Atletico Madrid-Chelsea. La sfida del non possesso palla

Stasera iniziano le Semifinali della Champions League e la prima sfida, al Vicente Calderon di Madrid, vede contrapporsi l’Atletico Madrid, che grazie alla guida del generale Diego “El Cholo” Simeone, è diventata una squadra letteralmente in missione che sogna il doblete Liga-Champions, e il Chelsea che cerca di evitare a Jose Mourinho il boomerang di una delle sue più famose massime “Zeru tituli“.

La sfida nella sfida. Chi sarà Speciale?

La sfida nella sfida. Chi sarà Speciale?

Sarà una sfida molto intensa, che vivrà entrambe le partite sulla frase “Lascia il possesso della palla al tuo avversario.

Sia l’Atletico Madrid che il Chelsea sono squadra che amano lasciare il pallino del gioco al proprio avversario, per poter adottare una pressione più o meno costante sulla palla, fin dalla zona alta delle punte, per riconquistarla e ripartire in maniera veloce verso la porta, evitando di scoprire la trequarti difensiva.

L’intensità della pressione e delle ripartenze varia a seconda del fatto che si giochi tra le mura amiche o in trasferta, perché tutte e due le squadre, pur mantenendo intatta la propria filosofia generale, hanno sicuramente due modi diversi di approcciare le partite casalinghe e quelle a domicilio.

I Colchoneros in questa edizione della Champions hanno vinto tutte e 5 le gare interne, compresa l’ultima in cui hanno eliminato il grande Barcellona, segnando 14 goal e subendone solo 2, ma se si guarda soprattutto alle due sfide ad eliminazione diretta contro Milan e Barça si nota subito come il possesso del gioco sia stato lasciato all’avversario, pur dominando come nel caso dell’ottavo contro i rossoneri.

Quello che salta all’occhio vedendo proprio le gare interne di ottavi e quarti è che la squadra di Simeone inizia la partita mettendo una pressione quasi asfissiante all’avversario, che può essere anche decisiva per il risultato finale. Infatti il goal del vantaggio sia contro il Milan che contro il Barcellona è arrivato nei primi 5 minuti di gioco, e quello contro i catalani ha sancito il risultato finale e il passaggio del turno, proprio perché l’altra caratteristica principale della tattica di Simeone è minimizzare al massimo le occasioni concesse.

Notare la pressione offensiva al Calderon

Notare la pressione offensiva al Calderon

Intensità massima nei primi 15 minuti di gioco, protezione totale degli ultimi 20 metri davanti al fenomenale Courtois e percentuale molto alta delle conclusioni in porta rispetto alle occasioni create, come si vede dal dato di ottavi e quarti giocati al Vicente Calderon, chiusi con 7 tiri su 13 totali e 8 su 14.

D’altro canto se il terminale offensivo principale della squadra, Diego Costa, ha una percentuale di realizzazione superiore al 40% in Champions, che si eleva ancora di più nelle partite casalinghe, qualcosa vorrà pur dire.

La chiave per Simeone quindi sarà ancora quella di cominciare in maniera animalesca la partita pressando alto e approfittando della mediana del Chelsea, composta da David Luiz e Ramires, poco propensa alla regia e quindi più propensa all’errore in disimpegno se messa in difficoltà, cercando di passare subito in vantaggio per poi gestire la gara a proprio piacimento.

Oltre a questo dovrà tenere molto corta la spaziatura tra difesa e centrocampo per non concedere giocate agli abili trequarti di Mourinho e sfruttare la lunga inattività di Ashley Cole nella zona mancina, anche se l’assenza quanto meno iniziale di Arda Turan non aiuta.

Il Chelsea dall’altra parte dovrà cercare il più possibile di lasciare il gioco all’Atletico, evitando di andare sotto in maniera netta nei primi 15-20 minuti, di subire goal immediati come successo al Parco dei Principi, che sono il pane per i Colchoneros, e di sfruttare al meglio le caratteristiche dei propri trequartisti, abili a non dare punti di riferimento e spesso letali nell’1vs1.

Sicuramente il recupero di Hazard è una manna per Mourinho, soprattutto se potrà essere un fattore fin dall’inizio, visto che la parte destra della difesa madridista, con Juanfran, è quella meno sicura e più attaccabile, mentre il forfait di Eto’o apre scenari interessanti sulle scelte del tecnico portoghese, anche a livello tattico.

In caso di inserimento immediato di Hazard, schierare Schurrle come punta, come nell’ottavo contro il PSG, provando a non dare punti d’appoggio ad una difesa fatta da marcatori arcigni, oppure inserire una punta centrale mobile come il redivivo Demba Ba o puntare sull’ex Torres (occhio ai mind games di Mourinho) per avere un terminale offensivo da sfruttare nelle poche occasioni che l’Atletico concede fra le mura amiche.

Sarà Torres la sorpresa di Mourinho, alla ricerca del classico goal dell'ex?

Sarà Torres la sorpresa di Mourinho, alla ricerca del classico goal dell’ex?

Sicuramente interessante il fatto che i Blues in trasferta, in Champions, non vincono da ottobre e che nel quarto contro il PSG abbiano subito una sonora sconfitta, che ha messo a rischio la qualificazione, poi ribaltata in casa.

Nel pareggio contro il Galatasaray e nella sconfitta contro il Paris Saint Germain, le cose migliori mostrate dal Chelsea sono venute quando è riuscito a sfruttare gli uno contro uno di Hazard e quando ha ribaltato in maniera estremamente rapida il fronte da difensivo a offensivo, servendo la profondità delle punte o il taglio dei trequarti.

La mancanza dello squalificato Ivanovic toglie un’altra carta importante nello scacchiere tattico dello Special One, visto che la maggior parte degli attacchi si sviluppano dalla parte destra e lo spostamento di Azpilicueta da quella parte potrebbe non garantire la stessa pericolosità mostrata quando il terzino slavo è in campo.

Sarà un confronto all’ultimo respiro, dall’intensità e pressione massima, vissuto molto sulla sfida fra i due allenatori e che potrebbe essere deciso anche da un solo piccolo episodio.

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