L’antipasto

Da 8 anni, una classica polverosa

Da 8 anni, una classica polverosa

Kwiatkowski, Sagan, Valverde, Cunego, Kreuziger, Cancellara, Evans è l’ordine di arrivo della “Strade Bianche”, una gara arrivata all’ottava edizione, che, ovviamente, non può essere una grande classica in termini storici, ma che ha tutto per esserlo in termini qualitativi del percorso e appunto dei partecipanti.

L’arrivo in piazza del campo oggi sembrava una passerella, dopo la rampa finale e dopo una decina di tratti sterrati che hanno fatto selezione quasi senza il bisogno di scossoni, come fosse una Roubaix: i campioni sono sfilati uno ad uno, selezionati dalla polvere e da un percorso d’altri tempi.

Qui un anno fa trionfava Moreno Moser (classe ’90), con un numero che iniziava a metterlo sulla mappa, mentre Peter Sagan, suo coetaneo e compagno di squadra leale, faceva quasi da stopper nelle retrovie piazzandosi secondo. Lo slovacco ha fatto secondo anche quest’anno e proprio come Moser un anno fa, è stato un suo scatto a 20 km circa dall’arrivo a dare il via all’azione decisiva, a cui ha risposto solo il polacco, poi vincitore, Michal Kwiatkowski, anche lui classe 1990, predestinato e con una condizione in questo inizio di stagione davvero elitaria, alla quinta vittoria nel 2014.

Cosa abbiamo imparato da questa corsa? Partiamo dal presupposto che le “vecchie volpi”, con Cancellara alla guida, non sono volutamente al loro picco di forma, le prossime settimane dalla Sanremo fino alle classiche del Nord sono le prede più prelibate, e il fatto che comunque già stiano davanti in questo tipo di corse può far ben sperare ai loro tifosi e agli appassionati in generale, di vivere un’altra stagione di altissimo livello, come è stata quella scorsa.

Gli ultimi tratti, dentro Siena

Gli ultimi tratti, dentro Siena

Vivremo gli ennesimi duelli tra lo stesso Sagan e lo svizzero, con Peter che però, fa stranissimo dirlo, considerando che siamo davanti ad uno che ha vinto 22 corse l’anno scorso, inizia ad essere un po’ troppo spesso sconfitto nei duelli 1vs1. Oggi non poteva farci nulla, anzi lo scatto che ha dato il via all’azione decisiva è stato qualcosa di imperiale, ma Kwiatkowski è troppo più in condizione, deve essersene accorto anche lui quando, stranamente, visto che un arrivo a due lo vedeva comunque favorito, ha tentato il primo attacco sull’ultima rampa che portava all’arrivo, il polacco è restato a contatto senza nemmeno soffrire e poi a 300m circa da piazza del campo l’ha lasciato lì, senza diritto di replica.

Il vero sconfitto di giornata è però Valverde, tra le “vecchie volpi” quella che al momento è più in condizione: l’azione tardiva, con il duo già con 1’20” di vantaggio, e l’ottima ascesa finale, sanno tanto di momento brillante quanto di occasione persa e le primavere continuano ad aumentare (lui è classe 1980…) e forse non capiremo mai se è stato un corridore da grandi classiche (parzialmente) mancato o uno da grandi giri quasi mai all’altezza (se non a casa sua).

La sorpresa è senza dubbio Damiano Cunego: della Lampre c’aspettavamo Ulissi, tra gli italiani Bennati e invece dalla polvere è venuto fuori lui, che probabilmente in questi anni sta mantenendo un rendimento medio sufficiente, mentre nel frattempo l’opinione pubblica ha cambiato solo la prospettiva dei suoi risultati, considerati mediocri quando gli si chiedeva molto, anzi troppo, dipinti comunque come buoni ora che è nell’ultima fase della sua carriera e si apprezzano i piazzamenti e le fughe, anche se non vanno poi completamente a buon fine.

Chiudiamo tornando sui primi due: siamo davanti a due ragazzi che hanno compiuto da poco (Sagan) o compiranno a breve (Kwiatkowski) 24 anni, hanno dominato quello che a tutti gli effetti può essere considerato l’antipasto della stagione 2014, che a breve esploderà. Ma anche loro stessi sono all’antipasto di quella che sarà la loro carriera, come il già citato nostrano Moreno Moser o la rivelazione dell’anno scorso per i grandi Giri, Nairo Quintana: gente giovane con tantissimo talento più o meno già espresso, le “vecchie volpi” possono anche iniziare a pensare alla pensione, il ciclismo è in buone mani, anche se, sicuramente, nei prossimi mesi un paio di zampate sono ancora pronte a darle.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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Una risposta

  1. mlbarza ha detto:

    Corsa meravigliosa, come già avvenuto nelle passate edizioni e in quella tappa epica del Giro vinta da Evans (mi pare).

    Valverde si è rifatto poi ieri nella Roma Maxima, altra bella corsa scoppiata sui colli. Il giudizio definitivo della sua carriera sarà per sempre macchiato da quell’ombra detta ‘Piti’ di cui non ci sarà mai certezza, così come quella di Basso per me sarà sempre legata a ‘Birillo’. C’è da dire una cosa: il murciano è probabilmente uno dei più grossi “ciula” della storia del ciclismo recente, sempre ad attendere che siano gli avversari a portarlo sotto gli attaccanti per poi battere tutti in volata ed anche per questo ha vinto molto meno di quanto il suo comunque straordinario talento gli avrebbe consentito. Diciamo che per citare anche un altro corridore nel tuo pezzo, è stato un Cunego un pelo più vincente e decisamente più longevo ad altissimi livelli, considerato che il nostro ha concentrato quasi tutte le sue vittorie nella prima parte di carriera.

    Sui giovani: il cliclismo è decisamente in buone mani (gambe) in quanto a talento e voglia, la speranza è che tutto questo talento non venga disperso per cause diciamo così esterne alla strada. Per quanto riguarda i nostri, onestamente sono abbastanza deluso da Moser, che sembra patire un po’ il carisma di Sagan in squadra. Vediamo che accadrà l’anno prossimo con la fusione tra Cannondale e Tinkoff (Saxo Bank) che si preannuncia. Mentre spero esploda definitivamente Battaglin, corridore che nelle corse di un giorno tra i nostri è quello (assieme a Moser stesso) ad aver le caratteristiche fisiche e tecniche per primeggiare.

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