L’offseason NFL secondo me – La girandola dei QB

Volevo dire al mondo che in queste ore dramatiche (il caos generato da decine e decine di cambi di casacca) stanno passando tutti quanti una grossa crisi (il dramma di rientrare nel salary cap), c’è molto egoismo (Philadelphia che vuole costringere gli altri a prendere Foles, Kendricks, Curry, ecc), c’è molta violenza (Sean Smith è solo il primo), qua non sappiamo più quanto stiamo andando su questa Tera, qua non sappiamo più quanto stiamo facendo. Ti chiedi i come mai, ti chiedi i quasi quasi, dove è la risposta? La risposta non la devi cercare fuori, la risposta è dentro di QCP e però è sbagliata!

L’incomprensibile offseason NFL

L’offseason NFL è iniziata da poche ore, ma tra tampering legalizzato, trade annunciate, rilasci per rientrare nel salary cap, rinnovi pesanti, ristrutturazioni che nemmeno la Cappella Sistina (ed in molti casi più cappella che Sistina) e acquisti veri e propri, siamo già abbondantemente oltre il centinaio di movimenti. Chiaramente non starò ad elencarli tutti, tranne che per quelli dei Browns a cui se ne avrò voglia e tempo dedicherò interamente la prossima puntata, oggi però voglio soffermarmi soprattutto sui QB.

Prima una precisazione: so che ci piace pensarlo e sarebbe anche più facile, ma negli sport di squadra ed in particolar modo nel football non è facendo somme e sottrazioni che si può prevedere il futuro della propria squadra, la vera differenza non la faranno tanto questi movimenti, ma piuttosto come queste aggiunte andranno ad integrarsi nei nuovi sistemi e quindi come i vari coaching staff riusciranno ad implementare i nuovi innesti. È una lunga strada ed alla fine c’è anche rischio che vincano gli Eagles…di nuovo…

Poi una semplice raccomandazione: siamo spesso tentati di dire “strapagato”, ad ascoltare in giro il 95% delle cifre che si leggono, specie nei primi giorni di free agency, sono tutte troppo alte. Potrebbe anche essere vero, alle volte è difficile trattenersi dal porre il timbro “overpaid” (RT se anche tu stai pensando al contratto di Keenum), ma se siamo in autostrada e gli unici ad andare in un verso siamo noi, forse quelli contromano non sono gli altri.

Totale del contratto, media annuale e soldi garantiti sono solo la superficie visibile dei contratti firmati e spesso è una superficie che nemmeno ci racconta la verità. Un contratto NFL ha mille pieghe, bonus, cavilli che lo rendono più o meno gestibile di quanto le mere cifre possano lasciare intendere. Non mi addentrerò troppo in esse, non sono mica Angyair!! A maggior ragione non potrò essere totalmente tranciante nel commentarli. Insomma non prendete per oro colato quello che vi dico.

Il mercato più frizzante e più attenzionato è quello dei QB, soprattutto quest’anno che domanda (piuttosto alta) ed offerta (quantitativamente elevata, considerando anche poi quello che sarà il draft, qualitativamente scarsa, come spesso accade) sembravano avere molti contatti in comune.

L’utilizzo della parola “attenzionato” non è proprio casuale, infatti molti GM andrebbero arrestati ed alcuni movimenti possono essere giustificati solo da precedenti acquisti in Piazza Aspromonte a botte di 400mila lire alla volta.

Il pezzo pregiato era Kirk Cousins che dopo la trade che aveva portato Alex Smith ad occupare la sua “sedia” ai Redskins era definitivamente libero di cercare l’affare per lui migliore: con gli 84 milioni (tutti garantiti!!) che riceverà nei prossimi 3 anni dai Vikings, qualche spicciolo per fare una statua al suo agente ce l’ha. Non sono tra i detrattori di Cousins, per me può far bene, anche se la linea dei Vikings va migliorata fortemente in pass protection, specie ora che dovrà proteggere un QB non così mobile come gli ultimi predecessori, ma la statua l’agente se la merita sia per il “tutti garantiti” affianco alla cifra alta quanto ci si aspettava, sia soprattutto perché ha salvato capra (soldi) e cavoli (squadra con ambizioni di titolo). Chapeau.

Fuori uno, dentro un altro.

I Vikings uscivano da una stagione con 3 QB starter in scadenza e con mille dubbi su chi tenere. Hanno tagliato la testa al toro quasi con nonchalance: via tutti, il vice Cousins lo farà Trevor Siemian (ehm…stesso agente statuato di Cousins di cui sopra), arrivato peraltro assieme ad un settimo 2018 cedendo un quinto giro 2019.

Minnesota e Jacksonville sono state le due squadre “sorpresa” della scorsa stagione, entrambe avevano dei dubbi nella posizione di QB, le strade intraprese dalle due pur con le stesse possibilità economiche sono opposte: da una parte ci si è presi il rischio di cambiare, dall’altra, in Florida, per me sbagliando, sono restati con la mediocrità di Bortles, certo pagandolo 10 milioni in meno all’anno.

Si pensava fosse un risparmio atto a trattenere Allen Robinson che poi in realtà è stato lasciato andare a Chicago. Hanno rifirmato Marqis Lee, ma l’investimento grosso è stato fatto sulla linea: Andrew Norwell è arrivato dai Panthers ed è una delle guardie più forti della lega, al momento è anche la più pagata. Run Fournette run!!

La posizione del QB era sostanzialmente l’unica cosa da migliorare per i Jaguars in questa offseason, uscire nello stesso modo in cui si era entrati pur avendo la possibilità di fare qualcosa di diverso non mi pare una gran mossa.

Ed i tre fuoriusciti da Minnesota? Sarà curioso seguire la loro stagione 2018: Bradford (20 milioni in 1 anno) ad Arizona, Keenum (36 milioni in 2 anni) a Denver e Bridgewater annuale da 5 milioni da “prove it” ai Jets. Tutti e tre sono potenzialmente dei titolari: Bradford dovrà lottare oltre che con i costanti problemi fisici anche con Mike Glennon che ha rimandato l’inizio della sua carriera nel “lancio della mela al porco” convinto da un biennale da 4 milioni all’anno; Keenum a Denver lotterà con uno dei QB che sarà scelto al primo giro al draft e quello scelto sempre al primo giro due anni fa (Paxton Lynch); infine Bridgewater a cui va tutto il mio (e credo anche vostro) affetto, resta un grosso punto di domanda sul come rientrerà a livello fisico, i pochi lanci fatti l’anno scorso non ci dicono nulla, né da un verso né dall’altro, ai Jets lotterà con McCown (rinnovato per un deca, nel senso di milioni, annuale).

Ma non si può parlare di offseason senza citare i Browns, certo avranno la loro puntata dedicata, ma una squadra che ha prima e quarta assoluta al prossimo draft e cerca un QB titolare da 20 anni non poteva non essere protagonista in queste righe. Tyrod Taylor è arrivato da Buffalo per un terzo giro (che poi sarebbe quasi un secondo essendo la 65esima assoluta). Hue Jackson ha attirato (giustamente) le ire di tifosi ed appassionati su come ha gestito il ruolo nelle sue due prime stagioni ai Browns: certo non parliamo di Brady, Brees, Roethlisberger e Rodgers, parliamo di Griffin, McCown, Kessler, Kizer (mandato a fare il backup ai Packers) ed Hogan, ma fare di peggio anche con questi nomi era molto difficile. Jackson ha mandato in confusione tutti.

Cleveland prende Taylor

Ora vuole ripartire da Taylor che al momento va in scadenza dopo la prossima stagione (vedremo se sarà rinnovato nelle prossime settimane) e probabilmente sarà messo comunque in competizione con qualcosa che arriverà dal draft. A Buffalo sono emersi tutti i suoi pregi ed i suoi difetti, sulla carta è migliore di tutti i suoi predecessori sopra citati. La sua dote principale, quella di non commettere errori, sarà fondamentale per iniziare a costruire qualcosa in quel di Cleveland. Vista così forse non c’era profilo migliore per i Browns.

A Buffalo il suo posto è stato preso proprio nelle ultime ore da A.J. McCarron, firmato con un contratto da backup (10 milioni in 2 anni, che potrebbero arrivare a 16,5 a seconda di quanto giocherà), il che lascia presagire che siamo solo a metà del guado (o del guano…). D’altronde con la trade di Cordy Glenn (OT) spedito a Cincinnati hanno scalato 9 posizioni al draft (dalla 21 alle 12) ed hanno tutti i carramatini (stile risiko) per attaccare con aggressività alla top 10 (5 scelte tra la 12 e la 65) e scegliersi uno dei QB rookie disponibili. Certo poi ci sarebbe pure da ricostruire tutto il resto in attacco, ma non è che possiamo pensarci ora.

Senza spendere troppe parole su altre firme, come il rinnovo biennale da 50 milioni per lo splendido 40enne che è Brees o come il contratto firmato dal suo ex backup Chase “paraculo” Daniel (2 gare da starter in carriera e 34 milioni guadagnati contando i 10 nei prossimi due anni a Chicago), resta da dare un occhio su cosa aspettarci dal mercato dei QB nei prossimi mesi:

L’MVP dell’ultimo Super Bowl che fine farà? A Philadelphia sono maestri della Mastrotata, come vendono loro pochi altri in giro per la lega. Pensavano di poterlo piazzare subito, stando anche alla fame di QB che c’era in giro, ora aspetteranno magari anche la preseason, come avvoltoi pronti a farsi strapagare in caso di infortuni e panic move di altre squadre (come gli era riuscito due anni fa con Bradford a Minnesota). La sensazione, confermata da queste ultime settimane, è che comunque interessi più a loro venderlo che agli altri comprarlo.

-Quanta rumenta è rimasta disponibile? Vi faccio una manciata di nomi, da leggere con il sacchetto per il vomito che vi danno in aereo a portata di mano: Derek Anderson (lo davano vicino a Buffalo, d’altronde se sei stato ai Panthers devi andare ai Bills), Mark Sanchez, Geno Smith, Blaine Gabbert, E.J. Manuel, Brock Osweieler, Tyler Bray (uno dei tanti scheletri nel mio armadio personale), T.J. Yates, Matt Cassell…

Il Draft!! Alcune squadre anche di quelle già citate (Denver, Buffalo, Jacksonville, Jets, Arizona oltre che Giants, Dolphins, Baltimore…, Cincinnati…) potrebbero essere comunque interessante ai 3 4 5 QB che rischiano di finire al primo giro (o a quelli che andranno nei giri successivi) e ridefinire sin da subito o strada facendo molte gerarchie. Darnold, Rosen, Allen, Mayfield, ma soprattutto (per me) Lamar Jackson stanno aspettando, ma ci sarà modo di parlare anche di loro in questa lunga offseason, nelle prossime settimane.

Lamarone Jackson in rampa di lancio

In tutto questo tourbillon qualcuno sentirà la mancanza di Jay Cutler o Carson Palmer? Sono loro i nomi più “pesanti” che probabilmente non vedremo più sui campi da gioco. Cutler non mi pare l’abbia ufficializzato, ma in cuor suo sa che cazzata ha fatto l’anno scorso a ripensarci e non crediamo ci sia qualcuno disposto a dargli ancora un contratto. Nel mio piccolo voglio citare anche Kellen Moore che a Dallas ha intrapreso già la carriera da allenatore e toccherà a lui ridare brio alla carriera di Dak Prescott dopo un secondo anno molto difficoltoso: ho letto grandi cose dell’ex QB di Boise State come mente offensiva, son tifoso, voglio crederci, ma non vi biasimo se qui vorrete aggiungere delle battute sapide.

Ah poi ci sarebbe Kaepernick: la speranza è che un po’ di imbarazzo non dico tutti, ma alcuni dei GM, quelli con un briciolo di dignità, l’abbiano provato in queste settimane di firme. #FreeKap per non dimenticare.

E quindi alla fine chi ha fatto gli affari migliori in fatto di QB? A proposito di Kaepernick, l’affare JimmyG che ha portato Garoppolo a San Francisco non appartiene tecnicamente a questa offseason, ma è come se lo fosse. I quasi 140 milioni in 5 anni sono sulla falsariga delle cifre lette per Cousins, sono tanti, troppi? Boh, se dovesse continuare ad essere imbattuto sarebbero anche pochi. Scherzi a parte, l’anticipo dei 49ers al momento pare vincente perché qualche punto di domanda l’ha già risolto.

A me tutto sommato piace la mossa dei Vikings, decisamente meno quella dei Jaguars. I Redskins con Alex Smith hanno sostituito un punto fermo, con un altro punto fermo, l’affare al momento mi lascia quasi indifferente. Interessante la scommessa dei Jets su Bridgewater che passa quasi in sordina, promuoverei i Browns e boccerei i Bills, anche se in entrambi i casi sono mosse che vanno definite meglio post draft. Arizona vivacchia, la parte più importante del contratto di Bradford non è quella economica, ma quella della durata, gliene potevano dare anche 40, purché per un anno. Il problema lì è che intorno intanto stanno cadendo anche le poche macerie rimaste (#FreeAncheALarryFitz).

E la morale di tutte queste parole è la firma di Drew Brees, perché se uno ha un QB davvero forte, salvo rari allineamenti ancestrali, se lo tiene, pure a 40 anni, pure a 25 milioni all’anno, agli altri resta da far la lotta per le briciole ed illudersi di poterci fare un giorno una bruschetta.

Chi ce l’ha, se lo tiene!

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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