I Denver Broncos – Una ciliegina su una torta incompleta?

Dopo Brady, Manning...

Dopo Brady, Manning…

“E se Denver continua a perdere i pezzi…”, avevamo concluso così la presentazione sui Chiefs, provocando la reazione apotropaica di molti tifosi Broncos. Denver è comunque il punto di riferimento dell’american football conference, molto di più di quanto possano essere i Ravens per motivi di cui abbiamo già parlato nella preview a loro dedicata. In Colorado siamo nel bel mezzo del progetto Peyton, un progetto che ovviamente non può che essere a breve scadenza. La dirigenza questa offseason ha fatto le cose in grande: aggiungere due pedine come il veterano Wes Welker e il rookie Montee Ball ad un attacco già profondo, indica la voglia di fare le cose in grande. Manning, poi, la passata stagione non ha faticato molto a fugare ogni dubbio sulla sua effettiva guarigione ai problemi al collo e questa è la maggiore garanzia di successo.

Dietro a lui c’è Brock Osweiler, uno che fu aspramente criticato per la sua scelta di passare ai pro con un anno di anticipo, ritenuto ancora troppo grezzo, seppur dotato di buonissimo talento. Denver ha pensato opportuno spenderci una scelta di secondo giro nel 2012, conscia anche del fatto che la sua crescita potesse essere aspettata mentre il numero 18 pensava al presente. L’ex Arizona State, dalla dipartita di Orton, s’è subito preso i gradi di QB backup, mentre dietro a lui “scalpitano” due QB come Zac Dysert e Ryan Katz, manca quindi la figura del QB da panchina veterano, non che, a giudicare dal titolare, ce ne sia effettivamente bisogno. (su Katz faccio outing, e a giudicare dall’assonanza la cosa potrebbe essere equivocata, quindi spiego subito: è uno dei miei tanti scheletri di QB che ho nell’armadio, ne rimasi folgorato in una partita nel suo anno da freshman o sophomore ad Oregon State, per la potenza del suo lancio, poi tra il trasferimento a San Diego State e l’undrafted di quest’anno qualcosa deve essere andato storto o forse era semplicemente un “buon lanciatore”).

L’acquisizione di Welker ha sorpreso: innanzitutto sottolineiamo che il “piccolo” WR dopo l’annata di passione passata a ricevere palloni scagliati da un Culpepper senza ginocchia, da un Joey Harrington senza spalla e da un Cleo Lemons senza talento, ha definitivamente espiato le sue sofferenze di quella stagione passando alla corte di Brady per 6 anni e continuando ora a quella di Peyton Manning. La dimensione che porta all’attacco di Denver consente a Decker di essere ancora più imprevedibile sulle sue tracce, mentre Demaryius Thomas resta il target principale.

Il reparto di TE e quello di RB sono molto simili per completezza e profondità, pur mancando di quella punta di diamante che sulla carta né Hillman, né Tamme possono essere. Discorso diverso meriterebbe Montee Ball: il rookie da Wisconsin, a mio modesto parere, a livello di talento non potrà mai essere un runner che spezza in due le partite, ma che fa della solidità e della durabilità la sua forza maggiore. Dovrà, gioco forza, necessitare di buchi aperti da una linea offensiva che invece fa discutere e preoccupare non poco i tifosi di Denver: quasi dimenticata in questa offseason registra anche qualche acciacco di troppo, non a caso il front office, dopo l’infortunio a Koppen, ha dovuto convincere Lilja a ritirarsi dal ritiro, per snappare la palla a Manning, suo compagno per anni ai Colts.

Nonostante ora un attacco stellare, era la difesa quella che aveva bisogno di maggiori miglioramenti, l’acquisizione di Welker doveva essere uno sfizio, una ciliegina sulla torta. Una torta che in realtà perde uno degli ingredienti principali, per un vizio di forma: Elvis Dumervil e il suo agente da una parte, la dirigenza dall’altra, combinano un pasticcio che porta il forte pass rusher a Baltimora e lascia un buco nella posizione che Wolfe e Ayers non sembrano poter ricoprire a livello qualitativo. Il centro della linea, da anni ormai sotto l’occhio della critica, registra l’aggiunta di Knighton, dai Jaguars. Niente di eccezionale, ma quantomeno un giocatore che può fare il titolare in maniera solida. Mentre affianco a lui la qualità sarà portata dal rookie, primo giro, Sylvester Williams.

La pass rush, che l’anno scorso ha fatto registrare il massimo stagionale della lega con 52 sack, dovrà quindi sostituire Dumervil (11 sack) e dovrà fare a meno anche di Von Miller (18,5 sack), fermato per 4 giornate per abuso di sostanze (dicono anfetamina e marijuana, anche se è in atto un ricorso) e che sarà sostituito da Shaun Phillips, arrivato per dare profondità, ma che si troverà quindi in campo sin da subito in un ruolo leggermente diverso rispetto a quanto giocato per tutta la carriera a San Diego.

Se per la perdita Dumervil i tifosi hanno premuto il tasto panic, alla notizia del taglio di Joe Mays è partita la festa. Giocatore sopravvalutato e ipervalutato a livello economico non più di due stagioni fa, buono come special teamer, ma completamente fuori luogo come middle LB. Nate Irving non potrà che fare meglio, mentre Stewart Bradley, garantirà profondità, nei rari momenti in cui non è infortunato.

Tra le secondarie, Rahim Moore dovrà dimenticare in fretta quell’intervento mancato che ha spianato la strada ai Ravens durante i playoff scorsi, dietro a lui è stato preso un altro ex chargers: Quentin Jammer, con l’età che avanza, sarà spostato a giocare safety, ma per il momento la vera novità del reparto è Duke Ihenacho, undrafted 2012 che in poco più di 12 mesi ha già trovato la via dei titolari a discapito di Mike Adams. Si chiede, poi, un altro anno a Champ Bailey, arrivato sulla soglia dei 35 anni, superata a fine giugno, con Dominique Rodgers-Cromartie che dovrà iniziare a dimostrare, alla terza squadra cambiata in 6 anni, che c’è sostanza dietro ai flash.

In definitiva: Denver ha migliorato molto in attacco, pur trascurando situazioni un po’ in bilico e andando ad aggiungere in reparti comunque già piuttosto numerosi; ha dato profondità in difesa, senza però riuscire a migliorare di molto la qualità dei titolari. Considerando Peyton Manning e la base generale già di buon livello questo potrebbe comunque bastare per restare la favorita in division e in conference, ma….il gap non è così ampio come ci si poteva aspettare al secondo anno dell’era Manning.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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4 risposte

  1. alvise ha detto:

    Ottimo pezzo, sottolinea le nostre debolezze e la nostra forza.
    Sulla forza, per la prima volta dopo secoli abbiamo delle riserve all’altezza. La qualità media si è alzata, anche se non è arrivato nessun fuoriclasse. Speriamo che Welker si possa usare al meglio perché con la linea attuale (ne parlo dopo) è impossibile. Tra i punti di forza vorrei annoverare Julius Thomas TE preso un paio di anni fa in prospettiva (modello che forma strana ha questa palla) che forse quest’anno finalmente potrebbe esplodere.
    Sulla debolezze: La perdita di Doom nella pass rush si farà sentire ma spero si faccia sentire anche in positivo la sua assenza nel bloccare il gioco di corsa.
    Il problema della linea è che non ha moltissimo talento dietro ai titolari e al momento ne abbiamo tre fuori (ryan però sta tornando!) e anche la riserva del centro fuori.
    Nel complesso ce la giochiamo nella AFC, ma la NFC mi sembra un gradino sopra…

    • angyair ha detto:

      In AFC però,almeno al momento, sembrate un passo avanti a tutti, e quindi questo potrebbe permettervi una partenza più tranquilla, potendo recuperare anche qualche sconfitta iniziale e sfruttando l’inizio per cercare di trovare la giusta chimica in linea d’attacco (per quel poco che si è visto contro i niners c’è molto da lavorare, specie sulle corse, mentre con PM in cabina di regia sui passaggi puoi comunque stare più tranquillo). Se arrivate in forma e sani a gennaio potete dire la vostra fino in fondo (anche se, a dir la verità, su quella difesa io riservo ancora qualche dubbio).

  2. Giacomo ha detto:

    In Afc ce la possono fare e arrivare in formissima, con una squadra al completo, ai playoff. Se fossero in Nfc la questione cambierebbe radicalmente e i dubbi aumenterebbero in maniera esponenziale. Loro e i Pats sono due certezze piene di incognite..

  1. 23 Agosto 2013

    […] Continua a leggere su “Quel che passa il convento” […]

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