Adam Yates, a sua ed a nostra insaputa

“Non abbiamo visto nulla, ma ci siamo divertiti.” Potremmo riassumere con questo tweet la Classica di San Sebastian. Tutto è iniziato con un aereo che non si sa che fine abbia fatto, doveva fare da ponte per le immagini ed è sparito e mentre Watts su Eurosport cercava di rasserenarci (peraltro riuscendoci, cosa è il genio di quel programma???), dal fronte iniziavano ad arrivare le notizie più disparate: “Pippo Pozzato in fuga da solo” ha rinverdito i fasti del fantozziano “aveva segnato anche Zoff di testa su calcio d’angolo”.

Persi nell’oscurità più assoluta ed egoisti come si confà ad ogni spettatore televisivo il primo di agosto mentre lotta contro l’afa, non ci siamo minimamente preoccupati delle sorti del povero aeroplano ed abbiamo cominciato ad inveire contro la tv:

Questo quello che vedevano in Spagna mentre noi invece dovevamo accontentarci del primo passaggio sul traguardo ripreso dalle telecamere fisse. Il regista spagnolo, astuto come se fosse uno di quelli che lavora in RAI, per farlo durare di più l’ha mandato in onda rallentato: alzi la mano a chi non è balenato in mente “ecco, mi si è rotta pure la tv”. Un pomeriggio pieno di trappole.  

Grazie ai potenti mezzi spagnoli, la diretta televisiva è ripresa a 7,4 km dal traguardo, proprio mentre stavamo per rimpiangere l’assenza di Lelli (ammettiamolo, eravamo sull’orlo di una crisi di nervi). L’appassionato più attento però ha vissuto un deja vu (l’ennessimo nel giro di pochi minuti, considerando che inizialmente la tv spagnola ha visto bene di riproporci la corsa da 80 km dall’arrivo per prendere tempo): in fuga in discesa verso San Sebastian c’era Adam Yates. Come nel 2014. Vuoi vedere che….ci stanno facendo vedere la gara dell’anno scorso? E ci toccherà vedere il simpatico Valverde vincere, di nuovo?!?!

E se non fosse Adam, ma Simon? E se non fosse il 2015, ma il 2014?!? Lo stesso Yates deve aver avuto dei dubbi, prima in discesa ha rallentato vistosamente proprio in quella curva in cui cadde la scorsa edizione, passata quella indenne si è convinto: “Ok è il 2015”. Poi ha chiamato l’ammiraglia per avere conferma di essere Adam e non Simon.

E finalmente sul traguardo, mentre dietro Valverde schiumava di rabbia per non poter sfruttare la scia di nessuno….

 

Favoloso, non c’abbiamo capito nulla, tanto noi, quanto lui. Ci diranno quando è scattato, ci spiegheranno perché credeva di dover fare un altro giro o perché non credeva di essere primo, ma alla fine non ci interessa. Ci godiamo questi 30 minuti di follia ciclistica ed un giorno ci ricorderemo che Adam Yates vinse a sua insaputa la sua prima corsa professionistica, a pochi giorni dal suo 23esimo compleanno, in una classica World Tour. Ne arriveranno molte altre, perché lui e il suo gemello sono dei campioncini in crescita, ma difficilmente potranno essere così scenografiche. Grazie Adam, grazie aeroplano, ora che è tutto finito speriamo sia tutto apposto. E grazie Watts per averci tenuti incollati alla tv, anche se non c’era nulla da vedere, ci saremmo persi la più bella gara non vista dell’anno.

AGGIUNTA…..e mentre sembrava una storia strana, ma a lieto fine, ecco come un fulmine a ciel sereno il tweet di Greg Van Avermaet:

Greg "questa la perdo così" Van Avermaet

Greg “questa la perdo così” Van Avermaet

Sembrava un racconto surreale….in realtà è qualcosa di più. Abbiamo (non) visto anche la moto che butta giù un corridore lanciato verso la vittoria, e non un corridore qualsiasi, ma uno che trova sempre il modo per non vincere (a meno che non ci sia Sagan di mezzo) e questo di modo forse gli mancava. Restiamo basiti davanti a questa corsa, domani guarderemo il Tour de Pologne, ma ci mancherà qualcosa…l’aeroplano, la motocicletta, il 2014, un gemello…il ciclismo non sarà più la stessa cosa.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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