Atlanta Falcons – Ad un passo dal paradiso

Da mettere a fuoco

Aggiustiamo gli ultimi tasselli

Non c’è miglior fotografia degli Atlanta Falcons di quella che viene fuori semplicemente elencando i ruoli che sono stati scelti al draft quest’anno: 2 CB (primo e secondo giro), 2 DE (quarto e quinto giro), altri 2 DB (2 settimi giri), un TE (quarto giro) e infine un QB con una compensatory pick al settimo giro. Dite che difesa, in generale, e pass rush più difesa sulle secondaria fossero i problemi principali della squadra che è arrivata ad un passo dal poter giocare il Super Bowl?!

L’attacco d’altro canto è uno dei più solidi e produttivi della NFL e ora che Matt Ryan ha trovato una stabilità tanto tecnica quanto economica (il suo rinnovo contrattuale è notizia di pochi giorni fa, si parla di 103 milioni nei prossimi 5 anni) tutto sembra andare per il verso giusto. Lui pare essere entrato nella parte di carriera in cui si limita ad inserire il cruise control per far avanzare i suoi attraverso il campo. E’ maturato e l’essersi tolto la scimmia dei playoff dalle spalle sconfiggendo i Seahawks in quel modo, dopo che tutti erano pronti a tatuargli sulla fronte la parola “chocker”, vale non doppio, ma triplo.

In realtà un paio di considerazioni da questo lato del campo possiamo pur farle: riguardano principalmente il running game, il grande assente dell’anno scorso. Innanzitutto Michael Turner aveva finito la benzina, niente di imprevedibile considerando il tipo di runner che l’ex San Diego è (o era…), l’anno scorso ha tirato un po’ la carretta coadiuvato da Jacquizz Rodgers, ma quest’anno il front office di Atlanta ha pensato bene di andare per altre strade: in pura linea teorica avrei preferito per loro un intervento via draft, anche considerando la profondità della classe di quest’anno, ma il problema era già risolto a marzo, con l’acquisizione via free agency di Steven Jackson. A scanso di equivoci: SJax è un fenomeno, uno che ha dimostrato di saper trascinare un attacco, 6 giorni fa però ha spento 30 candeline e non devo certo stare a ripetervi la “maledizione” del 30esimo compleanno per un RB, lui per di più ha vissuto sotto stress le ultime stagioni, considerando che era l’unica arma offensiva solida dei Rams: quanti km gli restano ancora nelle gambe? Quanta benzina nel serbatoio? Io credo che un altro paio d’annate, se ben alternato con il nano da giardino Jacquizz, possa ancora garantirle, ma qualche dubbio c’è. (Rodgers, non ti offendere dai, su di te mi sono anche ricreduto, sai fare un sacco di cose e puoi essere produttivo anche in NFL, ma il RB1 non potrai mai farlo, lo sai anche tu.)

Per correre i Falcons avranno bisogno anche che la linea salga di livello e a proposito di questo reparto hanno fatto parlare negli ultimi mesi le dichiarazioni di Tony Gonzalez, che ha un po’ puntato il dito o, per lo meno, messo i riflettori su questo reparto: si aspetta un miglioramento sostanzioso da parte dei giovani (Konz, C e Johnson, RT), vedremo se sarà accontentato. Intanto lui ha accontentato tutti gli appassionati che gli chiedevano un “one more year”: inizialmente aveva fatto addirittura di più, firmando un biennale da 14 milioni complessivi, ma qualche settimana fa ha sottolineato senza ombra di dubbio che questo sarà il suo ultimo training camp; ora le cose sono 2: o il Gonzo ha in mente di non allenarsi la prossima estate e presentarsi direttamente a settembre (la Favre move) oppure sarebbe da indagare sul perché abbia firmato un biennale, sicuramente c’è una motivazione nascosta tra le piega delle regole del contratto collettivo, che però evitiamo di cercare ritenendola appassionante quanto una puntata di medicina33.

In difesa sono arrivati gli aggiustamenti più interessanti, dapprima registriamo due partenze illustri: John Abraham e Dunta Robinson non faranno più parte dei Falcons. Per non far rimpiangere il primo è stato preso Osi Umeyiora, mentre per non far rimpiangere il secondo…..sarebbe bastato il cartonato di Deion Sanders: il giovane Desmond Trufant (stesso cognome e, in parte, stesso sangue del CB ex Seattle) rappresenta a prescindere un upgrade che sarà ancora più sostanziale se mantenesse tutte le promesse che ci sono attorno al suo operato.

Ci penso io

Ci penso io

Non so se questo basterà, assieme a tutti gli altri giovani, a garantire lo step up difensivo necessario per essere ancora più competitivi a gennaio. Forse per ricoprire il gap dai 49ers c’è bisogno che un paio di rookie tra il quarto e il settimo giro si rivelino sin da subito giocatori se non starter, almeno da rotazione e produzione immediata: non è detto che ciò avvenga. Di buono c’è però che il terzetto di LB, interamente costruito con gli ultimi draft (Dent, 3° 2011, Weatherspoon, 1° 2010, Nicholas, il più “anziano”, 4° 2007), garantisce freschezza, talento e margini di crescita. Lo stesso discorso può essere fatto riguardo alle due safety Thomas DeCoud e William Moore, andando sostanzialmente a formare un pentagono nel centro del campo difensivo dei Falcons che offre protezione e continuità di rendimento.

Focus sugli aspetti più interessanti non ancora analizzati:

Kroy Biermann è uno dei giocatori più sottovalutati della lega, paga il fatto di non aver mai raggiunto cifre elevate in fatto di sack, non è un pass rusher puro ma è uno di quegli atleti che ti permettono di sbizzarrirti quanto più possibile con gli schemi difensivi, dotato di un atletismo imperscrutabile, adoro vederlo droppare in copertura, al secondo livello se non oltre, sempre con risultati soddisfacenti. Non è un caso che in questi ultimi anni nonostante la pass rush sia stato un problema per Atlanta, tra lui e l’altro (Abraham), quello che è stato più volte messo in discussione (fino ad essere lasciato libero) è stato proprio l’altro.

Julio Jones e Roddy White: lo so che che la parafrasi “miglior duo della lega” è spesso sovrautilizzata, ma credeteci siamo davanti al miglior duo di ricevitori della lega. Ma prima o poi qualcosa meglio di Harry Douglas potrebbero pure trovarlo.

Levine Toilolo: i TE buoni da Stanford dovrebbero essere Fleener ed Ertz, ma tra i due “litiganti”….magari gode il terzo?

Comodino Snelling: è sempre divertente vederlo ruspare in campo, palla in mano o meno, non fa differenza.

-Abbiamo volutamente lasciato fuori dalla discussione il coaching staff e in particolar modo la gestione dei momenti caldi di Mike Smith, ma sia messo a verbale che al di là delle questioni difensive, molto del successo dei Falcons passa dal miglioramento della gestione del gioco direttamente dalla sideline.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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3 risposte

  1. Pier ha detto:

    Ottimo articolo Aza 😉 Dopo il battesimo della regular posso dire che il Gonzo non si sbagliava…occhio alla OL o vien dura. No panic comunque, possiamo ancora dir la nostra!

  1. 8 Agosto 2013

    […] Continua a leggere su “Quel che passa il convento” […]

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