I “se” nel weekend dei Divisional Playoff NFL

La teoria dei “se” è fonte di molteplici discussioni e sfocia quasi sempre in numerose polemiche, tra chi crede che un episodio possa cambiare in maniera decisiva le sorti di un evento e chi, invece, dà uno sguardo più ampio e dettagliato sulle cause che hanno determinato un certo risultato.

Nello sport in generale ci sono migliaia di analisi, di studi e discussioni su come si sviluppa una partita o una situazione di gioco proposta, ma spesso sentiamo parlare di episodi, di momenti che hanno cambiato il corso della gara e magari portato un risultato diverso da quello pensato in partenza o addirittura a partita in corso.

Il weekend dei Divisional Playoff della NFL che abbiamo appena archiviato è stato probabilmente uno dei più appassionanti e indimenticabili della storia e ci ha regalato due partite che sicuramente saranno ricordate per tanto tempo per quello che hanno mostrato, ma tutte le quattro partite dei Divisional, che hanno portato San Francisco, Atlanta, Baltimore e New England a giocarsi settimana prossima il biglietto per il Super Bowl di New Orleans, hanno avuto dei momenti che avrebbero potuto cambiare le sorti finali e dato il lascia passare ad altre squadre nella lotta al titolo.

I famosi “se”, iniziati a cominciare dallo splendido Denver-Baltimore di sabato sera, concluso all’overtime con la vittoria inaspettata dei Ravens.

Quel “se” che si è materializzato alla fine del quarto periodo, dopo che un incredibile lancio da 70 yards di Flacco a 40 secondi dalla fine, con Denver avanti 35 a 28, aveva portato al touchdown di Jacoby Jones, grazie all’errore madornale di Rahim Moore.

I Broncos avevano il possesso e una posizione sulle 20 yards proprie, con 31 secondi da giocare. Coach Fox in quel momento ha deciso di non giocare, di far inginocchiare Manning e di lasciare all’overtime la decisione su chi potesse andare o meno al Championship AFC. In molti diranno che l’effettivo momento decisivo in negativo per Denver sia stato l’intercetto in overtime di Manning, che ha permesso il field goal vincente di Tucker, ma io credo che la scelta di Fox di non giocare il drive finale abbia negato una possibilità concreta ai Broncos.

Ci sono 31 secondi da giocare e tu devi entrare in raggio da field goal, quindi fare all’incirca 45-50 yards per dare a Prater la possibilità di calciare, una possibilità che anche se sbagliata non avrebbe comunque fatto perdere nulla. Il tuo quarterback è Peyton Manning, uno dei più grandi di sempre, uno chiaramente in grado in 30 secondi di fare quelle 50 yards, aiutato da un buon parco ricevitori e dal fatto che i Ravens proprio nella secondaria hanno il loro punto debole.

Perché rinunciare? Perché non rischiare?

I Falcons nell’incredibile finale della partita contro Seattle sono ritornati dall’inferno proprio con un drive simile, con la differenza che loro dovevano per forza segnare il field goal per non perdere. Loro erano costretti, Fox no, ma aveva la possibilità di tentare, ha rinunciato e all’overtime ha perso.

Nella partita successiva Green Bay a San Francisco aveva cominciato con un pick six su Kaepernick e un ottimo drive di Rodgers che aveva portato il punteggio sul 14-7, i 49ers sembravano in difficoltà, confusi, il drive successivo al secondo td dei Packers non aveva portato a nulla e San Francisco era costretta al punt, con la possibilità per Rodgers di orchestrare un altro drive vincente e scavare un buon solco sul punteggio, facendo perdere ancora più inerzia ad un quarterback giovane come Kaepernick.

Punto di rottura

Punto di rottura

Invece quel punt è caduto nelle mani sbagliate di Jeremy Ross, nelle mani non sicure di un debuttante proveniente dalla practice squad, che ha perso il controllo del pallone e lasciato che lo special team di San Francisco lo recuperasse vicino all’endzone e regalasse all’attacco la possibilità, poi realizzata, di segnare il td del pareggio.

Da lì in poi è stato un dominio di Kaepernick e dell’attacco dei Niners e Green Bay ha mancato ancora una volta il biglietto per l’NFC Championship.

Anche domenica abbiamo assistito a momenti che avrebbero potuto cambiare il risultato finale, come nell’incredibile Atlanta-Seattle, probabilmente una delle migliori gare NFL della storia, che di episodi non ne ha avuto solo uno, a partire da quel 4&1 vicino all’endzone di Atlanta, sul 13-0 per i Falcons, giocato con una corsa del fullback, quando in squadra si hanno Lynch e Wilson, che ha chiuso la possibilità di segnare punti che alla fine si sono dimostrati decisivi, per finire con la scelta di Carroll di chiamare timeout poco prima del field goal finale di Bryant, il classico “ice the kicker” tanto in voga fra i coach NFL, ma che statisticamente ha prodotti pochissimi risultati positivi e tanti momenti da mani nei capelli, come quello di domenica, con Bryant che calcia fuori il primo tentativo, annullato dal timeout e mette in mezzo ai pali il secondo, mandando Atlanta al Championship NFC.

Episodi, momenti in cui si può dire “se fosse successo”, sfaccettature che anche in uno sport complesso come il football americano possono determinare quale squadra può ancora sognare il viaggio a New Orleans e l’anello di World Champion.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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4 risposte

  1. azazelli ha detto:

    Seppur con situazione di punteggio diversa come da te scritto, una delle prime cose che mi è venuto pensato facendo mente locale sul weekend footballistico è stata proprio la coincidenza dei 31 secondi tra Denver ed Atlanta: Fox, oserei, inesperto…..

  2. alvise ha detto:

    ma in sto cazzo di forum nessuno che parla di calcio? siamo in Italia. I T A L I A chissenefrega del football.

  3. teopd ha detto:

    Vedrai quando finirà il football quanta roba di calcio verrà scritta 😀

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