proprio questa settimana). Qualche piazzamento è nelle sue corde, per vincere si devono allineare un po’ di cose.
Oltre alla carta Kuba, la Willier per mettersi in mostra dovrà giocarsi con costanza l’opzione fuga: da tener in considerazione Coledan, l’albanese Zhupa, ma soprattutto Jacopo Mosca, uomo perennemente in avanscoperta che, fun fact, alla Tirreno è riuscito a vincere la classifica a punti (e fare secondo in quella della montagna) non arrivando mai prima del centesimo all’arrivo.
Sfruttando anche l’ordine alfabetico delle squadre, dopo aver aperto con Dumoulin, ultima maglia rosa, giusto chiudere questa presentazione la “maglia nera” in carica, il simpatico pescarese Giuseppe Fonzi. Perché alla fine noi si tifa per tutti.

Se vi siete letti tutto, vi meritate anche i miei ranking a mo’ di riassunto finale di quanto detto:

Per la classifica (tenendo conto solo i capitani di chi ha chance): 1 Chris Froome, 2 Miguel Angel Lopez, 3 Thibaut Pinot, 4 Tom Dumoulin, 5 Domenico Pozzovivo, 6 Fabio Aru, 7 George Bennett, 8 Simon Yates, 9 Louis Meintjes, 10 Davide Formolo, 11 Esteban Chaves, 12 Carlos Betancur, 13 Nicolas Roche, 14 Rohan Dennis, 15 Ben Hermans.

Per le volate: 1 Elia Viviani, 2 Danny Van Poppel, 3 Sam Bennett, 4 Niccolo Bonifazio, 5 Sacha Modolo, 6 Jens Debusschere, 7 Jakub Mareczko, 8 Jurgen Roelandts, 9 Andrea Guardini, 10 Baptiste Planckaert, 11 Clemente Venturini, 12 Kristian Sbaragli, 13 Manuel Belletti.

Per i giovani (non solo per la classifica, più in generale quelli da cui mi aspetto qualcosa di interessante): 1 Sam Oomen, 2 Giulio Ciccone, 3 Richard Carapaz, 4 Niklas Eg, 5 Ryan Mullen, 6 Krists Neilands, 7 Mads Pedersen, 8 Ben O’Connor.

Qualche nome sparso anche per le (altre) tappe: Mattia Cattaneo, Enrico Battaglin, Ruben Plaza, Patrick Konrad, Tim Wellens, Igor Anton, Jose Goncalves, Diego Ulissi, Jan Polanc, Matej Mohoric, Giovanni Visconti, Jarlinson Pantano, Zdenek Stybar, Pello Bilbao, Jan Hirt, Luis Leon Sanchez, Sebastien Reichenbach, Michael Woods.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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Una risposta

  1. angyair ha detto:

    Onestamente fatico a comprendere la scelta della Movistar, è vero che con Froome al Giro vedono più possibile la vittoria al Tour, ma almeno uno tra Landa e Valverde l’avrebbero potuto portare (arrivare secondo in questo Giro potrebbe anche significare vincerlo).

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