Nick Newell: la forza dell’abnegazione

Predestinato.

Nick Newell nasce il 17 marzo 1986 a Milford, Connecticut e nasce con una grave malformazione al braccio, un’amputazione congenita che vede il suo arto terminare appena sotto al gomito.

Che Nick non sia un ragazzo qualunque, nonostante la grave menomazione fisica si capisce già dalle scuole superiori, periodo nel quale si aggrega al team di lotta.
Nonostante il grande cuore, Nick, dopo appena una lezione, decide di abbandonare. Le difficoltà sono enormi per una persona normale, figurarsi per un ragazzino a cui manca l’avambraccio.
È sua madre a non permetterglielo.  
Includendo i match non-competition al college, Nick chiude la carriera da wrestler a scuola con 300 vittorie.
Fan del baseball e di James Abbott degli Yankees, giocatore a cui mancava una mano, Nick, crescendo, ha seguito l’esempio del lanciatore proveniente dal Michigan.

Il Fighter con una mano sola

Nick ha più volte rivelato che la sua carriera nelle MMA, specie agli inizi, quando aveva collezionato un record amatoriale di 5 vittorie e 1 sconfitta, ha avuto serie difficoltà nel decollo. Perché un ragazzo con un braccio solo che spacca il culo a chi ne ha due, nel mondo attuale è facilmente vendibile come freak, nel senso di meraviglia, ed è anche vendibile come unicum.
Il problema rimangono gli avversari. E non perché non ce ne siano, ma perché nessuno, o quasi, accetta di combattere contro un avversario con un solo braccio. Come fai a trovare degli avversari che vogliono combattere contro di te, quando da offrire – in termini di prestigio – hai poco? Se vinci, hai vinto contro un uomo con un braccio solo e se perdi, hai perso contro un uomo con un braccio solo.
Una lose-lose situation.

Che vantaggio si ha nell’affrontare qualcuno contro l’unica opzione è vincere, ma che comunque non permette di guadagnarci nulla?
Ma se quel qualcuno inizia a farsi valere nei giusti circuiti, mette a segno le sue vittorie, più o meno importanti, si presenta col curriculum giusto, allora trovare questi avversari diventa più semplice. Fino ad arrivare ad affrontare atleti del calibro di Justin Gaethje contro cui Nick si giocherà l’imbattibilità.
Ma questa è un’altra storia.
Per Nick quindi è stato difficile trovare lo spazio per affermarsi, finché la Shark Fighting e la Xtreme Fighting Championships si sono interessate a lui.

Gli albori

Come si diceva sopra, una volta arrivati nelle leghe pro, appurato che il fighter con un braccio solo non è un semplice freak, nel senso di fenomeno da baraccone stavolta, vendere i suoi match diventa semplice.

L’esordio di Nick Newell avviene a CFX – Rumble in the Jungle, nel giugno 2009, match che vinse opposto a Daniel Ford (0-1, all’epoca) per TKO al primo round. Ma bisognerà attendere di collezionare un 5-0 da pro ed esordire a XFC 15 – Tribute per avere una copertura degna.

Denis Hernandez è un fighter più esperto, ha un record di 3 vittorie e 3 sconfitte, e dovrebbe tenere botta in maniera più sicura contro Newell. Basta però un minuto e undici secondi a “Notorious”, questo il soprannome di Newell (chi non ha pensato a un irlandese a caso?), per sottomettere tramite heel hook il malcapitato Hernandez.
I siti di settore impazziscono, la spettacolarizzazione è nella sua massima esplosione, il fighter con un braccio ha staccato il tallone al suo avversario.
Facile promuoverlo adesso.
Newell dichiarò che dopo quel match la sua fama esplose. Quattro milioni e cinquecentomila visualizzazioni, combinando tutti i video di quel match.

Nel match successivo arriverà la prova più difficile della sua carriera.

Il match contro Chris Coggins

Quando Newell affronta Chris Coggins a XFC 17: Apocalypse, gode già di buona notorietà.

Coggins ha un record di 5-1 in quel momento, record che, aggiornato, vede 7 vittorie a fronte di 10 sconfitte.
Coggins non vuole far sconti e, nonostante la compostezza mostrata da Newell, parte subito in quarta, colpendo all’inguine Newell involontariamente.   
I due ripartono con Newell in chiara stance southpaw, quasi frontale rispetto al suo avversario, in modo da utilizzare il braccio avanzato per limitare i danni e un buon movimento di testa per evitare i colpi ed entrare in clinch appena possibile.

Il repentino cambio di livello e il conseguente single-leg takedown a segno, fanno ottenere a Newell una posizione di vantaggio a terra, con l’avversario in full guard. Il braccio con l’amputazione fa leva col gomito sotto la coscia dell’avversario. In ciò Newell non ha alcuna limitazione, pur non avendo la mano e non potendo afferrare. La sua tecnica è eccellente: testa attaccata all’addome, leva verso destra, takedown ottenuto.

 

Lavorando in rubber guard e sollevando la gamba sinistra, Coggins cerca di mettere in difficoltà Newell, che invece è nella sua comfort zone, sicuro e capace di difendere benissimo i tentativi di sottomissione del suo avversario.
A seguito di uno scramble, con l’aiuto del braccio sinistro e del gomito, Newell tenta una heel hook che va vicina all’obiettivo, ma Coggins, coriaceo, riesce a liberarsi in pochi secondi. Newell terminerà il round nella full guard di Coggins, senza che quest’ultimo possa tentare una significativa reazione fino ai secondi finali della ripresa, caratterizzati da un tentativo tardivo di armbar.

In apertura del secondo round è Coggins ad ottenere un importante takedown.

Coggins ha capito di che pasta è fatto Newell e non fa sconti: scarica in ground and pound quando può, torna in guardia quando deve. Cerca di controllare Newell e di stancarlo, prima di dare tutto. Con ottimi movimenti, Coggins riesce ad arrivare alla schiena di Newell, in palese difficoltà. Newell cerca di ottenere una posizione favorevole, ma il suo avversario è sempre un passo avanti. A poco più di due minuti dal termine del round, Coggins prova una rear-naked choke, che riesce nel tentativo di affondare il braccio sotto il mento di Newell.

 

Nick però non cede, appoggia la testa a terra, crea lo spazio fra le braccia di Coggins e riesce ad uscire. A un minuto e mezzo dalla fine della ripresa, si rimette in piedi col suo avversario sulle spalle e cerca un’uscita.
A poco più di un minuto dalla fine, un altro tentativo. Stavolta è più dura. L’arbitro si avvicina, Nick non cede e gli stringe le dita come a voler comunicare di essere ancora lì, vivo, presente in gabbia.

Il braccio destro, infine, attua un buon wrist control. Nick è di nuovo fuori.

 

Il secondo è stato un round di sopravvivenza. Adesso Nick sa di dover dare tutto ciò che gli rimane.

La partenza del terzo è lenta, ma si vede subito un’impennata. È Nick a tentare subito una guillotine choke, riuscendo a trascinare a terra Coggins. Il controllo e la gestione del peso sono pressoché totali: nonostante Coggins riesca a liberare il collo, deve accettare l’imposizione di Newell, che da terra controlla egregiamente. Coggins apre la guardia, cerca aperture, si fa trascinare quasi spalle a parete. Non rimane nulla, Newell è stanco, ma non concede spazio utile all’uscita e Coggins è troppo provato per imporre il proprio volere. Deve accettare il dominio di Notorious. I due vengono fatti rialzare da terra per inattività ad appena un minuto dal termine. Nick tiene il braccio sinistro molto alto e scopre il costato, ma riesce dopo appena dieci secondi a riportare giù Coggins, che non ha più nulla da offrire.
Finisce così, con Nick Newell messo a dura prova, ma ancora vincente.
E ancora imbattuto.

Il titolo XFC

Nel dicembre 2012, grazie ad una rear-naked choke ad appena un minuto e 22 secondi dall’inizio del primo round a XFC 21, Newell strapperà il titolo a Eric Reynolds, laureandosi campione dei pesi leggeri XFC. È il coronamento di un sogno. È la soddisfazione di chi ce l’ha fatta a dimostrare a sé stesso ciò che vale.

Si spalancano le porte della WSOF.

WSOF, title shot e momentaneo ritiro

Dopo appena 3 minuti e 28 di permanenza nella gabbia WSOF, Newell ha già sottomesso Keon Caldwell (11-4) e Sabah Fadai (11-5). È tempo di attentare un’altra cintura.
La cintura di WSOF però è in mano a Justin Gaethje, imbattuto anche lui in quel momento, feroce, bestiale, assetato di vittorie e che punta alla prima difesa titolata.
L’inizio del match è furioso. Gaethje prende subito le misure con i low kick, ma Newell risponde con precisi assalti fatti di overhand e gomito sinistro. Parte un headkick in apertura che non provoca danni, da parte di Notorious, il quale si rende conto subito che la chiave per distruggere Gaethje sta nel lento lavoro di demolizione.

Gli overhand in uscita e i diretti doppiati fanno rendere subito conto a Justin che il modo di combattere di Newell è funzionale al proprio corpo e che lo stesso lavora per coprire la mancanza del braccio sinistro. Si espone poco, misura i colpi ed affonda benissimo.
Nick cerca il takedown più volte, ma il wrestling di Gaethje, takedown defense inclusa, è troppo per lui. Le combinazioni del campione sono veloci e precise. Le sue braccia vanno a bersaglio più e più volte nel corso del primo round, specie nelle battute finali. Non bastano un buon movimento di gambe ed elevata accortezza per limitare il gioco di Gaethje, che martella con l’ottimo lavoro in forcing avanzando.

 

Il primo round termina con l’ennesimo assalto di Gaethje che mette in seria difficoltà Newell, provato, ma mai domo.
L’apertura del secondo round è scandita dai colpi di Gaethje che rispondono a dei tentativi di gomitate da parte di Newell.

Justin va al corpo e poi al volto, Nick crolla al suolo. Per la prima volta è in estrema difficoltà. Riesce a ricomporsi, ma la direzione del match è segnata.

 

Nel secondo round addirittura avviene un’interruzione da parte dell’arbitro per far ripulire una vistosa ferita sul volto di Newell che, in maniera coriacea, cerca ancora di ripartire.

I middle kick di Newell interrompono l’avanzata di Gaethje, ma lo fanno solo per un attimo: The Highlight rispetta il suo nome, attende che Nick si esponga con un jab, poi si avventa su di lui, ormai poco mobile, con efferatezza e precisione. Un diretto ad incrociare il jab avversario supera la guardia di Newell e lo affonda. Non è un knockout, ma un knockdown netto. L’arbitro decide comprensibilmente di interrompere il match. Newell conosce il sapore della sconfitta.

 

Dopo le vittorie su Joe Condon e Tom Marcellino fra l’aprile e l’ottobre 2015, Nick si ritira. Il suo sogno di entrare in UFC sembra sfumare.

Il ritorno

È dura però tenere un fighter lontano dalla gabbia. Lo dimostrano i numerosi ritorni a seguito dei ritiri di molti fighter illustri. Anche Nick torna e lo fa in grande stile. A Legacy Fighting Alliance, nell’aprile 2018, riesce a mettere a segno una face crank su Sonny Luque.

Poco dopo, riceve la chiamata di Dana White per la partecipazione al suo Contender Series, che potrebbe spalancargli le porte proprio di UFC.

Non è ancora finita.

C’è sempre tempo per sognare.

Giovanni Bongiorno

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