UEFA Champions League – Preview ottavi

Dopo la prima tornata di partite degli ottavi di finale della Champions League, ritornano le serate europee con le ultime quattro partite d’andata che chiuderanno la prima parte dell’inizio della fase ad eliminazione diretta.

Rispetto alla settimana scorsa ci saranno meno sfide dal fascino elevato, solo Barcellona-Chelsea sembra essere un ottavo nobile, ma sicuramente gli altri scontri potranno riservare sul campo emozioni e temi tattici, che in apparenza non sembra potrebbero esserci.

La preview come per le precedenti partite inizia con l’altra squadra italiana impegnata con la Juventus in questi ottavi, la Roma che dovrà superare un ostacolo alquanto complicato come quello dello Shakhtar Donetsk per approdare ai quarti per la prima volta dall’edizione del 2007/2008.

Gli ucraini sono sempre stati un avversario da non sottovalutare in queste ultime edizioni della Champions League e anche quest’anno hanno dimostrato di poter essere una mina vagante, eliminando il Napoli di Sarri dalla competizione e battendo il City di Guardiola nell’ultimo turno casalingo del girone. Proprio in casa lo Shakhtar riserva le sue partite migliori, anche se il periodo per loro non è dei migliori, visto che i campionati ex-sovietici sono appena ripartiti dopo la lunga sosta invernale.

È una squadra che ha ormai un’identità ben precisa, costruita attorno alla colonia sudamericana ormai marchio di fabbrica della società, che ogni anno vede le proprie casse riempirsi dai milioni elargiti dai big club per assicurarsi i gioielli messi in mostra nelle competizioni europee.

Il 4-2-3-1 vede come protagonisti indiscussi il quartetto offensivo, composto da Bernard, Taison, Marlos e il centravanti Ferreyra, a cui si deve aggiungere il giovane Fred, regista basso di qualità elevata già opzionato dal City per la prossima estate.

Fred, il suo cuore sarà del City

I quattro giocatori offensivi hanno siglato 8 dei 9 goal segnati nel girone di qualificazione, 7 dei quali sono arrivati nelle partite casalinghe, dove comunque lo Shakhtar ha sempre subito goal.

È proprio da questo dato che la Roma deve partire per gestire l’andata, cercare di non subire le ondate offensive degli avversari, sapendo che nella fase difensiva possono concedere azioni pericolose da sfruttare per tornare a Roma con un risultato positivo o comunque aperto per la qualificazione.

Gli ucraini non pressano alto, tendono a recuperare palla nella propria metà campo ed evitano di perderla nelle zone calde, sfruttando il palleggio dei propri sudamericani, ma hanno una difesa lenta soprattutto nei movimenti senza palla e nei raddoppi sulle sovrapposizioni esterne, cosa che la Roma fa bene e ha fatto molto bene nel girone vinto davanti a corazzate quali Chelsea e Atletico Madrid.

Negli ultimi tre confronti ha sempre vinto lo Shakhtar e questo è un dato da non sottovalutare per Di Francesco, che dopo un periodo nero ha visto la squadra rinascere in campionato e vuole continuare la striscia positiva anche in Europa.

Proprio il Chelsea di Conte sarà una delle squadre che aprirà il martedì europeo, in uno degli ottavi più nobili e classici di queste ultime edizioni, contro il Barcellona di Leo Messi, che contro i londinesi non è mai riuscito a segnare, cosa davvero inusuale.

La sfida è ormai un appuntamento ricorrente, visto che negli ultimi dieci anni si sono affrontati cinque volte, con il Barca che non ha mai vinto e si è visto eliminare nella semifinale del 2012 dai Blues di Di Matteo, che poi scioccarono il mondo alzando il trofeo in casa del Bayern Monaco.

Conte e Valverde sono due allenatori molto pragmatici, che fanno giocare le loro squadre in maniera molto equilibrata, cercando di correre meno rischi possibili, per poi concretizzare la fase offensiva tramite le tante individualità a disposizione.

Il Barca del nuovo corso di Valverde è una squadra quasi impenetrabile, che dopo la debacle nel doppio confronto estivo contro il Real, in cui sembrava in totale confusione tattica, ha cambiato sistema e da lì ha perso solo una partita in tutta la stagione, in Coppa del Re, subendo la miseria di 11 goal in Liga e 1 solo (ininfluente) in Champions.

Nelle tre trasferte della fase a gironi ha sempre deciso di fare partite molto accorte, non subendo mai gol e segnandone uno solo, decisivo per la vittoria in casa dello Sporting. Ha introdotto con estrema efficacia l’acquisto di Paulinho dalla Cina, messo a fare il tuttofare di raccordo tra centrocampo e attacco, lasciando estrema libertà sia a Messi che Suarez di svariare su tutto il fronte d’attacco per trovare lo spazio giusto per far male.

Fa tutto Paulinho

Per affrontare il sistema Chelsea, Valverde potrebbe optare per delle scelte che vadano a sviluppare il gioco esterno, con Dembelè e Rakitic a presidiare le fasce e Busquests e Iniesta a tenere la zona di mediana, visto che il nuovo roboante acquisto di gennaio, Coutinho, è inutilizzabile in Europa avendola già giocata con il Liverpool.

Conte è un maestro nel preparare tatticamente le partite da underdog e sicuramente il suo 3-5-2, rinvigorito da due sonanti vittorie in Premier e FA Cup, dopo un periodo tremendo che aveva fatto vacillare la panchina, avrà le caratteristiche per cercare di contenere il talento a disposizione del Barcellona e sfruttare l’entusiasmo dello Stamford Bridge per far male al muro avversario e andare al Camp Nou con la qualificazione ancora da giocarsi.

È importante per i Blues ingabbiare centralmente i movimenti di Messi per evitare che gli arrivino palloni importanti, magari abbassando il proprio schieramento in fase di non possesso con un fronte a otto, puntando offensivamente sulla verve dell’ex Fabregas, in coppia con Hazard, oltre che sul gioco esterno della coppia di laterali Alonso-Moses, per rifornire davanti chi vincerà il duello tra Morata e Giroud, con il secondo che potrebbe essere scelto proprio per sfruttare a pieno il gioco esterno.

L’altra partita di questa sera è quella forse più scontata, tra il Bayern Monaco di Heynckes e il Besiktas campione di Turchia negli ultimi due anni. I bavaresi dopo il sorprendente divorzio con Carlo Ancelotti, frutto anche della roboante sconfitta nei gironi contro il PSG, a Parigi, si sono affidati ancora una volta al grande santone di Germania, che già li aveva condotti ad una storica tripletta nel 2013 e l’impatto del nuovo corso tecnico è stato impressionante.

Il Bayern ha perso solo una partita con Heynckes in panchina, a Gladbach, che non ha impedito di scavare un solco incolmabile in Bundesliga, per l’ennesimo trionfo ed ha vendicato la sconfitta di Parigi con un sonoro 3-1 all’Allianz. La striscia recente di 13 vittorie consecutive e l’imbattibilità casalinga portano a pensare che nell’andata cercherà di chiudere la pratica, per poter immergersi nel sempre temibile ambiente turco senza troppe pressioni.

C’è ancora molto della filosofia di Guardiola nello sviluppo del gioco, anche se il nuovo allenatore tende a sfruttare più il gioco esterno, dando spazio agli 1vs1 sulle fasce che permettano di sfornare cross in area o tagli palla al piede che si concludono con il tiro diretto o il servizio a rimorchio per l’inserimento di qualche centrocampista o del trequartista centrale scelto di volta in volta.

Dietro, soprattutto in casa, sono vulnerabili, prendono goal all’Allianz in sei delle ultime sette gare ed è proprio per quello che il Besiktas vorrà cercare di sfruttare le ripartenze regalate da qualche disattenzione in fase di palleggio, con i tre contropiedisti schierati alle spalle di Alvaro Negredo, che ha preso il posto di Cenk Tosun, mattatore offensivo della prima fase della stagione assieme a Talisca, venduto a Gennaio all’Everton. L’assenza di Tosun peserà non poco, vista la capacità dell’attaccante turco di capitalizzare le poche occasioni create e di essere molto più mobile dello spagnolo, garantendo spazi dove i vari trequartisti quali Talisca (4 goal in Champions), Quaresma, Babel o Lens possono inserirsi e far male.

Ecco dove era finito Negredo

I turchi non hanno ancora perso in questa edizione e hanno vinto tutte le trasferte giocate, in campi non proprio semplice quali Porto, Lipsia e Monaco, perciò il pronostico non sembra chiuso, soprattutto nella prima gara in Baviera e il Bayern dovrà stare molto attento a non scoprirsi per evitare brutte sorprese nella sua corsa alla seconda tripletta sotto il vecchio Heynckes.

L’ultimo confronto vede il Siviglia di Vincenzo Montella ospitare il Manchester United di Mourinho, con il tecnico italiano che ha l’opportunità di esordire in Champions League dopo aver subito l’esonero dal Milan a novembre ed essere subito tornato in sella, scelto un po’ a sorpresa dagli andalusi dopo l’addio un po’ traumatico a Berizzo.

Il tecnico italiano è partito in modo altalenante nella sua avventura spagnola, con due brucianti sconfitte nella Liga, in particolare quella nel derby pazzo contro il Betis, dove al Sanchez Pijuan si è fatto infilare ben 5 volte, ma da quel momento è cresciuto, perdendo solo contro l’Eibar, anche se in modo molto netto.

Ed è proprio questo il grave difetto del Siviglia, squadra che offensivamente può fare male a chiunque con il talento cristallino a disposizione, ma che nella fase difensiva può lasciare spazio a imbarcate pesanti, come quelle viste contro il Betis, l’Eibar o la Real Sociedad nella nuova gestione o Spartak Mosca, Valencia, Real, ma anche Liverpool nella vecchia.

C’è da dire che gli infortuni hanno pesato molto nel tentativo di dare equilibrio allo sviluppo della manovra, ultimo quello di Correa nell’ultimo turno di Liga a Las Palmas, che potrebbe togliere una pedina molto importante nella sfida allo United.

La caratteristica del gioco di Montella si vede, con un palleggio molto insistito, non sempre efficace, ma che sa attendere lo sviluppo del movimento avversario per poi puntare tramite le individualità a creare azioni pericolose. Saranno Pablo Sarabia, l’uomo più in forma, autore di 5 goal e 4 assist nell’ultimo mese, assieme a Ben Yedder o Luis Muriel, con El Mudo Vazquez le pedine che dovranno scombinare i piani difensivi di Mourinho, non sempre seguiti dai propri uomini, soprattutto nell’ultimo periodo.

Il sorriso di Montella debutta in Champions

Il santone portoghese potrebbe scegliere un atteggiamento molto attendista, come spesso gli capita nei periodi non brillanti di forma, come quello recente in cui sono arrivati le sconfitte esterne contro il Tottenham e il Newcastle, magari affidandosi al rientrante Bailly, a lungo out per infortunio, che potrebbe essere la scelta giusta, viste le grosse difficoltà dimostrate dalla coppia Jones-Smalling nell’ultimo mese.

Le note positive per Mourinho sono il possibile ritorno di Pogba, amuleto estremamente fondamentale nella stagione dei Red Devils, visto che con lui in campo quasi sempre arrivano risultati positivi e la possibilità di schierare il nuovo grande arrivo, Alexis Sanchez, apparso subito in grande sintonia con il resto della squadra nella sua nuova avventura, in grado di aprire spazi dove il redivivo Lukaku e il sempre pericoloso Lindgard possono mettere in seria difficoltà la difesa avversaria.

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