Patologia

Ho sentito tirare

Ho sentito tirare

Patologia, dal vocabolario online della Treccani: lo studio dei problemi relativi alle malattie dell’uomo e degli animali; dal vocabolario meno edulcorato del tifoso medio (meglio se milanista) italiano: lo studio più o meno approfondito di che ca**o c’ha Pato che non gioca mai?!?

Alexandre Rodrigues da Silva, detto Pato per via della sua città natale (Pato Bianco), che gli è valsa anche il soprannome “italiano” (pato vuol dire “papero”, ndr), ha iniziato a giocare molto dopo essere arrivato ed ha smesso molto prima di andarsene: è la strana parabola di una giovane promessa, per certi versi anche espressa, che a 23 anni lascia l’Europa per tornare in Brasile, fatto più unico che raro se si considerano talento, età e valore (teorico) del giocatore.

Come accennato, Pato firma per il Milan il 2 agosto del 2007, esattamente un mese prima di diventare maggiorenne. La giurisdizione degli scambi internazionali della FIFA vieta il tesseramento attivo di minorenni, così la squadra rossonera dovrà attendere la sessione del mercato invernale per poter tesserare e schierare il giocatore che nel frattempo si allena con i nuovi compagni. I 22 milioni di euro spesi per acquistarlo dall’Internacional di Porto Alegre sono un record per giocatori così giovani. Con la squadra brasiliana si era già messo in mostra a livello internazionale giocando da titolare e segnando nel campionato del mondo per club dell’anno precedente, l’ex coppa intercontinentale, vinta dalla sua squadra contro il Barcellona e che l’aveva appunto visto tra i marcatori nella semifinale, più giovane calciatore di sempre a segnare in una competizione FIFA: Pato è megl ‘e Pelè.

L’inserimento nel club milanese è fulmineo, segna al debutto da subentrante contro il Napoli, segna una doppietta contro il Genoa, segna contro la Fiorentina: Pato segna sempre e nasce il Ka-Pa-Ro (anche se Ronaldo, quello vero, il fenomeno, non è poi così spesso disponibile); il Milan arriva quinto in campionato, esce sia dalla Champions che dalla Coppa Italia agli ottavi di finale, ma i tifosi rossoneri possono già guardare al futuro con un pizzico di ottimismo: Galliani ha fatto l’ennesimo affare (seppur non del tutto economico) nella sua gloriosa carriera da dirigente sportivo.

Quando diciamo “segna sempre” non è un modo di dire alla “el segna semper lu” di ganziana memoria: il brasiliano, tolti i 1351 minuti da fantasma delle ultime due stagioni in cui segna 6 gol, viaggia ad un gol ogni 150 minuti di utilizzo, marcature spesso pesanti, allora dov’è che la sua carriera è deragliata? I punti di rottura (in senso figurato e non) sembrano essere due: uno di natura prettamente sportiva, atletica, l’altro di natura sociale/umana.

Papero innamorato

Papero innamorato

Partiamo da questo secondo: Pato arriva in Italia con la faccia pulita, quasi timido (fuori dal campo), sembra essere il classico brasiliano alla Kaka, casa, chiesa e pallone, ecco magari lui non “appartiene a Gesù” come il giocatore ora al Real Madrid, ma sembra davvero una persona a modo, si sposa con il suo primo amore brasiliano, fa i cuoricini e gli occhi dolci dopo ogni gol, sembra un personaggio tratto da un film di Muccino (non che chi scrive ne abbia mai visto uno…ma la sensazione, per sentito dire, è quella). Poi, tutto d’un tratto, arriva il divorzio, un matrimonio di 7 mesi e Alexandre sembra conoscere i piaceri/vizi della movida milanese, ok, non sbrachiamo nel mero gossip dei “si dice”, mettiamola su un altro piano: il 21enne Pato perde serenità fuori dal campo e lo si vede sul campo, da brasiliano alla Kaka, diventa un brasiliano alla Ronaldinho: si allena male? Si allena poco? Di sicuro si infortunia spesso e troppo. E qui veniamo al secondo punto di rottura in quella che doveva essere l’ascesa verso l’olimpo del calcio internazionale, quello che riguarda il campo atletico/sportivo.

prima segno e poi mi infortunio (vs Anderlecht)

prima segno e poi mi infortunio (vs Anderlecht)

Pato si rompe sempre, tutti infortuni di natura muscolare, non è mai disponibile, diventa quasi una barzelletta, anzi….le barzellette su di lui si sprecano: “La curva acclama a gran voce il suo nome: rottura timpano, 2 settimane di stop”, “si mette la fascia di capitano al braccio, calo di pressione: 5 giorni fermo”, “firma un autografo: si sloga il polso, 10 giorni senza allenarsi”, “Ronaldihno gli schiaccia un piede: 11 mesi”, e così via e il bello è che la realtà a volte supera queste fantasie, come quella volta, quest’anno contro l’Anderlecht, quando da subentrante, segna al 90esimo un gol a porta vuota e poi si tocca la coscia, ancora una ricaduta. O quell’altra volta, l’anno scorso, nel ritorno dei quarti di finale di Champions League a Barcellona in cui entra al 69esimo ed esce all’83esimo, infortunio, non si sa nemmeno bene quando, visto che non toccò palla per 15 minuti.

Il dubbio ora è che qualcosa sia andato storto nel suo sviluppo fisico, Milan Lab dovrebbe aver fallito nei carichi lavorativi. Fisicamente Pato esplode da mingherlino 17enne quale è arrivato a quasi culturista 3 4 anni dopo, non scomodiamo le farmacie tanto care a Zeman, ma di sicuro il suo sviluppo fisico a Milanello non è stato portato avanti contando bene quelle che erano le caratteristiche ossee che dovevano sorreggerlo. Peraltro gli infortuni a ripetizioni che hanno colpito la rosa rossonera negli anni passati hanno messo in dubbio più volte la reale efficacia dei loro piani lavorativi, quindi sotto questa ottica il caso Pato sarebbe solo la punta dell’iceberg del problema.

pato barbara aereo

Ah…l’amour!!

Ma torniamo al giocatore: il Milan non è da ieri che cerca di liberarsene, ormai stanca della fragilità su più piani del ragazzo. La storia con la figlia del presidente che riempe le pagine sportive e di gossip italiane (tant’è che spesso si fa fatica a notare la differenza tra le une e le altre), sembra proprio una vicenda tratta dai film trash-sportivi degli anni ’80, ma non cambia molto la situazione mentale e fisica del brasiliano, che continua a deambulare sui campi di gioco come un fantasma: emblematica è la sua prestazione nella partita che poi diventerà famosa come quella de elgodemuntari: 45 minuti di nulla cosmico, al suo rientro in campo prima e dopo l’ennesimo stop muscolare. E dire che il buon Galliani era riuscito ad impacchettarlo poche settimane prima, il giro di mercato era diabolico, l’accordo con il PSG degli sceicchi per 28 milioni di euro, che andavano investiti tra trasferimento e stipendio per arrivare a prendere il ribelle Tevez, ormai ai margini del City di Mancini. Era tutto fatto, mancavano solo le firme (giusto per citare l’ennesimo cliché di chi vive di “calciomercato”), poi non si capisce chi abbia fatto saltare tutto. Per restare sul trash-sportivo si potrebbe pensare fosse opera della donna innamorata che non vuole vedere il suo uomo andare a lavorare altrove. Fantascienza?

Ma ad un anno di distanza la notizia dell’ufficialità della fine dell’esperienza milanese di Alexandre Pato giunge ieri sera: era arrivato per 22 milioni a 17 anni, se ne va…anzi se ne torna in Brasile per 15, 6 anni dopo. Capiamo che l’economia brasiliana così florida e il fatto che la nazione più vasta del Sud America sarà il centro del mondo sportivo per i prossimi 4 anni (tra mondiali ed olimpiadi) abbiano cambiato un po’ gli scenari ai quali eravamo abituati, ma la cosa non può che sorprendere. Possibile che nessuno in Europa, nonostante i problemi fisici del giocatore, abbia trovato 15 milioni da investire in un talento del genere di soli 23 anni?! La storia del calcio è piena di giocatori che tornano da infortuni anche meno curabili e ottengono seconde se non terze chance, anche in età più avanzata, forse c’è qualcosa che non sappiamo.

È una storia strana: lui se ne va, tecnicamente in questa cessione è diventato proprietario del 40% del suo cartellino (magie da mercato brasiliano) quindi ricaverà parte della cifra che il Corinthias (sua nuova squadra e appena laureatasi campione del mondo per club) percepirà in una sua prossima cessione. D’altronde il suo ormai ex presidente ci tiene già a farci sapere che tra 2 anni tornerà rossonero, mentre la figlia, ancora innamorata, dichiara: “La distanza non ci spaventa”. Muccino. Sipario.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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6 risposte

  1. angyair ha detto:

    Fai outing aza: hai visto i film di Muccino!

  2. azazelli ha detto:

    No no!! E poi no!! Ho letto solo i titoli dei suoi film “su internet” poco fa nello scrivere il pezzo…e mi è salita la voglia di uccidere qualcuno 😀

  3. Roby ha detto:

    Vi dirò ho sempre cosiderato Pato un giocatore “of the Madon” per dirla alla Framz DiCioccio, e vederlo tornare in Brasile mi mette mestizia, come sottolineato giustamente da aza. Però credo che nel mondo sportivo le cose non succedano tanto a caso e personalmente ci vedo due chiavi possibili di lettura 1) Il Milan ha una paura fottuta che Pato diventi un giocatore fisicamente integro altrove (e a 23 anni è ancora molto possibile) e possa tornare ai livelli che gli competono, e allora meglio che lo faccia in Brasile lontano dall’attenzione mediatica e da chi potrebbe rinfacciargli quanto siano stati stronzi e sfigati 2) Pato è davvero un giocatore finito sotto almeno uno dei due punti di vista esposti da aza, e siccome di segreti del mondo del calcio ce ne sono pochi e tutti mal celati, nessuno in Europa se l’è sentita di fare la figura del minchia. Sportivamente tifo per la soluzione 1 e auguro al ragazzo di recuperare sotto tutti i punti di vista, ma mi rendo conto che situazioni alla Adriano succedono, e se fosse valida l’ipotesi 2 ecco che se ne materializzerebbe un altra…aza ti mando un “Ultimo Bacio”…

  4. alvise ha detto:

    scusate, ma perchè faticare quando ti stantuffi l’erede del capo multimilionario e ultrasettantenne? Insomma parafrasando Wilt Chamberlain o tromba o si allena…. e quante pretese…

  5. therussianrocket ha detto:

    Non capisco le critiche a Pato. Il suo uccello l’anno scorso ha disputato un campionato bellissimo (cit.)

  1. 21 Maggio 2013

    […] se ormai da qualche anno, qualche avvisaglia c’era stata. La gestione Pato l’abbiamo ampiamente riassunta, ma era stata una sorta di remake, riadattato con la trama […]

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