Russia 2018 – Francia vs Croazia: i numeri della finale

In un certo senso tutto è cominciato nel 1998, quando la FIFA allargò al mondiale francese la partecipazione delle pretendenti al titolo portando a 32 il numero delle nazionali qualificate alla fase finale e correggendo così la stortura del ripescaggio delle migliori terze ai gironi in essere nel 1986 e nel 1990.

La Francia tornò di diritto ad un campionato del mondo dopo aver mancato la qualificazione nel 1990, al termine dell’era Platini (le qualificazioni erano cominciate nel 1988), e del 1994 con il doppio suicidio calcistico, dove a Ginola e soci sarebbe bastato un punto in due gare interne con Israele e Bulgaria e ne uscìrono, al contrario, con due sconfitte. Il 17 ottobre del 1990, nel frattempo, dalle ceneri della guerra nei Balcani, era risorta la Croazia (la prima nazionale era vissuta tra il 1940 e il 1945 prima dell’annessione alla Jugoslavia), che batteva gli USA in amichevole. Nel 1992 la FIFA riammise ufficialmente gli slavi all’interno della confederazione e, nel 1998, arrivò la prima partecipazione ad un mondiale dopo l’esperienza a Euro ’96.

E così, da due diverse rinascite sportive, comincia la storia che porta fino alla finale di Mosca di domenica prossima. Francia e Croazia che, proprio in quel 1998, raggiunsero entrambe il loro miglior risultato a un mondiale, con i transalpini campioni del mondo e i croati fuori in semifinale, per mano, manco a dirlo, dei Blues, con l’inattesa doppietta di Liliam Thuram che ribaltava il vantaggio croato. Stavolta lo scontro diretto sarà in finale, il sesto di sempre, con i francesi avanti per due vittorie a zero e tre pareggi. Oltre la citata semifinale del 1998, c’è il 2-2 di Euro 2004 ai gironi come altro precedente “ufficiale”. Le altre tre partite tutte amichevoli, l’ultima giocata nel 2011 (0-0). Tre le reti per i Croati, sempre in gara ufficiale, che non hanno mai segnato nelle amichevoli, ben nove invece le segnature dei francesi.

Ovviamente per i croati si tratta di un esordio assoluto nella finalissima, mentre i francesi sono alla terza apparizione, tutte dal 1998 in avanti, con una vittoria contro il Brasile ed una sconfitta ai rigori (1-1 in campo) contro l’Italia otto anni dopo. La Croazia è la tredicesima squadra a potersi giocare un titolo mondiale e potrebbe diventare la nona nazionale a fregiarsi del titolo di campione del mondo. L’Europa domina in tutte le statistiche, avendo già mandato sul primo gradino del podio cinque diverse rappresentative (11 titoli totali), contro le 3 del Sud America (9 titoli).

Le finaliste a non aver mai vinto sono invece tutte del vecchio continente per un totale di 8 partecipazioni e sono l’Olanda (3), l’Ungheria (2), la Cecoslovacchia (2) e la Svezia (1). Nel nuovo millennio soltanto il Brasile e l’Argentina hanno rotto il monopolio di presenze europee alle finali che, nel 2006, 2010, 2014 e 2018 hanno avuto sempre scontri europei. Il totale di scontri con solo europee in campo è 9, 2 quello con solo sudamericane (compreso il 1950) e 10 quelle “miste”.

Le ultime tre finali sono terminate ai supplementari, con una conclusa ai rigori, mentre le ultime due edizioni sono entrambe terminate 1-0. Dal 1990 ad oggi solo in una finale hanno segnato entrambe le pretendenti al titolo (1-1 nel 2006, Francia-Italia) e soltanto una volta una squadra ha segnato più di un gol (1998, 3 reti della Francia). Poi hanno dominato gli 1-0 (1990, 2010, 2014) più un pareggio a reti inviolate nel 1994. Ben diversa la situazione precedente a quella data, visto che prima di quel 1-0 per la Germania Ovest sull’Argentina nella calda notte romana di Italia 90, le due finaliste erano sempre andate entrambe in gol, compresa la “non finale” del Maracanazo del 1950 (Uruguay-Brasile 2-1).

Il record di reti fu il 5-2 con cui il Brasile regolò i padroni di casa in Svezia nel 1958 una delle sole tre occasioni in cui la vittoria è arrivata con almeno 3 gol di scarto (sempre il Brasile in finale, 41- all’Italia nel 1970 e 0-3 con la Francia nel 1998). Sono otto comunque le vittorie totali giunte con un solo gol di scarto, sette quelle con due. In nove occasioni la squadra che è andata in vantaggio è poi stata rimontata. Fino ad oggi sono state segnate 71 reti in finale, 3.55 di media e nessun autogol.

La Croazia ha sempre avuto bisogno di andare oltre al 90° in questo mondiale, mentre i francesi hanno risolto tutte le pratiche nei tempi regolamentari. La Francia ha vinto 5 partite e ne ha pareggiata una, ha segnato 10 volte subendo 4 reti, di cui tre dalla sola Argentina agli ottavi e, di conseguenza, mantenendo inviolata la propria porta 4 volte su sei. I Croati hanno invece quattro partite pareggiandone due (risolte ai rigori), segnato 12 volte subendo 5 gol, mantenendo la rete inviolata soltanto in due occasioni (nel girone).

I Croati però ai supplementari trovano sempre una seconda vita, visto che hanno segnato sia ai Russi che agli Inglesi proprio in extra-time e se Luka Modric non si fosse divorato il rigore contro la Danimarca agli ottavi avrebbe segnato in ogni occasione. Vero anche che i Russi hanno comunque pareggiato la gara dei quarti di finale e che, contro la nazionale dei Tre Leoni, è servito un salvataggio a porta vuota per tenere fermo sul uno a uno il tabellino prima che Mario Mandukic mandasse in paradiso la Croazia.

Vavà, Pelè, Zinedine Zidane e Paul Breitner sono gli unici ad aver segnato in due diverse finali, record che, per ora, rimarrà intaccato, con i primi tre ad aver segnato tre reti totali nelle due diverse occasioni. Geoff Hurst, nel 1966, segnò invece l’unica tripletta. Le doppiette sono state 8, le espulsioni 5 (due argentini nel 1990, due francesi in due diverse finali, un olandese).

Didier Deschamps invece potrebbe diventare il terzo al mondo a vincere la coppa più bella di tutte sia da giocatore che da allenatore (ci sono già riusciti Zagallo e Beckenbauer), a quel punto, pur se spesso criticato, meriterebbe una statua affianca alla Torre Eiffel.

Attualmente, su LiveScore, i pronostici vedono Francia al 45%, Croazia al 42% con il 13% che mette un pareggio. Sarebbe la terza finale di sempre a terminare ai rigori; nei due precedenti l’Italia era in campo. Tutto questo per dire che c’è sempre un po’ di Italia.

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