Che draft è stato?

Next level, same swag

Next level, same swag

Sono state 3 giorni, anzi 2 notti, da mal di testa. E non è stato nemmeno il più caotico dei draft degli ultimi anni. Quest’anno però non voglio perdermi in voti, anzi ho raggiunto la conclusione che nessun draft può avere un voto superiore al 7 o inferiore al 5 a meno che tu non scelga un punter o Bortles entro le prime 3….Scherzi a parte, voler giudicare tutti troppo in fretta non mi pare una cosa saggia, avrei potuto farlo per le scelte di primo giro, ma quest’anno ero in altre faccende affaccendato e quindi proviamo un’altra via, proviamo a riassumere questa tre giorni (per cortesia, non fatela diventare di quattro, a forza di tirare la corda si rischia di spezzarla…) attraverso le storie principali che ci hanno regalato.

È stato il draft di Johnny Football alla 16, quando una non scelta fa più notizia di una scelta. Sono stato sempre piuttosto scettico sui rumors che volevano Manziel a Dallas: da una parte c’era la logica, il contratto (e io dico anche il valore…) di Romo mi sembrava abbastanza pesante per far capire che non aveva senso, dall’altra c’erano i giornalisti, che a forza di ripeterlo ti avevano quasi convinto a pensare che veramente era così (grave errore, mai fidarsi di certi personaggi….per vendere o conquistare qualche click in più costruirebbero una storia anche su finti tentativi di suicidio….). Fatto sta che quando i Cowboys erano on the clock, il mondo era pronto ad esplodere. I Cowboys, al momento della scelta, avevano il prodotto di Texas A&M come BPA, poco prima avevano tentato di salire: gli obiettivi primari erano Barr e Donald. Zack Martin è stato l’antieroe, in tutto e per tutto. Un po’ guardia, un po’ tackle, per niente “sexy”, ma almeno sulla carta, estremamente funzionale: una scelta “noiosa”, ma che ovviamente non mi sento di criticare. Manziel è un artista prestato al football, Jerry Jones l’ha definito Elvis Presley e credo che calzi a pennello. Se lo sono presi i Cleveland Browns poco dopo, non so se avrà successo in NFL: come ho letto altrove, è uno che ha reso lo speciale una routine, ora però gli chiederanno in parte di rendere la routine una cosa speciale. Tra i professionisti non puoi vivere di improvvisazione, anche per motivi fisici di durabilità, sarà comunque interessante ed affascinante seguirlo.

Non il tuo classico giocatore NFL

Non il tuo classico giocatore NFL

Come sarà interessante ed affascinante seguire le chance che verranno date a Michael Sam, il primo giocatore dichiaratamente gay ad essere stato scelto al draft, dopo che qualche settimana fa era diventato il primo giocatore dichiaratamente gay a presentarsi al draft. Ha schivato la forca degli undrafted free agent per poche scelte, in realtà pare che già 4 5 squadre si erano interessate a lui nel caso non venisse selezionato. Sam, benché fosse co-miglior difensore dell’anno della SEC (LA conference del college football), ancor prima del suo outing era considerato un prospetto da fine terzo giorno, se e quanto la sua dichiarazione abbia influito sulle sue possibilità al draft non lo so e non ha senso parlarne, però non mi sorprende che un coach brillante come Jeff Fisher sia stato quello a “premere il grilletto” su questa scelta; d’altronde mi fanno notare che i Rams, nel lontano 1946, quando erano ancora a Los Angeles, sono stati anche i primi a firmare un afroamericano (Kenny Washington) nella NFL post seconda guerra mondiale. Il DE uscito da Missouri lotterà per fare i 53 e al di là dell’interesse mediatico che la sua carriera potrà avere, specie nei primi mesi, dal punto di vista sportivo, dovesse farcela, si inserirebbe in una linea difensiva già dominante, in un contesto di squadra che, anche quest’anno, si avvicina al voto massimo (il 7 quindi) per quel che riguarda la conduzione del draft, anche se, nel caso ve lo stesse domandando: no, Garrett Gilbert non può essere il dopo Bradford.

Undrafted, Gilbert, ex Texas…sono parole che mi fanno venire in mente un’altra storia di questo draft: il nuovo QB dei Rams (almeno finché non verrà tagliato…) entra in NFL come prodotto di SMU, in realtà i più attenti se lo ricorderanno in campo nel BCS Championship del 2009, subentrare giovanissimo all’infortunato Colt McCoy e guidare i suoi Longhorns ad una quasi rimonta. Quello è stato il punto più alto della sua carriera collegiale con Texas, conclusasi con il transfer proprio a SMU nel 2011. La cosa buffa è che Texas ha prodotto ZERO prospetti scelti in questo draft, interrompendo la striscia più lunga di presenza di una scuola all’interno di un draft, che era viva dal 1937 (il draft è iniziato nel 1936…). Non ce l’ha fatta nemmeno Jackson Jeffcoat, defensive end, co-miglior difensore della Big12 (assieme a Jason Verrett, lui sì scelto, e pure al primo giro, dai Chargers).

Ma torniamo ai QB, se Gilbert non sarà il dopo Bradford, AJ McCarron può essere il dopo Dalton? E perché i Patriots hanno scelto Garoppolo? Ma Tom Savage esiste sul serio? Sono stati 14 i QB scelti, 3 nel primo giro (Bortles, Manziel, Bridgewater), 2 nel secondo, il resto è l’esercito che è andato al sabato, esercito chiuso proprio dal già citato Gilbert e all’interno del quale non hanno trovato posto i vari Stephen Morris, Connor Shaw, Jordan Lynch che mentre scrivo hanno già firmato o stanno firmando come undrafted da qualche parte in giro per la lega. A me fa specie, in un gioco sempre più QB-centrico, tutto questo timore nell’investire nei QB (il caso di Houston merita un paragrafo a parte): perché se i college producono QB che “non ci piacciono” allora è il caso di rivedere lo standard dei QB che ci piacciono. Ad ogni modo, dovessi sbilanciarmi sulla scelta che mi soddisfa di più il mio voto va alla trade up con cui Minnesota ha selezionato Teddy Bridgewater, a mio modesto avviso il miglior QB di questo draft, che finisce nel contesto migliore, con la concreta possibilità di essere titolare sin da subito in una squadra in crescita e con un fenomeno in grado di togliere molta pressione dal gioco aereo. Su Manziel ho già detto abbastanza, completo il primo giro massacrando i Jaguars: di Bortles non ho visto tanto, ho letto un po’, e in generale mi pareva un prospetto dal quale stare distante, parafrasando una gazzetta di fine anni 90, che nel commento delle pagelle di Dario Smoje scrisse “è solo alto”, mi viene da dire “è solo grosso”, vediamo in che misura sarò smentito.

Tra gli altri mi piace la scelta di Carr, non tanto come giocatore, ma come situazione, i Raiders (autori di un draft oculato) in 2 mosse hanno ridato respiro ad un ruolo che da troppi anni sta soffrendo, non so se il connubio “biennale a Schaub” & “secondo giro a Carr” sarà vincente, ma già il fatto che possa esserlo è un passo avanti rispetto a quanto visto da JaMarcus in avanti. Poi, io adoro Murray, ma non so se potrà mai essere un titolare, certo è finito in una situazione ideale, Andy Reid ha sempre lavorato bene con i QB (Kolb chi? Foles lo scelse lui…anche se ora tutti i meriti li danno a Chip Kelly…) ed Alex Smith sta facendo qualche bizza contrattuale di troppo, non nell’immediato magari, ma nel futuro una chance, se vale qualcosa, l’ex Georgia Bulldogs ce l’avrà. Logan Thomas ad Arizona, AJ McCarron a Cincinnati, Zach Mettenberger a Tennessee e Tajh Boyd ai Jets prima o poi una chance ce l’avranno anche loro, se possono sfruttarla non ne ho idea, in generale la percentuali mi pare bassa: McCarron in particolare non mi ha mai entusiasmato, per certi versi mi pare la brutta copia proprio di colui a cui dovrà rubare il posto (Dalton). I Titans si sono presi uno che di per sé ad LSU mi era piaciuto, ma arriva più infortunato del già injury prone Jake Locker.

E poi c’è Tom Savage. Oggetto misterioso o quanto meno uno di quei casi che improvvisamente a poche settimane dal draft viene pompato all’inverosimile. Alla fine si è comunque dovuto aspettare il quarto giro, non vi dirò che tipo di giocatore è, resta tutt’ora un mistero anche per me, ma lo uso di sponda per analizzare il curioso caso degli Houston Texans, autori di un draft sontuoso, con un piccolo asterisco: sono entrati nel draft come una squadra che era ad un QB dal poter ritornare una contender e ne sono usciti come una squadra che è ad un QB da poter vincere il Super Bowl.

Farà girare tante teste, farà saltare tanti caschi.

Farà girare tante teste, farà saltare tanti caschi.

Estremizzo, ma neanche tanto. Clowney è il miglior prospetto di questo draft e, giustamente aggiungo io, non se lo sono lasciati scappare. Al secondo giro stava per arrivare Bridgewater, ma gli sono saliti davanti (non ho letto nulla a riguardo, se fossero veramente interessati). Al terzo giro (e qui invece ho conferme) erano pronti a scegliere Garoppolo, prima che i Patriots glielo prendessero poco prima. A quel punto credo che un prospetto valesse l’altro e si fossero ormai abbandonati all’idea di avere una competizione aperta tra lo spara palloni Keenum, il veterano Fitzpatrick e il rookie da prendere. Nel frattempo però, oltre a Clowney, avevano aggiunto carne fresca alla OL pescando una delle migliori guardie del draft (Xavier Su’a-Filo), preso un TE completo come C.J. Fiedorowicz e, soprattutto, ancorato ulteriormente la linea difensiva, riempendo il grosso buco in NT con il miglior NT di questo draft, sceso sino a fine terzo giro, Louis Nix, raggiunto grazie ad una trade up. Bene, anzi benissimo, seppur con l’asterisco.

A proposito di trade up: quella più pesante e quindi più interessante ha riguardato Buffalo, Cleveland e Sammy Watkins. Sono sincero (anche perché non potrei fare diversamente, carta canta), non mi sarei mai aspettato che Buffalo potesse andare con un ricevitore, ancor meno che lo facesse spendendoci, nel prenderlo, il primo giro dell’anno prossimo. Innanzitutto mettiamo i puntini sulle i: Watkins è un giocatore fantastico, considerando l’altissima percentuale di successo che stanno avendo negli ultimi anni i ricevitori nel salto tra i pro, non ho alcun dubbio sul fatto che anche l’ex Clemson possa ben performare in NFL. Però mi sembravano già al completo, non a caso a poche ore da questa scelta, Stevie Johnson ha fatto le valigie per la baia, sponda 49ers (a proposito, altro bel draft da parte di Baalke e soci). Il need però è un concetto alle volte sopravvalutato e a Buffalo ce l’hanno dimostrato: tu aggiungi talento su talento, poi un modo per aggiustarti lo trovi, strada facendo l’occasione si presenta. E ammesso e non concesso che la fotografia dei Bills fosse proprio come quella che avevo fatto io (pochi buchi, bisogno di qualcosa in OL), alla fine l’OT , Cyrus Kouandjio da Alabama, è arrivato al secondo giro. Tutto è bene ciò che finisce bene, seppur senza una prima scelta l’anno prossimo.

Abbiamo detto dei peggiori (almeno nel record dell’anno scorso) è giusto chiudere parlando dei migliori, i campioni in carica, i Seattle Seahawks, arrivati a questo draft un po’ scazzati. Non avevano voglia di scegliere, hanno scambiato a scendere un paio di volte la loro prima scelta, poi a metà secondo giro hanno detto “sì, vabbè, facciamola una scelta, prendiamo un ricevitore?” Adams, Latimer, Robinson, Landry erano i nomi più famosi ancora disponibili, invece loro sono andati sul prospetto in uscita da Colorado, Paul Richardson. Vabbè ma alla fine i campioni sono loro, che gli vuoi dire? Bravi.

Bene, anche quest’anno il draft ce lo siamo tolti. Il brutto del post draft è che non vedi l’ora di vederli all’opera questi giovincelli, invece adesso arriva la parte più lunga, 4 mesi prima del kick off, in cui ci riempiremo di squadre di fantasy e notizie dai campi di allenamento. In chiusura voglio fare due ringraziamenti. Il primo va a quel cane randagio di LaCanfora, che il secondo giorno su twitter riusciva a dare la scelta quando ancora in TV dovevano ancora ufficializzare le 2 se non 3 scelte precedenti, tant’è che ad un certo punto qualcuno ha scritto “tra poco ci dirà la prima scelta del draft 2015”, sempre più convinto che ormai il draft è uno spettacolo solo da social network, troppo più immediati e in fondo basta leggere i nomi. Il secondo ringraziamento va al nostro stalker preferito, Giacomo, che mi ha aiutato nel raccogliere i punti salienti di questo draft, del quale, come al solito non ci abbiamo capito nulla.

Colt Lyerla, un caso da studiare, dentro e fuori dal campo

Colt Lyerla, un caso da studiare, dentro e fuori dal campo

PS. Ecco cosa si succede a fare le cose di fretta, ci si dimentica sempre di qualcosa. In questo caso mi pare giusto dedicare qualche parola in più sugli undrafted in particolar modo a due, tre teste disabitate, non che siano le uniche, ma sicuramente tra le più bizzarre. Di test antidroga non superati è pieno ogni draft, questo non fa eccezione, con gente che addirittura ha provato a diluire le proprie urine (so’ ragazzi…nemmeno tanto intelligenti tout court), quello che ha fatto Loucheiz Purifoy va oltre  però: beccato dalla polizia di Gainesville per possesso di stupefacenti, già recidivo, per evitare la galera ha deciso di collaborare e di lavorare come informatore con le forze dell’ordine o meglio, ha detto di volerlo fare e poi s’è dato alla macchia, non s’è fatto più sentire. Ecco spiegata la caduta di un prospetto che in molti vedevano scelto tra secondo e terzo giro. Nel frattempo ha firmato, da free agent (notizia non ufficiale, ndr), con i Denver Broncos, quanto meno in Colorado non è reato andare in giro con un po’ di marijuana nelle tasche, non credo sia un caso…

Adam Muema era stato l’eroe della combine, ma non per le sue prestazioni, anzi lui proprio non c’era andato ed il motivo che l’aveva spinto a non presentarsi che l’ha reso eroe: “Dio mi ha detto di non partecipare, tanto già so che mi sceglieranno i Seattle Seahawks”, scorrendo la lista degli scelti da Seattle (e da tutte le altre 31 squadre) le cose sono due o Dio dice le bugie o non si erano capiti. Ma la cosa non ha sorpreso perché poco dopo quella bizzarra uscita, Adam s’era reso protagonista di un’altra dichiarazione sospetta, direttamente dal suo profilo twitter: “I Don’t believe there would be a Football season next yr! Unless we’re going to a new planet Earth!” aggiungendo poi che non avrebbe più giocato a football. Catastrofico, altro che i Maya. Il ragazzo sembra faccia parte di una setta religiosa, guidata da tale Lord Rayel, lascio a voi la curiosità sul personaggio, google vi aiuterà a scoprire un nuovo mondo.

Chiudiamo il trittico con un altro caso umano. Mi sono innamorato del modo di giocare di Colt Lyerla, TE tutto fare, che interpretava a modo suo il ruolo in un sistema offensivo, quello di Oregon, già di per sé stravagante e diverso. Un giocatore che dal punto di vista fisico e atletico era all’apposto di quello che erano i suoi compagni e forse proprio per questo spiccava molto di più. Qui finisce la parte tecnica e inizia quella umana: Colt è un caso disperato, quest’anno non ha praticamente mai giocato, messo fuori squadra per comportamenti fuori le righe: ecco le righe, di cocaina, sembrano essere uno dei motivi, poi ci sono tweet agghiaccianti, su tutti quelli sulla strage di Newtown, ricorderete la carneficina in cui persero la vita 20 bambini della scuola elementare Sandy Hook, per lui non è mai esistita, una montatura del governo, accusò addirittura i genitori dei piccoli di essere dei bugiardi e li invitò a dire la verità alla nazione. Poco dopo fu arrestato per possesso di sostanze stupefacenti, anche in quel caso un complotto governativo. È finito, ovviamente, undrafted e sino a questo momento non si hanno nemmeno notizie di firme come free agent….

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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Una risposta

  1. 17 Luglio 2014

    […] Colt Lyerla ha qualità atletiche fuori dal normale, riuscisse a stare lontano dalla droga e dalle sue convinzioni strampalate sarebbe veramente un upgrade notevole nella posizione di TE, che al momento, senza contare […]

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