Divagazioni

Non ci sono molte regole per scrivere un pezzo su un blog. Nessun trucco e nessuna abilità particolare, solo alcuni principi basilari dettati dal buon senso. Innanzitutto, anche se non sarebbe necessario precisarlo, bisognerebbe saper scrivere. ImageSe non sai mettere due parole di senso compiuto una dietro l’altra accontentati di parlare di sport al bar o fatti assumere alla Rai, ma non scrivere. Sia chiaro nessuno pretende ricercatezze stilistiche degne di un romanzo russo. Basta che sia scorrevole e non ci siano errori grammaticali e sapere la differenza tra un congiuntivo e una bestemmia.

Superato il primo scoglio, bisogno unicamente trovare un argomento e conoscerlo. Mettersi a scrivere senza sapere dove andrai a parare è inutile. Non succedono miracoli. Non arriva l’ispirazione a dirti cosa mettere e come metterlo su carta. Ti ritroverai ad ammassare lettere su lettere senza dire nulla e questo ci riporta al bar con gli amici e alla Rai. Provare poi a parlare di qualcosa che sai interesserà a un sacco di persone, ma che tu non conosci in maniera approfondita è il peggio del peggio. Il minimo è che l’internauta capitato per caso sul tuo blog, dopo due righe smetta di leggere, ma trattandosi di un blog, è molto più probabile che ti prenda per il culo (siamo su internet l’anonimato ti concede la possibilità di insultare chiunque senza paura di ripercussioni).

Tutto qui non serve altro.

Chiarito questo, di cosa parliamo? Dei Broncos? Perché? Questa settimana non giocano, quindi, non continuiamo a non disturbarli. I Los Angeles Lakers? Ci tocca, anche se la situazione è rimasta invariata negli ultimi giorni. Riassumiamo, per chi non fosse informato: facciamo schifo e abbiamo perso con i Clippers. La cosa mi fa incazzare. E non parlo della sconfitta con i coinquilini dello Staples Center quella non mi fa né caldo né freddo. Data la situazione attuale era piuttosto prevedibile.

No, quello che mi fa girare veramente le scatole è che questi Lakers di talento ne hanno da vendere. Eppure nonostante questo non riescono non dico ad essere i migliori, ma nemmeno a essere decenti. Le difficoltà di far convivere tanti fuoriclasse non sono state minimamente superate, anzi, sembrano essersi aggravate. Se ci si pensa il nostro roster ricorda uno di quei film catastrofici degli anni settanta. Un cast stellare, formato da attori leggendari che però hanno imboccato la parte discendente della loro carriera, per quanto ancora strepitosi (nel caso Kobe e Nash), qualche attore famoso, anche se non una super superstar (Gasol e Metta), e qualche giovane di grande avvenire per attirare al cinema anche le nuove generazione di spettatori (Howard). ImageCome in quei film, l’inizio è difficile. Un incidente di dimensioni epocali metterà a dura prova i protagonisti. Che caschi un aereo, crolli un grattacielo, ci sia un terremoto o un vulcano che erutta o anche un maremoto, qualcosa di veramente brutto succederà e tutto andrà alla malora e solo la collaborazione tra vecchi e giovani e il sacrificio di qualcuno (sempre uno dei vecchi) potrà portare alla salvezza del gruppo e al lieto fine assicurato. Bene qui, la realtà gialloviola si separa dalla finzione cinematografica. Tra i Lakers il gruppo non si è creato. C’è solo un ammasso di individualità, che non riescono ad amalgamarsi. Nessuno vuole o può collaborare e nessuno si vuole sacrificare per il bene di tutti. A conti fatti, manca il lieto fine, rimane solo il disastro.

Ad aumentare la mia più che giusta incazzatura e quella di ogni tifoso che si rispetti, in settimana Kobe ha detto che un problema potrebbe essere l’età. Sanno cosa dovrebbero fare, ma le gambe non ci sono. Davvero, Kobe? ma sei sicuro? Siete vecchi? E chi l’avrebbe mai potuto anche solo immaginare. Questa osservazione è stata un’epifania per me. Ero sicuro che D’Antoni fosse l’uomo perfetto per il nostro roster di giovincelli pieni di energie e soprattutto correre e tirare, non difendere, correre e tirare e non difendere fosse lo schema giusto per loro. Ma chi? Chi mai avrebbe potuto pensare il contrario? L’età…. accidenti, un fattore così oscuro e difficile da valutare e tenere in considerazione… A sto punto ditemi che anche l’altezza conta nel basket… ma si può essere più banalmente ridicoli? Grazie ancora Buss sbagliato. Stai trasformando l’Inferno di Cristallo in un film dei Vanzina. Intanto, Phil Jackson se la ride e si fidanza con la Buss con le tette e il cervello.

Prima di concludere, è necessario chiarire un aspetto: la sconfitta con i Clippers. Inutile girarci attorno quest’anno loro sono quelli forti e noi quelli deboli. Amen. È una cosa che non mi disturba più di tanto. Detesto che questi Lakers non riescano ad avere più vittorie che sconfitte e si facciano mettere sotto da chiunque, nonostante il loro talento. Questo è irritante. Non perdere con i Clippers. È peggio perdere con una squadra scarsa come i Cavs (successo) o con una rivale storica come Celtics, Bulls, Knicks, Spurs, Pistons,  o quasi qualsiasi altro team della lega. I Clippers non sono né una né l’altra. Perché questa è la sostanza della questione. I Lakers con la loro perenne presenza nei PO hanno questioni in sospeso con tre quarti delle franchigie della NBA. Non è un caso che BEAT L.A! Sia il coro più gettonato nei palazzetti degli Stati Uniti e di sicuro non ci si riferisce ai Velieri. Nonostante si condivida lo stesso parquet sono una delle pochissime squadre forse l’unica con più di vent’anni di vita con cui non c’è mai stata una vera rivalità. Non ci sono i presupposti.

Questa era una rivalità

Questa era una rivalità

Perché si possa parlare di rivalità sono necessari degli scontri nei PO. Qualche partita importante la vinco io, qualche partita importante la vinci tu.

Se poi ci si infila dentro qualche vittoria all’ultimo secondo, un paio di manifesti errori arbitrali, qualche colpo scorretto o dichiarazioni salaci nel pre o post partita, tanto meglio. Con i Clippers questo non è mai successo. Non ci sono state partite importanti nei PO degne di essere ricordate, perché non ci sono proprio state partite nei PO e la stagione regolare recita un imbarazzante record di 97 a 31 a favore dei gialloviola. Quindi, prima che loro invertano gli equilibri cittadini, ne hanno di strada da fare. Trentanni di manifesta inferiorità non si superano in un paio di partite, nemmeno nel mondo senza memoria di oggi. Sono necessari almeno due titoli per poter anche solo dire che a Ellei ci sono due squadre di basket, figurarsi parlare di rivalità


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alvise

Mi piace lo sport, ma soprattutto mi piacciono le storie.

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4 risposte

  1. angyair ha detto:

    A me che ho visto poco di questi Lakers sembra evidente che ci voglia un qualche tipo di scossa che svegli la squadra, che li faccia giocare come gruppo e non come singoli (forse sarebbe meglio dire coppie perché ho intravisto per lo più giochi a 2 e basta, qualche isolamento e 0 canestri con più di 2 passaggi). Non è servito il cambio di allenatore, non è servito il ritorno di Nash, a sto punto mi sa che l’unico altro tentativo possibile sia quello di rimescolare il roster, e mi sa che l’unico scambiabile sia Gasol, per mettere chi non lo so minimamente però…

  2. azazelli ha detto:

    Da cosa nasce questo sfogo iniziale? 😀

  3. alvise ha detto:

    Non è uno sfogo.Si tratta piuttosto di qualche consiglio sincero che nasceva dal fatto che per primo io non avessi la minima idea di cosa scrivere sul blog… tutto qui. Poi mi è apparsa l’immagine di Variale e tutto mi è stato chiaro.

  4. polpaol ha detto:

    ottimo l’inizio e la chiosa sui Clippers.
    sul resto non resta che annuire sconsolati pensando che fra 10 mesi inizia un nuov campionato (cit.)

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