Denver Broncos 2015 – Finestra chiusa?

Spalancate la finestra!

Spalancate la finestra!

La sensazione è che per questi Broncos e soprattutto per Peyton Manning la finestra si sia chiusa definitivamente con l’infortunio dell’anno scorso, che è stato tenuto nascosto il più possibile, ma che ha evidentemente limitato le sue capacità sul campo da gioco ed ha trasformato Denver in un running team, più o meno efficace. Quest’anno si è cambiato allenatore e tutto lo staff tecnico con il ritorno del figliol prodigo Gary Kubiak e l’addio senza rimpianti a John Fox. Nuovi schemi offensivi e difensivi oltre a molti dubbi su entrambe le linee aprono scenari che non sembrano prevedere il gran ballo tra le opzioni possibili.

OFFENSE

L’attacco dei Broncos quest’anno parte senza certezze. Ma come, si obietterà, c’è Peyton Manning, se non è una certezza lui? Dipende. Dipende da come è uscito dall’infortunio che ha segnato il finale di stagione dell’anno scorso e la brutta uscita con i Colts ai play-off. Dipende in che condizioni si presenterà al camp il suo ricevitore preferito. Demaryius Thomas e i Broncos hanno trovato l’accordo contrattuale solo all’ultimo minuto e fino ad oggi il ragazzo ha evitato tutti gli allenamenti tenutisi in offseason e non ha mai preso in mano il nuovo libro degli schemi. Dipende, se la nuova linea offensiva tutta da provare lo proteggerà abbastanza. Dipende, infine, a come si adeguerà a giocare vicino al centro perché le tattiche del nuovo coaching staff sono  molto diverse da quelle che aveva sempre utilizzato il numero 18.

Andiamo, però in ordine, partendo dalle condizioni fisiche, sembra che Manning sia in piena forma e questo rincuora i tifosi, ma nelle 17 stagioni giocate è stato un pocket passer, noto per un fulmineo rilascio e da una sorprendente precisione piuttosto che dalla sua abilità di correre in giro. A 39 anni poi non si può certo pretendere una gran agilità, e ci sono dubbi su come si adatterà a un attacco focalizzato sulle corse come quello di Kubiak. Va anche detto che questo attacco dovrebbe spremerlo molto meno facendolo arrivare ai PO in forma e non in riserva (questo se ci saranno partite già chiuse porterà a vedere in campo Brock Osweiler, il QB di riserva, anche per vedere se vale la pena investire su di lui per il post Manning).

La protezione del 18 è l’enorme problema di questa squadra. La linea offensiva titolare è scritta sulla sabbia pronta ad essere modificata in ogni momento. L’unico fatto sicuro è che Ryan Clady, il grande muro del lato cieco di Manning, non ci sarà per il secondo infortunio stronca stagione subito in carriera. A sostituirlo è chiamato il rookie scelto al secondo giro Ty Sambrailo, passato da “si gioca la possibilità di partire da right tackle” a “partente da left tackle”. Un rookie, nemmeno stellare, nel ruolo più delicato della linea offensiva non è un bel iniziare. Accanto a lui, come left guard, al momento sembra destinato a giocare la favola Ben Garland. Ex militare nell’air force che si allenava da undrafted con i Broncos durante l’estate prima di tornare a vestire l’uniforme e terminare il servizio militare, ma anche ex uomo di linea difensiva riciclato in uomo di linea d’attacco con 47 snap giocati da professionista nel nuovo ruolo. Dietro a lui, il veterano Shelley Smith e il rookie Max Garcia puntano a lottare per la maglia da titolare. Al centro c’è il nuovo arrivo Gino Gradkowski che nell’unica stagione giocata da titolare coi Ravens (2013) è stato un disastro e al training camp potrebbe perdere il posto a favore di Matt Paradis, secondo anno di cui Kubiak ha parlato bene. L’altra guardia è l’unico uomo valido e provato: Louis Vasquez che viene da una stagione con alti e bassi per il continuo cambio di posizione e che si dovrà adeguare alla zone blocking introdotta da Kubiak, ma almeno finalmente torna nella sua posizione naturale. Terminiamo con il right tackle. La mancanza di Orlando Franklin, passato a San Diego, si farà sentire, dato che al momento il sostituto è Chris Clark, che non ha mai dimostrato grandi capacità sulle corse. Dietro di lui scalpita il secondo anno Michael Schofield, che tutti pregano sia in grado di conquistare il posto da titolare. Come si vede un preoccupante mix di matricole e gente con precedenti non esaltanti (Vazquez a parte). Qualche preoccupazione per Manning c’è. Già l’anno scorso molto spesso per l’inconsistenza della linea offensiva gli è toccato lanciare prima del previsto per salvare la pellaccia, figuriamoci con questa linea nuova per 4/5 e mai testata.

First thing first: proteggere

First thing first: proteggere

Passiamo ai TE, dato che il nuovo coaching staff predilige la formazione con due TE a discapito dei 3 ricevitori. I Broncos nonostante i numeri incredibili non si sono sforzati molto per trattenere Julius Thomas. E in molti sottolineano che questo sia dovuto a una non ottima attitudine del ragazzo per il lavoro sporco (blocchi a farfalle e tracce sporchette quando è lontano dalla endzone). Il TE bloccatore Virgil Green, invece, è stato rifirmato subito e a lui si è aggiunto il veterano Owen Daniels, pupillo di Kubiak, che porta esperienza e buone mani. Peccato che la scelta di questo draft Jeff Heuerman, si sia rotto subito, dopo aver mostrato alcune cose molto positive.

Il numero uno dei ricevitori è senza dubbio Demaryius Thomas, che, come detto, dopo un’estenuante trattativa, terminata a 15 minuti dalla fine della deadline, quando ormai ogni speranza era perduta, ha finalmente (alleluia) firmato e adesso si unirà alla squadra (speriamo in ottime condizioni fisiche). Il contratto dice 70 milioni di dollari in 5 anni, di cui 43,5 garantiti. Cifre importanti che dovrà dimostrare di meritare anche quando Peyton se ne sarà andato (e forse, proprio in previsione di quella dipartita, ha insistito tanto per quelle cifre….). L’altro punto fermo del reparto ricevitori è ovviamente Emmanuel Sanders, il quale l’anno scorso ha fatto subito innamorare di sé i tifosi per la capacità di verticalizzare e nel contempo di sacrificarsi in mezzo. Non credo ci sia bisogno di dilungarsi su di loro. Sono di livello superiore. Dopo i due intoccabili c’è il secondo anno Cody Latimer. Quando i Broncos si schiereranno con i tre ricevitori, Latimer si posizionerà all’esterno e Sanders si sposterà nella slot. Il ragazzo ha grandissime mani e velocità, purtroppo l’anno scorso proprio non gli è riuscito di imparare il playbook e con Manning questo significa sideline. Quest’anno con schemi più semplici, che richiedono meno adattamenti, dovrebbe mostrare tutto il suo strapotere fisico. Oltretutto, data l’assenza perdurante di Thomas si è guadagnato un sacco giochi in più con Manning e anche questo dovrebbe aiutare. Dietro di loro lottano per un posto a roster tra gli altri, l’eterno Andre Caldwell, che sinceramente non apprezzo molto e che secondo me non ce la farà per motivi economici, e Jordan Norwood che potrebbe anche conquistarsi il ruolo di ritornatore se ripete le ottime prestazioni della scorsa pre season, interrotta da un brutto infortunio al ginocchio, quando aveva già conquistato il suo posto a roster.

Concludiamo con il ruolo che dovrebbe trarre i maggiori benefici dall’arrivo di Kubiak. Il gioco di corsa è stato un problema negli ultimi anni a parte il periodo Tim Tebow, ma lì c’era appunto Tebow ad aiutare. Per il resto per quanto ogni tanto arrivassero anche buone prestazioni, la continuità non è mai stata di casa. Lo scorso anno, si è imposto CJ Anderson con alcune strepitose prestazioni (ottimo sulla corsa e come ricevitore) e se la linea lo aiuterà (in teoria lo zone blocking è un ottimo dopante per i running back) potrà migliorarsi ancora. Dietro di lui, per dargli riposo, Ronnie Hillman e Montee Ball, con Juwan Thompson probabile fullback, se non dovrà fare posto al versatile e undrafted Joe Don Duncan che può giocare anche TE. A prescindere da chi vincerà, si torna ad avere un fullback a Denver.

DEFENSE

Se l’attacco ha dei problemi, che comunque il talento a disposizione dovrebbe riuscire a celare. La difesa, invece, è uguale… Partiamo dal reparto migliore: i CB. Chris Harris Jr è una sicurezza e il cornerback più sottovalutato della lega (con buon pace del Brent Grimes citato da aza nella preview dei Dolphins), se non il giocatore più sottovalutato in assoluto (non posto tutte le statistiche, vi basti sapere che nelle ultime 3 stagioni ha concesso 3 TD, Sherman e Revis secondi a 6, Haden quarto a 16). E questo spiega perché è stato messo sotto contratto appena possibile. Accanto a lui giocherà Aqib Talib, il quale fa bene il suo mestiere, anche se ha qualche amnesia ogni tanto. Bradley Roby usato in nickel ha mostrato ottimi istinti e alcuni errori giustificabili in un rookie, ma che nessuno vorrebbe più rivedere. Le sue capacità forse lo porteranno a essere testato anche come FS (tanto dietro di lui come CB ci sono altri giocatori che danno profondità come Webster), ma è un’eventualità legata solo a eventuali fallimenti di Darian Stewart. L’ex Ravens è arrivato dal mercato a sostituire il non troppo compianto Rahim “avessi preso quel pallone” Moore. Stewart ha una buona annata alle spalle, ma c’è il sospetto che sia più efficace come strong safety che in corpertura. Ma la strong safety titolare sarà T.J. Ward che è chiamato a migliorarsi dopo una stagione buona, ma non all’altezza delle aspettative. David Bruton Jr. e Omar Bolden, riserve multiuso, completano il reparto safeties.

I problemi nascono quando si guarda al front seven. Si abbandona la 4-3 mascherata di Jack del Rio, migrato ai guerci della baia, e si passa alla 3-4. Peccato che dopo la partenza di Terrance “Pot Roast” Knighton, accasatosi ai Redskins, non c’è nemmeno certezza su chi sia il NT titolare, a giocarsi il posto due nomi che non ispirano enorme fiducia: Marvin Austin jr, ex Giants, Miami e Dallas dal buon potenziale, ma dal fisico sempre pronto a fare crack e Sylvester Williams, prima scelta dei Broncos del 2013, che ancora non ha dimostrato di valere la scelta spesa. Nessuno dei due per un motivo o per l’altro finora ha esaltato, ma magari i nuovi schemi, le nuove responsabilità e, soprattutto, Wade Phillips sapranno fare il miracolo. Come defensive end si ruoteranno Malik Jackson, Derek Wolfe, Vance Walker e Kenny Anunike con il veterano Antonio Smith che si è chiamato fuori a causa di una brutta questione giudiziaria (le parole violenza e bambini non dovrebbero mai trovare posto in un articolo di football).

Ware: "Von, vieni con me che ti presento Wade Phillips"

Ware: “Von, vieni con me che ti presento Wade Phillips”

Nomi non altisonanti, ma che dovrebbero sapere fare bene il loro lavoro, anche grazie ai due LB esterni che daranno loro una mano. I confermatissimi Von Miller e DeMarcus Ware sono due sentenze per la pass rush e un angolo di pace per le preoccupazioni del tifoso. L’arrivo del talentuoso Shane Ray 23 scelta assoluta del 2015, al momento rallentato da un un problema all’alluce, dovrebbe fornire quel back up necessario per permettere di far riposare Ware senza perdere efficacia nella caccia ai QB avversari e in prospettiva garantire il sostituto dell’ex Dallas a roster. In mezzo, altri problemi, Brandon Marshall e Danny Trevathan sono ancora lungo degenti. Todd Davis, sorpresa dell’OTA e Steven Johnson, li stanno sostituendo. Il secondo forse farà qualcosa di buono nella 3-4, dopo prestazioni dimenticabili, e sul primo si spera che non sia il solito falso positivo di giugno.

COACHING STAFF

E qui veniamo al coaching staff: Gary Kubiak è chiamato a fare meglio di John Fox che in 4 anni al timone aveva raccolto un Super Bowl perso e 4 accessi ai play off di cui uno con Tim Tebow alla guida, che se non equivale a vincere il Super Bowl poco ci manca. Non un’impresa facile. Ma ormai il rapporto tra Fox ed Elway si era guastato e la buona volpe non era stata in grado di dare una dimensione valida al gioco di corsa, per rendere meno prevedibile l’attacco Blue & Orange. Kubiak riporta lo zone blocking e si occuperà dell’attacco, delegando al fidato Rick Dennison, quale OC, l’applicazione dei suoi dettami offensivi. Alla difesa ci penserà Wade Phillips che ha avuto sempre un ottimo impatto nei suoi primi anni di lavoro e gli uomini a roster sembrano molto più adatti alla sua 3-4 che a quanto visto l’anno scorso.

PREDICTION

Parliamoci chiaro. Questo potrebbe essere l’ultimo viaggio di Manning e tutte le incertezze che riguardano le due linee e i nuovi schemi offensivi non promettono niente di buono. Non sembra esserci un lieto fine alla Elway. Più probabile l’arrivo ai PO e poi la solita uscita prima del gran ballo. Siamo davanti ad una squadra che si presenta in una versione leggermente più debole rispetto a quelle viste negli ultimi anni e che staziona un gradino sotto alla super potenze come Seattle, Green Bay o Patriots.

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alvise

Mi piace lo sport, ma soprattutto mi piacciono le storie.

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15 risposte

  1. 20 Maggio 2016

    […] linea offensiva, comunque, è quella che avevamo anticipato nel nostro articolo di presentazione (e che aveva annunciato Kubiak al termine dell’OTA) da sinistra a destra Ty Sambrailo, Ben […]

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