UEFA Champions League – Preview dei primi 4 ottavi

In questo frenetico 2018 siamo già a metà febbraio e questo vuol dire che ritorna la musica di introduzione della Champions League che inizia la sua fase ad eliminazione con i primi quattro ottavi di finale, la cui gara d’andata è suddivisa tra oggi e mercoledì, in attesa di completare il quadro parziale la settimana prossima con le altre gare d’andata.

Come sempre cerchiamo di fare una preview non troppo complessa sui possibili risvolti che ogni ottavo può regalare, con sfide sulla carta poco interessanti, ma che possono riservare sorprese e autentici scontri fra titani che i sorteggi hanno beffardamente anticipato.

Partiamo dal primo ottavo che è uno dei due che riguarda le squadre italiane, con la Juventus che deve superare il temibile incrocio contro il Tottenham di Pochettino e Harry Kane.

Prima volta in assoluto che le due squadre si affrontano in competizioni europee: strano considerando il fatto che il Tottenham nella gestione Pochettino sia ormai squadra stabilmente presente nell’Europa che conta, pur se ancora a secco di trofei, sia nazionali che internazionali.

Sarà un confronto tra due delle squadre più in forma d’Europa, con la Juve sempre a caccia del primato in Serie A, distante un solo punto dal Napoli di Sarri, e che nel 2018 ha ritrovato il suo marchio di fabbrica difensivo, dopo un inizio di stagione che sembrava invertire la tendenza degli ultimi anni.

Solo un gol subito nelle ultime 16 partite ufficiali, a fronte di 31 fatti, significa avere uno stato di forma presso che perfetto, nonostante l’assenza di una pedina fondamentale come Paulo Dybala, che molto probabilmente salterà l’andata stasera.

La copertina di preview è dunque quella classica, con Buffon e la granitica difesa Juve, contro lo scorer più profilico d’Europa, Harry Kane, arrivato alla modica cifra di 34 goal stagionali in 35 gare.

Kane, la macchina infernale (da gol)

La gabbia su Kane sarà fondamentale visto che il centravanti inglese segna più del 40% dell’intero bottino del Tottenham e su di lui si appoggiano molte delle speranze di Pochettino di fare lo sgambetto ai finalisti dell’ultima edizione, sfatando il tabù italiano che vede il Tottenham vincente solo col Milan (fatalità allenato da Allegri) nelle trasferte europee.

Dall’altra parte la Juve può contrapporre un ruolino che parla di 26 partite senza sconfitte allo Stadium, che vuol dire ricerca del risultato pieno già da domani, per non dover volare a Londra per giocare un complicato ritorno a Wembley, provvisorio stadio casalingo degli Spurs.

Le chiavi tattiche della Juve per il passaggio ai quarti di finale saranno difensivamente tenere la marcatura su Kane sempre costante, soprattutto negli ultimi 20 metri, seguire le incursioni di Alli e Eriksen coi centrocampisti, formando una specie di prigione centrale che eviti pericolose situazioni su cui il Tottenham costruisce i propri gol. Offensivamente si dovrà cercare di esplorare la profondità oltre la linea difensiva degli Spurs, che senza Alderweideld ha problemi a chiudere le verticalizzazioni veloci, sia oltre i terzini che soprattutto oltre i due centrali.

Per il Tottenham sarà importante raddoppiare le avanzate laterali, vista la minor sicurezza della linea difensiva bianconera nelle zone difese dai terzini, mentre nella fase di non possesso sarà importante non dare troppo ritmo alla costruzione della mediana avversaria, aggredendo con costanza il palleggio, soprattutto nella partita di ritorno, in caso di risultato favorevole all’andata.

L’altra partita di stasera è quella di Basilea, dove i padroni di casa devono cercare di fermare la corsa inarrestabile del Manchester City di Guardiola, dominatore in Premier e alla ricerca di una qualificazione abbordabile ai quarti, mettendola in cassaforte già dalla trasferta in terra elvetica.

Sulla carta non c’è una singola possibilità per il Basilea di impensierire il City, ma sicuramente la partita casalinga vorrà essere giocata al massimo delle proprie possibilità. Pur essendo un confronto inedito, c’è un precedente contro Guardiola che non fa ben sperare, visto il 5-0 rifilato dal suo Barca in un precedente europeo di qualche anno fa.

A livello tattico il Basilea dovrà studiare bene le partite fatte dallo Shakhtar e dal Liverpool, che hanno messo in crisi le certezze costruite in questa stagione magica dei Citizens. Aggressione nella mediana difensiva sulla costruzione bassa, cercando di stare più compatti possibile, velocità nella ripartenza dopo la riconquista e ricerca degli spazi tra il pivot difensivo e i centrali di difesa, soprattutto coi trequartisti esterni in movimento verso il centro.

Aguero è in formissima

Sul City non ci azzardiamo a dare indicazioni tattiche, vista la superiorità e l’analisi minuziosa che Guardiola avrà dato agli avversari. È sicuramente importante non dare fiducia al Basilea nella partita di domani sera, evitando qualsiasi lacuna difensiva che ogni tanto riaffiora nei movimenti della retroguardia in caso di superamento della fase di aggressione combinata tra attacco e mediana.

Mercoledì ci sarà la sfida di Oporto, fra il Porto di Sergio Conceicao e il Liverpool di Klopp, due squadre che dopo i gironi ambiscono a essere delle mine vaganti vogliose di inserirsi nel gotha del calcio europeo e l’incrocio agli ottavi può determinare chi fra le due andrà a mettere in difficoltà qualche big nei quarti di finale.

Il Porto dopo esser partito con due sconfitte nel girone è riuscito a qualificarsi per gli ottavi dietro al Besiktas, grazie al regalo dei turchi che hanno vinto l’ultima partita in casa del Lipsia, mentre i Reds, anche loro in difficoltà inizialmente con due pareggi, hanno vinto il loro girone grazie a 20 goal segnati nelle successive quattro gare.

Proprio il Liverpool è la squadra che in Europa segna di più in trasferta e il tipo di gioco impostato da Klopp sembra essere più incisivo lontano da Anfield, dove la velocità del tridente offensivo e la possibilità di avere più spazi tra i reparti avversari permette di essere una macchina da gol impressionante. Allungare il campo in fase di non possesso per poi attaccare la costruzione nella zona di centrocampo e ripartire con le tre frecce Firmino-Salah-Manè è la chiave che Klopp cercherà di costruire al Dragao, per evitare che la sfida di Anfield diventi complicata e nasconda insidie che questa stagione ha creato fra le mure amiche.

Salah e s’abbracciamo

Tenendo conto che potrebbe essere una sfida dall’alto punteggio in entrambe le gare, visto che anche il Porto è squadra che sa attaccare bene, ma che ha amnesie difensive (e mercoledì sarà senza Felipe e probabilmente Marcano), sarà importante per le due squadre mantenere una certa solidità nelle gare in trasferta. In particolare i Dragoni di Conceicao dovranno restare compatti in fase difensiva, magari aspettando e concedendo campo alla prima costruzione del Liverpool per recuperare palla ed esplorare i cambi di gioco sui terzini che spesso fanno male all’impostazione difensiva dei Reds.

Ultima, ma sicuramente non a livello di importanza, è la sfida del Bernabeu tra il Real Madrid e il Paris Saint Germain di Neymar, che qualcuno ipotizza in veste blanca nella prossima estate, dopo il clamoroso passaggio dal Barcellona ai campioni di Francia.

La forma attuale delle due squadre dice che i favoriti sono i francesi, perché in patria stanno dominando e in Europa finora hanno regalato spettacolo, andando a schiantare il Bayern di Ancelotti nel girone, perdendo poi un’ininfluente partita nel ritorno contro Heynckes. Sono la squadra che ha segnato più gol nei gironi, 25 in 6 partite, subendone solo 4 di cui 3 nell’ultima partita a Monaco e hanno un tridente formato da Cavani-Mbappe e Neymar in grado di segnare ad ogni azione, anche senza particolari rifornimenti dai compagni di squadra.

Il Real di Zidane invece, dopo il back to back degli ultimi anni, sembra decisamente lontano dalla piena forma, lontanissimo dal Barca e dalla corsa al titolo nella Liga, eliminato dalla Copa del Rey e finito dietro al Tottenham nel girone, contro cui ha perso a Londra e pareggiato in casa.

La sfida contro il PSG sembra estremamente complicata, soprattutto in questo periodo dove tutte le certezze nelle scelte individuali di Zidane sembrano essere crollate, con Isco tornato a essere un’alternativa invece che il faro su cui costruire il centrocampo, CR7 che ha faticato enormemente a segnare in Liga (anche se ora pare essersi sbloccato) e Benzema che sembra sempre più lontano da Madrid.

Ci pensa ancora lui?

La chiave per i Blancos sarà sicuramente evitare di subire troppo mercoledì, anche se l’assenza di Carvajal lascia molti dubbi su chi verrà scelto per affrontare Neymar in quella zona di campo. Sarà importante tenere il possesso attivo, concedendo poche ripartenze e mantenendo uno sviluppo veloce del gioco, in spazi stretti dove la poca dinamicità della mediana parigina può soffrire. Oltre a quella essere concreti davanti, cosa che quest’anno sta mancando, per andare al ritorno in Francia con un vantaggio e un’inerzia che possa minare le certezze degli avversari.

Il PSG dovrà tenere compatte le due linee difesa-centrocampo nella partita al Bernabeu, lasciando al tridente offensivo le sorti dell’attacco, con ribaltamenti veloci tra metà difensiva e offensiva. Se riuscirà a segnare anche più di un goal al Bernabeu, il ritorno a Parigi sarà molto più tranquillo, anche se il precedente dell’anno scorso contro il Barca deve far tenere la guardia alta qualsiasi sia l’esito della partita di mercoledì.

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