WR-centrismo

Una delle tre sconfitte di Detroit

Una delle tre sconfitte di Detroit

Più che una lega QB-centrica, ormai siamo davanti ad una lega dominata dai ricevitori, sia per regole che negli ultimi 20 anni sono andate verso una direzione abbastanza evidente, sia per livello medio di talento piuttosto spropositato nel rapporto tra WR e CB e non necessariamente per colpa di quest’ultimi.

La visione di una lega QB-centrica, benché faccia molto comodo alla stampa e per questo molto cavalcata, la trovo un po’ smentita da quelli che sono poi i fatti: il livello medio dei QB titolari in NFL è drasticamente basso: il motivo principale, secondo me, è che siamo davanti ad un ruolo che sta evolvendo in direzioni non del tutto combacianti tra quello che è (è stato) il football professionistico NFL e quello che viene prodotto ed offerto dal mondo collegiale, tant’è che, volenti o nolenti, alle partite che si giocano alla domenica, ormai da qualche anno, stiamo iniziando a vedere sistemi offensivi sempre più contaminati da tattiche che in NCAA sono all’ordine del giorno.

La drammaticità di avere ancora un McCown titolare per scelta tecnica credo ben riassuma lo stato attuale della situazione QB in NFL: Glennon è il qb medio che viene proposto in sede di draft ai professionisti, che non riesce a conquistarsi il posto nei confronti di uno che aveva deciso di smetterla con il football (senza che nessuno peraltro lo convincesse di fare il contrario…); per non colpevolizzare troppo il povero pennellone di Tampa (che a me pure piace), potrei nominare E.J. Manuel, Geno Smith, Locker, Ponder, Bradford, Gabbert, ecc ecc…tutti chiaramente con sfumature diverse, storie diverse, alcuni sono stati addirittura sostituiti almeno momentaneamente da altri QB ancora più giovani con ancora più speranze, ma se in NFL continuano ad avere chance i vari Shaun Hill, Michael Vick, Fitzpatrick, Orton ed Henne vuol dire che in questo processo qualcosa non sta andando per il verso giusto: tutta gente che è stata pesata, misurata e trovata mancante, ma che continua a trovare situazioni disperate per giocare da titolare se non all’inizio, almeno durante la stagione.

Posto che ci sono molti più posti da WR che da QB e che parliamo di un ruolo decisamente più “facile”, balza subito all’occhio il fatto che negli ultimi anni sono aumentati esponenzialmente i ricevitori in grado di avere un impatto significativo nei singoli attacchi tra i professionisti. Il bello di questa nuova “popolazione” è che, a differenza del ruolo del QB che pare voler rimanere ancorato a canoni a questo punto limitanti, i ricevitori riescono ad essere efficienti nonostante abbiano caratteristiche molto diverse tra loro, come se il sistema NFL sia in grado di assorbirli e capirli molto più in fretta di quanto invece non riesca a fare con il ruolo a loro strettamente legato.

Ovviamente ci sono delle eccezioni, il primo nome che viene in mente è Tavon Austin, potremmo citare Stephen Hill, Aaron Dobson o anche lo stesso Cordarelle Patterson quest’anno sembra sia stato respinto a livello tattico dai Vikings, ma per i WR parliamo di eccezioni, perché poi per ogni nome che ha tatticamente fallito, troviamo veramente una miriadi di ricevitori, anche molto diversi tra loro, che si sono ricavati un ruolo, in alcuni casi anche fondamentale per le loro squadre, in ordine sparso: Michael Floyd, Mohamed Sanu, Alshon Jeffery, T.Y. Hilton, A.J. Green, Julio Jones, Randal Cobb, DeAndre Hopkins, Keenan Allen, Dez Bryant, Demaryius Thomas, Golden Tate, Emmanuel Sanders.

E sottolineo di nuovo, non è tanto la quantità a far nascere questa mia riflessione, può anche essere che andando a separare i buoni e i cattivi nei primi 3 giri degli ultimi 5 draft troveremmo una percentuale simile tra QB e WR, ma è la qualità, la varietà della tipologia del giocatore all’interno del ruolo che fa la differenza.

In questo contesto si inserisce la classe dei WR di quest’anno che porta a livelli impensabili questa visione, con una decina di ricevitori che hanno conquistato il ruolo di titolari o comunque di armi tattiche fondamentali per le loro squadre: Sammy Watkins, Mike Evans, Odell Beckham, Brandin Cooks, Kelvin Benjamin sono i 5 andati al primo giro e tutti, in un modo o nell’altro, sono entrati prepotentemente in quelle che sono state le vittorie delle loro squadre. Scorrendo gli altri giri balzano all’occhio Jordan Matthews, Allen Robinson, Jarvis Landry, John Brown e Martavis Bryant, un ventaglio di 10 ricevitori, molto diversi tra loro, sia per caratteristiche fisico-atletiche che per ambienti tattici in cui si sono impiantati, ma che hanno trovato il modo per dare un valore aggiunto agli attacchi NFL in cui giocano.

Fa invece strano, tornando al parallelismo con la situazione QB, che il rookie che fino ad ora, a detta di molti, ha meglio giocato è Derek Carr, impressione che non mi sento di controbattere, ma che ha come sfondo l’unica squadra, gli Oakland Raiders, al momento ancora a 0 vittorie stagionali.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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2 risposte

  1. piescic ha detto:

    Provo a dire una cosa molto più terra terra rispetto a quanto egregiamente espresso da te.
    Visto che, in media, i WR sono omoni neri che, nel peggiore dei casi, sono bassi 188 cm, con mezzi atletici spaventosi, non è che è più facile pescare quello che la palla te la va a prendere, anche se viene lanciata male, piuttosto che riuscire a prendere quello che fa fare il salto di qualità al parco ricevitori scadente che hai?
    PS: ogni riferimento a Manning-Beckham è puramente voluto
    PPS: forse ho fatto un’osservazione vagamente razzista, ma era l’unico modo che ho trovato per esprimerla. E poi io non sono mai stato bravo a farmi capire.

    • azazelli ha detto:

      Sì sì, ma sicuramente i due ruoli sono molto diversi e ci sta anche l’obiezione che fare il QB è molto più difficile che fare il WR, però mi fa strano che la varietà di tipologia dei WR trova sfogo tra i pro, la varietà di tipologia tra i QB…..no 😀 e questo limita molto un ruolo piuttosto che l’altro. Perché è pur vero che ci sono cristoni come dici tu che dominano fisicamente, ma poi, restando ai rookie di quest’anno, mi vengono in mente John Brown e Jarvis Landry o Brandin Cooks che fanno forza su altre caratteristiche

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