Detroit Lions: il talento è nulla senza controllo!

Ai tempi di Barry Sanders i Detroit Lions erano una squadra bellissima da vedere, grandi talenti, soprattutto in attacco, gioco spumeggiante, alti punteggi, ma poi, alla fine, non raccoglievano nulla perché gli veniva sempre a mancare il proverbiale centesimo per fare la lira (o adesso si dovrebbe dire l’euro?). Ecco, l’impressione che si ha adesso guardando questi Lions dall’esterno è più o meno la stessa, con magari anche meno talento assoluto, con una guida più incerta ma con l’identica, sgradevole, sensazione che c’è nel gruppo un giocatore di livello assoluto, di quelli che ne nascono uno ogni 20 anni, che riscriverà, anzi ha già iniziato, il libro dei record ma che, come quel Barry Sanders, rischierà di veder “sprecata” (e le virgolette non sono certo messe a caso) la propria carriera senza poter vincere il massimo trofeo del football (non scrivo il nome perchè se ancora non lo avete capito vi conviene passare a leggere altro).

Ci sono giocatori di football, giocatori di football forti e poi Calvin Johnson

Ci sono giocatori di football, giocatori di football forti e poi Calvin Johnson

L’anno scorso c’è stato un netto passo indietro rispetto alla bella cavalcata di 2 anni fa, con numerosi infortuni che hanno minato la, poca, profondità del roster, ma in tanti hanno puntato il dito più sull’organizzazione e la gestione della squadra per giustificare le brutte prestazioni del 2012, avanzando anche l’idea che l’anomalia sia stata più quell’ottima annata che non questa. Difficile dire dove stia tutta la verità, ma che la squadra non sia traghettata nella giusta direzione e che diverse scelte organizzative siano sospette sono giudizi che trovano diversi sostenitori in giro per la lega.

Se nel resto dell’NFL tutto l’attacco gira intorno al proprio quarterback (ok, va bene, ci sono anche i Vikings che sono Peterson-centrici), quello dei Lions gira sostanzialmente intorno al proprio ricevitore numero 1, numero 2 e anche numero 3: quel Calvin Johnson di cui parlavamo all’inizio. Raddoppiato, triplicato e occasionalmente anche con quattro difensori ad occuparsi di lui, CJ non si fa troppi problemi a farsi trovare pronto a ricevere, e le quasi 2000 yard fatte registrare nell’infausto 2012 fanno capire che ci troviamo di fronte ad un vero “scherzo della natura”. l’anno scorso ha fatto segnare qualche drop di troppo, ma comunque era lui l’unico in grado di far muovere l’attacco dei Lions nonostante tutta la difesa si concentrasse su di lui e quindi gli si può pure perdonare qualche passaggio a vuoto ogni tanto.

Se “Megatron” fa registrare quei numeri, bisogna ovviamente dare un po’ di merito anche al suo QB Matthew Stafford. Dopo la straordinaria annata 2011, in cui veramente l’ex Georgia Bulldogs si è comportato da prima scelta assoluta, il buon Matthew ha fatto riaffiorare tutti i dubbi che si avevano su di lui ai tempi del college: grande talento, grandissimo braccio, ma una lettura delle difese avversarie rivedibile e una tendenza a “sbarellare” nei momenti difficili. Il passaggio da giocatore talentuoso a stella non è certo semplice e forse Stafford non sarà mai in gradi di farlo completamente, ma i mezzi tecnici per essere la giusta guida per quest’attacco ce li ha e dev’essere in grado di farli fruttare per far sì che i Lions tornino stabilmente in zona playoff.

Altro perno dell’attacco dovrebbe essere il tight end Brandon Pettigrew, ma i cali di concentramento che ne hanno contraddistinto i primi anni in NFL non permettono di considerarlo uno dei punti fermi dell’attacco di Detroit, ed è veramente un peccato perchè, anche qui, il talento è di quelli 5 stelle lusso. Intorno a questi 3 nomi però, almeno fino ad adesso, c’era ben poco: i problemi fisici di Nate Burleson e Ryan Broyles (rookie che prima d’infortunarsi stava mostrando ottimi progressi) fanno sì che manchi un vero WR n.2 (e pensare che giocare dall’altro lato di Calvin Johnson offre grandi vantaggi), mentre i numerosi tentativi di trovare un gioco di corse decenti sono naufragati da infortuni, guai fuori dal campo e prestazioni inconsistenti.

Ora è stato firmato Reggie Bush, giocatore che sta cercando di rifarsi una carriera dopo le delusioni di New Orleans e che nella sua fermata a Miami ha dimostrato di poter dire la sua anche in NFL (ovviamente non ai livelli cui ci aveva abituato al college). Paradossalmente, o anche no, l’ex Trojan può diventare devastante in quest’attacco non tanto come runner puro ma piuttosto come ricevitore fuori dal backfield grazie alla sua abilità in campo aperto e sfruttando l’attenzione calamitata da “Megatron”. Alle sue spalle scalpita sempre l’ex Illinois Mikel Leshoure, giocatore che prometteva tanto appena arrivato in NFL ma che finora si è fatto notare più per le sue disavventure fuori dal campo che per quello mostrato con casco e paraspalle (e si ritorna al discorso iniziale sulle scelte gestionali…).

Riley Reiff ed il problema della lunghezza delle sue braccia

Riley Reiff ed il problema della lunghezza delle sue braccia

A livello di linea offensiva poi il discorso si fa ancora più particolare: da una squadra che punta molto sul gioco di passaggio ci si aspetterebbe che fosse forte nei tackle e meno al centro no? Ed invece per i Lions il discorso è opposto: il veteranissimo centro Raiola (molto buono il suo 2012 dopo qualche anno incerto, ma comunque l’anagrafe fa segnare 35 anni), le guardie Sims (0 sack concessi nel 2012) ed il terzo giro Larry Warford (dominatore del Senior Bowl) fanno dormire sogni tranquilli, mentre i 2 tackle rimasti dopo il ritiro di Backus e l’addio per i Colts di Cherilus sono il mestierante Hilliard a destra ed il 2° anno Riley Reiff sulla cui lunghezza delle braccia si sprecano mille battute. Il discorso rimane comunque molto semplice: o i tackle (a destra potrebbe spuntarla anche Jason Fox come titolare) tirano fuori una stagione decente o Stafford rischia di passare più tempo per terra o a far registrare intercetti (non è mai stato troppo famoso per la capacità di fare le giuste letture sotto pressione).

A livello di difesa il discorso rimane più o meno lo stesso: grande talento in alcuni reparti o almeno individualmente, ma una gestione in campo rivedibile e la sgradevole sensazione di non riuscire mai a fare un passo avanti a livello di prestazioni generali. Anche con la perdita di Avril la linea difensiva rimane di ottimo livello, con il centro che ha 2 talenti come Suh e Fairley (attenzione al secondo che quest’anno può esplodere veramente), con entrambi però che tendono a commettere troppo penalità che vanificano poi l’ottimo lavoro fatto, mentre per l’esterno sono arrivati l’ex Seahawks e Titans Jason Jones e, soprattutto, l’ex BYU Ziggy Ansah, giocatore atleticamente mostruoso, che molti paragono a Jason Pierre.Paul, ma che, come lui, ha ancora poco football nelle gambe e nella testa e che quindi è ancora un po’ troppo grezzo per essere una certezza.

Creare pressione con l front 4 sarà poi molto importante anche perché il livello delle secondarie rimane sospetto: Louis Delmas è sicuramente tra le migliori safety dell’NFL se sano e se concentrato, ma quando iniziano ad esserci troppi se in una frase significa che c’è qualcosa di sbagliato ovviamente ed anche questo caso non fa storia a sé. L’arrivo, in free agency, dell’ex Texans Glover Quin porta però solidità, costanza, efficienza e quindi dovrà migliorare la situazione delle secondarie che in questi anni se la sono spesso giocata per essere le peggiori del lotto. Arrivo ancor più importante è forse quello del secondo giro da Mississippi State Darius Slay, cornerback che ha tutte le qualità per essere starter dal primo giorno dal lato opposto di Chris Houston andando così a formare una coppia di CB giovane ma dal grande potenziale. Stessa cosa difficilmente si può dire del reparto LB che si baserà essenzialmente sulla coppia Tulloch-Levy che l’anno scorso ha fallito abbastanza miseramente contro le corse e che dovrebbe avere il conforto di Ashlee Palmer, giocatore che finora ha visto poco il campo e che quando lo ha fatto non si è fatto particolarmente notare oppure del veterano, appena firmato, Rocky McIntosh.

Che il 2012 non sia stato un anno molto buono lo si può notare anche dai quattro touchdown concessi dagli special team: scontato dire che si debba nettamente migliorare se l’aspirazione è tornare ai playoff. Ritirato Jason Hanson, è stato firmato David Akers che cercherà così di dimenticare il difficile anno con i niners in cui gli infortuni lo hanno fortemente condizionato nelle prestazioni, mentre il punter è arrivato dal draft con il quinto giro e risponde al nome di Sam Martin. Come ritornatore si può ovviamente utilizzare Reggie Bush che qualcosa ha dimostrato di poter fare nel ruolo in questi anni di professionismo (oddio…forse dovremmo contare come tali anche quelli ad USC?).

Schwartz e l'arte di lanciare le flag...

Schwartz e l’arte di lanciare le flag…

Tra i fattori che influenzeranno l’annata dei Lions 2013:

Jim Schwartz riuscirà a gestire meglio questa squadra o questo sarà per lui l’ultimo anno al timone di Detroit?

– riuscirà Stafford a migliorare l’efficienza in red zone?

– quanti record batterà Calvin Johnson?

– quante penalità prenderanno Suh e Fairley?

– quanti placcaggi mancati faranno registrare i linebackers?

– Delmas giocherà tutte le partite?

Il calendario che devono affrontare i Lions e la division in cui giocano non fanno certamente sperare in un cammino come quello del 2011, ma i dubbi maggiori che circondano questa squadra riguardano per lo più la sua gestione e la capacità di far progredire ulteriormente questo gruppo portandolo nella giusta direzione (non si può dimenticare che si usciva dalle ceneri della gestione Matt Millen e dello 0-16 lasciato in eredità). Arrivare ai playoff sarà difficile, almeno credo, ma quello che si chiede a questa squadra è forse altro: la normalità e la costanza.

angyair

Tifoso dei 49ers e dei Bulls, ex-calciatore professionista, olimpionico di scherma, tronista a tempo perso, candidato al Nobel e scrittore di best-seller apocrifi. Ah, anche un po' megalomane.

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8 risposte

  1. azazelli ha detto:

    Per me quest’anno esplode Fairley.
    Fantastica la foto dedicata a Reiff….un po’ meno simpatica……..quella dedicata a Calvin Johnson :-P, avessi un “caporedattore” meno tollerante/brillante/intelligente di quello che hai, te l’avrebbe censurata 😀

  2. Giacomo ha detto:

    Oh articolo splendido davvero! (sono il vostro motivatore!) E’ un piacere leggere un pezzo del genere nella propria lingua. Preciserei che io sono un po’ meglio di Calvin Johnson nelle catch: al mare faccio di quelle catch in tuffo che stupisco anche le meduse. E considerate che a lanciare non ho Stafford e la palla a furia di essere usata al mare ha perso un po’ di grip. Ma tornando in topic, i Lions sono davvero imprevedibili: per chi non li tifa sono una squadra fantastica perché divertente. Possono prendere nove TD in dieci minuti e metterne a segno otto in cinque minuti. Spettacolo assicurato. Il problema di vedere Johnson sprecato come i vari Marino, Sanders… ma anche Fitzgerald… c’è, è reale e quasi già fatto. Su Stafford, dando un’occhiata anche alle statistiche, si capisce che il ragazzo riesce anche a diversificare molto il gioco ma la sua croce e delizia è proprio Megatron: se Matt fa bene si dirà sempre che è merito di Megatron, se fa male è colpa sua. E’ difficile crescere all’ombra di un animale simile, seppure, d’altro canto, è un piacere lanciare una palla alla pene di segugio e sapere che Egli la raccoglierà tra le sue mani come fosse prezioso miele. Stafford, per usare sempre esempi che fanno saltare le coronarie ad azazelli, in una squadra come i Cowboys a mio parere potrebbe fare miracoli! Ma siamo sempre nel campo delle ipotesi. E’ pur vero che quando vede rosso va in panico, ma credo che quel panico si possa imparare a gestire con l’esperienza. Amo Pettigrew.

  3. angyair ha detto:

    Ma che bello avere commentatori del genere! 😀

  4. Otter ha detto:

    Essendo uno dei rarissimi tifosi italiani dei Lions non posso che condividere la lucida e competente analisi di Angy.
    Francamente io credo che,soprattutto l’anno scorso, coach Schwartz abbia mostrato preoccupanti limiti di leadership e nella gestione dello spogliatoio (oltre che delle partite); per lui, cosi’ come per Stafford, sarà l’anno della verità…o dentro o fuori.
    Certo che il pericolo di sprecare miseramente l’immenso talento di Megatron c’è ed e’ assolutamente concreto.
    Ciò che abbiamo visto in queste due prime partite di pre-season non induce certo all’ottimismo…con i Pats sarà durissima, vediamo che succede anche se un certo scetticismo c’è…in fondo la stagione scorsa ha inferto un duro colpo al nostro processo di crescita e ha minato alcune delle certezze raggiunte con i playoff del 2011.
    La vedo davvero dura ma voglio crederci e per quest’anno mi attendo l’esplosione di Broyles.
    Speriamo bene…

    • azazelli ha detto:

      Bravo Otter!! Io leggo i pezzi “in anteprima” e poi mi dimentico dei commenti che voglio fare (in parte), questo sarà l’anno di Fairley e di Broyles! Almeno spero!

    • angyair ha detto:

      Ma fisicamente come sta Broyles? Ha recuperato completamente! Lui potrebbe veramente essere in grado di sfruttare i raddoppi su CJ.

      • Otter ha detto:

        Adesso Broyles dovrebbe essere finalmente a posto fisicamente. Nella buona (soprattutto difensivamente parlando) partita contro i Pats ha ricevuto due volte per 32 yards…pero’ da Kellen Moore (altro atleta per il quale nutro simpatia).
        E qui entra in campo la capacita’ di Stafford di trovare bersagli alternativi a Megatron…

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